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IL LAVORO DELL'EDITOR
di Sara
Pusceddu
L’editing è un intervento su un testo, il
quale può appartenere all’editoria libraria, periodica o multimediale.
Questa pratica è continua nelle case editrici come nelle riviste. Con
l’arrivo di Internet, anche i siti sono diventati una piattaforma ideale
per la professione dell’editor ovvero web editor. Ogni scritto richiede
l’intervento di un professionista che perfezioni, ove necessario,
l’opera. È un lavoro che si svolge dietro le quinte , in quanto
l’appartenenza di un testo è attribuito all’autore. Rappresenta, però,
un lavoro fondamentale, perchè l’editor è un consigliere, una guida che
lavora insieme all’autore, partecipa alla stesura di un testo attraverso
suggerimenti, intuizioni, confronti continui.
L’editing ha diversi livelli. Il primo
livello riguarda il confronto dialettico con l’autore di un libro (o
meglio, di quello che diventerà un libro). Non ci sono interventi
diretti sulla scrittura, ma una serie di consigli sullo sviluppo della
trama. L’editor può suggerire di eliminare alcuni passaggi, di rivedere
incipit o finale. L’editing è un lavoro, i cui strumenti sono l’occhio e
l’orecchio. L’esercizio dei sensi sulla scrittura è una facoltà
importante perché si tratta realmente di captare tutti i linguaggi,
intercettando vizi e virtù della scrittura, così da consigliare l’autore
guidandolo nella revisione, o addirittura intervenire in prima persona.
Nel primo livello, dunque, il rapporto tra editor e autore si sviluppa
nell’incontro sul testo per migliorarlo. Più che di incontro, in realtà
si tratta di una serie di incontri, ripetuti nel tempo.
Nel secondo livello si innesta un processo
più delicato, che richiede l’intervento diretto dell’editor sulla
scrittura. È un fenomeno molto comune, che a volte scandalizza i “non
addetti ai lavori”. Eppure tantissimi grandi scrittori hanno avuto un
editor. L’editor non corrompe un’opera, se è un bravo editor, ma aiuta
lo scrittore ad attuarne il potenziale nel migliore dei modi.
L’editor non inserisce il suo particolare
modo di vedere la scrittura e sostituendolo a quello di un autore. Si
tratta invece di calarsi nella scrittura di un autore, conservando
lucidità e autonomia nell’operare sul testo e individuando i punti da
migliorare. Ogni volta bisogna comprendere il tipo di stile di una
scrittura, seguendo un modello camaleontico. L’aspirante editor non
lavora con nomi già affermati, riservati agli esperti del settore. A lui
vengono affidati i lavori di esordienti o scrittori meno famosi.
Un bravo editor è indispensabile. Capita
infatti spesso di ripetere verbi, aggettivi, o addirittura concetti
anche a breve distanza. Capita di non rilevare una cacofonia, di
esprimersi in modo nebbioso, di omettere nomi e dati importanti.
Esistono due grandi tipologie di editing,
con le loro inevitabili sfumature ed eccezioni: una che investe la
creazione stessa dell'opera, l’altra è invece il classico intervento
della redazione prima della stampa di un libro. Quest’ultimo intervento
tende a ripulire il testo, a uniformarne le parti, a correggere
eventuali errori. È una pratica che nelle grandi case editrici viene
affidata alla redazione, ma che in molti casi può essere fatta da un
editor esterno. L’ultima parola spetta però sempre all'autore.
L'editor può coincidere con il direttore
editoriale, colui, cioè, che decide e programma le collane di una casa
editrice, oppure può essere una figura distinta. In questo secondo caso,
si tratta di un ruolo professionale specifico. L'editor può lavorare
all'interno di una casa editrice o può essere un freelance, un
collaboratore esterno.
Esistono diversi tipi di intervento:
·
operazioni sulla scrittura
(ritmo, punteggiatura, riscrittura di intere frasi, ecc.) ;
·
operazioni sulla trama
(posizionamento dei capitoli, tagli e inserimenti, lavoro sui
personaggi, ecc.).
Nell’editing leggero si ha un
intervento ridotto, in cui ci si muove nella struttura narrativa
operando piccoli ma significativi spostamenti (ad esempio di avverbi e
aggettivi rispetto ai nomi), tagli, sistemazione di virgole e punti per
dare un ritmo migliore.
L’editing massiccio è invece un
intervento più consistente, eseguito su un testo che, per i suoi
difetti, richiede una rielaborazione più intensa. Qui si interviene
anche sulla trama, operando tagli significativi laddove è necessario, o
rimaneggiando, ad esempio, dei dialoghi piuttosto scarsi o poco
credibili, riscrivendo intere frasi o porzioni di testo. Sempre,
comunque, cercando di rispettare l'impronta stilistica dell'autore,
senza alterarne lo stile.
Abbiamo, infine, la riscrittura vera e
propria. Qui l’editor ha piena facoltà di intervento. Qui si è
liberi di cambiare completamente uno stile, se è opportuno. Stile che,
naturalmente, sarà adeguato al tipo di testo.
I requisiti e le competenze di un buon
editor sono, innanzitutto, una solida conoscenza della lingua italiana.
Inoltre, come già detto, è fondamentale la capacità di farsi da parte
per entrare nei panni dell’autore e affiancarsi alla sua scrittura, al
suo stile. Infine, l’editor deve essere addentro e saper usare
molteplici stili. L'editor deve, di conseguenza, essere innanzitutto un
eccellente lettore.
Per quanto concerne l’editing di periodici,
l’editor di una rivista interviene sugli articoli. Quella dell’editor
può essere una figura specifica, oppure l’editing può rientrare nei
compiti del redattore. Il lavoro di editing è fondamentale nelle riviste
che utilizzano articoli tradotti dalle lingue straniere. In questi casi,
come si può immaginare, il redattore deve editare il testo della
traduzione (editor e traduttore possono anche coincidere). Per quanto
riguarda gli articoli in lingua italiana, le riviste si riservano il
compito di editare soprattutto quelli che non portano firme.
Oggi, con l’avvento dell’editoria
multimediale, si è presentata l’esigenza di un nuovo tipo di editor, che
si occupa di web editing. Dunque il redattore classico si sposta dal
cartaceo e si sposta sul web. In questo caso l’editor deve avere una
passione per la sintesi, a modi espressivi sofisticati che sul web –
tranne eccezioni – in genere non funziona. Il web editor deve avere
anche molta familiarità con la titolazione delle pagine. I testi sono
sempre distinti da un titolo che deve far capire, subito, di cosa si sta
parlando. Paragrafi e sottoparagrafi diventano importantissimi. Dividere
un testo guidando il lettore al suo interno attraverso un percorso
ragionato, basato sulla titolazione, diventa spesso una chiave vincente.
Il web editor deve avere il dono dell’immediatezza e della chiarezza e
anche un certo senso estetico, per comprendere il rapporto tra parola e
immagine, di assoluta importanza in questo contesto. Conoscere il web,
navigare, usarlo costantemente cercando di osservare le novità, gli
stili, le tendenze, diventa utilissimo. Ma il lavoro vero e proprio non
è così diverso rispetto all’editing “classico”.
(9/2020)
Sara Pusceddu
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