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AUTO, QUANTO MI COSTI
di
Giovanni Minieri
Si sa, l’auto è sempre nel mirino di qualsiasi esecutivo
quando è necessario fare cassa nel minor tempo possibile. Gli aumenti
delle accise sui carburanti, del bollo auto, della IPT, dell’IVA hanno
il pregio di rimpinguare immediatamente le casse dello Stato e sfoltire
il portafogli degli italiani.
E in tempo di crisi delle finanze statali, cronicamente
sempre in rosso, non stupisce il rapporto della Anfia, Associazione dei
Costruttori Nazionali, secondo cui nel 2014 il carico fiscale che grava
sull’automotive italiana è stato pari a 71,6 miliardi di euro,
registrando un aumento dell’1,7% rispetto al 2013.
E non è tutto, spulciando i dati forniti dall’ Anfia,
scopriamo che rispetto al gettito complessivo delle entrate fiscali, il
settore dell’automobile incide per il 16,8%. L’incidenza invece rispetto
al PIL è di tutto riguardo, attestandosi ad un significativo 4,5%,
valore sensibilmente superiore al 3,4% di media europea.
E’ lo stesso
Roberto Vavassori, presidente dell’Associazione, a snocciolare altre
cifre: la tassazione da utilizzo dell’autoveicolo è passato da 51,18
miliardi di euro del 2009 a 88,67 del 2014, così come il gettito
proveniente dalla regina di tutte le tasse automobilistiche, il bollo
auto, è passato da 5,67 miliardi a 6,10 miliardi di euro.
Ma ad essere in crisi non sono soltanto le casse del
governo, ma, come noto da anni, anche le nostre. Ed il mercato dell’auto
ne ha risentito, eccome. Dal 2009 al 2014 il gettito proveniente dalla
tassazione sui veicoli nuovi, vale a dire IVA e IPT, è sceso da 9,48
miliardi a 6,83 miliardi, con una considerevole flessione pari a -27,9%,
cui ovviamente corrispondono immatricolazioni del 37% in meno rispetto
al 2009. Ma, come dicevo sopra, con l’auto bisogna fare cassa, e
se gli italiani non acquistano auto nuove, gli alti papaveri al governo
hanno avuto la geniale pensata di inasprire la tassazione sul parco auto
già circolante. Forse le cose potrebbero presto cambiare. Notizia di
qualche giorno fa riporta che finalmente il mercato delle vendite si sta
risvegliando, a luglio in Italia si è registrato un aumento pari al
14,5%.
Nei primi sette mesi dell’anno sono state immatricolate
più di un milione di autovetture, con il marchio FiatChrislerAutomobiles,
tra i primi a spuntare un balzo in avanti nelle vendite attestandosi ad
un più 19,3% rispetto al mese di luglio 2014.
A questo punto sarebbe
auspicabile che a fronte di un aumento del gettito proveniente dalla
tassazione del nuovo, qualora la tendenza fosse confermata nei mesi
successivi, corrispondesse una diminuzione del carico fiscale sulle
altre voci che gravano sul possesso e l’utilizzo delle quattro ruote,
prima fra tutte le accise sui carburanti che, ricordiamolo,
rappresentano circa il 60% del prezzo pagato alla pompa, ciò significa
che su 1,60 euro al litro di benzina che paghiamo al distributore, poco
meno di 1 euro li giriamo pari pari al nostro assetato governo.
Giovanni Minieri
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