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Anno XV num.3
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METALLI PESANTI: GLI INQUINANTI SPESSO DIMENTICATI

di Cinzia Rebuffo

 

A partire dagli anni Settanta, a seguito di gravi incidenti ambientali che hanno posto l’accento sulla criticità della situazione ecologica mondiale, nei Paesi industrializzati è maturata la consapevolezza della necessità di una maggiore tutela dell’ambiente e del territorio.

Questa presa di coscienza ha dato impulso alla ricerca di tecnologie nel campo della bonifica di siti contaminati, attraverso lo sviluppo di metodologie e tecniche per il trattamento di questi siti. Negli ultimi vent’anni oltre ai consueti inquinanti, si è riscontrato un aumento della presenza nelle acque di falda di alcuni metalli pesanti con notevoli effetti dannosi sull’uomo e sull’ambiente se presenti in quantitativi superiori ai limiti di legge.

Si sente spesso usare il termine "metalli pesanti" associato ai concetti di inquinamento e tossicità, ma andiamo a comprendere meglio cosa sono questi Metalli Pesanti è qual è il loro impatto, per farlo usiamo come esempio il Piombo e il Nichel.

Il piombo (Pb) è un metallo tenero, denso, duttile e malleabile ed è naturalmente nel terreno, anche se ad oggi la maggior parte di quello presente in natura è prodotto da attività umane.

Viene usato diffusamente nell'edilizia, nella produzione di batterie per autotrazione, nei proiettili per armi da fuoco e, allo stato liquido, come refrigerante nei reattori nucleari, a volte in lega eutettica con il bismuto (Bi). È inoltre un componente del peltro, di leghe metalliche usate per la saldatura e sia il Pb che i suoi composti sono nocivi per l’uomo.

Prendiamo i sali di piombo che vengono immessi nell’ambiente attraverso gli scarichi delle automobili di cui le particelle più pesanti finiscono immediatamente sul terreno o nell'acqua superficiale con un effetto inquinante immediato e localizzato, mentre le particelle più leggere rimangono sospese nell'atmosfera ricadendo successivamente attraverso le piogge, inquinando di conseguenza acque e terreni in modo più ampio. Il Pb, come tutti gli elementi, non può essere eliminato ma si deposita e si accumula negli organismi viventi che traggono il proprio nutrimento da fonti inquinate provocando un vero proprio avvelenamento, “avvelenamento” che si trasferisce e persiste di organismo in organismo.

Il piombo (e i suoi composti) come abbiamo detto è molto dannoso per l’ambiente, e lo è di conseguenza per l’uomo; l’agenzia internazionale per la ricerca sul Cancro (IARC), infatti, mette il piombo tra gli elementi che presentano un’elevata cancerogenità per la razza umana.

La legge ovviamente per cercare di tutelare la salute delle persone pone dei limiti alla presenza di piombo in quella che, sia per diffusione che per importanza per la vita umana, è l’elemento più critico: l’acqua. Tali limiti sono stabiliti dalla normativa UNI e sono di 10 μg/L per le acque potabili, mentre per quelle “industriali” è consentita la presenza di piombo in un intervallo che va da 5 a 700 mg/l.

Il piombo ed i suoi composti come vengono assorbiti?

Perlopiù viene assorbito per via respiratoria (attraverso per esempio le particelle leggere degli scarichi delle vetture di cui abbiamo parlato) e gastroenterica (la presenza di piombo è ormai massiccia in molti organismi viventi di cui ci nutriamo), mentre l'assorbimento per via cutanea (molto meno rilevante) riguarda principalmente i composti alchilici del metallo.

Una volta assorbito, viene trasportato al 90-95% nel sangue, si lega ai globuli rossi e per la restante parte alle proteine. Una frazione modesta rimane libera a livello del plasma (frazione diffusibile) ed è quella metabolicamente attiva, responsabile delle alterazioni biologiche che può provocare effetti tossici di tipo acuto o sub-acuto che si manifestano principalmente a carico del sistema nervoso centrale con effetti di tipo neuropsichiatrico come: alterazioni del carattere, disturbi della memoria e del sonno, diminuzione delle capacità intellettive e tremori. Altri disturbi provocati dal piombo sono a carico dell'apparato digerente, cardiovascolare e della cute. In seguito ad una esposizione prolungata questi sintomi possono divenire cronici.

Un altro esempio è il nichel (Ni): un metallo bianco argenteo, appartiene al gruppo del ferro, ed è duro, malleabile e duttile. Circa il 65% del nichel consumato nel mondo occidentale viene impiegato per fabbricare acciaio inox austenitico, un altro 12% viene impiegato in superleghe, il restante 23% è diviso fra vari tipi di acciaio, batterie ricaricabili, catalizzatori e altri prodotti chimici, prodotti per fonderia e placcature. Data la sua ottima resistenza all'ossidazione, è largamente utilizzato per la formazione dell’acciaio inossidabile e altre leghe resistenti alla corrosione.

Negli Stati Uniti e in Canada è usato nelle monete da un centesimo; in Italia, le monete da 50 e 100 lire erano fatte di acmonital o di cupronichel, due leghe di Ni; molti altri stati lo usano o lo hanno usato nelle loro monete.

Il nichel può essere rilasciato nell'aria dalle centrali elettriche e dagli inceneritori di rifiuti, la maggior parte dei composti di nichel liberati nell'ambiente viene assorbita dal terreno dove rimane intrappolato.

Mentre al contrario nei terreni silicei è più mobile e penetra in profondità e spesso fluisce nell'acqua freatica, nei terreni sabbiosi, invece, alte concentrazioni di questo metallo possono danneggiare visibilmente le piante a differenza delle acque di superficie dove può far diminuire i tassi di crescita delle alghe.

Il Nichel come il Piombo viene assorbito o attraverso la cute, o per via respiratoria, o gastroenterica. Si deposita prevalentemente nei polmoni, nel fegato, nei reni e nel tessuto osseo; può provocare dermatite allergica da contatto e tumori  polmonari e dei seni paranasali.

L'esposizione al Ni metallico ed ai suoi sali solubili non dovrebbe superare gli 0,05 mg/cm3 per 40 ore a settimana; fumi e polveri di sali di nichel (come il solfuro di nichel) sono infatti considerati cancerogeni secondo la IARC e pertanto normati dall’Unione Europea, che ne regola infatti per decreto la quantità massima che può essere contenuta nei prodotti a contatto con la pelle e limite massimo consentito nelle acque industriali tra 0,5 a 1000 mg/L.

Questi sono solo due esempi tra i molti metalli pesanti comunemente utilizzati e immessi nell'ambiente; come mostrato nell'articolo i rischi e le conseguenze per l'ambiente e chi lo popola sono molteplici e pertanto è necessaria una maggiore attenzione e ricerca su nuove tecnologie di bonifica.

 

Cinzia Rebuffo


 


 

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