CANDIDATI
SINDACO E GESTIONE RIFIUTI... CUI PRODEST?
di
Assunta Sera
Con una data
ormai quasi certa, 5 giugno 2016, entra finalmente nel fulcro la
campagna elettorale per l’elezione del Sindaco di Roma.
Il tema
dello smaltimento dei rifiuti, che tanti scandali e problemi creò alle
precedenti amministrazioni, viene solo marginalmente toccato dai
numerosi candidati al Campidoglio.
Il primo
punto sul quale andrebbe fatta una doverosa distinzione è tra raccolta
differenziata e smaltimento/riciclo dei rifiuti.
Infatti se
nel primo aspetto la città di Roma si colloca in ambito europeo in una
buona posizione con il 43%, in termini di peso, di raccolta
differenziata (18% Parigi; 39% Berlino; 60% Vienna) [dati AMA – Incontro
capitali Europee sul ciclo dei rifiuti urbani 20 ottobre 2015], tale
virtuoso risultato non si ripete per quanto riguarda lo
smaltimento/riciclo.
L’argomento
non è di secondaria importanza poiché la UE ha fissato (direttiva
2008/98/CE), per l’anno 2020, l’obiettivo del riciclo del 50% dei
rifiuti domestici.
Roma
sperpera i numeri confortanti della raccolta differenziata in una
filiera dello smaltimento dislocata fuori regione con un aggravio di
tasse non indifferente sui Romani. Parigi ma soprattutto Vienna e
Berlino toccano una capacità di trattamento dei rifiuti del 100%, in
modalità assolutamente autonome e rispettando pienamente il principio di
prossimità.
Per Roma,
finita l’era del monopolio di Malagrotta, a seguito delle numerose
vicende giudiziarie che hanno portato le discariche dei Castelli Romani
e del Frusinate ad essere invase dai rifiuti romani (vedi la discarica
di Colleferro) e poi ad esportare la spazzatura della Capitale nelle
altre regioni, l’AMA ha cercato una soluzione definitiva e moderna,
individuata in un progetto avveniristico denominato Ecodistretto.
Tale piano
che, secondo i progetti dell’ente dovrebbe sorgere su Via Rocca di
Cencia (quadrante est di Roma), punta ad abbandonare definitivamente la
strada delle discariche per abbracciare l’idea più moderna di una sorta
di cittadella/quartiere dei rifiuti per il recupero, riciclo e rifiuti
zero. L’impianto verrebbe attrezzato per ricevere rifiuti urbani
provenienti dalla raccolta differenziata e dimensionato per il
trattamento di 40.000 tonnellate/anno di rifiuti organici, dai quali
ottenere poi compost e biogas.
Il 25
febbraio 2016 si è aperta la conferenza dei servizi per la Valutazione
di Impatto Ambientale di tale progetto e, in tale sede, i comitati di
quartiere del quadrante est della capitale hanno manifestato le
motivazioni che li portano ad una posizione di forte contrarietà al
progetto.
La questione
della localizzazione delle aree di smaltimento dei rifiuti è un problema
annoso per la Capitale. Infatti con la sua pianta urbana, definita dagli
urbanisti a “macchie di leopardo”, ovvero sviluppatasi negli anni spesso
senza precisi criteri urbanistici ed al di fuori dei piani regolatori,
gli amministratori di Roma trovano notevoli difficoltà non solo a
gestire la vita ordinaria della città, come trasporti e servizi, ma
anche a disegnare progetti con una programmazione a lungo termine, come
appunto le discariche. E’ impossibile localizzare un’area, all’interno
dei confini comunali, che non abbia vicino quartieri fortemente abitati.
In questa
situazione profondamente conflittuale ed intricata, l’argomento del
riciclo dei rifiuti nella campagna elettorale per l’elezione del sindaco
di Roma sembra essere ancora assente e totalmente soverchiato dal più
appetibile discorso della raccolta differenziata che, come si è visto,
vede la città di Roma tra le capitali virtuose d’Europa. Sarebbe però
utile sapere, aldilà degli spot elettorali, che cosa pensano di fare i
candidati qualora il progetto dell’Ecodistretto tirasse per le lunghe.
Assunta Sera |