INTRODUZIONE AL BILANCIO AMBIENTALE
di
Eraldo Colosio
Premessa
Oggi si assiste a una crescente attenzione da parte delle
amministrazioni pubbliche e delle imprese private verso il tema della
responsabilità in campo ambientale. In Italia, numerose amministrazioni
e imprese stanno cercando di innovare profondamente il modo con il quale
rendere trasparente e comunicare ai cittadini e ai diversi interlocutori
esterni e interni ciò che enti e organizzazioni hanno realizzato, le
scelte, le azioni e i risultati conseguiti.
Si tratta di una modalità volta a far propria la logica
della responsabilità sociale, secondo la quale ogni istituzione e
impresa è responsabile degli effetti che la propria azione produce nei
confronti delle comunità di riferimento, in un’ottica di sostenibilità
economica, sociale e ambientale.
Tale responsabilità richiede di dar conto della propria
azione ai diversi interlocutori, costruendo con essi un rapporto
fiduciario e di dialogo permanente, poggiato su un insieme di
informazioni affidabili e condivise.
In ambito pubblico la responsabilità sociale coincide con
la finalità istituzionale di ogni singola amministrazione, che per
mandato è chiamata a promuovere e produrre effetti positivi nei
confronti di una comunità.
In ambito privato la responsabilità sociale d’impresa è
definita dalla Commissione Europea come “l’integrazione su base
volontaria dei problemi sociali e ambientali delle imprese nelle loro
attività produttive e nella loro interazione con gli altri portatori
d’interesse. Essere socialmente responsabile significa non soltanto far
fronte alle attese della legge ma anche andare al di là del
soddisfacimento degli obblighi e investire di più nel capitale umano,
nell’ambiente e nelle relazioni con i portatori d’interessi”.
L’importanza delle relazioni tra economia e ambiente, due
dei tre assi dello sviluppo sostenibile, diviene sempre più evidente e
con essa la necessità di analizzare e misurare la loro entità. La
consapevolezza di questo dato di fatto ha, tra l’altro, portato allo
sviluppo di diversi nuovi strumenti di governance.
Tra questi,
il bilancio ambientale rappresenta sicuramente una delle
forme più recenti sperimentate nell’ambito dell’amministrazione pubblica
e delle imprese.
In questo documento si analizza il bilancio ambientale
dell’impresa privata.
Nonostante la riconosciuta importanza strategica di tale
strumento, non esiste ancora alcuna disposizione formale che ne
legittimi e regoli adozione e utilizzo ed è redatto su base volontaria.
Definizione
Nella prassi i termini “bilancio ambientale”,
“ecobilancio” e “rapporto (o, più spesso, report) ambientale” vengono,
di fatto, impiegati come sinonimi per indicare un documento informativo
nel quale sono descritte le principali relazioni tra l’impresa e
l’ambiente, pubblicato volontariamente, allo scopo di comunicare
direttamente con il pubblico interessato.
In generale il bilancio ambientale serve
a:
-
indicare l'insieme di metodologie volte a
rappresentare, da un punto di vista quantitativo ed economico, le
complesse
interazioni esistenti tra azienda ed ecosistema esterno;
-
documentare l’efficienza ecologica e la compatibilità ambientale
raggiunto dai processi e dai prodotti
attraverso l’elaborazione di dati, statistiche e indicatori, che
riguardano sia la parte fisica dell’attività (materie prime,
energia, acqua, emissioni, rifiuti, riciclo dei materiali, ecc.) sia
quella finanziaria (spese e investimenti ambientali);
-
documentare gli sforzi effettuati e previsti nel
campo della protezione ambientale;
-
valutare
le prestazioni ambientali delle attività di
produzione e di servizio
conseguiti in uno specifico arco temporale;
-
fornire
informazioni sul continuo miglioramento della prestazione
ambientale.
L’attività di redazione dei bilanci ambientali d’impresa
dovrebbe interessare, dunque, sia la componente tecnica della gestione
aziendale, legata alla produzione, sia quella amministrativo-contabile.
La
redazione di tale bilancio soddisfa un'esigenza fondamentale della
gestione sostenibile. Inoltre un'impresa che misura il proprio impatto
sull'ambiente al fine di ridurlo, non solo potrà controllare i costi, ma
potrà al contempo beneficiare di una maggiore competitività legata al
miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia sia ambientale che
economica.
La caratteristica di volontarietà però ha comportato
divergenze nelle scelte metodologiche a discapito dell'omogeneità e
della confrontabilità delle informazioni.
Tipologia
I bilanci ambientali possono essere distinti in due
categorie principali legate alla dimensione aziendale a cui fanno
riferimento:
-
bilanci ambientali di sito: le informazioni,
contenute nel bilancio, riguardano singoli impianti o stabilimenti
produttivi;
-
bilanci ambientali di corporate: quando le
informazioni
riguardano aziende multisito.
Preventivo verso consuntivo
Il bilancio ambientale è costituito da due documenti
principali:
Il bilancio ambientale preventivo stabilisce i
target da raggiungere nel breve e medio periodo.
Il bilancio ambientale consuntivo riprende lo
schema di quello preventivo evidenziando però il grado di perseguimento
dei target individuati, lo scostamento tra i target da raggiungere e
quelli effettivamente riscontrati,
nonché la
spesa ambientale effettivamente sostenuta. Esso, fornendo indicazioni
utili a valutare l’impatto ambientale delle attività svolte, costituisce
a sua volta il punto di partenza per la redazione del bilancio
ambientale preventivo per il periodo successivo.
Finalità
Il bilancio ambientale si propone due livelli distinti di
obiettivi:
-
strategici e gestionali;
-
di
comunicazione.
Il primo scopo
si prefigge di
inserire la
variabile ambiente in modo trasversale e strategico all’interno del
proprio processo di pianificazione e contribuire pertanto al
miglioramento delle prestazioni dell’azienda nell’utilizzo delle
risorse. Si migliora la conoscenza delle dinamiche della programmazione
e spesa all’interno dell’impresa, si monitora l’attuazione delle azioni,
degli impegni assunti e si permette di valutare l’efficacia e
l’efficienza della politica ambientale definita.
In tal
senso con esso si vuole introdurre la logica della sostenibilità dello
sviluppo, ossia intraprendere un percorso di sostenibilità volto ad
assicurare uno sviluppo durevole.
Il secondo obiettivo
è il desiderio di comunicare e rendicontare all’esterno per elevare il
livello di trasparenza e accesso all’informazione e questo
produce benefici in termini di immagine aziendale, perché la
dimostrazione pratica di un maggior impegno nella tutela dell’ambiente
non può che accrescere la fiducia dei diversi
interlocutori esterni e interni con i quali l’azienda intrattiene
rapporti. E l’impegno a favore dell’ambiente viene evidenziato con
l’utilizzo di indicatori integrati di tipo fisico-monetario e nel
fornire informazioni e statistiche che siano confrontabili nel tempo e
nello spazio.
Destinatari
Il Bilancio ambientale è rivolto agli stakeholders
divisibili in:
-
politici (legislatori nazionali ed internazionali);
-
pubblico interno (management, dipendenti, azionisti);
-
mercato (concorrenti, clienti, fornitori,
organizzazioni dei consumatori);
-
soggetti pubblici e finanziari (popolazione locale,
organizzazioni ambientalistiche, associazioni dei lavoratori,
mass-media, istituzioni scientifiche, assicurazioni e banche).
Caratteristiche
Al di là
degli schemi di riferimento volontariamente adottati, qualsiasi attività
di rendicontazione ambientale dovrebbe essere “sistematica”,
“comparabile” e “credibile”.
La prima
caratteristica è assicurata da una continuità nella pubblicazione dei
documenti,
nonché
nella metodologia e misure adottate.
Inoltre,
occorre operare dei confronti, magari adottando degli indicatori
standardizzati e normalizzati di performance ambientale basati su
sistemi armonizzati di rilevazione.
Da ultimo,
il requisito credibilità pone il problema della trasparenza, cioè della
possibilità di una verifica indipendente ed autorevole
dell’attendibilità di quanto riportato nei documenti diffusi
all’esterno. Ciò presuppone la visibilità dei processi di valutazione,
delle procedure e delle assunzioni di fondo, nonché la possibilità di
identificare la fonte di quanto rilevato, analizzato ed esposto in tali
documenti.
Ulteriori
requisiti sono quelli di “chiarezza”, “rilevanza”, “completezza”.
Il primo si
esplica nell’obbligo, da parte dell’azienda, di rendere disponibili le
informazioni
con un
adeguato livello di dettaglio, in modo da renderle comprensibili al
maggior numero di destinatari;
il secondo,
nel considerare una soglia alla quale le informazioni diventano
significative al fine di giustificarne la comunicazione agli utenti del
documento;
l’ultimo,
nel fornire tutte le informazioni utili ai destinatari del documento per
valutare le
performance
dell’azienda, in modo coerente rispetto all’oggetto, al periodo
temporale ed ai
limiti
stabiliti e dichiarati.
Filosofia di riferimento
Alla base
del processo del bilancio ambientale vi è un percorso con il passaggio
dal “contare, al contabilizzare, al rendicontare”.
La fase del
“contare” è quella del monitoraggio e della raccolta di dati
sullo stato dell’ambiente e sulle principali dinamiche tra l’economia (e
quindi l’uomo e le sue attività) e gli ecosistemi naturali.
Nella
successiva fase del “contabilizzare”, i dati, le informazioni, le
conoscenze sull’ambiente e sulle interazioni con le attività umane
vengono messi a sistema, in modo da poter stabilire dei rapporti se non
di causa ed effetto, almeno di correlazione o di influenza, tra i
fenomeni economici e ambientali.
Infine
nella fase successiva, quella del “rendicontare”, appunto si
“rende conto” di quanto si è fatto in relazione alla propria politica
ambientale.
Standard
e riferimenti
La
redazione di documenti quali i “rapporti o bilanci ambientali” manca di
una struttura generale ed un contenuto uniforme.
Occorre
riconoscere, tuttavia, che le linee guida elaborate in seno alla Global
Reporting Initiative (GRI) costituiscono uno dei principali riferimenti
in materia.
Tali linee
guida si riferiscono al più ampio ambito della redazione dei rapporti di
sostenibilità.
Si tratta
di un progetto internazionale di lungo termine, multistakeholder diretto
a sviluppare, promuovere e diffondere un framework condiviso per il
reporting volontario delle performance economiche, ambientali e sociali
di un’organizzazione.
COSTRUZIONE DEL
BILANCIO AMBIENTALE
Premessa
L’adozione del bilancio ambientale implica un
cambiamento, nei processi organizzativi, generato dalle stesse attività
e dai passaggi previsti per la costruzione del sistema: la funzione di
processo ha, perciò, un valore aggiunto altrettanto importante rispetto
al prodotto finale realizzato. Il bilancio ambientale non rappresenta
dunque un momento puntuale, unico, legato alla realizzazione di un
output, ma è piuttosto una sequenza di fasi di lavoro.
Tale documento rappresenta il risultato di un processo
complesso, che è caratterizzato da tre macro fasi:
-
fase preliminare per l’avvio del processo, necessaria
a creare le condizioni organizzative per la realizzazione degli step
successivi;
-
fase di realizzazione, che produce i contenuti propri
del bilancio ambientale;
-
fase di reporting, che prevede la redazione e la
comunicazione del bilancio ambientale.
Costruzione della struttura di rendicontazione
Il primo
aspetto da affrontare quando ci si accinge a creare un bilancio
ambientale sono i temi su cui si desidera rendicontare.
Si tratta
di definire gli “ambiti” del bilancio ambientale, ovvero i confini
dell’attività di rendicontazione. Quelle che poi sono denominate “aree
di competenza” e vengono suddivise in più dettagliati ambiti di cui
rendere conto.
Ad esempio
si può decidere di definire l’area di competenza “Risorse idriche” e
individuare gli ambiti di rendicontazione “Gestione della acque di
approvvigionamento” e “Gestione delle acque reflue”.
Dopo aver
“dichiarato” gli aspetti ambientali su cui si vuole rendere conto, è
necessario costruire un piano dei conti, cioè individuare una struttura
contabile ”fissa”, alle cui voci verranno associati logicamente e
coerentemente gli impegni e i parametri di controllo (indicatori fisici
e spese).
Il sistema
contabile proposto, il cosiddetto piano dei conti, può quindi essere
rappresentato come una matrice in cui alla struttura di rendicontazione
sono associati e correlati logicamente gli impegni e gli obiettivi
(“politiche”), un sistema di indicatori fisici (“conti fisici”) e le
spese ambientali (“conti monetari”). In tale modo si costruisce un
sistema parametrico di controllo in cui la valutazione delle ricadute
ambientali delle attività dell’impresa, dei risultati raggiunti rispetto
agli obiettivi inizialmente fissati e dell’efficacia delle politiche e
azioni, avviene prevalentemente attraverso la lettura dei dati degli
indicatori fisici, mentre la valutazione dell’efficienza delle azioni
deriva principalmente dalla lettura incrociata dei “conti fisici” e dei
dati monetari di spesa.
Il
presupposto di partenza è quello di utilizzare degli indicatori, tra
quelli già in uso presso il settore economico dell’impresa e più utili
allo scopo di monitorare la propria politica ambientale e di valutarne
l’efficacia e l’efficienza.
Il piano
dei conti costituisce il sistema contabile dell’organizzazione, che va
gestito in modo informatizzato, per sapere con certezza ogni anno -
periodo dove reperire i dati e come elaborarli.
Nella fase
di avvio del processo di contabilità ambientale l’ecobilancio viene, di
norma, approvato una sola volta per periodo, in corrispondenza con il
bilancio preventivo. A regime tuttavia, il bilancio ambientale segue lo
stesso iter del bilancio tradizionale, e vengono presentati due
documenti separati: un consuntivo per l’anno o periodo precedente, se
non di durata annuale, più un preventivo per l’anno o periodo
successivo.
È altresì possibile che le imprese possano, nelle fasi
iniziali, non essere interessate allo sviluppo di un documento di
bilancio completo, quanto alla focalizzazione di aspetti o temi singoli
della propria attività e alla loro comunicazione verso l’esterno.
L’impresa può, nel corso degli anni, variare le proprie
finalità di utilizzo dello strumento di bilancio ambientale. Ciò può
avvenire sia per un cambio di finalità del bilancio, sia per il
raggiungimento e consolidamento dei requisiti necessari e delle
condizioni operative che permettono la focalizzazione su altri aspetti o
temi della propria attività precedentemente non considerati.
Il bilancio
ambientale, come tutti gli strumenti gestionali, può quindi venir
sviluppato secondo una logica “incrementale”. In altri termini, quando
un’organizzazione avvia il percorso per la realizzazione dell’ecobilancio,
deve mettere in conto che le prime realizzazioni presenteranno ampi
margini di miglioramento. A regime lo strumento verrà gradualmente
migliorato e affinato per
colmare gradualmente nel tempo i deficit informativi
(intesi sia come disponibilità che come capacità di uso delle
informazioni) ed aumentare la sua completezza.
SCHEMA DEL BILANCIO
AMBIENTALE
Premessa
Nella fase
di avvio della contabilità ambientale (il primo periodo di
rendicontazione) il bilancio
ambientale
è un documento che viene redatto e approvato una sola volta
all’anno-periodo insieme al bilancio di previsione dell’impresa.
Struttura del bilancio ambientale
Questo
documento, che contiene sia elementi di consuntivo che le linee di
previsione, viene denominato “Bilancio ambientale – Consuntivo e linee
di previsione”.
L’indice di
riferimento del bilancio è il seguente:
-
La
lettera di presentazione
-
Abstract
-
Sommario
-
Premessa
-
Parte I
- Inquadramento
-
Aspetti
metodologici
-
Il
contesto di riferimento
-
Le
aspettative dell’impresa
-
Parte
II - Consuntivo
-
Impegni
prioritari dell’impresa
-
Conti
ambientali
-
Spese
ambientali
-
Parte
III - Linee di previsione
-
Priorità per il periodo seguente
La
lettera di presentazione spiega il motivo che ha portato
all’adozione della contabilità ambientale, di cui il bilancio
rappresenta uno degli output.
La lettera
dovrebbe contenere anche accenni ai cambiamenti che tale processo
avvierà all’interno dell’impresa e all’impegno a portare avanti la
contabilità ambientale anche negli anni seguenti.
La lettera
viene predisposta solitamente dall’amministratore e può essere
accompagnata da una seconda lettera del direttore generale o del
responsabile della contabilità ambientale.
L’abstract
è una breve sintesi dell’intero documento che illustra i principali
contenuti per orientare e stimolare una lettura anche parziale dello
stesso.
Deve
contenere una parte introduttiva volta a inquadrare il contesto nel
quale si inserisce il documento, indicando gli obiettivi principali del
sistema di contabilità ambientale che si avvia. L’abstract riporta anche
una breve descrizione dei vari aspetti trattati nelle principali sezioni
in cui si articola il documento.
La
redazione dell’abstract, che non deve superare le dimensioni di una
pagina, deve essere a cura del responsabile del sistema di contabilità
ambientale dell’impresa.
La
premessa spiega come è nata nell’ente la contabilità ambientale,
quali sono i suoi contenuti e gli obiettivi.
La premessa
viene predisposta dal responsabile della contabilità ambientale e non
dovrebbe superare le due pagine.
La prima
parte del bilancio contiene l’inquadramento del bilancio stesso
sotto il profilo metodologico, il contesto e le aspettative.
·
Il capitolo sugli aspetti metodologici descrive il
processo di costruzione del sistema di contabilità ambientale
dell’impresa, ossia su cosa si rende conto, quali sono gli impegni
prioritari e le politiche ambientali dell’impresa, in che modo si rende
conto (struttura contabile dell’impresa, il piano dei conti, le spese
ambientali dell’impresa). In questo capitolo metodologico, predisposto
dal responsabile della contabilità ambientale, occorre inserire anche
gli eventuali ambiti di miglioramento del sistema. Le dimensioni del
capitolo dovranno essere contenute entro le tre pagine.
·
Il contesto di riferimento è una descrizione delle
caratteristiche dell’azienda e rende chiaro il collegamento tra la
selezione degli obiettivi dell’impresa e le motivazioni sottese.
L’impresa viene inquadrata nei suoi aspetti socio-economici, nelle
criticità ambientali o nelle opportunità (punti di forza e debolezza)
che determinano le politiche elencate nella sezione successiva. Il
capitolo viene predisposto dal gruppo di lavoro sulla contabilità
ambientale interno all’impresa e dovrebbe avere una dimensione di due o
tre pagine.
·
Fa parte dell’inquadramento del bilancio anche il
capitolo sulle aspettative dell’impresa, che rappresentano le
motivazioni delle scelte politiche e del sistema di parametri collegati.
Le politiche ambientali dell’impresa sono scelte anche in funzione delle
priorità in tema di sostenibilità.
La seconda
parte del bilancio ambientale contiene il sistema contabile
dell’impresa. Gli indirizzi prioritari e le politiche sono associati,
per ogni area di competenza e ambito di rendicontazione, agli indicatori
fisici e monetari, individuati nel piano dei conti per garantire il
monitoraggio degli esiti delle politiche ambientali impostate
dall’impresa e fornire il consuntivo.
-
Gli
impegni prioritari dell’organizzazione sono gli obiettivi
strategici di lungo periodo. Tali indirizzi sono realizzati
attraverso un insieme coordinato di politiche di medio e breve
periodo. Gli impegni sono individuati per ogni ambito di
rendicontazione. Questo capitolo è collegato all’analisi del
contesto e gli obiettivi ne traducono punti di forza e criticità in
politiche di medio-lungo periodo. Il capitolo viene predisposto da
un gruppo di lavoro, sulla base dei documenti precedenti.
-
Il
capitolo sui conti ambientali, che contiene gli indicatori,
rappresenta il nucleo centrale del sistema di contabilità. Per ogni
area di competenza e per ogni ambito di rendicontazione in cui sono
inserite le politiche dell’impresa, vengono selezionati e associati
indicatori fisici e monetari. Il capitolo è diviso in tanti
paragrafi quante sono le aree di competenza: contiene grafici e
tabelle con i valori che popolano il sistema contabile dell’impresa.
È necessario descrivere il sistema contabile, con gli aspetti più
significativi e i collegamenti tra le politiche e gli indicatori di
ogni ambito di rendicontazione. La redazione del capitolo avviene ad
opera di un gruppo di lavoro. Le dimensioni, che tengono conto
comunque della complessità e delle difficoltà di lettura connesse a
questo capitolo più tecnico degli altri, possono essere valutate in
un paio di pagine per area di competenza.
-
Un capitolo a parte è quello che contiene le spese
ambientali dell’organizzazione. Oltre alle tabelle riepilogative
delle spese correnti e degli investimenti, è necessario un commento
sui principali capitoli di spesa e sulle variazioni da un periodo di
rendicontazione all’altro. Nella descrizione possono essere
evidenziate le spese più significative. Il capitolo viene
predisposto dal responsabile del controllo di gestione . Le
dimensioni del capitolo non dovrebbero superare le tre pagine.
La parte conclusiva del bilancio ambientale
evidenzia il contenuto e la portata preventiva del documento e dunque le
linee di previsione. Contiene indicazioni sulle priorità
politiche per il periodo successivo, e deve essere associato a un set di
indicatori di target per ciascun ambito di competenza e per ciascun
obiettivo principale.
-
Il
capitolo sulle priorità per il periodo seguente contiene per
ogni ambito di competenza e di rendicontazione gli obiettivi
principali che l’impresa intende perseguire nel periodo di
rendocontazione successivo. Il contenuto preventivo a regime si
estende anche alla ripartizione delle risorse economiche rispetto
alle aree di competenza e agli ambiti di cui si vuole rendere conto.
Politiche, target e risorse sono dunque, a regime, collegati tra
loro in sede di preventivo. Il capitolo viene predisposto dal
responsabile della contabilità ambientale, sulla base di una stretta
interazione con il controllo di gestione. In questa sezione si
consiglia di inserire un capitolo specifico sui target, obiettivi
quantitativi di medio periodo (in valori assoluti o in termini di
riduzioni/aumenti percentuali) di prestazione sull’inquinamento, il
consumo di risorse, l’utilizzo di energia rinnovabile, la produzione
di rifiuti, ecc. riferiti a una selezione di indicatori, che
l’impresa ritiene strategici. Come le priorità anche i target
vengono predisposti dal responsabile della contabilità ambientale,
sulla base di una stretta interazione con l’amministratore e con la
ragioneria e/o controllo di gestione
(Mag.2020).
Eraldo Colosio
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