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KTM Freeride E, il motocross diventa
ecologico
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LA NUOVA PORSCHE 911 CARRERA , INNOVATIVA E
TRADIZIONALE
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This Must Be the Place”, un film
che racconta un viaggio esistenziale
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L’ESORDIENTE BOEING 787
”DREAMLINER”
di Ernesto De Benedictis
L’acronimo di tre lettere da sempre simbolo di perfezione
in collaborazione con l’Istituto Austriaco di Tecnologia ha portato
finalmente a termine il progetto da tempo annunciato: l’off road
elettrico- Freeride E.
Dalle prime notizie sembra che la produzione della
pre-serie avverrà nell’agosto 2012 con 500 unità e la produzione in
serie verso dicembre dello stesso anno.
La distribuzione inizierà in Europa e successivamente
negli Stati Uniti con due modelli : una versione cross e una enduro con
luci e indicatori di direzione omologati per l’uso su strada.
Le caratteristiche tecniche del motore e della parte
ciclistica della fuoristrada elettrica sono paragonabili a quelle di una
125 ma con il pregio “dell’emmissioni zero” .
Analizziamo in sintesi le componenti di questa moto. Il
motore elettrico ideato dalla fornitrice tedesca PERM è snello e
compatto a magneti permanenti da 300 V con capacità erogativa di 30 CV a
6000 giri ( potenza 22 KW) e pesa 10 kg, la batteria da 2,1KWh è di ioni
di litio con un peso di 25 Kg, il telaio è in alluminio, le sospensioni
a forcella idraulica anteriore e monoammortizzatore idraulico
posteriore.
La Freeride E si presenta maneggevole alla guida ed
adatta a tutti i piloti, anche ai meno esperti, grazie ad un’altezza
sella di 910 mm e alle pedaline basse. Inoltre bastano pochi metri per
avere una buona spinta per salire un pendio o effettuare un salto senza
accorgersi della mancanza della leva della frizione e delle marce.
Il design accattivante è stato studiato in modo tale che
i travi del telaio avvolgano il pacco batterie e sviluppino una
geometria snella e agile.
Una delle poche critiche che si possono fare alla KTM
elettrica e sul fronte della durata limitata della batteria che ha una
forbice oscillante tra i 20 minuti per percorsi in fuoristrada e i 50
minuti per percorsi enduro.
L’abbinamento ecologia e divertimento rendono questo
mezzo affascinante e sicuramente sarà un trampolino di lancio per
promuovere nuovi lavori per la casa di Mattighafen e per le altre case
motociclistiche.
Scheda tecnica in pillole:
Motore: elettrico a magneti da 300 V
Batteria: da 2,1 kWh agli ioni di litio
Telaio: in alluminio
Sospensioni: forcella idraulica anteriore e
monoammortizzatore idraulico posteriore
Freni: anteriori a disco con pinze e posteriori a disco
Pneumatici: Metzeler 80/100 e 110/90
Peso: 95 kg
Prezzo: circa 10.000 Euro.
(E.D.B.)
LA NUOVA PORSCHE 911 CARRERA , INNOVATIVA
E TRADIZIONALE
Passato e futuro si mescolano nella nuova Porsche 911. Lo
stile rimane quello della “diva” di sempre con alcuni accorgimenti nuovi
.
Il lieve restailing operato dentro e fuori ha influito
sulle prestazioni che strabiliano ancora una volta il guidatore.
Il classico motore sei cilindri boxer, rimane ancora ben
collocato dietro, in un telaio allungato di 55 cm. Le dimensioni
maggiori sono accompagnate da carreggiate anteriori più filanti e ampie
e da fianchi posteriori più rotondi e morbidi.
Il tetto è stato abbassato e le luci anteriori e
posteriori ridisegnate rispettando la foggia Porsche.
Gli interni, come sempre rifiniti e di qualità, si
presentano con un cruscotto che avvolge una strumentazione a cinque
quadranti , numerosi display informativi e pulsanti da fare invidia ad
un cockpit aereo. Inconsueta è anche la variante del comando elettrico
studiata per sostituire l’ingombrante leva del freno a mano.
Piccolissime correzioni si possono apprezzare anche in
riferimento al pitching dell’abitacolo configurato in modo da permettere
maggior comfort nella distensione degli arti inferiori.
Soffermandoci sulle peculiarità, l’evoluzione della nuova
Porsche 911 si vede soprattutto nella motorizzazione prodotta in due
cilindrate, una da 350 CV che raggiunge 288 km/h, con una accelerazione
da 0 a 100 km/h in 5 secondi e l’altra da 400 CV che raggiunge i 305
km/h.; dal contributo della nuova scocca più aerodinamica è
alleggerita; da una maggiore stabilità fornita dagli ammortizzatori ad
auto-check elettrico.
Il centro di ricerca di Zuffenhausen ha completato
questa rivisitazione del nuovo modello inserendo dei dispositivi unici
tra cui va sottolineato il cambio manuale a sette rapporti, unico al
mondo.
In sintesi si può affermare che la sportiva per
eccellenza, nata nel 1963 continua ad emozionare per la sua
tradizionale linea, per la sua potenza e adesso anche per innovazioni
e comfort, che permettono di guidarla con facilità e maneggevolezza
senza affaticarsi, come accadeva in alcune delle precedenti edizioni.
L’unico difetto, se così vogliamo definirlo, è il prezzo
che parte da 90,500 euro per la serie Carrera e arriva a 105,00 euro per
la serie Carrera S. Forse…ancora un po’ troppo elitario!
DATI TECNICI IN PILLOLE:
Motore: 6 cilindri boxer
Potenza: 350 CV / 400 CV
Consumi medi : urbano 12,8 l/ 100km; extraurbano 6,8
l/100km
Velocità max: 289 km/h – 305 km/h
Trazione: posteriore
Numero marce: 7
Lunghezza: 4,491 mm
Larghezza: 1,808 mm
Altezza: 1,303 mm
Peso a vuoto (CE) : 1,455 kg
Prezzo a partire da 90.480,00 euro.
(E.D.B.)
This Must Be the Place”, un film che
racconta un viaggio esistenziale
Un eccentrica maschera on
the road che ci accompagna per 120 minuti con battute e aforismi
esilaranti attraversando un America che diventa uno spazio immaginario.
E’ il primo
lungometraggio di Sorrentino in lingua inglese dopo la fama acquisita
con il Divo andreottiano, che oltre ad attori internazionali e una
sceneggiatura curata da Umberto Contarello si avvale di un perfetto
doppiaggio.
La pellicola narra di un
ex pop star Cheyenne che ritiratasi dalle scene scopre l’ossessione del
padre ebreo appena morto: vendicarsi per un umiliazione subita da un
comandante in un campo di concentramento nazista di Auschwitz durante la
prigionia. Cheyenne decide di continuare la ricerca che il genitore
aveva iniziato attraversando gli Stati Uniti alla ricerca del
persecutore.
Cheyenne interpretato
magistralmente da Sean Penn, è un ex cantante di mezza età intrappolato
nel suo personaggio che si trucca ancora con rossetto, rimmel, cerone,
smalto, veste con abiti neri e vive in una sontuosa villa della verde
Irlanda con sua moglie Jane, una donna pompiere, solida e positiva. La
vita del rocker non è più fatta di grandi impegni, le uniche
preoccupazioni sono ormai uscire con la amica Blue Mary per cercarle un
fidanzato e giocare in borsa con le sue azioni Tesco.
In questo film si vedono
i tipici protagonisti del regista campano e la sua attrazione per il
grottesco, il grasso amico broker sedicente seduttore che sembra un fool
di memoria shakespeariana, l’inguardabile cane con un collare stile
elisabettiano e l’amica dark in depressione.
Le tematiche affrontate
sono molteplici : l’assenza di un rapporto affettivo tra padre e figlio,
l’Olocausto nazista visto da un uomo contemporaneo, la depressione e il
declino, la contrapposizione tra il passato e il presente che la
raffinata regia , fatta di ampie inquadrature , carrellate, primi piani
intensi, fotografia curata, uso di dolly e gru, ci mostra con un
angolazione precisa.
Anche l’accompagnamento
musicale è ineccepibile ma forse, non si accompagna con il ritmo del
montaggio del film che è in molte sequenze è decisamente lento.
Un plauso maggiore và in
primo luogo ai locations manager che coadiuvati dal direttore della
fotografia hanno saputo trovare le ambientazioni giuste, gli orizzonti
sconfinati, la petrol station abbandonata in un deserto dai splendidi
colori, le case prefabbricate, la birra gigante al bordo della strada,
il motel di vecchio stile, il pistacchio da guinness. In secondo luogo
ai truccatori che hanno ancor di più evidenziato lo sguardo di Cheyenne
che sembra quello di un bambino che guarda il mondo con stupore , i suoi
occhi blu in contrapposizione alla sua anima dark depressa.
La storia di questo film
e associata sin dall’inizio ad immagini evocative che sottolineano le
problematiche affrontate dall’autore: il passato che si scontra con il
presente; il viaggio interiore espresso in un on the road Kerouachiano
con fotografie di un America old style; il nazista tedesco che si
nasconde in una sorta di Bariloche americana; la maturazione finale di
uomo ancora bambino che abbandona la maschera del suo personaggio
presentandosi senza trucchi.
Ricordando inoltre che il
film prende il titolo da una famosa canzone dei Talking Heads possiamo
dire che la stessa ha un ruolo importante e lo può sintetizzare in una
scena dove David Byrne leader del gruppo dopo un concerto incontra
Cheyenne, suo amico, che in uno sfogo gli racconta le sue delusioni, i
rimorsi ei problemi non risolti che lo portano ogni giorno ad andare a
trovare al cimitero i suoi fans che si sono suicidati per le sue
canzonette dark depresse che ha utilizzato non in quanto artista, ma
esclusivamente per fare soldi.
Concludendo la pellicola
risulta gradevole e si vede un Sorrentino che torna ad una interiorità
dell’individuo di alcune sue opere di esordio.
(E.D.B.)
L’ESORDIENTE BOEING 787
”DREAMLINER”
Dopo numerose sospensioni e ritardi, il nuovo Boeing 787 è pronto a
solcare i cieli.
La sontuosa inaugurazione si è svolta presso gli stabilimenti di Everett
in occasione della sospirata prima consegna alla Compagnia aerea
nipponica ANA.
I maggiori esperti del settore aereo considerano il 787 la più grande
invenzione nell’aviazione civile dopo il 707, che ha spianato la strada
ai voli su jet più di sessanta anni fà.
Al progetto “ Dreamliner” hanno contribuito oltre agli americani, ai
giapponesi, ai francesi e koreani anche gli italiani con l’Alenia che ha
sviluppato ricerche riguardanti gli stabilizzatori e la fusoliera
centrale e posteriore e si è occupata anche della progettazione e
realizzazione di alcune componenti strutturali.
La Boeing iniziò gli studi dell’”aereo dei sogni” wide body a cominciare
dagli anni novanta ma l’attentato dell’11 settembre con la conseguente
crisi dei vettori americani fece abbandonare l’idea.
Nel 2003 viste le diminuzioni di vendite del JUMBO 747 e del 767 ed a
seguito di sondaggi e richieste di frequent flyers riprese la
progettazione.
Nel 2004 la Compagnia aerea All Nippon Airways diede il suo sostegno
economico e ingegneristico e ci fu un accelerazione dell’elaborazione
del piano di sviluppo che si sarebbe dovuto concludere nel 2008 con la
messa in linea di cinquanta modelli.
Purtroppo dopo i primi tests svoltisi due anni dopo ci si accorse che
gli a/m pesavano troppo e avevano problemi con i softwares di guida e
quindi si dovettero riprogrammare le attività.
Nel 2009 si risolsero la gran parte dei guasti e arrivarono le prime
attestazioni positive per i motori e per i crush test.
Si passò, quindi, alla fase più delicata dei tests riferiti agli
atterraggi di emergenza e finalmente si ottennerò le certificazioni e il
via libera al volo da parte dell’ autorità statunitense FAA Federal
Aviation Administration e dell’autorità europea EASA European Aviation
Safety Agency nel 2011.
Il 787 è risultata un idea innovativa anche perché è il primo aereo
prodotto in materiale composito (fibre di carbonio al 50%) che viene
realizzato con il principio “ONE PIECE BARREL”sfruttando tecnologia
automatizzata , anziché la comune costruzione in fogli d’alluminio.
L’intera fusoliera è costituita da soli cinque blocchi uniti tra loro in
sede di assemblaggio, ed è equipaggiata con motori Genx e Rolls Royce
Trent 1000.
Il motto che tale sublime esemplare suggerisce potrebbe essere:
DREAMLINER ALWAYS ON TIME IN TAKE OFF & LANDING!
CARATTERISTICHE TECNICHE IN PILLOLE:
Lunghezza: 56,7 m
Larghezza 60,0 m
Diametro fusoliera: 5,49 m
Altezza: 16,5 m
Superficie alare: 325 m2
Peso a vuoto: 110.000 kg
Peso max al decollo: 215.900 kg
Capacità combustibile: 126,917 L
Motori: 2 Turbofan General Electric GEnx o 2 Turbofan Rolls Royce Trent
1000
Velocità max: 0,89 Mach ( 945 km/h)
Velocità di crociera: 0,85 Mach (930 km/h)
Autonomia: ca 15200 km
Prezzo: 121 milioni di euro
Ernesto
De Benedictis |