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LA DEFORESTAZIONE

di  Enrico Ajovalasit

Articolo informativo sulla deforestazione:

Definizione della Foresta:

Nell’antichità la parola “foresta” veniva dal latino silva forestis, ovvero " bosco di fuori ". Tuttavia l'etimo più logico è da "foris" col significato di "entrata, porta" giacché la foresta era vista come l'entrata nel mondo magico degli dèi dove ogni pianta, albero o animale era sacro (Treccani).

Oggi la definizione è decisamente cambiata difatti,si intende come foresta, una superficie estesa almeno 0,5 ettari, con alberi di altezza superiore ai 5 metri, con una canopea che copre almeno il 10% della superficie, o comunque con alberi che possono raggiungere queste soglie (FAO, 2015). Sono escluse superfici destinate a prevalente uso agricolo o urbano. I processi di deforestazione hanno accompagnato la crescita demografica fin dal diffondersi dell’agricoltura.

 

Storia della Deforestazione:

 Nel passato millennio, fino alla rivoluzione industriale, l’Europa ha subito un’intensa deforestazione che ha determinato lo sviluppo della popolazione: un processo veloce nei tre secoli anteriori alla grande peste trecentesca, seguito dalla stasi dovuta al declino della popolazione dopo la pandemia e dalla ripresa secolare successiva. All’inizio del Novecento, l’Europa, salvo la sua parte settentrionale, aveva perduto gran parte del suo manto boschivo originale, così come il Maghreb e buona parte dell’area meridionale ed orientale.

La foresta (mata) atlantica, che copriva la fascia costiera del Brasile, era già ampiamente scomparsa all’inizio dell’Ottocento, distrutta dall’estrazione di legni pregiati e del legname occorrente per l’attività mineraria e per la produzione di zucchero. In India, l’esteso manto forestale fu aggredito dalla domanda di legname generata dall’Impero Britannico dalla metà dell’Ottocento per i cantieri navali e la marina, per la costruzione della estesissima rete ferroviaria e la domanda di carbone che questa generava (FAO, 2016).

 

Geografia della deforestazione:

Il processo di deforestazione ha subito un’accelerazione durante il secolo scorso sotto la spinta della crescita demografica (da 1,6 a 6,1 miliardi) e dello sviluppo economico (FAO, 2015). Nel complesso del mondo il tasso di deforestazione è andato frenando: tra il 1990 e il 2000, esso fu pari allo 0,2%, tasso dimezzatosi a 0,1% tra il 2000 e il 2010, e ulteriormente ridotto allo 0,08% tra il 2010 e il 2015 (FAO, 2016). Un’osservazione più dettagliata mostra che il processo di deforestazione è avvenuto per la maggior parte nei paesi a clima tropicale e subtropicale, che sono anche i paesi più poveri. I paesi della fascia temperata, che sono anche i più ricchi, dove il processo di deforestazione era stato molto sostenuto nel XIX e nella parte iniziale del XX, hanno invertito la tendenza, estendendo il proprio manto forestale. In queste regioni non c’è stato un aumento delle superfici dedicate all’agricoltura e ai pascoli, sottratte alla foreste. Un’eccezione è rappresentata dall’Australia dove il processo di deforestazione per estendere le aree coltivabili è stato molto intenso dall’inizio di questo secolo. (The Economist February 24-2 March 2018, p.p. 40-41).

L’essere umano deve avere coscienza del valore delle aree forestali scegliendo delle specie arboree adatte allo scopo (ad esempio il pioppo, è appropriato per il sequestro di carbonio, ma non è adatto per aree molto fruite dai cittadini in quanto allergenico e suscettibile a crolli). È pertanto di cruciale importanza educare la popolazione mondiale a rispettare le foreste, poichè quest’ultime con i loro molteplici benefici proteggono il nostro stile di vita.

 

  Figura 1: Superficie forestale emersa per paese (FAO, 2015).

Figura 2: Guadagni o perdita di superficie forestale per paese (FAO,2015).

 

 

Deforestazione in Italia:

In Italia dove il patrimonio boschivo ammonta a circa 10 milioni di ettari – le norme per la conservazione del patrimonio forestale e i 'piani economici' (o 'di assestamento') previsti dalla legge nazionale (R.D. n° 3267 del 1923)  per la gestione dei boschi pubblici, sono stati stabiliti con

lo scopo di valorizzare le funzioni di produzione e protezione idrogeologica del territorio. Il concetto di sostenibilità e presente nella più recente legislazione nazionale e negli impegni intergovernativi sottoscritti dal nostro Paese; in ambito montano, le produzioni del bosco diverse dalla produzione legnosa sono diventate prioritarie, l'industria di trasformazione si e rivolta anche al legname prodotto in impianti specializzati, che determinano una minor pressione sui popolamenti forestali offrendo materiale legnoso più omogeneo di quello di origine naturale.

Da uno studio della Coldiretti effettuato sul territorio italiano tra il 1990 e il 2000 emerge che le superfici a bosco rivestono il 34% della superficie nazionale, contro una percentuale media, a livello mondiale, pari al 29%.

Mentre nel pianeta, nell'ultimo decennio, sono andati perduti 9 milioni di ettari di foreste ogni anno, nel nostro paese le superfici boschive sono aumentate del 30%. Bisogna considerare però che anche gli incendi sul territorio italiano hanno subito un notevole incremento e ciò farebbe supporre che parte della crescita del patrimonio forestale potrebbe essere dovuta anche all’abbandono del patrimonio boschivo e a una mancata gestione di esso. Infine, in Italia dal 2000 al 2017, nel bacino mediterraneo le aree interessate da incendi sono state 8,5 milioni di ettari, un’area equivalente a circa tre volte e mezzo la Sardegna.

 

Disboscamento Illegale:

Il disboscamento illegale è la raccolta di legname in violazione delle leggi e dei regolamenti del paese di raccolta. Mentre il disboscamento, è la rimozione di una zona di foresta per molteplici cause come l’agricoltura e la cementificazione.

Sono entrambi problemi globali con un significativo impatto economico, ambientale e sociale negativo. In termini economici, il disboscamento illegale comporta la perdita di entrate e altri benefici scontati. In termini ambientali, il disboscamento illegale è associato alla deforestazione, ai cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità (Commissione Europea, 2019).

 

Conclusione:

Il modo di vivere oggi sta cambiando grazie alla sensibilizzazione ed alle organizzazioni ambientali che promuovono concetti importanti come la riforestazione. Tuttavia, questo non è sempre possibile per mancanza di suolo o per la cementificazione aggressiva.

L’essere umano si troverà nel prossimo futuro a fare una scelta coscienziosa tra cemento e foreste. Gli interventi di riforestazione sono essenziali per la mitigazione del problema della deforestazione. Gli alberi, crescendo, forniscono le basi per la sostenibilità ambientale e per la mitigazione dei cambiamenti climatici. Senza il supporto delle foreste molti animali sono destinati a scomparire danneggiando inoltre, l’ecosistema e la biodiversità del luogo.

Bibliografia:

·         Commissione Europea ed Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) 2019.

FAO Global Forest Resources Assessment 2015, Roma, 2015, p. 16.

         FAO, State of the World’s Forests 2016, Rome, 2016, p. 9.

·         Global Forest Resources Assessment 2015, Roma, 2015, p. 16, The Economist, February 24-2 March 2018, pp. 40-41.

·         Master in Sicurezza Ambientale CONFGIOVANI  lez. 13 Modulo F, p.5.

·         Treccani la cultura italiana, Vocabolario, definizione della foresta.

 

Enrico Ajovalasit

 

 


 

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