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MOTO PERPETUO

La vita infernale delle valvole

 

di Roberto Maurelli (Feb.2009)

 

Le valvole sono quei componenti meccanici di un motore che controllano il passaggio dei gas che entrano ed escono dai cilindri. Per comprendere il ruolo essenziale ed incredibilmente faticoso che esse svolgono basti pensare che,  6000 giri/min, devono aprirsi e richiudersi circa 50 volte al secondo (in un motore di Formula 1 si superano le 130 volte al secondo). Inoltre, a causa degli elevati picchi di pressione dei motori moderni, esse devono sopportare dei carichi estremamente gravosi: nei motori a benzina ad alte prestazioni, sulle valvole agiscono forze nell’ordine degli 800 kg mentre nei più moderni turbodiesel si possono addirittura superare i 1500 kg! Il panorama viene completato dalle mostruose sollecitazioni termiche alle quali sono sottoposte: ormai non sono infrequenti temperature oltre gli 800°C…

Ma come funzionano effettivamente le valvole? Cominciamo col dire che esse sono comandate dall’albero a camme, il quale, a seconda della fasatura adottata, determinerà il momento di apertura e di chiusura nei momenti opportuni del ciclo di funzionamento del propulsore. Le valvole di aspirazione sono quelle attraverso cui vengono immessi nel cilindro i gas freschi che, insieme all’iniezione di carburante, permetteranno la combustione allo scoccare della scintilla repentina; le valvole di scarico, invece, sono quelle attraverso cui vengono espulsi i gas già combusti, in modo da consentire l’ingresso della nuova miscela nella fase successiva. Sia le valvole di aspirazione che di scarico, infatti, sono chiuse durante la fase di compressione e quella successiva, di espansione; terminata quest’ultima si aprono le valvole di scarico per consentire l’uscita dei gas combusti.

Segue la fase di aspirazione, durante la quale è la valvola di aspirazione ad aprirsi per far entrare nel cilindro i gas freschi richiamati dalla depressione che il pistone crea spostandosi verso il punto morto inferiore.   

Vediamo ora quali sono gli elementi strutturali di una valvola. Partendo dall’alto, il corpo lungo ed affusolato è definito “stelo”; esso si congiunge, senza soluzione di continuità, al “fungo”, ossia alla zona più esposta alle alte temperature; infine, il fungo presenta a margine una “superficie di tenuta” che consente, al momento della chiusura, di mantenere perfettamente separati il cilindro e i condotti di aspirazione e di scarico.

La necessità di garantire ottime prestazioni, unità a quella di preservare organi così stressati dalla rapida usura, ha spinto verso l’utilizzo di materiali sempre più evoluti per la loro costruzione. Normalmente si utilizzano sempre leghe di acciaio, ma con composizione diversa per le valvole di scarico, che sono sottoposte alle sollecitazioni maggiori (essendo lambite dai gas incandescenti frutto della combustione). La ricerca di prestazioni di eccellenza nei motori ad alte prestazioni ha portato, in un primo momento, alla realizzazione di valvole in superleghe a base di nichel e, infine, all’utilizzo di leghe di titanio, attualmente lo “stato dell’arte” per i motori da competizione.   

Il numero delle valvole influenza notevolmente le sezioni di passaggio a disposizione dei gas e, quindi, la respirazione del motore.

Tendenzialmente, un numero maggiore di valvole permette di sfruttare meglio lo spazio a disposizione ai fini della circolazione dei gas, consentendo nel contempo di realizzare valvole più piccole, quindi più leggere. Non è un caso che i motori a quattro valvole per cilindro, i più frequenti, possano raggiungere, a parità di cilindrata, potenze molto più elevate di quelli a due valvole. Sono state studiate anche soluzioni intermedie che prevedono l’impiego di tre o cinque valvole per cilindro, ma i risultati non sono stati particolarmente incoraggianti; sebbene le sezioni a disposizione dei gas freschi fossero maggiori, infatti, i flussi uscenti dai condotti di immissione sembrano disturbarsi; inoltre, anche la forma della camera di combustione diventa meno lineare rispetto a quella, più geometrica, con numero pari di valvole.

Un’ultima notazione tecnica riguarda il comando di distribuzione. Gli alberi a camme, infatti, non agiscono direttamente sulle valvole, bensì su degli organi intermedi, detti “cedenti”, che assorbono la loro spinta e la trasmettono allo stelo della valvola. I cedenti sono detti punterie se hanno un movimento rettilineo alternato e bilancieri se, invece, sono fulcrati, muovendosi in tal caso secondo un arco di cerchio. I bilancieri possono essere a due bracci se il fulcro è posto al centro, oppure a dito, se il fulcro si trova ad un’estremità della struttura. Il movimento repentino dei cedenti viene smorzato da molle che, a seconda della fase, provvedono a far aprire la valvola oppure a farla richiudere, richiamandola gradualmente in posizione. Nei motori da competizione si impiegano delle molle particolari, dette pneumatiche, grazie alle quali è possibile raggiungere regimi elevatissimi senza avere problemi di affidabilità.

A voi la scelta…

 

 

 

 

Roberto Maurelli


 

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