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ANNO 2021: L’ATMOSFERA TRA INQUINAMENTO E PANDEMIA
di
Giuseppe San Martino
E’ ormai un
dato di fatto la consapevolezza (anche negli strati meno evoluti delle
popolazioni) di quanto trattato dagli studiosi e dalle nazioni
intervenute a Kyoto -già nel 1997- e successivi incontri), dello stato
morboso della atmosfera che circonda la terra e delle conseguenze gravi
che da essa ricadono sugli esseri viventi.
Le sostanze
inquinanti provengono principalmente da industrie,centrali elettriche
,veicoli, combustioni in primis; ma, anche, esse si sprigionano da
coltivazioni agricole intensive, allevamenti di animali, eccesso di
urbanizzazioni e in genere da qualunque cosa l’uomo abbia inventato,
utilizzato e diffuso , dopo la prima rivoluzione industriale, spesso
per il conseguimento smodato di un facile arricchimento, travolgendo la
natura (v. estrazioni petrolio)
Stiamo già
pagando per tutto ciò che ci ha donato il progresso nei vari campi:
inquinamento radioattivo, idrico ,luminoso, termico, del suolo, e ancora
e ancora
Come è stato
già dimostrato da vari centri di ricerca mondiali, ad es. dallo Health
Effects Institute di Boston, tornando all’ inquinamento atmosferico
(smog), esso può anche causare e comunque aggravare allergie, asma,
bronchite, malattie respiratorie infettive tra cui la polmonite.
Stando così
le cose e avendo certezza di quanto sopra detto, da molti, in questo
triste periodo di pandemia, è stato avanzato il dubbio se sia
possibile che anche il contagio per Covid19 possa derivare dal su
accennato smog considerato che esso virus si manifesta con sintomi
simil-influenzali.
I residui
(polveri sottili) delle sostanze inquinanti di cui prima, che vengono
denominate particelle e che nel complessivo formano il
particolato, si elevano nell’atmosfera. Ed ecco che l’esposizione al
particolato comporta la disfunzione delle “ciglia” vibratili della
trachea che non riescono più a difendere i polmoni impedendo l’avanzata
degli agenti patogeni. Se le particelle di cui sopra raggiungono i
polmoni infatti riescono ad avanzare fino agli alveoli preposti allo
scambio dell’ossigeno presente nell’aria e il sangue. Le polveri
sottili, quindi, attraverso il sangue (i capillari) possono diffondersi
ovunque nell’organismo umano danneggiandolo e, a seconda del patogeno,
condurlo alla morte.
Quanto sopra
accennato, è il risultato di una ricerca medico-scientifica cinese del
2018 riguardante l’effetto dello smog sull’organismo pubblicata
sull’International Journal of Biometeorology, della quale ritengo utile
tenerne conto nell’analisi del dubbio che ci siamo posti circa
l’aggressione del virus Covid19.
Sono a mio
avviso parimenti interessanti altre due tesi sul collegamento fra smog e
malattie respiratorie gravi: una portata avanti da un team della
università di Harvard, pubblicata sulla rivista Science Advances, che
sostiene che un piccolo aumento dell’esposizione a lungo termine a un
tipo di particolato (Pm2,5) porta a un grande aumento del tasso di
mortalità per covid19; un’altra pubblicata su Cardiovascular
Research che, incrociando varie ricerche compresa quella di Harvard,
sostiene che il 15% dei decessi mondiali causati da Sars-Cov2 sarebbero
collegabili ai danni per esposizione prolungata alle polveri sottili
(particolato, smog comunque).
Secondo
altri ricercatori sembrerebbe che non è probabile che all’esterno il
coronavirus rimanga a lungo vitale sia per la temperatura che per i
raggi ultravioletti che danneggiano il suo involucro proteinico, e
quindi che lo smog non potrebbe essere causa diretta del contagio del
covid19 ma della gravità dei sintomi nonché delle complicanze della
malattia. Pertanto le persone che per eccessiva esposizione allo smog
si trovano già indebolite per asma, bronchiti, problemi respiratori etc,
patologie dovute soprattutto all’inquinamento, potrebbero più facilmente
essere contagiate andando incontro magari, secondo la gravità, a letali
conseguenze.
Da tutto ciò
si evince che in questo campo ancora la ricerca ha un lungo cammino da
percorrere stante che non è possibile al momento dare incontrovertibili
risposte o sciogliere qualsivoglia dubbio sull’argomento Coronavirus.
E’ bene
sapere, riguardo al Covid, che è stato rilevato sia dal CTS nazionale
che dai comitati scientifici di tutto il mondo che il contagio si è più
diffuso nelle città maggiormente industrializzate e più
densamente popolose le quali quindi per tali motivi soggette a:1)
atmosfera particolarmente inquinata e2) a continui incontri aerei
internazionali e assembramenti non opportuni a periodi di pandemia.
Ritornando a
parlare di smog e insieme di covid, riferendoci alle regole restrittive
adottate a difesa della salute pubblica per tentare di sopperire almeno
in parte al contagio, è da notare che una di esse, il lockdown, con il
confinamento delle persone a casa, ha prodotto un interessante calo
dell’inquinamento atmosferico in quanto è fortemente diminuito il numero
dei veicoli circolanti, dei mezzi di trasporto in genere , di alcune
industrie produttrici con conseguente annullamento delle relative
combustioni altamente inquinanti e di altre cause tossiche.
Ma quanto
detto è solo una constatazione che serve solo a dimostrare la necessità
e la giustezza dei cosiddetti “rigori”: ma non sono sufficienti per la
salvezza della Terra e dei suoi abitanti! Per questo scopo da tempo da
parte di nazioni più o meno sensibili alla bisogna si pongono le basi di
un programma, che prevede l’utilizzo soprattutto di energie alternative
naturali – vento, sole, acqua - per una produzione, con risvolti
economici, più pulita, più sana al fine di purificare l’ambiente già da
tempo ammalato per cause varie.
E’ stato
dato,almeno in Italia a questo programma, il nome di transizione
ecologica. L’attuazione di questo percorso sicuramente non sarà facile
perché si dovrà mediare con i cacciatori a oltranza, pro domo sua
naturalmente, di utili pingui ma deleteri.
Giuseppe San Martino
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