METALLI PESANTI: GLI INQUINANTI
SPESSO DIMENTICATI
di
Cinzia Rebuffo
A partire dagli
anni Settanta, a seguito di gravi incidenti ambientali che hanno posto
l’accento sulla criticità della situazione ecologica mondiale, nei Paesi
industrializzati è maturata la consapevolezza della necessità di una
maggiore tutela dell’ambiente e del territorio.
Questa presa di
coscienza ha dato impulso alla ricerca di tecnologie nel campo della
bonifica di siti contaminati, attraverso lo sviluppo di metodologie e
tecniche per il trattamento di questi siti. Negli ultimi vent’anni oltre
ai consueti inquinanti, si è riscontrato un aumento della presenza nelle
acque di falda di alcuni metalli pesanti con notevoli effetti dannosi
sull’uomo e sull’ambiente se presenti in quantitativi superiori ai
limiti di legge.
Si sente spesso
usare il termine "metalli pesanti" associato ai concetti di inquinamento
e tossicità, ma andiamo a comprendere meglio cosa sono questi Metalli
Pesanti è qual è il loro impatto, per farlo usiamo come esempio il
Piombo e il Nichel.
Il piombo (Pb)
è un metallo tenero, denso, duttile e malleabile ed è naturalmente nel
terreno, anche se ad oggi la maggior parte di quello presente in natura
è prodotto da attività umane.
Viene usato
diffusamente nell'edilizia, nella produzione di batterie per
autotrazione, nei proiettili per armi da fuoco e, allo stato liquido,
come refrigerante nei reattori nucleari, a volte in lega eutettica con
il bismuto (Bi). È inoltre un componente del peltro, di leghe metalliche
usate per la saldatura e sia il Pb che i suoi composti sono nocivi per
l’uomo.
Prendiamo i
sali di piombo che vengono immessi nell’ambiente attraverso gli scarichi
delle automobili di cui le particelle più pesanti finiscono
immediatamente sul terreno o nell'acqua superficiale con un effetto
inquinante immediato e localizzato, mentre le particelle più leggere
rimangono sospese nell'atmosfera ricadendo successivamente attraverso le
piogge, inquinando di conseguenza acque e terreni in modo più ampio. Il
Pb, come tutti gli elementi, non può essere eliminato ma si deposita e
si accumula negli organismi viventi che traggono il proprio nutrimento
da fonti inquinate provocando un vero proprio avvelenamento,
“avvelenamento” che si trasferisce e persiste di organismo in organismo.
Il piombo (e i
suoi composti) come abbiamo detto è molto dannoso per l’ambiente, e lo è
di conseguenza per l’uomo; l’agenzia internazionale per la ricerca sul
Cancro (IARC), infatti, mette il piombo tra gli elementi che presentano
un’elevata cancerogenità per la razza umana.
La legge
ovviamente per cercare di tutelare la salute delle persone pone dei
limiti alla presenza di piombo in quella che, sia per diffusione che per
importanza per la vita umana, è l’elemento più critico: l’acqua. Tali
limiti sono stabiliti dalla normativa UNI e sono di 10 μg/L per le acque
potabili, mentre per quelle “industriali” è consentita la presenza di
piombo in un intervallo che va da 5 a 700 mg/l.
Il piombo ed i
suoi composti come vengono assorbiti?
Perlopiù viene
assorbito per via respiratoria (attraverso per esempio le particelle
leggere degli scarichi delle vetture di cui abbiamo parlato) e
gastroenterica (la presenza di piombo è ormai massiccia in molti
organismi viventi di cui ci nutriamo), mentre l'assorbimento per via
cutanea (molto meno rilevante) riguarda principalmente i composti
alchilici del metallo.
Una volta
assorbito, viene trasportato al 90-95% nel sangue, si lega ai globuli
rossi e per la restante parte alle proteine. Una frazione modesta rimane
libera a livello del plasma (frazione diffusibile) ed è quella
metabolicamente attiva, responsabile delle alterazioni biologiche che
può provocare effetti tossici di tipo acuto o sub-acuto che si
manifestano principalmente a carico del sistema nervoso centrale con
effetti di tipo neuropsichiatrico come: alterazioni del carattere,
disturbi della memoria e del sonno, diminuzione delle capacità
intellettive e tremori. Altri disturbi provocati dal piombo sono a
carico dell'apparato digerente, cardiovascolare e della cute. In seguito
ad una esposizione prolungata questi sintomi possono divenire cronici.
Un altro esempio è il nichel (Ni): un
metallo bianco argenteo, appartiene al gruppo del ferro, ed è duro,
malleabile e duttile. Circa il 65% del nichel consumato nel mondo
occidentale viene impiegato per fabbricare acciaio inox austenitico, un
altro 12% viene impiegato in superleghe, il restante 23% è diviso fra
vari tipi di acciaio, batterie ricaricabili, catalizzatori e altri
prodotti chimici, prodotti per fonderia e placcature. Data la sua ottima
resistenza all'ossidazione, è largamente utilizzato per la formazione
dell’acciaio inossidabile e altre leghe resistenti alla corrosione.
Negli Stati Uniti e in Canada è usato nelle
monete da un centesimo; in Italia, le monete da 50 e 100 lire erano
fatte di acmonital o di cupronichel, due leghe di Ni; molti altri stati
lo usano o lo hanno usato nelle loro monete.
Il nichel può essere rilasciato nell'aria
dalle centrali elettriche e dagli inceneritori di rifiuti, la maggior
parte dei composti di nichel liberati nell'ambiente viene assorbita dal
terreno dove rimane intrappolato.
Mentre al contrario nei terreni silicei è
più mobile e penetra in profondità e spesso fluisce nell'acqua freatica,
nei terreni sabbiosi, invece, alte concentrazioni di questo metallo
possono danneggiare visibilmente le piante a differenza delle acque di
superficie dove può far diminuire i tassi di crescita delle alghe.
Il Nichel come il Piombo
viene assorbito o
attraverso la cute, o per via respiratoria, o gastroenterica. Si
deposita prevalentemente nei polmoni, nel fegato, nei reni e nel tessuto
osseo; può provocare dermatite allergica da contatto e tumori polmonari
e dei seni paranasali.
L'esposizione al Ni metallico ed ai suoi
sali solubili non dovrebbe superare gli 0,05 mg/cm3 per 40 ore a
settimana; fumi e polveri di sali di nichel (come il solfuro di nichel)
sono infatti considerati cancerogeni secondo la IARC e pertanto normati
dall’Unione Europea, che ne regola infatti per decreto la quantità
massima che può essere contenuta nei prodotti a contatto con la pelle e
limite massimo consentito nelle acque industriali tra 0,5 a 1000 mg/L.
Questi sono solo due esempi tra i molti
metalli pesanti comunemente utilizzati e immessi nell'ambiente; come
mostrato nell'articolo i rischi e le conseguenze per l'ambiente e chi lo
popola sono molteplici e pertanto è necessaria una maggiore attenzione e
ricerca su nuove tecnologie di bonifica.
Cinzia Rebuffo
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