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PUGNO D’ACCIAIO IN GUANTO DI VELLUTO

La splendida Giulia GTA

 

di Roberto Maurelli

 

Da una costola della eccellente berlina Giulia, nasceva, nel 1963, la coupé GT. Rispetto alla capostipite, la nuova Alfa Romeo presentava un pianale accorciato, un motore più potente, quattro freni a disco e, ovviamente, una linea più filante e sportiva opera di Giorgetto Giugiaro (che a quei tempi lavorava presso la Bertone). Il peso era contenuto in soli 950 kg, che la rendevano agile e reattiva nei cambi di direzione.

Queste caratteristiche contribuivano a rendere il progetto piuttosto autonomo rispetto a quello della Giulia, al fine evidentemente di esaltare al massimo le caratteristiche dinamiche.

L’evoluzione motoristica, invece, seguì molto l’evoluzione della berlina, presentando sempre motorizzazioni più brillanti, con motori bialbero a quattro cilindri e cubature comprese tra 1300 e 2000 cc.

La versione 1300, nell’allestimento Junior, fu di gran lunga la più venduta (oltre 90.000 esemplari). Pur non disponendo di una grande potenza (89 cv) e non essendo dotata di un equipaggiamento di prim’ordine (aveva il pavimento in gomma, la plancia in plastica, i sedili meno profilati e non disponeva di servofreno…) questo modello riusciva ad entusiasmare gli animi degli appassionati meno facoltosi.

In questo articolo, tuttavia, ci soffermeremo soprattutto sulla storia della GTA, ossia il modello derivato dalla GT e destinato alle competizioni motoristiche.

La prima versione fu realizzata dalla Autodelta, il reparto corse dell’Alfa Romeo, per correre le gare turismo. L’obiettivo era quello di schierare sul nastro d’asfalto una vettura in grado di competere con la migliore produzione estera che, in quel periodo, sfruttando alcune falle del regolamento, era riuscita a mettere in pista vetture ben lontane dalla produzione di serie. In primo luogo l’ingegner Chiti si preoccupò di superare uno dei difetti principali della precedente Giulia Ti: il peso eccessivo. La meccanica venne perciò rivestita da una più leggera carrozzeria in lega di alluminio (Peraluman 25), con parabrezza e finestrini in plexiglass. La riduzione della massa, portata fino a 745 kg, spiega anche la differente denominazione: GTA è l’acronimo di “Gran Turismo Alleggerita”. Accanto  queste modifiche spiccava anche la nuova sospensione posteriore, detta a “slittone”, progettata per abbassare il centro di rollio e per conferire una eccezionale guidabilità e tenuta di strada. Il motore, invece, era il “solito” 1600 cc a doppia accensione, ma con una potenza massima pari a 170 cv (invece di 103) e alimentato da carburatori di dimensioni maggiori rispetto a quelli di serie. La velocità massima, con il rapporto più lungo, era pari a ben 200 km/h.

 

Già al suo esordio, nella Trento - Monte Bordone riuscì a cogliere il successo di categoria a dimostrazione della qualità del lavoro svolto dagli ingegneri.

Questa vettura, inoltre, dominò le gare turismo europee per oltre un decennio, guidata, fra gli altri, dallo spettacolare Andrea De Adamich che seppe lottare strenuamente con le rivali BMW e diventare Campione Europeo Turismo nel 1966 e 1967.

Tra le sue numerose vittorie (oltre 200!), spiccano anche risultati oltreoceano oppure in competizioni di durata, come la 6 ore de Nurburgring, dove seppe dare filo da torcere perfino alle mitiche Porsche 911. Non è un caso che in quegli anni la Casa di Stoccarda fosse considerata una diretta concorrente da quella di Arese…

L’apice la GTA lo raggiunse nel 1971, quando venne lanciata la 2000 cc da 240 cv, destinata a misurarsi con la terrificante BMW 2002 Turbo. Questo almeno fino al 1973, anno in cui si concluse la sua carriera sportiva europea.

Nei campionati nazionali, invece, continuò a ben figurare fino alla soglia degli anni ’80, nonostante nel 1976 l’Alfa Romeo avesse scelto di mettere fuori produzione il modello!

Oggi è davvero difficile reperire sul mercato dell’usato una GTA in buone condizioni. Delle 447 vetture prodotte dall’Autodelta si stima che oltre 300 siano state destinate alle corse. Va detto che anche il prezzo è alquanto proibitivo: per un esemplare in perfette condizioni si dovrebbe sborsare circa 40.000 euro, una somma considerevole anche se certamente meritata. Lo spirito che questa vettura riesce ad incarnare va ben oltre quella cifra. Ne è prova semplicemente il fatto che, sebbene a fregiarsi del marchio GTA siano state molte Alfa Romeo, anche recenti, nessuna ha saputo davvero riproporre la grandezza dell’antenata.

Roberto Maurelli


 

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