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LA STORIA DEGLI EBOOK IN ITALIA

 

di Roberta Fain

 

Una ventina di anni fa, nella realtà editoriale italiana, si sono affacciati gli ebook.

Per molti, la prima esperienza è stata con Microsoft Reader, comparso sui computer a sistema operativo Windows nell’agosto del 2000; leggeva file .lit, offriva caratteri cleartype per la lettura ottimale su schermi piccoli (era infatti supportato nei Windows Mobile precedenti al Windows Phone 7), e offriva la lettura ad alta voce con il text-to-speach, caratteristica andata però quasi del tutto persa con la lingua italiana.

I libri si potevano trovare online, alcuni anche in modo gratuito (per esempio, molti classici), ma in pochi ancora sapevano dove cercare né, forse, erano interessati a farlo.

Eppure, molte delle caratteristiche del MS-Reader sono le stesse che troviamo adesso, vent’anni dopo, nella sua diretta evoluzione tecnologica, ovverosia Kindle, Kobo, Tolino eccetera, cioè i lettori di ebook portatili (e relative app).

Come il loro predecessore, soppresso nel 2011 e completamente cancellato nel 2018, i dispositivi che usiamo oggi hanno infatti l’attenzione alla nitidezza dei caratteri, l’adattabilità dei font, il formato fluido figlio dell’HTML che fa sì che le righe “scorrano” così come in un documento di testo (a differenza di quanto accade con i pdf, in genere, specialmente con i lettori più vecchi), permettono alle case editrici di aggiungere i DRM per gestire i diritti del testo (evitandone la copia non autorizzata)… quindi, cosa è diverso adesso rispetto a vent’anni fa, come mai ci è voluto così tanto perché questo cambiamento prendesse piede?

Una risposta potrebbe arrivare dalla tecnologia: due decenni fa l’unico modo che avevamo per leggere un ebook era su un computer o un antiquatissimo telefonino con schermo a colori, antenato preistorico dei moderni smartphone.

 Tutti schermi retroilluminati, che stancano gli occhi, rovinano la vista, diventano quasi illeggibili al sole e, in generale, invogliano davvero poco la lettura di testi lunghi.

Per ottenere il primo lettore di ebook, con schermo antiriflesso e un ancora rudimentale effetto “pagina stampata” bisognerà infatti aspettare il 2007, quando negli Stati Uniti fa la sua comparsa il primo Kindle, seguito poco dopo da tutte le altre marche, che di lì a poco arriveranno anche in Italia.

I vantaggi sono innumerevoli: il risparmio di spazio e la possibilità di portarsi dietro, in una volta sola, sia Guerra e pace per la voglia di lettura impegnata, sia Twilight per i momenti frivoli, sia tutto Il cucchiaio d’argento per la cena dalla zia che vi invita ma non sa cucinare; il risparmio economico, sebbene non sia enorme rispetto a un cartaceo comprato online; la tutela ambientale, sia per quanto riguarda la produzione dei libri che i trasporti; la flessibilità di carattere tipografico e grandezza dello stesso, che va incontro a chi ha problemi di vista ma anche ai dislessici che trovano sollievo nell’utilizzo di font ad alta leggibilità; l’immediata possibilità di acquisto e fruizione, senza limitazioni date dagli orari di negozio, dalla disponibilità del libro nel negozio stesso, dalla spedizione in seguito ad acquisto online, eccetera.

Eppure, fino a circa un anno fa la lettura in ebook era ancora poco diffusa in Italia… E dopo?

Dopo è arrivato il 2020, col suo virus e il suo lockdown, e gli italiani hanno iniziato a fare pace con gli acquisti via web e i formati digitali, con un +13% nella vendita del formato digitale a fronte della stessa cifra, ma in negativo, per i libri fisici – facendo supporre che più di tutti i dati reali contavano l’abitudine, la diffidenza, la “comfort zone”, che è stata scardinata dalla situazione contingente – e di necessità, virtù.

(Ott. 2020)

 

Roberta Fain


 

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