Alfa Romeo -
I suoi primi cento anni
di Giuseppe Capitanio
Una
statua di bronzo posta nell’area della Fiera di Milano, è stata posta ed
inaugurata per celebrare il centenario dell’Alfa Romeo. Il nome della
scultura è “Disco Volante” e prende direttamente ispirazione dalla
storica Alfa Romeo 1900 C52 Spider, detta appunto Disco Volante per le
sue forme sinuose, che dava alla vettura un affascinante effetto di
“volo”. La statua è stata donata dal Registro Italiano Alfa Romeo (Riar),
e come per una vera auto è stata studiata dal Centro Stile Alfa Romeo.
La gloriosa storia di Alfa Romeo nasce nel
1910 quando un gruppo di industriali e finanzieri milanesi rileva la
Società Italiana Automobili Darracqeri che era sull’orlo del fallimento
e la rilancia industrialmente e nominalmente. Il primo passo è il cambio
della ragione sociale che diventa Anonima Lombarda Fabbrica Automobili –
Milano.
Il primo marchio della fabbrica sarà un
cerchio bordato d’oro con in campo blu l’acronimo ALFA nella parte
superiore e la parola MILANO nella parte inferiore, all’interno i
simboli della città di Milano: il biscione e la croce rossa in campo
bianco.
In cento anni i successi commerciali e
sportivi sono stati innumerevoli. Un mito senza fine e proprio per
ricordarlo la casa del biscione ha dato ad uno dei suoi modelli di
maggior successo di oggi in particolare in ambito giovanile il nome di
MiTo. Un nome che è tutto un programma nel suo bivalente significato.
MiTo per celebrare il mito Alfa Romeo e MiTo l’unione delle sigle di
Milano e Torino per ricordare il positivo connubio nato tra l’Alfa Romeo
di Milano sotto la guida della Fiat di Torino.
Nel 1915 l’ing. Nicola Romeo entro nel
capitale dell’Alfa e modificò il nome come lo conosciamo oggi.
L’Alfa Romeo ha accompagnato la crescita e
lo sviluppo automobilistico dell’Italia, sia con modelli stradali che
prettamente corsaioli. Come dimenticare l’Alfa Romeo 6C e la P2 ed il
reparto corse denominato Scuderia Ferrari. Nel 1932 l’azienda venne
acquisita dall’IRI che decise di dedicarsi solo alla produzione di auto
stradali e quindi il settore corse venne affidato totalmente alla
gestione della Scuderia Ferrari, fino a quando Enzo Ferrari decise di
abbandonare l’Alfa e di continuare da solo.
L’Alfa vinse quasi tutte le
corse a cui partecipò, dalla Targa Florio alla Mille Miglia ai GP
d’Italia. Nella seconda metà degli anni ’40 l’Alfa Romeo contribuì al
rilancio industriale post-bellico con un modello di punta la 1900.
Questa automobile era una berlina a quattro porte e cinque posti ed era
la prima auto dell’Alfa a carrozzeria autoportante. Aveva un motore di
quattro cilindri in linea di 1884 cc ed erogava 90 cv in grado di
raggiungere i 150 kmh, mentre le versioni 1900 Super e Super Sprint
erano in grado di raggiungere i 190 kmh.
Con quest’auto l’Alfa Romeo
conquistò molti successi sportivi, tanto che all’uopo fu coniato lo
slogan “la macchina da famiglia che vince le corse”. Con questo modello
in particolare venne introdotto il concetto, unico fino ad allora, di
berlina ad alte prestazioni per uso quotidiano. Concetto, da allora,
portato sempre avanti da Alfa Romeo con la Giulietta, con la Giulia, con
l’Alfetta, con la 164 che all’epoca nella versione con motore diesel era
l’automobile più veloce al mondo.
La mitica Giulia nella versione TI.
Quest'auto accompagnò il boom economico degli anni '60.
Nel 1983 nasce la collaborazione tra NISSAN
ed Alfa Romeo con il progetto ARNA, e viene immesso sul mercato un
prodotto costituito da carrozzeria NISSAN e meccanica dell’Alfasud, auto
che dal 1969 veniva costruita nello stabilimento di Pomigliano d’Arco.
Nel 1987 l’IRI decide di vendere l’Alfa
Romeo, in quanto pur avendo validissimi prodotti, la produzione
risultava deficitaria in quanto ogni singola auto veniva a costare più
di quanto veniva messa in vendita. L’acquistò la FIAT e da allora è
storia recente. Nasce la 155 e la 156 che riscuote un grande successo,
la Spyder, e successivamente la 159 e la MiTo.
Ed il mito continua.
Giuseppe Capitanio |