CULTURA AMBIENTALE
di Lucio Colagiacomo
Il concetto di cultura ambientale deve
essere un paradigma nella vita comune di ogni cittadino. Deve essere
una predisposizione mentale automatica; deve quasi avere vita propria
all’interno della vita comune di ogni singolo abitante della terra.
La cultura ambientale presuppone e completa
l’altro fondamentale concetto: l’educazione ambientale.
Tralasciando aspetti più filosofici o
dottrinali quali l’etica e le concezioni filosofico-ambientalistiche si
può affermare che l’educazione ambientale presuppone un coinvolgimento
delle istituzioni quali la famiglia, la scuola, istituzione pubbliche
(comune e provincia in primis); volti a educare e formare il cittadino
(nel 99% dei casi in età scolastica) a rispettare e preservare
l’ambiente, la natura, la flora e la fauna. Vengono insegnati concetti
basilari, comportamenti e quant’altro di utile al fine di preservare
l’ambiente.
Il concetto di cultura ambientale, a sua
volta, presuppone tutto ciò e, allo stesso tempo lo supera. Il concetto
di cultura ambientale è legato all’agire, all’istruirsi, all’informarsi,
al sentire coscientemente l’esigenza della stessa cultura ambientale.
Essa è pratica che presuppone la teoria e, nello stesso tempo la
supera. Un esempio calzante è il seguente: l’educazione ambientale è
simile al fanciullo che va a scuola per imparare a leggere e scrivere.
La cultura ambientale è simile a colui che
incessantemente pratica la scrittura e la lettura imparata a scuola, ha
fame di lettura, ha fame di sapere e di conoscenza. Non si ferma all’età
scolastica ma segue l’uomo per tutto il cammino della vita.
La cultura ambientale è trasversale, non ha
e non può avere classificazioni; essa deve appartenere all’uomo in
quanto tale. Essa è una cultura dell’agire comune. Il suo aspetto
educativo è di una importanza estrema: essa, infatti, deve educare la
società a percepire l’ambiente per quello che è sempre stato, ossia un
bene di tutti, inalienabile e non alterabile. Il bene primario al quale
fare riferimento sempre, ogni volta che si deve prendere una decisione
che lo riguardi. La domanda principale deve essere: “ questa azione,
questa decisione che effetti avrà sull’ambiente?” Dalla risposta
scaturirà l’effettiva bontà dell’azione stessa; nella cultura ambientale
non esistono azione dannose per l’ambiente.
Il termine “educazione ambientale” è sovente
usate per indicare l’insegnamento della stessa all’interno del sistema
scolastico. E’ anche impiegato per indicare e catalogare tutte le azioni
compiute per informare il cittadino in tema di educazione ambientale
quali: opuscoli stampati, campagne di sensibilizzazione, mass media,
siti webb, app in tema ambiente etc.
La cultura ambientale, invece, è qualcosa
che nasce da dentro, anche in maniera automatica, e ti porta a compiere
qualsiasi azione benefica verso l’ambiente senza che altri debbano
spingerti in qualsiasi modo a farla. Essa presuppone una nuova
sensibilizzazione verso l’ambiente e la sua preservazione. Tale
sensibilizzazione porta ad un volersi formare ed informare, a scoprire
quanto si sta già facendo, a cercare nuove risposte e nuovi metodi, ad
informare anche chi ne è più estraneo, a combattere una causa che viene
sentita propria ed infine a far nascere negli altri cittadini la voglia
di cultura ambientale.
Non viene vista come una costrizione di
comportamento dettata da leggi barbare, scritte male e poco
armonizzabili con il resto del panorama giuridico-legislativo. Viene
vista come qualcosa che fuoriesce dall’anima.
Molti culture antiche, molti filosofi,
artisti, scrittori e persone di successo parlavano di questi stessi
argomenti in epoche e posti molto differenti tra loro. Addirittura in
epoche dove il concetto di inquinamento era inesistente oppure
totalmente diverso dal nostro.
Spesso queste civiltà presupponevano e
presuppongono la spiritualità alla materialità, la natura è vista come
la “madre” di tutto e di tutti; in essa è vista la verità. Il denaro, il
potere, i beni materiali sono nulla se l’ambiente in cui essi vivono non
resta incontaminato ed inalterato.
Per fare degli esempi, che più delle parole
fanno capire immediatamente il concetto di cultura ambientale già
radicato in queste società da moltissimo tempo, cito un proverbio Masai:
“Trattiamo bene la terra su cui viviamo: essa non ci è stata donata dai
nostri padri, ma ci è stata prestata dai nostri figli.”.
Cito inoltre una frase attribuita al Capo
indiano Toro Seduto dei Sioux Lakota: “Quando l'ultima fiamma sarà
spenta, l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce catturato, allora
capirete che non si può mangiare denaro.” Questa frase sembra scritta
per la nostra epoca, l’epoca in cui si tende a minimizzare anche
l’orrendo. (Correlate le mie parole, ad esempio, alle dichiarazioni
rilasciate dai dirigenti dopo il disastro della fuoriuscita del greggio
a Genova il 18/04/2016; esattamente il giorno dopo il referendum
snobbato dalla popolazione ed avente lo stesso tema. Il referendum è
stato snobbato per mancanza di adeguata cultura ambientale).
Molti artisti, inoltre, avevano intuito
l’importanza di una educazione e cultura ambientale. Essi non avevano
paura ad esporsi, nonostante la loro posizione; non avevano paura di
farsi dei “nemici” importanti. Il loro pensiero veniva da una fonte
primordiale, da un desiderio innato di vivere in sinergia con un
ambiente incontaminato e pulito. Senza saperlo, sono stati gli artefici
che, seppur indirettamente, hanno fatto germogliare in molti il seme
della cultura ambientale.
Prendo ad esempio Andy Warhol. Il famoso
artista, che non ha bisogno di presentazioni, vera icona della sua
generazione, diceva: ““Credo che avere la terra e non rovinarla sia la
più bella forma d'arte che si possa desiderare.”
O ancora Sir Paul McCartney: “Ci deve essere
un modo migliore per fare le cose che vogliamo, un modo che non inquini
il cielo, o la pioggia o la terra.”
Ed infine, per citare un grandissimo
scrittore russo, Dostoevskij,: “
“Amate gli animali: Dio ha donato loro i
rudimenti del pensiero e una gioia imperturbata. Non siate voi a
turbarla, non li maltrattate, non privateli della loro gioia, non
contrastate il pensiero divino. Uomo, non ti vantare di superiorità nei
confronti degli animali: essi sono senza peccato, mentre tu, con tutta
la tua grandezza, insozzi la terra con la tua comparsa su di essa e
lasci la tua orma putrida dietro di te; purtroppo questo è vero per
quasi tutti noi.”
Come si può vedere, il concetto di cultura
ambientale è insito nell’uomo. Grandi menti, grandi persone e grandi
culture ci sono arrivate molto prima della massa. Per l’effetto, loro
hanno gettato il seme ma sta al cittadino ed alle istituzioni permettere
al seme di germogliare.
I vantaggi possono essere molteplici e di
svariata natura. Avere e pensare a livello collettivo avendo una
impronta di cultura ambientale porta benefici nel medio e lungo periodo
incalcolabili. Lo stile di vita dell’uomo stesso potrebbe venirne
modificato.
Le priorità cambiate. L’importanza sarà
destinata all’ambiente, inteso come casa dell’uomo; e nell’ambiente
incontaminato l’uomo finalmente realizzerà tutto il suo essere. I
vantaggi a livello di salute, di stress, di economia stessa saranno
incalcolabili. Basta pensare alle spese sostenute dal Sistema Sanitario
Nazionale per far fronte a malattie collegate all’inquinamento. I
vantaggi possono essere anche a livello tecnologico; si cercheranno
nuovi materiali per la cui realizzazione sarà chiesto aiuto alla natura.
La natura stessa sarà oggetto di un nuovo studio più serio e rispettoso.
Lo studio volto alla scoperta di nuovi materiali porterà
inevitabilmente a nuove conoscenze in ambito naturale. Conoscenze
preziose da utilizzare per la preservazione della natura stessa. Così
via, in un circolo continuo di qui pro quo tra natura ed uomo, tra
rispetto e conservazione, tra chiedere e dare.
L’uomo cerca altri mondi da colonizzare
senza avere ancora superato l’esame di madre Terra.
Ovviamente nel breve periodo , tale tipo di
pensiero porterà degli svantaggi. Innanzitutto nel tempo necessario al
cambiamento si potrà assistere a disagi di natura economica e
lavorativa. Tante abitudini ed azioni sono da modificare. I centri di
potere dovranno modificare i loro target per arrivare al loro agognato
denaro. Ma non potranno opporsi al cambiamento, non potranno opporsi al
nuovo pensiero predominante senza passare inosservati. Dunque anche la
loro sopravvivenza sarà legata indissolubilmente alla natura.
Non potranno fare scempi ambientali senza
destare un profondo malessere nell’individuo che prima guardava con modo
disinteressato tutto ciò. Saranno costretti a fare profondi cambiamenti
nei cicli produttivi, modernizzazioni, utilizzo di nuove tecnologie e
prodotti ad impatto ambientale zero.
In questa ottica, si vedono anche grandi
vantaggi per i centri di potere. Di molteplice natura: economica,
sociale, tecnologica.
Per quanto brevemente e non esaustivamente
esposto fin qui, sono sempre più convinto della necessità di predisporre
un piano di azione volto a far crescere in maniera costante il progetto
di cultura ambientale.
Innanzi tutto non bisogna soffermarsi al
percorso scolastico. Si, esso è importante, ma è importante anche
formare la famiglia dell’alunno alla cultura ambientale. Così che gli
insegnamenti del fanciullo non vengano resi vani dall’atteggiamento
dell’adulto. Le istituzioni, gli enti e le associazioni più importanti
in tema ambientale, saranno chiamate a predisporre un piano comune di
azione, semplice, serio e preciso; volto a radicare una volta per tutto
il concetto de quo. Campagne di informazione e sensibilizzazione su temi
specifici devono essere quasi un obbligo per il cittadino. Le
associazioni di consumatori saranno chiamate a controllare ciò che
effettivamente il cittadino consuma; avendo però come ulteriore ed
importante metro di giudizio il processo di produzione del bene e
l’effettivo impatto ambientale dello stesso. Più cultura ambientale
porta a scegliere i prodotti che tutelano l’ambiente.
Un esempio è dato dal fatto che nel nord
Europa ( nei paesi più sensibili al tema ambientale) i lettori
prediligono acquistare libri fatti con carta riciclata anziché quelli
fatti con carta nuova e, per l’effetto, molte case editrici hanno
modificato parzialmente il loro processo di produzione con un
inaspettato incremento delle vendite e del guadagno.
In Italia, ovviamente e per non farci
mancare nulla, il concetto esposto sembra latitare; oppure sembra un
concetto astratto ed adatto ai salotti bene fatti di persone ricche e
privilegiate che non hanno nulla di cui occuparsi nella vita.
Ma non dispero; anzi sono sempre più
convinto che i nuovi mezzi di informazione più utilizzati dalle giovani
generazioni sopperiscano in qualche modo alle “mancanze” comunicative
dei grandi mass media.
L’appello, dunque, è rivolto a tutti; dal
più importante ente di salvaguardia dell’ambiente al più giovane
cittadino: avere fame di cultura e di ambiente, avere voglia di natura e
di realtà incontaminate, avere il diritto di vivere in città salubri ed
ad impatto zero, avere ..………….….(proseguite voi).
Questo appello deve essere l’imperativo che
farà germogliare il seme della cultura ambientale e che, nei fatti e non
solo a parole, renderà finalmente la Terra il pianeta che merita di
essere (mag.2016).
(Diritto riservato, ogni pubblicazione
deve essere confermata dal sottoscritto, non saranno autorizzate
pubblicazioni a pagamento).
Lucio Colagiacomo
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