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Rappresentazione dei generi nella storia nell’editoria scolastica
italiana per le scuole superiori: proposte di integrazione alla luce
delle nuove normative ministeriali ed europee
di Federica
Vighetti
Tesi master on-line in Editoria
1 - INQUADRAMENTO DELL’OGGETTO DELLA
1.1 - Pari opportunità e discriminazione di genere
Il Ministero
dell’Istruzione, recependo anche indicazioni europee e internazionali,
ha auspicato e promosso un cambiamento nella rappresentazione dei
generi, tramite programmi e interventi legislativi mirati, come per
esempio il progetto POLITE[1]
o alcuni passi inseriti all’interno della legge di riforma “La Buona
Scuola”[2].
Tuttavia i
risultati ottenuti da questi provvedimenti non sono stati
particolarmente significativi[3].
L’ideale,
attivo negli ultimi trent’anni, ha sostenuto la necessità di eliminare
stereotipi di genere attraverso una rielaborazione che, nella scuola
italiana, salvo rarissimi casi[4],
non è ancora avvenuta.
1.2 - Discrasia tra i risultati del mondo accademico e i contenuti dei
testi scolastici.
In molte
facoltà italiane troviamo docenti e progetti che lavorano nella
direzione di una rivalutazione, integrazione e correzione della
trasmissione della storia che tenga conto del contributo delle donne e
del loro ruolo[5];
parimenti, vi sono centri di ricerca e di studio[6]
che hanno come obiettivo quello di promuovere l’indagine storica e
documentaria nell'ambito della storia delle donne e di genere. Grazie al
loro impegno assistiamo alla messa in discussione delle ricostruzioni
storiche tradizionali, permettendo un approccio meno unilaterale e, al
contrario, aperto alle ricchezza e complessità del dato storico.
A fronte di
tutto ciò, nei manuali scolastici (e in particolare nei manuali della
scuola superiore, in cui la disciplina storica deve essere affrontata
con un adeguato grado di approfondimento) spesso permane e si perpetua
una visione tradizionale e stereotipata dei ruoli maschili e femminili[7],
che non tiene conto dei progressi scientifici e culturali.
I
libri di testo in adozione hanno il compito di essere il più esaustivi
possibile, pur trattando un gran numero di argomenti in una foliazione
ridotta, finiscono spesso col riprodurre una serie di generalizzazioni
e modelli anacronistici.
Questa distanza è l’elemento su cui bisogna intervenire.
1.3 - Necessità di un intervento strutturale e di sostanza
Tale
intervento dovrà essere:
1.3.1 - Scientifico e non ideologico
Questo iedea
non è guidato da un desiderio di rivalsa femminista e nemmeno vuole
entrare nella disputa gender ma prende vita dall’esigenza di un più
corretto valore scientifico dei testi scolastici, dal momento che una
storia da un punto di vista unilaterale è ovviamente incompleta, e,
parallelamente, bisogna liberarsi da concetti storici non più
giustificabili come ad esempio l'idea dell’"eterno femminino[8]”.
Si
tratta di un atto dovuto alle nuove generazioni, le quali meritano una
conoscenza globale e non parziale, tantomeno viziata da pregiudizi di
genere per cui si tenterà il superamento degli approfondimenti soltanto
legati agli aspetti
tradizionali delle relazioni (rapporti tra uomini e donne, le donne e la
famiglia). E’ necessario che questo sapere, così ampio e variegato e in
continua evoluzione, venga spezzettato, allargato, diffuso.
1.3.2 - Strutturale e non occasionale
Per gli
studenti sono stati messi a punto diversi progetti sulla violenza di
genere[10]
ma si tratta di interventi che nascono da emergenze e situazioni
specifiche, limitati nel tempo e il più delle volte vengono lasciati
alla sensibilità e alla buona volontà dei singoli docenti, risultando
quindi sovente inefficaci, non coinvolgendo tutti gli studenti.
Per
esempio nella pagina internet del Ministero dell'istruzione nella
sezione dedicata al progetto Stem si afferma:
“Il mese delle Stem” (acronimo di Science, Technology, Engineering and
Math) vuole sensibilizzare gli studenti delle scuole di ogni ordine e
grado allo studio delle discipline scientifiche e tecnologiche,
superando il divario di genere. Solo il 38% delle studentesse indirizza
il proprio percorso formativo e professionale verso le discipline
cosiddette Stem. Le ragioni sono da ricercare anche negli stereotipi di
ordine culturale che vogliono le donne meno predisposte a queste
materie."
Il commento del Sottosegretario Davide Faraone relativo
al progetto affermano che "è la scuola, col suo potente lavoro
quotidiano, la realtà principale in cui questi cambi di verso possono
germogliare e diventare veramente efficaci. Le nuove tecnologie
porteranno con sé la nascita di milioni di posti di lavoro: vogliamo
assecondare e coltivare attitudini e talenti in modo pari, rimuovendo
ostacoli di carattere culturale che limitano le aspirazioni e le scelte
professionali dei ragazzi e delle ragazze”. Alla luce di queste
dichiarazioni mi domando: com’è possibile che piccoli passi in avanti
siano stati fatti dopo anni di rielaborazione delle tematiche mentre qui
si auspica di raccogliere frutti di un intervento governativo
sensibilizzando per un mese soltanto gli studenti? Il fatto poi che sia
a discrezione del dirigente scolastico e del docente, "nell’ambito
della loro autonomia didattica e organizzativa", allontana ancora di
più la possibilità di un serio e permanete lavoro in questa direzione.
Invece, un ripensamento dei modelli culturali presenti nei testi
scolastici, permetterebbe di raggiungere tutti gli allievi e andrebbe a
incidere su quello che al momento è uno dei canali di diffusione di
stereotipi di genere. Non deve avere l’accento sulla differenza
di genere quanto sull’integrazione del genere.
Infatti, come affermano la McDowell e la
Sharp , “gender
is constructed and maintained through discourse and everyday actions”[11];
perciò è proprio attraverso la familiarizzazione quotidiana di modelli e
concetti non marcati dal punto di vista del genere e non secondo piani
straordinari dell’apparato legislativo amministrato dallo
Stato che si attua il cambiamento.
Il
“discorso” educativo italiano, più che trasmettere con opportune
correzioni il costume educativo, tende, al contrario, a riprodurre
acriticamente il passato, senza rompere il pregiudizio, ricreando nella
famiglia e nella scuola, palestre della vita futura, precisi e
differenziati ruoli sessuali e quindi sociali, dove al privilegio
maschile corrisponde un subordinato ruolo femminile[12].
1.3.3 - Sostanziale e non meramente formale
Le
indicazioni ministeriali si sono spesso soffermate su questioni
linguistiche per scongiurare discriminazioni di genere dal punto di
vista formale. Critici quali Giulio Lepschy sono convinti che interventi
d’autorità per riformare la lingua sono inefficaci, sostenendo che
l’introduzione di forme politicamente corrette non cambierebbe
l’ideologia dominante. Rispetto al maschile non marcato, afferma:
“proprio perché in italiano ogni nome deve avere un genere grammaticale,
cioè deve essere maschile o femminile, questa caratteristica ha perso la
sua funzione semantica o referenziale”.
Di conseguenza il maschile non marcato non avrebbe alcuna relazione con
la categoria extralinguistica del genere sessuale essendo, a suo avviso,
una struttura puramente formale.
Se
concordo pienamente sul fatto che interventi d’autorità possano
rivelarsi poco produttivi, sostengo anche che non ci si debba astenere
dal fornire indicazioni. La comunicazione ha un ruolo fondamentale nella
società, quindi ispirare l’uso di un italiano corretto e rispettoso o
l’equilibrio tra i generi è importante. Il linguaggio crea immagini. A
esso è legata, più di quanto non appaia, l’ideologia quindi, di
conseguenza, anche la considerazione sociale di una donna o di un uomo.
Mi lego a
queste considerazioni per affermare che non bastano le dichiarazioni
d’intenti o l’individuazione di obiettivi da perseguire limitati a
questioni grammaticali e di politically correct - che stanno
banalizzando il femminismo e la lingua italiana.
Non
è soltanto la ricerca di un linguaggio privo di discriminazioni lo
strumento per una pedagogia di genere, e non è l’unica sfida al
cambiamento di quella mentalità che è alla base di forme di violenza
come il femminicidio, la subordinazione e la discriminazione delle donne
sul lavoro e in famiglia.
Queste iniziative di compensazione corrono il rischio di
essere poco rilevanti se non seguite e supportate da un’effettiva
traduzione in atto, tramite esempi concreti e significativi, di
personaggi e momenti storici fondamentali.
Si tratta della necessità, in
definitiva, di un mutamento di paradigma.
2.1 - Analisi critica della situazione attuale
2.1.1 - Indagine quantitativa e qualitativa sulla legislazione italiana
In
fase preliminare occorrerebbe analizzare la legislazione italiana in
materia - dagli anni ‘90 a oggi - al fine di partire dagli aspetti
normativi della questione per arrivare a capire quali sono gli obiettivi
e le finalità prefissati dal Ministero.
2.1.2 - Indagine sull’attuale offerta di testi scolastici
Si
valuterà poi in che modo tali obiettivi sono stati recepiti o disattesi
nella loro effettiva applicazione, da parte delle case editrici prima e
dai docenti poi. In un primo momento sarà necessario effettuare un
censimento qualitativo e quantitativo dei libri di testo che
implementano almeno alcuni parti relative alla storia delle donne e di
genere; in un secondo momento si valuterà l’accoglienza che tali
pubblicazioni hanno avuto presso i docenti e gli alunni.
2.1.3 - Valutazione di criticità e lacune dei testi
Una
volta delineato un quadro generale della documentazione, sarà possibile
individuare punti di forza e di debolezza, quali sono gli argomenti più
trascurati o in cui permangono pregiudizi di genere.
2.2 - Elaborazione di una proposta operativa
Il
lavoro fin qui svolto porterà quindi a individuare, per ogni periodo
storico, gli snodi, i mutamenti culturali, le personalità fondamentali
che sarebbe opportuno inserire all’interno dei programmi ministeriali e
dei libri di testo delle discipline coinvolte, in maniera da poter
individuare gli elementi minimi necessari sufficienti per affrontare in
maniera più corretta lo studio della storia, e poter offrire indicazioni
pratiche e operative per la realizzazione di manualistica scolastica.
4.
Bibliografia, sitografia ragionata
-
Per le disparità di genere nei testi scolastici e linguaggio
Biemmi Irene, Educazione sessista. Stereotipi di genere nei libri delle
elementari, Rosenberg & Sellier, Torino 2010.
Gianini Belotti Elena (a cura di), Sessismo nei libri per bambini,
Edizioni dalla parte delle bambine, Milano 1978.
Luraghi Silvia, Olita Anna, (a cura di), Linguaggio e genere, Carocci,
Roma 2006.
Pace Rossana, Immagini maschili e femminili nei testi per le elementari,
Presidenza del consiglio dei ministri, Roma 1986.
Sabatini Alma, Il sessismo nella lingua italiana, Presidenza del
consiglio dei ministri, Roma 1987.
Sapegno Maria Serena (a cura di), Che genere di lingua? Sessismo e
potere discriminatorio delle parole, Carocci, Roma 2010.
Serravalle Porzio Ethel (a cura di), Saperi e libertà: maschile e
femminile nei libri, nella scuola e nella vita. Vademecum II,
Associazione Italiana Editori, Milano 2001.
Genere e linguaggio. I segni dell'uguaglianza e della
diversità, 2016, Corbisiero F.; Maturi P.; Ruspini E.. Franco Angeli
(collana Generi, culture, sessualità)
Educare le menti. Prospettive formative e indirizzi
didattici nei testi scolastici, Piazza Roberta, 2003, ETS (collana
Scienze dell'educazione)
Antropologia, genere, riproduzione. La costruzione
culturale della femminilità, 2006, Forni S.; Pennacini C.; Pussetti C.,Carocci
(collan Titolo Che genere di cittadinanza? Percorsi di educazione
ed emancipazione femminile tra passato, presente e futuro, 2012, Marone
F., Liguori (collana Studi e ricerche storico-educative) a Università
Educazione al femminile. Una storia da scoprire, 2007,
Ulivieri S., Guerini Scientifica (collana Genere, differenza,
educazione)
Fare e disfare il genere, Butler Judith, 2014, Mimesis
Corpi violati. Condizionamenti educativi e violenze di
genere, 2015, Ulivieri S., Franco Angeli (collana I riflettori)
Genere, sesso, cultura. Uno sguardo antropologico, Busoni
Mila, 2000, Carocci (collana Università)
Differenze e disuguaglianze di genere, Sartori Francesca,
2009, Il Mulino (collana Itinerari. Sociologia)
Testi scolastici dagli anni ’40 ad oggi scelti tra quelli
di maggiore diffusione o per contenuto:
archivio storico Loescher, Zanichelli, Laterza,
Mondadori, Fabbri ed.,Editrice la scuola, U.E.T., Lattes, Società
editrice internazionale, DeAgostini ecc.
Psicologia della differenza di genere. Soggettività
femminili tra vecchi pregiudizi e nuova cultura, Gelli Bianca 2009,
Franco Angeli (collana Psicologia. Textbooks)
C'è differenza. Identità di genere e linguaggi: storie,
corpi, immagini e parole, Priulla Graziella, 2013, Franco Angeli
(collana La società)
-
Per la parte legata alla storia delle donne
Percorsi di pedagogia al «femminile». Dall'Unità d'Italia
al secondo dopoguerra
Pironi Tiziana, Percorsi di pedagogia al «femminile».
Dall'Unità d'Italia al secondo dopoguerra, 2014, Carocci (collana Studi
superiori)
La ricerca di genere, Decataldo Alessandra; Ruspini
Elisabetta, 2014, Carocci (collana Studi superiori)
Questioni di genere, Connell Robert W., 2011, Sassatelli
R., Ghigi R., Il Mulino (collana Itinerari)
Storia delle donne in Occidente. Vol. 5: Il Novecento.
Duby Georges; Perrot Michelle, 2011, Thébaud F., Laterza (collana
Economica Laterza)
Le donne nella storia europea. Dal Medioevo ai nostri
giorni. Bock Gisela, 2006, Heinemann Campana B. Laterza (collana
Economica Laterza)
Il secolo delle donne. L'Italia del Novecento al
femminile. Doni Elena; Fugenzi Manuela, 2003, Laterza (collana
Economica Laterza)
Italiane. Biografia del Novecento. Willson Perry, 2011,
Laterza (collana Storia e società)
Il Novecento delle italiane. Una storia ancora da
raccontare. 2001, Editori Riuniti (collana Storia Opere varie)
Di generazione in generazione. Le italiane dall'Unità a
oggi. 2014, Viella (collana Storia delle donne e di genere)
Il voto alle donne, Sicari Ruffo Gaetanina, 2009, Mond&Editori
(collana Cont&mporanea)
Donne alle urne. La conquista del voto. Documenti
1864-1946, 2006, D'Amelia M. Biblink (collana Storia e società)
La Repubblica delle donne. Dal diritto di voto alla
parità di genere. Settant'anni di conquiste politiche e civili delle
donne italiane. Turco Livia, 2015, Unicopli (collana Novecentodonne)
A sessant'anni dal voto. Donne, diritti politici e
partecipazione democratica, 2007, Balsamo F.; Silvestrini M. T.; Turco
F., Edizioni SEB27 (collana Laissez-passer)
Dodici passi nella storia. Le tappe dell'emancipazione
femminile, 2016, Pupilli L.; Severini M., Marsilio (collana Ricerche)
Donne, mafia e antimafia, Puglisi Anna, 2005, Di
Girolamo (collana Mafia, antimafia e dintorni)
La bicicletta nella resistenza. Storie partigiane,
Giannantoni Franco; Paolucci Ibio, 2016, Unicopli (collana Storie e
memorie)
Partigiane. Le donne della Resistenza, Addis Saba Marina,
2007, Ugo Mursia Editore
Donne partigiane, 2008, Cierre Edizioni (collana Nord
est. Nuova serie)
Le tue antenate. Donne pioniere nella società e nella
scienza dall'antichità ai giorni nostri, Levi-Montalcini Rita; Tripodi
Giuseppina, 2013, Gallucci (collana Universale d'Avventure e
d'Osservazioni)
Un mondo senza donne e la scienza occidentale, Noble
David F., 1994, Ferrara degli Uberti G., Bollati Boringhieri (collana
Saggi.Storia, filosofia e scienze sociali)
La donna e la scienza, Morelli Salvatore, 2008, Pensa
Multimedia (collana Paideia)
Troppo belle per il Nobel. La metà femminile della
scienza, Witkowski Nicolas, 2008, Serra A.; Tartarini C., Bollati
Boringhieri (collana Nuova cultura)
Dizionario biografico delle scienziate italiane (secoli
XVIII-XX). Vol. 1: Architette, chimiche, fisiche, dottoresse. 2012,
Focaccia M., Pendragon (collana Studi e ricerche)
Donne ai margini della scienza. Una lettura pedagogica,
Lopez Anna G. 2009, Unicopli (collana Testi e studi).
-
Per ciò che concerne la legislazione riferita al tema
Donne, famiglia, famiglie, 2010, Contini M.; Ulivieri S.
Guerini Scientifica (collana Genere, differenza, educazione)
Storia della scuola in Italia. Dall'Unità a oggi,
Ricuperati Giuseppe, 2015, La Scuola (collana Storia dell'educazione e
della scuola)
Storia della scuola italiana, Cavallera Hervé A., 2013,
Le Lettere (collana Le Lettere università).
Sitografia
http://www.societadellestoriche.it/
http://www.cirsde.unito.it/
http://www.istruzione.it/
http://www.pariopportunita.gov.it/
http://www.retepariopportunita.it/
https://labuonascuola.gov.it/
http://www.storiadelledonne.it/
[1]
Il
progetto POLITE - Pari Opportunità nei Libri di Testo, promosso
nel 1996 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri -
Dipartimento per i diritti e le pari opportunità con
l’Associazione Italiana Editori, si colloca nel IV Programma
d'azione comunitaria a medio termine per le pari opportunità fra
le donne e gli uomini 1996-2000.
Ha prodotto un Codice di “autoregolamentazione” e
due vademecum, con l’obiettivo di riqualificare i materiali
didattici in vista di una maggiore attenzione all'identità di
genere. Approvato e sottoscritto dai principali editori
scolastici, è costituito da Quattro Regole di comportamento:
- “una specifica attenzione allo
sviluppo dell’identità di genere e della cultura delle pari
opportunità”;
- “nel rispetto dell’impostazione
culturale e scientifica di ciascuna opera” l’editore deve avere
“cura di verificarne l’idoneità” e che soddisfi “le
esigenze di coloro a cui è rivolta”;
- Promozione di “un’attività di
ricerca scientifica ed espressiva che può vedere coinvolti donne
e uomini”;
- l’editore si impegna a consegnare
alla parte contraente, all’atto della stipula del contratto, una
copia del Codice Polite e il relativo documento accompagnatorio.
Il documento accompagnatorio indica le
caratteristiche auspicabili di un libro scolastico “attento
all’identità di genere” che, come ha sintetizzato Fiammetta
Martegani, sono:
1. evitare al massimo gli stereotipi
sessuali
2. fornire rappresentazione
equilibrate delle differenze
3. promuovere la formazione a una
cultura della differenza di genere
4. ripensare il linguaggio
5. aggiornare e adeguare la scelta
delle illustrazioni: “E’ opportuno che le illustrazioni mostrino
donne e uomini in modo equilibrato, sia per quanto riguarda le
loro individualità, sia per quanto riguarda le collocazioni
professionali. A tal fine è bene che anche nelle illustrazioni
vengano rappresentati: donne e uomini in attività sia
professionali sia domestiche; la compresenza di donne e uomini
in situazioni e ruoli analoghi”.
[2]
Il comma
16 della legge 107/2015 di Riforma su “La Buona Scuola” che
recita testualmente: “Il piano triennale dell'offerta formativa
assicura l'attuazione dei principi di pari opportunità,
promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione
alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere
e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di
sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle
tematiche indicate dall'articolo 5, comma 2, del decreto-legge14
agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge
15 ottobre 2013, n. 119”.
[3]
Biemme
Irene afferma: "una mia recente ricerca sui libri di lettura
della scuola elementare prova che gli obiettivi promossi dal
Polite sono ancora ben lontani dall’essere raggiunti".
Gli studi che
pongono all’attenzione la sterotipizzazione dei generi nella
scuola condotti per esempio da Loredana Lipperini (che si poneva
come testimone di quelli condotti da Gianini Belotti) affermano
che il tipo di educazione che viene impartita nelle scuole non è
cambiata. (nota Quaderni del CIRSIL – 9 (2010) –
www.lingue.unibo.it/cirsil.
[5]
Alcuni
esempi di corsi/iniziative di studi di genere dagli anni Duemila
ad oggi presenti negli atenei italiani:
Università di Padova (un Forum di Ateneo per le
politiche e gli studi di genere, un Comitato di consulenza
scientifica nazionale). Università Roma Tre (Storia
dell'educazione di genere, un Dottorato in Studi di genere.
Università di Pisa (Storia di genere in età contemporanea,
Storia di genere in età moderna, Storia delle relazioni di
genere, Progetto Tigger). Università di Trieste (Storia delle
donne e di genere in età moderna e contemporanea). Università
degli studi di Napoli (Storia delle identità di genere e dei
diritti sessuali, Dottorato internazionale di storia delle donne
e dell'identità di genere Dottorato interdisciplinare in Studi
di genere). Università degli studi di Siena (Storia di genere).
Università di Palermo (corso di "Donne e diritti. Aspetti
storico-filosofici"). Univesità degli Studi di Milano (Storia
delle donne e dell'identità di genere - medievale, moderna,
contemporanea –; un "Seminario permanente per gli studi di
storia delle donne e di genere - Archivi delle donne").
Università degli studi di Bologna (Sociologia delle differenze
di genere, Sociologia della famiglia e delle differenze di
genere Donne, genere e culture della scienza, Genere e culture
della scienza Teorie e modelli educativi delle differenze di
genere). Università degli studi di Genova (Storia di genere).
Università di Sassari (Storia delle donne nell'età
contemporanea). Università degli studi di Venezia Ca’ Foscari
(corsi di storia delle donne e il corso di “Donne, politica,
istituzione”, che viene finanziato dal Ministero di anno in
anno). Università di Salerno (Osservatorio interdipartimentale
per la diffusione degli studi di Genere e la cultura delle Pari
Opportunità l’OGEPO).
[6]
Ad esempio la Società delle storiche, il CIRSDE, la rivista
scientifica Storia delle donne, il Centro di ricerca GENDERS -
Gender & Equality in Research and Science dell’Università degli
studi di Milano, Centro studi progetto donna, Cif, la Fondazione
Elvira Badaracco e molte altre sono organizzazioni che si
occupano di promuovere e organizzare convegni, incontri,
seminari a livello nazionale e internazionale, volti a
valorizzare, approfondire e a diffondere gli studi di genere e
le politiche di pari opportunità..
[7]
Biemmi Irene, Educazione sessista. Stereotipi di genere nei
libri delle elementari, Rosenberg & Sellier, Torino 2010.
Gianini Belotti Elena (a cura di), Sessismo nei
libri per bambini, Edizioni dalla parte delle bambine, Milano
1978.
Pace Rossana, Immagini maschili e femminili nei
testi per le elementari, Presidenza del consiglio dei ministri,
Roma 1986.
Sapegno Maria Serena (a cura di), Che genere di
lingua? Sessismo e potere discriminatorio delle parole, Carocci,
Roma 2010.
Serravalle Porzio Ethel (a cura di), Saperi e
libertà: maschile e femminile nei libri, nella scuola e nella
vita. Vademecum II, Associazione Italiana Editori, Milano 2001.
Educare le menti. Prospettive formative e
indirizzi didattici nei testi scolastici, Piazza Roberta, 2003,
ETS (collana Scienze dell'educazione).
[8]
Simone de Beauvoir, Il secondo sesso, 2008.
[10]
Esempio di iniziative introdotte nelle scuole per far conoscere
la problematica della violenza di genere nelle scuole: il
progetto “S.V.O.L.T.A”, l’associazione “Svolta donna” - che
promuove nelle scuole attività di sensibilizzazione alla
violenza sulle donne - l’iniziativa “Di pari passo”.
Solo per citarne alcune.
[11]
A Feminist Glossary of
Human Geography. L. McDowell, J.Sharp. Arnold, 1999.
[12]
(Ulivieri, 2001, p.13
Federica Vighetti
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