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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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  • KTM Freeride E, il motocross diventa ecologico

  • LA NUOVA PORSCHE 911 CARRERA , INNOVATIVA E TRADIZIONALE

  • This Must Be the Place”, un film che racconta un viaggio esistenziale

  • L’ESORDIENTE BOEING 787 ”DREAMLINER”

di Ernesto De Benedictis

L’acronimo di tre lettere da sempre simbolo di perfezione in collaborazione con l’Istituto Austriaco di Tecnologia ha portato finalmente a termine il progetto da tempo annunciato: l’off road elettrico- Freeride E.

Dalle prime notizie sembra che la produzione della pre-serie avverrà nell’agosto 2012 con 500 unità e la produzione in serie verso dicembre dello stesso anno.

La distribuzione inizierà in Europa e successivamente negli Stati Uniti con due modelli : una versione cross e una enduro con luci e indicatori di direzione omologati per l’uso su strada.

Le caratteristiche tecniche del motore e della parte ciclistica della fuoristrada elettrica sono paragonabili a quelle di una 125 ma con il pregio “dell’emmissioni zero” .

Analizziamo in sintesi le componenti  di questa moto. Il motore elettrico ideato dalla fornitrice tedesca PERM è snello e compatto a magneti permanenti da 300 V con capacità erogativa di 30 CV a 6000 giri ( potenza 22 KW) e pesa 10 kg, la batteria da 2,1KWh è di ioni di litio con un peso di 25 Kg, il telaio è in alluminio, le sospensioni a forcella idraulica anteriore e monoammortizzatore idraulico posteriore.

La Freeride E si presenta maneggevole alla guida ed adatta a tutti i piloti, anche ai meno esperti, grazie ad un’altezza sella di 910 mm e alle pedaline basse. Inoltre bastano pochi metri per avere una buona spinta per salire un pendio o effettuare un salto senza accorgersi della mancanza della leva  della frizione e delle marce.

Il design accattivante è stato studiato in modo tale che i travi del telaio avvolgano il pacco batterie e sviluppino  una geometria snella e agile.

Una delle poche critiche che si possono fare alla KTM elettrica e sul fronte della durata limitata della batteria che ha una forbice oscillante tra i  20 minuti per  percorsi in fuoristrada e i 50 minuti per percorsi enduro.  

L’abbinamento ecologia e divertimento rendono questo mezzo affascinante e sicuramente sarà un trampolino di lancio per  promuovere nuovi  lavori  per la casa di Mattighafen e per le altre case motociclistiche.

Scheda tecnica in pillole:

Motore: elettrico a magneti da 300 V

Batteria: da 2,1 kWh agli ioni di litio

Telaio: in alluminio

Sospensioni: forcella idraulica anteriore e monoammortizzatore idraulico posteriore

Freni: anteriori a disco con pinze e posteriori a disco

Pneumatici: Metzeler 80/100 e 110/90

Peso: 95 kg

Prezzo: circa 10.000 Euro.

(E.D.B.)


LA NUOVA PORSCHE 911 CARRERA , INNOVATIVA E TRADIZIONALE

Passato e futuro si mescolano nella nuova Porsche 911. Lo stile rimane quello della “diva” di sempre con alcuni accorgimenti nuovi .

Il  lieve restailing operato dentro e fuori ha influito sulle prestazioni  che strabiliano ancora una volta il guidatore.

Il classico motore sei cilindri boxer, rimane ancora ben collocato dietro,  in un telaio allungato di 55 cm. Le dimensioni  maggiori sono accompagnate da carreggiate anteriori più filanti e ampie e da fianchi posteriori più rotondi e morbidi.

Il tetto è stato abbassato e le luci anteriori e posteriori ridisegnate rispettando la foggia Porsche.

Gli interni, come sempre rifiniti e di qualità, si presentano con un cruscotto che avvolge una strumentazione a cinque quadranti , numerosi  display informativi e pulsanti da fare invidia ad un cockpit aereo. Inconsueta è anche la variante del comando elettrico studiata per sostituire l’ingombrante leva del freno a mano.

Piccolissime correzioni si possono apprezzare anche in riferimento al pitching dell’abitacolo configurato in modo da permettere maggior comfort nella distensione degli arti inferiori.

Soffermandoci sulle peculiarità, l’evoluzione della nuova Porsche 911 si vede soprattutto nella motorizzazione prodotta  in due cilindrate, una da 350 CV che raggiunge 288 km/h, con una accelerazione da 0 a 100 km/h in 5 secondi e l’altra da 400 CV che raggiunge i 305 km/h.; dal contributo della nuova  scocca più aerodinamica è alleggerita; da una maggiore stabilità fornita dagli ammortizzatori ad auto-check elettrico.

Il centro di ricerca di  Zuffenhausen  ha completato  questa rivisitazione  del nuovo modello inserendo dei dispositivi unici tra cui va sottolineato il cambio manuale a sette rapporti, unico al mondo.

In sintesi si può affermare che la sportiva per eccellenza,  nata nel 1963 continua ad emozionare per la sua tradizionale linea, per la sua potenza e adesso  anche per innovazioni e  comfort, che permettono di guidarla con facilità e maneggevolezza senza affaticarsi, come accadeva  in alcune delle precedenti edizioni.

L’unico difetto, se così vogliamo definirlo,  è il prezzo che parte da 90,500 euro per la serie Carrera e arriva a 105,00 euro per la serie Carrera S. Forse…ancora un po’ troppo elitario!

DATI TECNICI IN PILLOLE:

Motore: 6 cilindri boxer

Potenza: 350 CV / 400 CV

Consumi medi : urbano 12,8 l/ 100km; extraurbano 6,8 l/100km

Velocità max:   289 km/h – 305 km/h

Trazione: posteriore

Numero marce: 7

Lunghezza: 4,491 mm

Larghezza: 1,808 mm

Altezza: 1,303 mm

Peso a vuoto (CE) : 1,455 kg

Prezzo a partire da  90.480,00 euro.

(E.D.B.)


This Must Be the Place”, un film che racconta un viaggio esistenziale

Un eccentrica maschera on the road che ci accompagna per 120 minuti con battute e aforismi esilaranti attraversando un America che diventa uno spazio immaginario. 

E’ il primo lungometraggio di Sorrentino in lingua inglese dopo la fama acquisita con il Divo andreottiano,  che oltre ad attori internazionali e una sceneggiatura curata da Umberto Contarello si avvale di un perfetto doppiaggio.

La pellicola narra di un ex pop star Cheyenne che ritiratasi dalle scene scopre l’ossessione del padre ebreo appena morto: vendicarsi per un umiliazione subita da un comandante in un campo di concentramento nazista di Auschwitz durante la prigionia. Cheyenne decide di continuare la ricerca che il genitore aveva iniziato attraversando gli Stati Uniti alla ricerca del persecutore. 

Cheyenne interpretato magistralmente da Sean Penn, è un ex cantante di mezza età  intrappolato nel suo personaggio che si trucca ancora con rossetto, rimmel, cerone, smalto, veste con abiti neri e vive in una sontuosa villa della verde Irlanda con sua moglie Jane, una donna pompiere, solida e positiva. La vita del rocker non è più fatta di grandi impegni, le uniche preoccupazioni sono ormai uscire con la amica Blue Mary per cercarle un fidanzato e giocare in borsa con le sue azioni Tesco.

 In questo film si vedono i tipici protagonisti del regista campano e la sua attrazione per il grottesco, il grasso amico broker sedicente seduttore che sembra un fool di memoria shakespeariana, l’inguardabile cane con un collare stile elisabettiano e l’amica dark in depressione.

 Le tematiche affrontate sono molteplici : l’assenza di un rapporto affettivo tra padre e figlio, l’Olocausto nazista visto da un uomo contemporaneo, la depressione e il declino, la contrapposizione  tra il passato e il presente che la raffinata regia , fatta di ampie inquadrature , carrellate, primi piani intensi, fotografia curata, uso di dolly e gru, ci mostra con un angolazione precisa.

Anche l’accompagnamento musicale è ineccepibile ma forse, non si accompagna con il ritmo del montaggio del film che è in molte sequenze è decisamente lento.

Un plauso maggiore và in primo luogo ai locations manager che coadiuvati dal direttore della fotografia hanno saputo trovare le ambientazioni giuste, gli orizzonti sconfinati, la petrol station abbandonata in un deserto dai splendidi colori, le case prefabbricate, la birra gigante al bordo della strada, il motel di vecchio stile, il pistacchio da guinness. In secondo luogo ai truccatori che hanno ancor di più evidenziato lo sguardo di Cheyenne che sembra quello di un bambino che guarda il mondo con stupore , i suoi occhi blu in contrapposizione alla sua anima dark depressa.

La storia di questo film e associata sin dall’inizio ad immagini evocative che sottolineano le problematiche affrontate dall’autore: il passato che si scontra con il presente; il viaggio interiore espresso in un on the road Kerouachiano con fotografie di un America old style; il nazista tedesco che si nasconde in una sorta di Bariloche americana; la maturazione finale di uomo ancora bambino che abbandona la maschera del suo personaggio presentandosi senza trucchi.

Ricordando inoltre che il film prende il titolo da una famosa canzone dei Talking Heads possiamo dire che la stessa ha un ruolo importante e lo può sintetizzare in una scena dove David Byrne leader del gruppo dopo un concerto incontra Cheyenne, suo amico, che in uno sfogo gli racconta le sue delusioni, i rimorsi ei problemi non risolti che lo portano ogni giorno ad andare a trovare al cimitero i suoi fans che si sono suicidati per le sue canzonette dark depresse che ha utilizzato non in quanto artista, ma esclusivamente per fare soldi.

Concludendo la pellicola risulta gradevole e si vede un Sorrentino che torna ad una interiorità dell’individuo di alcune sue opere di esordio.

(E.D.B.)


L’ESORDIENTE BOEING 787 ”DREAMLINER”
Dopo numerose sospensioni e ritardi, il nuovo Boeing 787 è pronto a solcare i cieli.
La sontuosa inaugurazione si è svolta presso gli stabilimenti di Everett in occasione della sospirata prima consegna alla Compagnia aerea nipponica ANA.
I maggiori esperti del settore aereo considerano il 787 la più grande invenzione nell’aviazione civile dopo il 707, che ha spianato la strada ai voli su jet più di sessanta anni fà.
Al progetto “ Dreamliner” hanno contribuito oltre agli americani, ai giapponesi, ai francesi e koreani anche gli italiani con l’Alenia che ha sviluppato ricerche riguardanti gli stabilizzatori e la fusoliera centrale e posteriore e si è occupata anche della progettazione e realizzazione di alcune componenti strutturali.
La Boeing iniziò gli studi dell’”aereo dei sogni” wide body a cominciare dagli anni novanta ma l’attentato dell’11 settembre con la conseguente crisi dei vettori americani fece abbandonare l’idea.
Nel 2003 viste le diminuzioni di vendite del JUMBO 747 e del 767 ed a seguito di sondaggi e richieste di frequent flyers riprese la progettazione.
Nel 2004 la Compagnia aerea All Nippon Airways diede il suo sostegno economico e ingegneristico e ci fu un accelerazione dell’elaborazione del piano di sviluppo che si sarebbe dovuto concludere nel 2008 con la messa in linea di cinquanta modelli.
Purtroppo dopo i primi tests svoltisi due anni dopo ci si accorse che gli a/m pesavano troppo e avevano problemi con i softwares di guida e quindi si dovettero riprogrammare le attività.
Nel 2009 si risolsero la gran parte dei guasti e arrivarono le prime attestazioni positive per i motori e per i crush test.
Si passò, quindi, alla fase più delicata dei tests riferiti agli atterraggi di emergenza e finalmente si ottennerò le certificazioni e il via libera al volo da parte dell’ autorità statunitense FAA Federal Aviation Administration e dell’autorità europea EASA European Aviation Safety Agency nel 2011.
Il 787 è risultata un idea innovativa anche perché è il primo aereo prodotto in materiale composito (fibre di carbonio al 50%) che viene realizzato con il principio “ONE PIECE BARREL”sfruttando tecnologia automatizzata , anziché la comune costruzione in fogli d’alluminio. L’intera fusoliera è costituita da soli cinque blocchi uniti tra loro in sede di assemblaggio, ed è equipaggiata con motori Genx e Rolls Royce Trent 1000.
Il motto che tale sublime esemplare suggerisce potrebbe essere: DREAMLINER ALWAYS ON TIME IN TAKE OFF & LANDING!
CARATTERISTICHE TECNICHE IN PILLOLE:
Lunghezza: 56,7 m
Larghezza 60,0 m
Diametro fusoliera: 5,49 m
Altezza: 16,5 m
Superficie alare: 325 m2
Peso a vuoto: 110.000 kg
Peso max al decollo: 215.900 kg
Capacità combustibile: 126,917 L
Motori: 2 Turbofan General Electric GEnx o 2 Turbofan Rolls Royce Trent 1000
Velocità max: 0,89 Mach ( 945 km/h)
Velocità di crociera: 0,85 Mach (930 km/h)
Autonomia: ca 15200 km
Prezzo: 121 milioni di euro

 

Ernesto De Benedictis

 


 

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