Navigando su questo sito web si accettano i cookie utilizzati per fornire i Nostri servizi. Per maggiori informazioni leggere l'informativa sui cookie

SPAZIO MOTORI HOME PAGE- Testata giornalistica telematica autorizzata dal Tribunale di Napoli con n.5141-Dir. Resp. Dott.Massimiliano Giovine   Il primo periodico telematico di informazioni ed inserzioni auto,moto,nautica,trasporti,viabilità,ambiente,sicurezza stradale,ecc.Testata Giornalistica autorizzata dal Tribunale di Napoli-registraz.n.5141-Provv.del 27/6/2000-Direttore Responsabile Dott.Massimiliano Giovine - © Tutti i diritti riservati

|HOME|

|Presentazione|

|Note/GeRENZA| Cookie |

|Lettere|

|Spazio Motori "Ambiente"|

|Inserzioni gratis|

|Links auto|

|Links moto|

|Links utili|

|Assicuraz. web|

Anno XV num.3
Mag./Giu. 2016

|C E R C A|

 

ARTICOLI di questo numero

 

SEGNALAZIONI LE SEGNALAZIONI DEI LETTORI. Scrivi anche Tu!

 
Pillole/News
 
Rubrica "Spazio AMBIENTE"
 
ARCHIVIO articoli
Scrivi a:redazione1@spaziomotori.it

 

Scrivici

Torna alla Home page

 | Gerenza |

 

 

RIFIUTI...AMOCI DI PERSEVERARE!

di Federica Delvescovo

 

Secondo la definizione normativa italiana, dettata dal decreto legislativo 3 Aprile 2006 n. 152 e modificata dal decreto legislativo 3 Dicembre 2010 n. 205, per rifiuto si intende “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia l’obbligo di disfarsi”. Una panoramica sulla produzione di rifiuti solidi urbani rivela che nel nostro Paese vengono prodotti circa 1,4 chilogrammi di RSU per abitante al giorno, per un totale di circa 30 milioni di tonnellate all’anno; per quanto riguarda i rifiuti speciali, provenienti per esempio da attività industriali, la cifra ammonta a 130 milioni di tonnellate annue.

Come vengono trattati tutti questi rifiuti? Secondo i dati ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) il 15 per cento dei RSU prodotti (la frazione organica putrescibile) è destinato al compostaggio, il 20 per cento all’incenerimento, il 25 per cento al riciclaggio, mentre il restante 40 per cento è avviato in discarica. Questa dovrebbe costituire la scelta ultima per lo smaltimento di un rifiuto, in quanto comporta sia un’ingente dispersione di gas inquinanti in atmosfera (come CO2 E CH4, due dei principali gas serra) e la produzione di materiali di scarto liquidi e solidi, sia perché in essa viene meno la valorizzazione della materia e dell’energia contenute nel rifiuto stesso. Si pensi che nel sacchetto medio di spazzatura prodotto giornalmente sono contenute indicativamente 2200 chilocalorie, circa un terzo dell’energia contenuta in un litro di benzina. In Italia esistono circa 50 impianti di termovalorizzazione i quali permettono di produrre energia elettrica grazie ai fumi provenienti dalla combustione dei rifiuti e numerosi impianti di captazione del biogas, emesso dalla decomposizione organica dei materiali ed utilizzato come combustibile, sempre ai fini della cogenerazione. Va però sottolineato che, nonostante il recupero energetico reso possibile, gli impianti di termovalorizzazione incidono non poco sulle emissioni inquinanti nell’ambiente circostante, nonostante le moderne tecnologie di attuazione.

Effettuare la raccolta differenziata significa permettere ad un numero sempre maggiore di rifiuti di essere destinato ai siti di trattamento più idonei, al riciclo di materia (per esempio carta, plastica, etc), al riutilizzo (di prodotti come bottiglie di vetro), al compostaggio (frazione organica).

Ma non è sufficiente. In Italia la raccolta differenziata riguarda ancora una quantità di rifiuti inferiore al 50 per cento della produzione totale.

E’ necessario soffermarsi a riflettere sul modello di consumo della nostra società e quindi sulla QUANTITA’ di rifiuti che siamo soliti produrre abitualmente.

 Il singolo prodotto di mercato non comporta un consumo in termini energetici e una produzione di emissioni inquinanti, solamente nel momento in cui diventa un rifiuto da smaltire, ma anche durante il suo ciclo di produzione e durante le fai di trasporto dello stesso ai siti di vendita/consumo/smaltimento.

Come diretta conseguenza, per esempio, se sostituiamo piatti e posate di plastica con materiale di origine organica biodegradabile, stiamo sì “aiutando” l’ambiente (non abbiamo infatti più a che fare con materiali plastici bensì con rifiuti organici destinabili al compostaggio), ma, in fin dei conti, la quantità di rifiuti prodotta nel primo caso è uguale alla quantità di rifiuti generata nel secondo. Questo implica comunque una pressione sull’ambiente in termini di inquinamento e di consumo energetico.

Come comportarsi rispetto a ciò? Potrebbero essere centinaia le azioni quotidiane alternative alle abituali, che potremmo effettuare, per ridurre notevolmente la quantità di sprechi: dall’utilizzare fazzoletti di stoffa, al riempire il flaccone del detersivo senza acquistarne uno nuovo (con conseguente risparmio economico), al chiudere il rubinetto quando ci laviamo i denti (il risparmio in Italia ammonterebbe a milioni di litri d’acqua al giorno), fino ad usufruire di piatti e posate riutilizzabili e non “usa e getta”.

Siamo figli di generazioni che hanno avuto un rapporto con il rifiuto ben diverso dal nostro, essenzialmente perché il loro rifiuto era qualitativamente ben differente dal nostro! La maggior parte delle risorse sfruttate in passato erano biodegradabili, “prese in prestito” direttamente dalla terra e alla terra restituite senza particolari accorgimenti, poichè il tutto rientrava in un ciclo chiuso di rigenerazione. La plastica utilizzata era ben poca, i metalli difficilmente venivano scartati poiché preziosi, la carta e il legno sfruttati come combustibili per generare calore nelle abitazioni. In pochi decenni la qualità (e anche la quantità) di rifiuti è radicalmente mutata, ma in che direzione è evoluto il nostro comportamento? Evidentemente verso un modello non sostenibile a livello ambientale.

Non possiamo così permetterci di perseverare, ma è necessario che l’individuo contemporaneo si adatti alle nuove realtà di fronte alle quali è stato posto. Risulta spesso più semplice intervenire “a valle” della problematica, attraverso riciclaggio, recupero, riutilizzo, valorizzazione energetica dei rifiuti, ma è anche e soprattutto indispensabile modificare “a monte” il comportamento dei consumatori. E’ nostra responsabilità, di ciascuno di noi, muovere verso un consapevole approccio all’uso delle risorse, impegnandosi a formare (e non solo informare) in particolare le nuove generazioni, per abbracciare un modello di consumo più sostenibile a livello globale.

Federica Delvescovo


 

Home pageCopyright 2000/2016 © - Tutti i diritti riservati - All rights reserved - Testata giornalistica autorizzata dal Tribunale di Napoli-registr. n. 5141-Provv.del 27-06-2000.

Editore: associazione culturale no-profit "Confgiovani"- Iscr. ROC n.19181. Direttore Resp. Dott.Massimiliano Giovine - giornalista (Tes. Prof. n.120448, già n.84715).

Direzione, Redazione: via D. De Dominicis, 20 c/o Giovine-cap. 80128 Napoli. E' vietata la riproduzione o trasmissione anche parziale, in qualsiasi forma, di testi, immagini, loghi ed ogni altra parte contenuta in questo sito web senza autorizzazione.

La Redazione non è responsabile di eventuali errori imputabili a terzi, nè del contenuto delle inserzioni riservandosene, pertanto, la pubblicazione.

Nomi e numeri sono citati a puro titolo informativo, per offrire un servizio al lettore. Proprietà artistica e letteraria riservata ©. Vedi gerenza e note legali/tecniche.

|Anno XV num.3 - Mag./Giu. 2016| - Per informazioni e contatti e-mail: redazione1@spaziomotori.it

Sito web ottimizzato per "Firefox", Internet "Explorer 5.0" o superiore - Risoluzione schermo consigliata: 1024 x 768 pixel - >>Privacy/Cookie<<