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LA TECNOLOGIA DELL'AUTO FERMA A 10 ANNI FA

di Giovanni Minieri

 

A te che in questo momento stai leggendo questo articolo, nella migliore dell’ipotesi forse sei a casa, col pc acceso e ti starai chiedendo cosa vorrò mai. Ma forse la domanda te la starai ponendo mentre sei col tuo tablet seduto in treno tentando di non addormentarti perché stamattina la sveglia ha suonato presto. O ancora probabilmente sei col tuo smartphone in giro per la città con mille impegni a lottare contro il tempo che non sembra bastare mai. Ma a prescindere dal “come” stai leggendo quest’articolo, ti invito a fare uno sforzo mentale, e tornare con la memoria a soli 10 anni fa. Ricordi? Erano usciti i primi cellulari con schermo touch, una tecnologia in realtà scoperta già negli anni 60, ma non applicata subito per i costi relativamente alti. Ed in effetti anche i primi smartphone, come ad esempio l’HTC Tytn, erano piuttosto costosi, non tutti potevano permettersi quei gadget sicuramente innovativi, iper-tecnologici con un portafogli ipo-fornito. Ma tant’è, la tecnologia, lo sappiamo, fa passi da gigante che si misurano non in anni, ma in mesi. E cosi oggi, nel 2015, sei col tuo iPad di cui non riusciresti più a fare a meno. Il tuo cellulare è diventato un segretario che ti ricorda gli impegni giornalieri, col quale addirittura puoi pagare la spesa al centro commerciale. Ora, prova ancora a ricordare le auto che circolavano 10 anni fa. Era uscita già la seconda serie della Punto, la Golf era arrivata alla serie 5 ed oramai alcuni optional molto costosi fino a qualche anno prima, erano diventati di serie: ABS, EBD, vetri elettrici e, su alcuni modelli, anche il navigatore satellitare. Ma ricordi quanta benzina consumavano quelle auto? Provo ad aiutarti io. La Fiat Punto col motore benzina Fire 8 valvole da 60 cavalli dichiarava un consumo medio del 17,5 Km/l, mentre la Golf 1.4 16v da 70 cavalli benzina arrivava a 16 km/l. Oggi, le stesse auto, con motori simili hanno un consumo medio rispettivamente di 18,8 km/l e di poco superiore a 20 km/l. A questo punto sorge un interrogativo: come mai nel campo della telefonia, e in quello più ampio dell’Information Technology, abbiamo assistito ad una vera e proprio rivoluzione, con un deciso calo dei prezzi e un aumento esponenziale delle prestazioni, mentre per le auto tutto questo non si è verificato, al contrario, i prezzi sono aumentati mentre l’innovazione automobilistica non è neanche lontanamente paragonabile a quella che ha visto protagonista l’IT.  O meglio l’innovazione c’è stata, ma si è fermata all’elettronica di ausilio e alla sicurezza dell’automobilista. Come ad esempio il sistema elettronico basato su sensori che consente ad alcune auto di parcheggiare da sole, oppure di frenare automaticamente quando nel traffico cittadino il conducente distratto non si accorge che l’auto che gli sta davanti si è fermata. Certo, è importante rendere la vita dell’automobilista più semplice e sicura, ma questo tipo di tecnologia quanto incide effettivamente sul portafogli degli italiani: quasi nulla. E’ risaputo che le spese di gestione dell’auto sono legate principalmente al consumo del carburante.  E’ altrettanto vero che ci sono auto a motore elettrico e a propulsione ibrida, quelle che cioè montano un motore benzina e uno elettrico alimentato a batterie che si ricaricano con l’energia prodotta in fase di frenata. Ma sapete quanto costa un’auto del genere? La stessa VolksWagen ha in listino la e-Golf, con solo motore elettrico, a 37.000 euro, cioè 20.000 euro in più della versione base. Mentre la XL1, sempre VW, è una ibrida che con meno di 1 litro di gasolio percorre 100 km! Il prezzo? Bisogna richiederlo, e la cosa suona molto simile alla “trattativa riservata” degli annunci sui siti immobiliari per la vendita di villette di pregio. Tutto ciò conferma che la tecnologia per consumare meno esiste, ma è cara. E lo è perché non si investe abbastanza, per giunta a farlo sono pochissime case automobilistiche. Ma poi, perché tanto lavoro, a chi gioverebbe avere un auto che consuma poco? All’ambiente e all’automobilista di certo. Ai produttori di auto e ai benzinai (leggasi petrolieri), tu che dici?

 

Giovanni Minieri

 


 

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