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Rotonde, che passione

di Thomas Graziani

 

Tempo fa girava una storiella divertente. Diceva che l’avanzata dell’Unione Europea andava misurata dal numero di rotonde spuntate ad ogni crocicchio.

Molti studi sono stati fatti su questi sistemi di auto-regolamentazione del traffico. Alcuni sostengono la loro schiacciante utilità; altri confutano questa certezza, adducendo come motivazione che l’impatto positivo sul traffico diminuisce col passare del tempo. Infatti, dichiarano gli esperti, se in un primo momento i guidatori sono costretti alla prudenza dal nuovo tipo di viabilità, basta qualche mese perché in rotonda si verifichino gli stessi episodi di rallentamento e guida scorretta che caratterizzano i normali incroci. L’utilità delle rotatorie, insomma, dopo qualche tempo non si differenzia molto dai normali sistemi di viabilità, ed anzi spesso sono proprio questi ultimi a prevalere in efficienza e produttività.

Pareri contrastanti a parte, le rotonde sono ormai una realtà diffusa e ogni giorno ci tocca fare i conti con molte di queste. Sapersi giostrare all’interno dei nuovi sistemi di circolazione è davvero una priorità del moderno guidatore, tanto più quando la circolazione è governata da un sistema di precedenze talmente complesso da confondere anche i più consumati tecnici del  volante.

 Partiamo dalle cose semplici. Che significato ha il semplice cartello blu con tre frecce che girano in un senso (di solito antiorario)? Significa che si è nei pressi di una rotonda e che questa è governata da un sistema di precedenze detto “all’italiana”. Il quale sistema costringe coloro che già stanno percorrendo la rotonda a dare la precedenza a chi entra. Insomma: vedere quel cartello implica che si ha diritto al passaggio e, una volta in rotonda, si deve agevolare l’entrata degli altri veicoli presenti ai bordi. Nel caso non si rispettasse questa regola, impedendo agli altri veicoli di usufruire della precedenza, si è soggetti ad un’ammenda di 143 Euro e alla decurtazione di 5 punti dalla patente.

Caso più complesso: poco prima di una rotatoria troviamo un cartello blu (lo stesso dell’esempio precedente) ma sovrastato da un segnale triangolare di precedenza (con la punta rivolta in basso). In questo caso, non solo si segnala la presenza di una rotonda e il corretto sistema di rotazione, ma si aggiunge la necessità di cedere la precedenza a tutti i veicoli che già sono presenti nella rotatoria. Insomma: chi deve entrare in rotonda deve attendere che la sua corsia sia libera e che non vi siano veicoli in arrivo. Questo sistema di segnalazione è detto “alla francese” e contraddistingue buona parte dei sistemi di viabilità ora attivi. Anche in questo caso, la contravvenzione per chi non rispetta le regole di entrata è fissata a 143 Euro e 5 punti della patente. Le rotatorie all’italiana e quelle alla francese esauriscono una gran parte della casistica possibile. In alcuni luoghi esistono però delle rotonde che implementano entrambi i sistemi. Queste son dette rotatorie “miste” e proprio per questa loro caratteristica sono fonte di grande confusione per gli automobilisti.

L’ultimo caso presente è quello in cui si incontra un segnale triangolare (punta in alto) con all’interno la tipica simbologia a frecce della rotonda. In questo caso il cartello è posto a debita distanza dalla rotatoria e, di regola, viene integrato con un altro cartello che indica il numero di metri. Significa che ci si sta approssimando ad un incrocio con sistema di scorrimento circolare e che occorre fare attenzione. Dopo la distanza indicata si potrà incontrare un altro cartello (uno dei due casi presentati qui sopra) che evidenzierà il tipo di comportamento da tenere e il tipo di precedenza.

Queste poche righe, forse agli occhi di alcuni anche troppo dettagliate, non hanno la pretesa di esaurire l’argomento, ma possono servire a chiarire alcuni

equivoci di viabilità. Notizie che è bene sapere, soprattutto in un paese in cui l’avanzata dell’Unione Europea si può misurare dal numero di rotonde che spuntano ad ogni incrocio.

 

Thomas Graziani

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