I REATI
AMBIENTALI
di
Daniele Salaris
Introduzione
Quando si
parla di “reato ambientale” si parla di una qualunque violazione in
materia di ambiente che provoca gravi danni sia all’ambiente inteso come
luogo dove si sviluppa la vita sia come ciclo vitale dei viventi
(nascita, crescita, sviluppo e morte) oltre che gravi rischi alla salute
umana. I principali reati ambientali commessi sono: emissione e scarico
di sostanze nocive nell’aria, nell’acqua e nel suolo; produzione,
trasporto e scarico illegale di qualunque tipo di rifiuto ed infine
tutti i vari tipi commercio illegale di animali in via di estinzione.
Quando si
parla di ambiente si intende il complesso di fattori fisici, chimici e
biologici, a specie viventi e non che messe in relazione tra loro
permettono la vita sul nostro pianeta. L’ambiente, essendo un sistema
con un sottile equilibrio tra tutti i fattori, deve esser tutelato e
preservato da ogni tipo di rischio o inquinamento. Nel corso degli
ultimi anni le condizioni del nostro pianeta a livello ambientale si
sono complicate per una serie di vari fattori di cui il vero
responsabile è l’uomo.
Le
condizioni si sono complicate causa disboscamento forestale per uso
intensivo dei terreni agricoli, aumento della produzione industriale e
conseguente immissione in atmosfera di gas e sostanze nocive oltre che
sversamento nel suolo e nelle acque di sostanze pericolose. Proprio per
questi fatti la maggior parte dei paesi ha cercato di dettare e seguire
alcuni principi e regole fondamentali per mettere un limite a tutto
questo.
La tutela
ambientale riveste un ruolo di primissimo piano nelle costituzioni di
larga parte degli stati nel mondo.
Per tutela
ambientale si intende la prevenzione di tutti i principiali metodi di
inquinamento conosciuti come ad esempio contaminazione dell’aria, acqua
e suolo; le radiazioni nocive dei raggi solari, residui industriali ed
agricoli, desertificazione ed infine estinzione di alcune specie di
viventi. La tutela ambientale viaggia di pari passo con la crescita
economica e demografica della popolazione.
Sulla base
di questo si accresciuta la domanda agricola e quindi si sono aumentati
gli spazi per lo sfruttamento intensivo dei terreni con conseguente
disboscamento dei polmoni verdi del mondo (es. Amazzonia).
Come per la
crescita demografica anche la crescita tecnologica ha influito
sull’ambiente: la messa in opera di nuovi siti industriali ha portato
notevoli progressi dal punto di vista tecnologico e logistico ma ha
sottratto suolo per varie specie viventi e peggiorato le condizioni di
alcune specie a causa dell’inquinamento dell’aria, delle acque
superficiali e delle falde acquifere. Più siamo andati avanti a
distruggere l’ambiente e più ci si è resi conto che bisognava fare degli
interventi per prevenire il problema e non per rendersi conto del
disastro quando era già avvenuto. Si è scelto di procedere prima come
conferenze mondiali per avere le linee guida generali e poi tramite
introduzione di varie leggi e testi in materia ambientale. Di seguito
discuterò sulle linee generali adottate dagli organismi mondiali di
tutela dell’ambiente.
ORGANISMI
MONDIALI DI TUTELA AMBIENTALE
Per
prevenire e discutere anche misure dirette a migliorare le condizioni
ambientali e salute della popolazione si sono discusse con il passare
degli anni varie misure in vari campi e a vario livello. A livello
mondiale chi si occupa della tutela ambientale è l’ONU attraverso l’UNEP
che non è altro che il programma fondato nel 1972 che si occupa della
tutela ambientale e dei cambiamenti climatici oltre che dell’uso
sostenibile delle risorse ambientali. L’obiettivo che si pone è quello
di tenere sotto controllo i processi che alterano il benessere pubblico
ed in questo rientra anche il campo ambientale poiché compromettendo le
condizioni ambientali si hanno malesseri a livello economico e sociale.
Il lavoro dell’UNEP avviene in collaborazione con tutti gli stati a
partire dalle strategie da utilizzare per combattere il problema.
Il
coordinamento avviene con altri programmi e agenzie dell’ONU (es. FAO),
con alcune ONG e con società di ricerca e di sviluppo sociale e civile.
I compiti che ha questa organizzazione sono essenzialmente tre: il primo
quello di prevenire e combattere in secondo luogo i danni ed eventuali
disastri con politiche tecnologie adatte; il secondo è l’organizzazione
di conferenze mondiali su tematiche ambientali e climatiche con lo scopo
di raggiungere accordi e parametri unitari per combattere
l’inquinamento; infine terzo ed ultimo compito è quello di cooperazione
ed attuazione delle soluzioni da adottare.
Tra le varie
funzioni dell’organismo vi sono la realizzazione di studi in campo
ambientale per appoggiare ed incentivare le soluzioni da approvare in
sede di esame, sviluppo di queste soluzioni attraverso strumenti per la
tutela paesaggistica, implementazione di parametri e istituzioni per la
gestione e lo sfruttamento adeguato delle risorse energetiche ed infine
la formazione di partnership tra società, governi ed istituzioni private
e pubbliche per combattere il problema. Naturalmente l’organizzazione si
occupa anche di sostenere i vari studi e ricerche scientifiche
promuovendo sul mercato tutte le risorse rinnovabili (es. sole, vento e
biomasse) per ridurre l’effetto serra e l’emissione di gas inquinanti e
nocivi alla salute umana. Sfruttando anche i media e l’opinione pubblica
si occupa anche di raccogliere fondi per combattere deforestazione,
inquinamento e mantenere intatti alcuni alcune aree importanti per la
biodiversità umana come barriere coralline e foreste equatoriali.
Altre
istituzioni che sono importanti nel campo ambientale oltre all’UNEP sono
la FAO, WRI (organizzazione per lo sviluppo e per le risorse), e l’AEA
(organizzazione europea per l’ambiente). Nel corso di questi anni sono
state fatte numerose conferenze internazionali per ragionare su questo
problema e per mettere in campo strumenti e soluzioni per combatterlo.
Nella prossima pagina parlerò delle conferenze più importanti ad
iniziare da quella di Rio de Janiero del 1992.
PRINCIPALI CONFERENZE SULL’AMBIENTE
Partendo dal
presupposto che ogni anno circa vi è un forum o una conferenza riguardo
l’ambiente le tappe principali per quanto riguarda la tutela ambientale
partono sicuramente dalla conferenza di Rio de Janeiro del 1992.
Riprendendo alcuni principi della conferenza di Stoccolma del 1972,
dove si diceva che c’era il bisogno di prospettive e principi comuni per
inspirare e guidare i popoli verso una migliore conservazione
dell’ambiente umano, la conferenza propone una più profonda ed equa
partnership globale, creando nuovi parametri e livelli di cooperazione
internazionale nei settori chiave pubblici e privati della società e
della popolazione. L’accordo ha portata alla stipula di 27 principi
cardine di cui elencherò quelli che a mio parere sono più importanti:
sicuramente il primo principio resta fondamentale poiché dice che “gli
esseri umani sono al centro delle preoccupazioni relative allo sviluppo
sostenibile.
Essi hanno
diritto ad una vita sana e produttiva in armonia con la natura”. Il
secondo principio riveste anch’esso una grande importanza poiché regola
il diritto sovrano di ogni singolo stato a sfruttare le proprie risorse
secondo proprie politiche ambientali di sviluppo e le loro autorità
giudiziarie sono supervisori di eventuali illegalità.
Importantissimo risulta il principio numero 4 dove si stipula che la
tutela ambientale sarà parte integrante dello sviluppo e non sarà
separata da esso. Rivestono molta importanza anche i principi basati
sulla cooperazione tra stati e sulle sanzioni da mettere in campo
nell’eventualità di danni all’ambiente. L’ultima conferenza in programma
a Glasgow nel 2021 denominata COP26 (cop indica “Confederations of Parts)
ha raggiunto con difficoltà alcuni principi cardine sulla tutela
ambientale e lo sfruttamento delle risorse energetiche. I punti sul
quale è stato raggiunto un accordo sono: uso dei combustibili fossili,
ci si impegna a tagliare le emissioni di CO2 del 45% entro il 2030 ed
inoltre è stata firmata una convenzione che obbliga lo stop alle
concessioni per l’esplorazione di petrolio e gas.
Nessun paese
vi ha aderito da protagonista tranne qualcuno che lo ha fatto come
“socio” cioè come membro esterno. Ci si impone poi lo stop alla
deforestazione entro il 2030 e ci si propone di continuare le opere di
conservazione, tutela e ripristino degli ecosistemi ambientali
incentivandone ed accelerandone il ripristino. Ci si è ripromessi anche
di raddoppiare gli sforzi finanziari concordati precedentemente per
l’ampliamento delle strategie di prevenzione e mitigazione del rischio
ambientale. Si anche arrivati ad un accordo sulla trasparenza, cioè ci
si impegna ad avere un sistema di controllo dei vari report sulla tutela
ed il rischio ambientale entro il 2024 in modo da avere un rapporto
completo e dettagliato di tutti gli stati membri. Nella prossima pagina
andrò a trattare nel dettaglio la parte dei reati ambientali in Italia e
come vengono combattuti e con quali leggi e disposizioni.
I REATI
AMBIENTALI IN ITALIA E DISPOSIZIONI LEGISLATIVE
Per quanto
riguarda i reati ambientali in Italia la prima cosa che viene in mente
sono le nuove frontiere aperte dalle varie mafie su appalti e business
dei rifiuti, abusivismo edilizio ed attività di scavo illegale. Negli
anni si è andati verso un progressivo peggioramento dei vari territori
specie nel sud Italia e di conseguenza ad un cospicuo arricchimento per
le mafie che vedono di buon occhio queste attività. Il fatturato delle
cosiddette ecomafie negli ultimi anni risulta in calo, ma
comunque resta molto elevato (parliamo di decine di miliardi di euro).
Nei rapporti annuali presentati da Legambiente si notano nel corso degli
anni la crescita dei reati commessi ed il fatturato costante.
La domanda
sorge spontanea: come lo stato sta combattendo le ecomafie? Le risposte
in tal senso sono varie. Nel corso degli anni non si è mai riusciti ad
introdurre nel codice penale una parte da dedicare ai reati in campo
ambientale. E’ presente un testo unico in materia ambientale ma, subendo
continue modifiche, ha reso la materia molto incerta dal punto di vista
delle applicazioni legislative. I passaggi di evoluzione del reato sono
passati dall’anno 2007 con l’introduzione del DDL eco-reati che
introduce i reati di delitto ambientale e delega il governo al riordino,
coordinamento e integrazione della disciplina. Vengono introdotti con
questo decreto i reati di associazione a delinquere finalizzata al
crimine ambientale.
I reati che
son stati introdotti sono quello di inquinamento ambientale a cui è
stata aggiunta la reclusione da uno a cinque anni alla multa da 5 a
30.000 euro; danno ambientale punito con pene dai due ai sei anni e
sanzione pecuniaria dai 20 ai 60 mila euro ed infine il disastro
ambientale punito con la reclusione da 3 a 10 anni e multe dai 30 ai 250
mila euro.
In aggiunta
a questo decreto viene poi discussa ed approvata la legge n.68 del 2015
che in sintesi introduce nel codice penale un unico capo relativo ai
delitti contro l’ambiente, modifica il precedente codice dello stesso
introducendo una particolare disciplina per estinguere gli illeciti
amministrativi e penali in materia di tutela ambientale, introduce la
responsabilità amministrativa anche ai commissari in fatto di delitti
contro l’ambiente ed infine inasprisce le sanzioni per illeciti contro
il commercio internazionale di specie animali e vegetali in via di
estinzione.
Guardando
all’ultimo rapporto di Legambiente del 2020 emergono degli spunti
interessanti: sono in calo i controlli effettuati ma restano in aumento
i reati ambientali. Sono in aumento anche le regioni ad impatto mafioso
con conseguente aumento di arresti e denunce. Nel quadro totale dei
reati aumentano gli incendi boschivi, i reati contro flora e fauna
mentre sono in calo i reati sul ciclo dei rifiuti anche se restano alti
gli arresti e le denunce su questo ambito. Si confermano anche le
regioni dove restano alti i reati contro l’ambiente e sono Campania,
Sicilia e Puglia mentre la Lombardia è in cima per arresti e denunce.
Per continuare a combattere questo fenomeno è necessario non abbassare
la guardia ed inasprire le sanzioni che già sono presenti ma restano
comunque troppo leggere in quanto un ambiente sano, pulito e vivibile
gioverebbe a tutti quanti dal più piccolo dei batteri sino al più grande
dei viventi.
Daniele
Salaris
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