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 IL METANO NASCE PULITO

di Isabella Dallapiccola

Il metano sta facendo passi da gigante nel settore automobilistico. Negli ultimi anni c’é stato un boom di installazioni, anche se rappresentano ancora solo 1,3 % sul totale dei veicoli circolanti sulle nostre strade.
Ma qual è il viaggio che compie il metano prima di arrivare nei serbatoi delle nostre auto?
Attraverso un tubo proveniente dalla Russia o dall’Algeria il gas arriva in Italia. Una volta arrivato nel nostro Paese, potendo contare su di una rete nazionale, il tubo si ramifica in molte direzioni fino ad arrivare alle stazioni di metano per auto che sono un po’ i capillari di questo sistema arterioso che innerva buona parte dell’Italia.
I tre fattori fondamentali che determinano lo stato di salute del settore metano sono i consumi (ovvero il metano erogato), la rete delle stazioni di distribuzione ed il numero dei veicoli circolanti. La crescita in questi ultimi anni sta avvenendo in modo molto equilibrato e questo è senza dubbio un bene.
Ricordiamo che il metano è l’unico carburante che nasce pulito. Non possiamo dire la stessa cosa per benzina e gasolio che invece devono essere ripuliti prima di finire sul mercato. Ovviamente i costi di pulizia vanno a gravare sul prezzo finale che i consumatori devono pagare. Altri elementi che giocano a favore del metano sono : ha un potere antidetonante (oltre 120 ottani) superiore a tutti gli altri carburanti, non ha costi ed impatti derivanti dal trasporto muovendosi in conduttore e poi è in assoluto il più economico.
Ma perché allora, dato tutti questi aspetti positivi, sono così poche le auto che circolano sulle nostre strade?
Sicuramente c’è un mix di cattiva informazione (è ancora molto diffusa la credenza che per fare un pieno di metano sia necessario più di un quarto d’ora di tempo; la realtà è che sono sufficienti 3 minuti, praticamente come per benzina e gasolio) e di cattiva politica. La storia del metano in Italia ci dice che nel nostro Paese, circa ogni 10 anni, questo carburante vive un momento di crisi e naturalmente questo momento arriva sempre quando il suo mercato è in crescita.
Nella seconda metà degli anni ’70 ad esempio il settore stava crescendo in modo incredibile con una vendita molto più alta di quella a cui assistiamo oggi. La domanda era enorme anche perché c’era una crisi petrolifera in atto. A questo punto lo Stato adottò una misura fiscale che imponeva un’imposta che nel giro di una settimana fece triplicare il prezzo del metano alle pompe. Un centinaio di impianti che stavano per vede la luce a queste condizioni non furono mai realizzati. Nel 1985 poi, sempre lo Stato, ha avuto la felice idea di introdurre la tassa del superbollo a carico di tutti i veicoli a metano. Qualsiasi mercato a queste condizioni sarebbe sicuramente morto. Ma non quello del metano.
I numeri del metano in Italia sono: 430.00 veicoli a metano a fronte di un parco auto complessivo di circa 33 milioni di veicoli in circolazione. La percentuale è quindi dell’ 1,3%, molto al di sopra di quella di qualche anno fa che corrispondeva allo 0,8%.

Isabella Dallapiccola