L'EDITORE LIBRARIO
di Roland Rango
Nell’antichità la figura dell’editore coincideva con quella del libraio,
al tempo di Cicerone molti librai erano editori; ricordiamo Pomponio
Attico, amico di Cicerone, i due Sosii contemporanei di Orazio. Durante
il Medioevo ritroviamo l’attività editoriale nei grandi monasteri
benedettini; nel Rinascimento un grande rifiorire degli studi umanistici
fa sì che vere e proprie “famiglie” si dedichino all’editoria; dopo la
prima metà del secolo XVI la rivoluzione/invenzione dei caratteri mobili
trasforma l’editore in un importante figura all’interno del mercato
culturale.
D’ora in poi
l’editore diviene una figura che lavora in piena autonomia, ha un suo
logo (marchio di fabbrica) e svolge la tipica funzione, attuale e
moderna, dell’imprenditore.
Oggi
l’editore svolge la sua attività in un contesto di economia di mercato
come un qualsivoglia soggetto economico.
Gli editori
in base all’impresa che conducono si dividono in grandi, medi e piccoli
editori, editori a pagamento, self publishing, stampatori, agenzie
letterarie. Esistono quindi vari “soggetti” in relazione alla
dimensione, alla tipologia, alle modalità di distribuzione, alle
implementazioni tecnologiche.
La loro
attività per quanto si esplichi in ambito economico non si riduce solo a
questo, difatti non può prescindere dall’attività che dà senso compiuto
al proprio operare: il rapporto con l’opera dell’autore. Difatti
l’editore in prima persona o per mezzo di figure esperte “acquisisce”
l’opera dall’autore.
A lui spetta
il compito di “rivisitazione” della stessa nell’editing affinchè il
prodotto, destinato alla vendita, abbia effettivamente margini di
successo commerciale; “rivisitazione” estetica e anzitutto
contenutistica (ad es. affinchè l’opera risulti di facile divulgazione
si provvede ad eliminare tutti quei tratti di complessità o poca
originalità che l’accompagnano).
Queste dette
“ingerenze” sono concordate con l’autore affinchè questo non si senta
espropriato intellettualmente. Oggi il Web consente un editing on-line
(una comunità di scrittori fornisce il proprio apporto critico e
correttivo all’opera in questione).
Bene si
intende che la funzione centrale dell’editore è la produzione del
libro/opera. Affinchè questo sia commercializzabile è però necessario un
numero identificativo del libro, il codice ISBN, che ne specifichi
l’edizione o la pubblicazione; il codice gli editori lo richiedono
pagando ad una società di servizi, l’AIE (Associazione italiana
editori). Questa procedura di codifica permette all’opera la sua
commercializzazione e, quindi, diffusione. Un ulteriore adempimento non
meno significativo, che attiene sempre all’editore è l’obbligo di
deposito, ossia la spedizione di quattro copie del testo scritto presso
le biblioteche Nazionale Centrale di Firenze e Nazionale Centrale di
Roma e presso l’archivio della produzione editoriale della regione in
cui ha sede l’autore.
Ora
l’immissione del prodotto nel mercato delle vendite avviene per opera
dei cosiddetti “canali di distribuzione”. I distributori possono essere
locali o nazionali. I grandi editori posseggono una distribuzione
nazionale propria che consente una maggiore diffusione dell’opera
attraverso le librerie in tutto il territorio nazionale. Oggi la Rete
consente di ovviare al problema dell’accesso alla distribuzione
soprattutto per i piccoli editori con poche risorse economiche.
La
distribuzione è necessaria quanto la promozione. La promozione rientra
nelle attività del cosiddetto marketing editoriale.
Oltre ai
bisogni primari, quali una casa, un abito, il cibo, l’uomo ha anche
bisogni superiori, quali la lettura, i viaggi, il divertimento per il
proprio benessere e progresso. In tal senso l’editore dà sostanza a
tutto questo attraverso la sua variegata attività imprenditoriale e
umana.
Ricordiamo
alcuni grandi editori italiani quali Angelo Rizzoli, Arnoldo Mondadori,
Aldo Garzanti, Giangiacomo Feltrinelli, ai quali il paesino di
Montereggio (Massa Carrara) ha dedicato piazze e borghi e soprattutto ha
elevato, unico in Italia, il monumento al libraio, in ricordo dei librai
che partivano con le gerle piene di volumi per renderli noti nelle altre
città.
Roland Rango
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