LE FRUSTRAZIONI DELLA BILANCIA
di Roberto Maurelli
Tempo fa ho letto da qualche parte che fra meno di dieci
anni, continuando con questo ritmo frenetico, i rasoi arriveranno ad
avere circa dodici lame… La notizia non mi ha turbato più di tanto
perché ero già abituato alla sindrome da gigantismo che affligge ormai
tutti i produttori di auto. Probabilmente fra dieci anni, mentre starò
facendomi la barba con il mio nuovo “Super Rasoio”, osserverò dalla
finestra le strade attorno al mio isolato infestate da Ford Fiesta
lunghe sei metri e da Fiat 500 da tre tonnellate! Pensateci bene,
l’ipotesi non è affatto azzardata. Ricordate la Golf prima serie di
Giugiaro? Bene, quell’originale vetturetta pesava appena 840 kg;
l’attuale Golf (quinta serie) ne pesa più di 1300, con un aumento di
circa il 60%; inoltre è quasi mezzo metro più lunga e 15 cm più larga.
Ormai perfino la Polo è più grande e pesante della Golf originale.
Non pensate che voglia accanirmi contro il fiore
all’occhiello di casa Volkswagen; il problema è che il contenimento
delle dimensioni e del peso è uno degli strumenti più efficaci tra
quelli attualmente a nostra disposizione per combattere simultaneamente
a) le emissioni di CO2; b) il traffico; c) la mancanza di
“verve” di molte auto odierne. All’aumentare della massa, infatti,
aumenta l’energia richiesta al motore per vincere le forze di inerzia e
di gravità. In buona sostanza, i progressi ottenuti dai tecnici nel
miglioramento del coefficiente di rotolamento dei pneumatici e di quello
di penetrazione aerodinamica sono stati vanificati dalla produzione di
vetture sempre più pesanti, più larghe e più alte.
Molti progettisti sono ormai consapevoli che arrivato il
momento di mettere a dieta le nostre auto, ma non sempre questa scelta
si è rivelata efficace dal punto di vista del marketing. L’Audi, ad
esempio, aveva commercializzato qualche anno fa la A2 con carrozzeria
interamente in alluminio, ma i risultati sono stati davvero deludenti.
La Mercedes ci ha provato con la Smart, dotata di una leggera
carrozzeria in plastica, ma praticamente l’hanno comprata solo gli
italiani. Non è un caso che proprio in questi anni si sia assistito ad
una escalation di vendite di SUV e fuoristrada di grossa taglia.
Oggi, però, la stretta operata dalle norme
antinquinamento sta mettendo sempre più in difficoltà le Case
costruttrici ed è per questo che si cominciano a vedere, anche solo a
livello di prototipo, delle soluzioni innovative.
A questo proposito si possono fare alcune considerazioni
generali. Con le attuali tecnologie è possibile produrre telai più
leggeri utilizzando alternativamente acciai speciali, leghe leggere
(alluminio e magnesio), plastiche e materiali compositi. Questi ultimi,
pur essendo i più efficaci sotto il profilo del contenimento del peso e
della rigidezza, sono tuttavia di difficile lavorazione e questo fa si
che vengano impiegati solo su vetture d’elite, dove i processi
costruttivi sono pressoché artigianali.
Per quanto riguarda l’alluminio, le nuove tecniche di
stampaggio consentono di ridurre i tempi e i costi di lavorazione senza
pregiudicare minimamente la rigidità dei pannelli realizzati.
Utilizzando questo materiale il risparmio di peso si attesta sul 30%
rispetto al comune acciaio. L’altra lega leggera, il magnesio, consente
un’ulteriore riduzione, ma ha prestazioni meccaniche inferiori
all’alluminio, per cui nella grande produzione viene utilizzato
soprattutto quando si vogliono ottenere pochi e piccoli pezzi di forma
complessa.
Le plastiche sono ormai largamente utilizzate in campo
automobilistico e hanno numerosi vantaggi: sono facili da produrre,
possono essere riciclate e subiscono pochi danni in caso di impatto a
bassa velocità. Pensate che perfino la Rolls Royce Phantom è dotata di
parafanghi anteriori in plastica!
La vera novità degli ultimi anni, però, è costituita
dall’introduzione di acciai speciali, i cosiddetti acciai
altoresistenziali. Si tratta di un prodotto ottenuto con una
tecnologia avanzatissima che permette di massimizzare le ottime qualità
di questo materiale (robustezza, rigidezza, resistenza alla corrosione)
pur riducendone la massa. Oggi la maggior parte delle vetture impiegano
in dosi sempre più massicce questi acciai che sono in grado di ridurre
il peso fino al 35%, offrendo contemporaneamente un miglioramento della
sicurezza passiva e una riduzione del costo di produzione.
Insomma, è il caso di rendersi conto che trenta anni fa
le automobili non erano ben equipaggiate come quelle di oggi:
climatizzatore, rinforzi strutturali in caso di incidenti, sistemi di
trattamento dei gas di scarico, panelli fonoassorbenti, complessi
impianti elettrici, ecc. Oggi la ricerca del confort, quando non anche
del lusso, spinge sempre più su l’ago della bilancia, ma questo non è
più tollerabile. Le criticità sul fronte degli approvvigionamenti
energetici e dell’immissione nell’atmosfera dei gas serra pongono una
nuova sfida. È tempo di raccoglierla…
Roberto Maurelli |