Nasce
da una azienda, la Piaggio, che dopo il 2°
conflitto mondiale, cercava, come altre
aziende, di convertire gli impianti, per produrre
qualcosa di nuovo. Prima della guerra, infatti la
Piaggio, costruiva arredamenti navali, poi materiale
ferroviario, quindi areonautico. L' azienda
genovese, costruì un secondo stabilimento a Pisa, dove
si producevano esclusivamente aeroplani per uso
militare. A seguito degli inevitabili bombardamenti, si
cercò di salvare il salvabile, trasferendo quello che
rimase degli impianti a Biella. Fu proprio in
questa sede che nacque il progetto Vespa, ad
opera del progettista Corradino D' Ascanio, che
propose un veicolo a due ruote, economico e popolare, di
nuova concezione; una sorta di automobile a due ruote,
facile da guidare, più economica di un' auto e nello
stesso tempo, diversa dalla classica moto, se non altro
per il tipo di telaio, a carrozzeria, che permetteva la
guida senza doversi necessariamente sporcare gli abiti,
come sulle tipiche moto di allora. Il prototipo venne
chiamato "Paperino", eravamo nel 1944
e solo dopo due anni di prove, cominciò la produzione
ufficiale del nuovo scooter, che prese il nome di
Vespa.
Al
momento della presentazione ufficiale al pubblico, il
prototipo realizzato da D'Ascanio apparì per alcuni un
progetto “improponibile”; ma nonostante i
commenti poco entusiasmanti di parte degli addetti ai
lavori, la Piaggio decise comunque la produzione in
serie di circa 2000 esemplari della "Vespa 98"
ed organizzò al Circolo del Golf di Roma la sua
presentazione alla presenza del generale Stone.
Cominciarono ad essere prodotte quasi subito negli
stabilimenti di Pontedera sotto la
direzione tecnica di Carbonero le prime Vespa con
una cilindrata di 98 cc., due tempi, tre
marce, accensione a volano magnete, potenza max 3,2
cavalli a 4500 giri che consentivano una velocità
massima di 60 km/ h, il superamento di pendenze del 20%
in prima, 12% in seconda e 5% in terza. Carburatore
dell'Orto Æ 16/17, peso a vuoto 60 kg, lunghezza
metri 1,65, passo 1,17, pneumatici 3.50-8, un consumo
di un litro per oltre 40 km. Questo primo tipo di
Vespa non era dotata di cavalletto, si appoggiava
lateralmente sulla pedana costituita da due zoccoletti
in lega leggera, il serbatoio del carburante conteneva
5 litri di miscela al 5%. L'idea dello
scooter non era certamente nuova ma questo veicolo
era talmente esclusivo e perfetto da distinguersi
senza dubbio da ogni precedente realizzazione a due
ruote. La Vespa mostrò comunque, fin dall'inizio, un'affidabilità
ed un consumo a livelli decisamente competitivi;
quanto alla velocità, le prime escursioni fuori dalle
mura cittadine misero in evidenza il fatto che la
velocità massima di crociera poteva essere mantenuta
per lunghissimi tratti, innalzando le medie
ottenibili sui percorsi medio-lunghi, alla pari di
quelle che le moto leggere e le medie cilindrate
potevano ottenere normalmente, pur vantando punte
velocistiche massime superiori di 40-50 km/h. Anche il
vantaggio della ruota di scorta non era da
sottovalutare in quel periodo in cui la qualità dei
copertoni e delle camere d'aria era piuttosto scadente e
le strade asfaltate molto rare. La posizione di guida
così riposante e il guidatore protetto, consentivano
tirate prolungate anche a chi non aveva allenamento
specifico o propensioni ai "tapponi". I chilometri da
percorrere in sicurezza, in scioltezza, velocemente ed
in economia erano, dunque, alla portata di tutti.
Sebbene i primi mesi di commercializzazione non fossero
stati troppo entusiasmanti, alla fine del 1947 la
produzione iniziò a decollare. Nei primi mesi del
1948 la Piaggio presentò un nuovo modello, la mitica
"Vespa 125", che si affermò subito e
sostituì in breve tempo la Vespa 98.
Di
cilindrata superiore, la Vespa 125 presentava degli
accorgimenti tecnici nuovi, quali le sospensioni
anteriori e posteriori e del cavalletto, ed un
estetica leggermente modificata con il parafango
anteriore che era anche la sede del faro e piccole
sostanziali modifiche alla carrozzeria collegate anche a
diverse migliorie tecniche. Il "miracolo"
Vespa prese dunque sempre più piede e gli obiettivi
di produzione, sia pure in alcune ben comprensibili fasi
cicliche di crisi dovute alle incerte condizioni del
mercato, raggiunsero nei primi dieci anni di
commercializzazione risultati molto soddisfacenti, come
documentano i dati ufficiali: 2484 unità prodotte nel
1946, 10.535 nel 1947, 19.882 nel 1948, oltre 60.000 nel
1950 in coincidenza con l'inizio della produzione
della prima "licenziataria" Piaggio in Germania e
171.200 nel 1953 per finire a 1.000.000 di unità
nel 1995 consacrate dall'emissione di un francobollo
commemorativo. Dal 1946 al 1965, anno della scomparsa
di Enrico Piaggio, furono prodotte 3.350.000
Vespe in Italia, quasi una ogni 52 abitanti. Dal
primo modello del 1946 di 98 cc. agli ultimissimi del
1992 sono stati prodotti 89 differenti
modelli Vespa nelle varie motorizzazioni e
recentissimi Quartz, Sfera e Zip, per un totale di circa
100 modelli. I mercati esteri risposero assai
positivamente alla diffusione del piccolo scooter
italiano, che suscitò curiosità e ammirazione nei
commenti del pubblico e della stampa specializzata. Il "Times",
in particolare, parlò di un prodotto interamente
italiano "come non si è mai visto da secoli"
e raffrontò la Vespa alla biga romana per
sottolinearne l'analogia estetica e la completa
impersonificazione dello spirito creativo italiano.
Non a caso, comunque, la diffusione della Vespa sul
mercato italiano ed estero fu tenacemente sviluppata
dalla Piaggio fin dall'inizio, promuovendo
l'organizzazione di una fitta rete di assistenza
meccanica a livello mondiale e proponendo, tra
l'altro, anche forme di vendita più convincenti e utili,
tra cui le vendite rateali. A conferma di ciò, si
ricorda che la Vespa fino ai giorni d'oggi è stata
prodotta in circa 14 milioni di esemplari ed
esportata in quasi tutte le parti del globo. E per
meglio comprendere il significato simbolico raggiunto
dalla Vespa in tutto il mondo, al di là di semplice
prodotto industriale italiano di esportazione, esiste un
famoso aneddoto raccontato dai marinai italiani
recatisi in Estremo Oriente con un incrociatore della
Marina Militare per l'operazione umanitaria di
salvataggio dei profughi nel lontano Vietnam del
Sud che fuggivano dalla loro patria con ogni mezzo e con
grande rischio della vita. A bordo degli incrociatori
italiani, i vietnamiti fraternizzarono presto con il
personale di bordo che li aveva salvati e assistiti, e
nel corso della navigazione a quanti avevano chiesto
loro come immaginassero l'Italia e cosa
conoscessero di essa, molti risposero: "La Vespa".
E'
certo, comunque, che l'immagine del piccolo scooter
italiano si diffuse grazie anche alle iniziative dei
suoi innumerevoli fans e cultori di questo "mito
a due ruote". A tale proposito, ricorda il
giornalista sportivo Renato Tassinari, senza dubbio
uno dei più conosciuti promotori ed organizzatori di
convegni e raduni vespistici, si creò attorno alla Vespa
un'atmosfera d'interesse crescente. Per non parlare dei
Vespa Club, organizzazioni amatoriali di
appassionati della Vespa che hanno contribuito in
maniera prepotente a diffondere in tutto il mondo,
grazie ad una serie di innumerevoli iniziative, non solo
un semplice prodotto industriale ma addirittura un vero
e proprio stile e modo di vivere. Andare in Vespa
diventò per i suoi appassionati sinonimo di libertà,
di fruibilità degli spazi, di più facili rapporti
sociali; un fenomeno, insomma, di costume
che caratterizzò un'epoca e che trovò infiniti sviluppi
e testimonianze anche nel mondo della letteratura,
del cinema e della pubblicità. Il Vespa Club
d'Italia fu fondato nel 1949 ed iniziò subito
una fervente attività soprattutto a carattere turistico.
Promosse la partecipazione dei vespisti ai raduni
organizzati dai vari moto club e allestì
contemporaneamente un calendario proprio, che prevedeva
numerosissimi appuntamenti a carattere regionale e
nazionale riservati ai soli possessori di Vespa.
Difficile rendere l'idea dell'enorme successo dei grandi
appuntamenti turistici organizzati dal Vespa Club
d'Italia, divenuto poi, nel 1953, Vespa Club d'Europa,
e nel 1965, Vespa Club Mondiale. Difficile in
fondo a parole ma non con i numeri, che riportano cifre
impressionanti sia come percorrenze chilometriche, che
come numero di adesioni degli appassionati. Si ricordino
solo alcuni eventi: nel 1948 in occasione della Fiera di
Milano il rally "Sciame d'argento", così denominato per
il caratteristico colore verde argentato della Vespa,
oppure il 22 maggio 1950 a Bologna in uno dei primi
raduni del Vespa Club d'Italia, dove si radunarono oltre
5000 vespisti provenienti da tutta l'Emilia Romagna. Per
non parlare della mitica ';1000 km" del 1951, ideata da
Renzo Castagneto, già promotore della gloriosa "Mille
miglia" automobilistica, alla quale parteciparono 273
concorrenti ed il cui successo andò a Bruno Romano che
coprì la distanza ad oltre 65 km/h di media. È sempre
dello stesso anno, infine ma solo per citarne alcune, la
"Giornata della Vespa", organizzata nelle
principali città italiane, alla quale parteciparono
complessivamente oltre 20.000 vespisti. Si stimò
che alla fine del 1951 i soci del Vespa Club d'Italia
avevano percorso globalmente 2.568.880 chilometri per
le sole attività turistiche; ciò favorì, senza
dubbio, il sorgere delle scambievoli iniziative
associative fra vespisti di tutta Europa e a far
guadagnare alla Vespa le simpatie di tutti quei
motociclisti che amanti del viaggiare, delle belle
compagnie e delle vacanze non ortodosse, cercavano da
tempo un veicolo capace di essere brillante ed
affidabile nell'uso quotidiano così come sulle impervie
strade dei paesi più lontani.
Il
resto della storia non ha bisogno di essere raccontato,
perchè lo abbiamo ancora oggi sotto i nostri occhi.
Qualcuno...dentro al proprio cuore...
IL
MUSEO PIAGGIO
Il
28 marzo 2000, è stato inaugurato il Museo Piaggio,
dedicato a Giovanni Agnelli jr.(scomparso
prematuramente), ricavato dai locali più vecchi dell'
Azienda, con oltre 100 pezzi esposti.
La Piaggio, dal 1946, ha costruito più di 16 milioni di Vespa in oltre
cento versioni ! Il museo si trova in
viale Rinaldo Piaggio n°7 a Pontedera (PI) - Tel.
0587/272535 - 272488 fax 0587/290057 - E-mail
fondazione@piaggio.com E' aperto al
pubblico dal mercoledì al sabato dalle 10 alle 18.
I MAGGIORI MODELLI DI "VESPA" PRODOTTI >>
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