> DUCATI, 90
ANNI E NON SENTIRLI
>
LA FINE DEL BOLLO AUTO
di Giovanni
Minieri
Questo 2016
vede ricorrere l’anniversario di uno dei marchi storici delle moto
italiani, la Ducati festeggia infatti i sui 90 anni.
Nel lontano
1926 un gruppo di imprenditori bolognesi, tra cui la famigli Ducati,
decide di investire in quella che allora era una delle ultime scoperte:
la radio. Viene così fondata la Società Radio Brevetti Ducati, il cui
stabilimento è a Villa Lydia dove viene prodotto il condensatore Manens,
un piccolo gioiello per quell’epoca. Nel giugno del 1935 viene costruito
quello che diventerà poi lo stabilimento ufficiale della Ducati, quello
di Borgo Panigale. La famiglia Ducati vuole, però, farsi conoscere in
tutta Europa e nel mondo, aprono così le filiali di Londra, Parigi, New
York e Caracas.
Ma scoppia la
Seconda Guerra mondiale, e tutte le industrie dell’epoca sono costrette
ad una conversione bellica della propria produzione. Ciò costerà allo
stabilimento di Borgo Panigale il bombardamento degli alleati.
Ma questo
invece di segnarne la fine, ne rilancerà la produzione. Alla fiera di
Milano del 1946, Ducati presenta un motore da montare sulle biciclette,
si chiama Cucciolo. Ma si pensa anche ad un telaio prodotto dalla
Caproni di Trento. La piccola moto guidata da Glauco Zitelli inanella i
primi successi in alcune gare di moto.
Oramai il
marchio bolognese incomincia a farsi notare. Ma diventerà conosciuto in
tutta Italia nel 1949, con il lancio della Ducati 60, una moto con un
motore monocilindrico, leggera e affidabile che sarà venduta in
moltissimi esemplari.
La vera
svolta si avrà con l’arrivo dell’ingegnere romagnolo Fabio Taglioni, un
vero e proprio genio. Le sue idee erano talmente all’avanguardia, che
ancora oggi vengono applicate per realizzare le moto Ducati. Tra tutte,
sue sono i tre elementi che contraddistinguono le sue moto: il telaio a
traliccio, il motore bicilindrico e il sistema desmodromico.
Sue sono la
Gran Sport Marianna, il Siluro, il Turismo, la Special e la Sport. Nel
1960 il motore desmodromico viene montato sulla 250 bicilindrica che,
guidata da Mike Hailwood, lancia definitivamente il marchio Ducati tra
le moto più belle e veloci dell’epoca.
Nel 1962
nasce una nuova moto, che introdurrà un nuovo genere di due ruote, la
Scrambler 250. Mentre l’inventiva di Taglioni lo porta a sviluppare un
nuovo tipo di motore ad L da 90°, unico nel suo genere che verrà montato
sull’Apollo, anche se non avrà molto successo.
Neanche i
giapponesi alla fine degli anni 60 riescono ad insidiare il primato
della casa di Borgo Panigale dalla cui linea di produzione esce la
250Mach 1 che tocca i 150 Km/h, la Super Sport con il suo motore da 750
cc, la trasmissione a cinghia e il telaio a traliccio della 500 Pantah.
Non si può
non fare una menzione a parte per la Monster, introdotta sul mercato
italiano nel 1988, la prima naked che ha fatto storia tra tutte le moto,
ancora oggi molto richiesta.
Nel 1993 Massimo Tamburini disegna quella
che è stata definita la moto più bella di tutti i tempi, la 916.
Gli anni
duemila hanno visto la vittoria di Casey Stoner nel mondiale MotoGP 2007
, la nascita di moto che hanno confermato lo spirito sportivo tutto made
in Italy della Ducati con i modelli 999, la Desmosedici RR, la 1199
Panigale, la Hypermotard, la Multistrada e la Diavel.
(G.M.)
LA FINE
DEL BOLLO AUTO
Il deputato
della Repubblica Italiana Caon Roberto ha recentemente depositato una
proposta di legge che prevede finalmente l'abolizione di una delle tasse
meno sopportate da tutti gli italiani: il bollo auto. Ricordiamoci che
questo ennesimo balzello fu introdotto nel lontano 1953 ed era pagato
solo se l'autoveicolo oppure il motoveicolo circolavano. Nel 1999 la
bella idea di estendere la tassa a tutti i veicoli, anche quelli non
circolanti, trasformandola di fatto, in una tassa di possesso. Dal 1999
la tassa riscossa fino ad allora dallo Stato, passa nelle competenze
delle Regioni, e si decide che non è dovuta dai proprietari di veicoli
che abbiano più di 30 anni. L'importo è stabilito dalla Regione di
residenza e si ottiene moltiplicando i Kilowatt indicati sul libretto di
circolazione per la tariffa regionale che ovviamente cambia da regione a
regione, con differenze, in alcuni casi, molti importanti. Ma tutto
questo sembra non preoccupare alcuni automobilisti, infatti alcuni di
questi hanno comunque trovato il modo di non pagare il bollo. Il gioco è
facile, basta immatricolare l’auto in un paese dove il bollo non è
previsto.
E se si
sceglie bene il paese, ad esempio uno di quelli dell’est Europa, le
agevolazioni si moltiplicano, si pensi alle tariffe di immatricolazione
e al costo della copertura assicurativa che sono molto più basse di
quelle italiane.
Ora il mancato gettito nelle casse dello Stato per il
passaggio regionale dell’imposta e diciamo per l’esistenza di alcuni
furbetti, dovrà pur essere compensato da altre entrate. Tenendo tra
l’altro conto che si parla di una cifra notevole, circa 6 miliardi di
euro. Per compensare quindi il mancato introito proveniente dal bollo,
il progetto di legge Caon prevede un aumento pari al 15% delle accise
sui carburanti. Ovvio che una iniziativa del genere si traduce in una
penalizzazione per quegli automobilisti che percorrono molti chilometri,
come i rappresentati di commercio, e, di contro, vantaggioso per quanti
usano l'auto pochissimo come i pensionati, le casalinghe oppure chi fa
largo uso dei mezzi di trasporto pubblici per andare a lavoro.
Gli
ecologisti sono entusiasti perché leggono questa iniziativa come una
svolta verso una maggiore tutela dell’ambiente. Infatti se si vuole
risparmiare sulle accise carburanti, si dovrà consumare meno carburante
e cioè usare meno l’auto con conseguenti ripercussioni positive
sull’ambiente e l’aria che respiriamo. L’abolizione del bollo auto e
l’aumento delle accise sui carburanti renderebbe anche poco conveniente
immatricolare l’auto all’estero, non servirebbe proprio a nulla.
E
allora si potrebbe assistere all’improvvisa iscrizione al registro PRA
di migliaia di auto prima immatricolate nel paesi ex comunisti. Così,
aumentando i contribuenti, aumenterebbe anche la base imponibile, con la
conseguente diminuzione dell’importo del bollo. Tutto questo almeno
nelle ipotesi ottimistiche di chi perora la messa a morte di uno dei
tanti balzelli che gravano sugli automobilisti.
Giovanni Minieri |