Ambiente
e sviluppo sostenibile
di Riccardo Tullio
Il
pianeta Terra è sempre stato nella mani dell’uomo, ma ora più che mai,
le sue scelte possono decidere il destino delle future generazioni.
Ciò
che ne sarà del domani, dipenderà, per la maggior parte, da ciò che oggi
la nostra comunità metterà in atto.
E’
impensabile come la nostra generazione, prima fra tutte nella storia
dell’uomo, abbia il potere, senza volerlo e soprattutto senza esserne
consapevole, di compromettere ciò che proviene dal passato sottraendolo
al futuro.
La
Terra sta soffrendo, addirittura morendo, poiché le risorse si stanno
esaurendo, la popolazione cresce e sottrae più velocemente i beni a
disposizione, tutto è sempre più inquinato, le specie viventi non
riescono ad adattarsi rischiando l’estinzione, e così si minacciano gli
equilibri naturali.
L’uomo ha sempre interagito con l’ambiente che lo circonda,
modificandone gli aspetti, e con l’evoluzione ha sfruttato al meglio le
sue potenzialità e conoscenze; ma dalla sua esistenza fino ad oggi
appare notevole l’impatto degli ultimi decenni, rispetto alla
lunghissima evoluzione biologica, geologica, culturale.
La
natura ci ha insegnato che i cambiamenti climatici, e con essi ciò che
ne consegue, hanno ridimensionato le condizioni esistenti sulla Terra,
apportando temporanei e permanenti modificazioni a tal punto da impedire
al alcune specie di sopravvivere.
L’uomo, ignaro di ciò, sta facendo passi da gigante, in contrasto con
l’evoluzione naturale, in tempi brevissimi; si rischia di rendere
irreversibile ogni decisione.
La
sovrappopolazione, il progresso tecnologico, l’aumento dei rifiuti,
l’esaurimento delle risorse così come la ricerca di fonti alternative,
hanno modificato profondamente l’ambiente naturale primitivo.
Dall’estrazione delle materie prime, il rischio idrogeologico, dal
disboscamento, la desertificazione, dalle infrastrutture insediative
delle metropoli, la perdita di aree verdi di ingente valore,
dall’inquinamento dissennato, i cambiamenti climatici e, non per ultimo,
le malattie dell’uomo.
Questi sono tutti elementi di una crisi prodotta dalle attività
economiche che dovrebbero dare risposte ai bisogni umani ma sono
diventate invece, per effetto della logica del mercato, una minaccia per
gli equilibri ecologici e la vita delle generazioni future.
Questa crisi si intreccia con gli squilibri tra il Nord e il Sud del
pianeta, tra ricchi e poveri all’interno di ogni società. Sulla base di
questo, oggi non può esistere alcun tipo di sviluppo che non abbia alla
base ancora la natura, sempre dilaniata.
Di
fatto, l’uomo ha bisogno della natura, ma deve conservarla ed
utilizzarla nel migliore dei modi. Come? Facendone una corretta gestione
e perseguendo uno sviluppo sostenibile.
I
meccanismi e le priorità dell’economia vanno ripensati in questa
prospettiva, puntando all’eliminazione della povertà e al miglioramento
della qualità della vita.
Infatti con l’incremento demografico degli ultimi decenni e
l’industrializzazione, che avanza ormai anche nei paesi emergenti, la
distruzione dell’ambiente ha assunto una dimensione globale e
proporzioni così allarmanti da convincere anche i governi, soprattutto
dei paesi sviluppati, a intervenire in maniera tempestiva.
A tal
proposito va ricordato che, mentre nei paesi ricchi si inquina
l’ambiente per produrre beni di consumo in parte superflui, nei paesi
poveri la distruzione ambientale avviene per motivi di sopravvivenza
legati alla fame, una necessità.
Nel
frattempo nasce anche l’esigenza di trovare nuove risorse alternative,
che si sostituiscano a quelle altamente inquinanti.
L’evoluzione della ricerca scientifica, in questo campo, ha avuto
moltissimi risultati, sviluppando fonti energetiche rinnovabili, tra cui
di notevole interesse l’eolico e il solare.
Il
problema dello sviluppo di energie alternative è ormai un problema
sentito da tutti. Spesso, però, a causa dei costi elevati di
investimento iniziale, si preferisce continuare ad utilizzare sistemi
altamente inquinanti.
Le
fonti rinnovabili sono, quindi, il futuro energetico mondiale, non solo
per salvaguardare la Terra, ma anche come unica alternativa ai
combustibili fossili, in via di esaurimento.
Oggigiorno l’uomo si trova ad affrontare il problema dell’inquinamento
solo con se stesso, con la sua incoscienza e con la sua superficialità,
ma allo stesso tempo contro le sue inclinazioni di progresso e avidità
di conquista.
Questa è una battaglia molto difficile nella salvaguardia dell’ambiente
umano, senza alcuna certezza, ma soltanto con la speranza che il domani
potrà essere diverso, migliore.
Una spinta notevole è dalle numerose campagne ambientalistiche, che
denunciano situazioni sconosciute, informando così la gente comune,
sensibilizzando alla lotta per i diritti e interpellando i governi sulle
decisioni da prendere.
Ma
ciò deve essere anche affiancato dalla ricerca scientifica, prima e
durante, che operi effettuando analisi sui vari substrati aria, acqua,
suolo, affinché si possa fare prevenzione sulle questioni ambientali.
Inoltre per contrastare in modo efficace l’inquinamento e ancora di più
le cause che lo generano, vale a dire cercare di non inquinare più e
rimediare al danno fatto fino ad oggi, si può e si deve fare una
programmazione a tutti i livelli, dal singolo individuo all’istituzione
mondiale.
Bisogna partire quindi dai cittadini, per arrivare alla comunità,
informandoli e sensibilizzandoli, e laddove sono in grado di dare un
contributo, esortarli a farlo, con le pratiche quotidiane ad esempio,
come la raccolta differenziata dei rifiuti, il risparmio energetico in
abitazione, per poi passare alle istituzioni a livello nazionale, che si
faranno carico di promulgare leggi severe ed efficaci riguardo
comportamenti illegittimi da contrastare. E’ chiaro come tutte le
nazioni, nell’ottica del bene comune, devono intervenire e contribuire.
Perché il mondo intero è capace di trovare soluzioni ed interventi, ha
conoscenze nel campo genetico, ingegneristico ed ecologico; si può
lavorare con sistemi naturali e trarre beneficio da essi, senza
distruggerne l'integrità e le capacità di rinnovamento; si può
salvaguardare le specie dall'estinzione, ripristinare la biodiversità,
rendere nuovamente fertili i terreni, invertire il processo d'inquinamento
negli oceani e nell'atmosfera, riciclare i rifiuti rendendoli risorse,
catturare l'energia del sole, del vento e dell'acqua,
e sfruttare la ricchezza genetica dell'evoluzione.
L'educazione ai consumi, il controllo dei
bisogni,
la messa a punto dei comportamenti che permettono la convivenza tra
utilizzazione e conservazione delle risorse costituiscono l'unica via da
percorrere nella logica della sopravvivenza.
Per
attuare ciò è indispensabile un profondo cambiamento della nostra
mentalità di uomini delle società industrializzate, che promuova lo
sviluppo della creatività, dell'immaginazione, della previsione,
dell'anticipazione, favorendo in tal modo la risoluzione dei problemi
prima che sia troppo tardi, quando il problema è all’estremo e la
soluzione è drastica.
L’occidente, che per molti aspetti ha un’influenza notevole sul mondo,
ha sempre riconosciuto la persona umana, il rapporto tra l’uomo e la
natura, celebrandolo nell’arte e nel pensiero scientifico.
Ma
adesso sembra quasi remissivo, ha abdicato la sua funzione democratica,
civilizzatrice e ancor di più conservatrice per lasciare un po’ le cose
alla deriva, senza responsabilizzarsi e farsi carico, tempestando la
comunità di buone intenzioni ma restando a guardare da lontano.
E
intanto avanzano quelle parti del mondo che ancora nutrono manie di
totalitarismo.
Se è
vero che l’uomo è artefice della propria vita, su di egli pesa la
responsabilità etica del mondo; è ugualmente vero che non ci si può
fermare di fronte al progresso e al libero mercato che incalzano
arrembanti, ma occorre studiare strategie efficaci per applicarle al
contesto ambiente.
Lo
stato deve farsi da parte abbandonando le politiche ambientali di
monopolio e favorendo il più possibile lo sviluppo dei privati, così da
dare una spinta in più allo sviluppo.
D’altra parte è necessario educare l’uomo fin dall’infanzia al giusto
sapere, un’educazione alla natura incontaminata, ma anche al paesaggio
frutto del lavoro dell’uomo stesso, delle infinite trasformazioni e
tradizioni culturali che hanno segnato la sua storia , le peculiarità e
le bellezze del territorio.
L’uomo, attualmente è il fulcro delle sue stesse attività, cioè si tiene
in gioco tra lo sviluppo e l’ambiente con le leggi del mercato.
Lo
sviluppo, inteso come scienza, deciderà sempre i processi di
modificazione dell’uomo sull’ambiente, con maggiori investimenti, con
una maggiore responsabilità etica. L’ambiente, per contro, non potrà
opporsi all’evoluzione economica, ma dovrà utilizzare le dinamiche del
mercato per raggiungere i suoi obiettivi di salvezza.
Una
sorta di interazione fra le politiche ambientali con quelle economiche
per conciliare le esigenze di tutela della natura con lo sviluppo e la
competitività delle imprese: quello che sostanzialmente va sotto il nome
di sviluppo sostenibile, visto in maniera globale.
Esso
in realtà si articola a vari livelli intersecando i settori economico e
sociale.
Tutti
gli esseri umani hanno bisogno dell’ambiente naturale per soddisfare i
propri bisogni come il cibo, l’acqua, un rifugio, l’energia, e in
generale mira a raggiungere il massimo livello di qualità della vita.
Poiché lo sviluppo è strettamente legato alle risorse disponibili, la
capacità di rigenerarle è la chiave per la sostenibilità. A sua volta
questa, essendo in ciclo continuo, viene mantenuta soltanto da un
utilizzo razionale delle risorse, che tenga conto del funzionamento
degli ecosistemi e delle capacità di carico dell’ambiente.
Lo
sviluppo sostenibile nei paesi poveri, che hanno solo l’ambiente da
utilizzare, richiede criteri economici diversi da quelli tradizionali.
Infatti tiene conto dei costi ambientali per non gravare sulla qualità
ambientale.
Pertanto devono essere inclusi altri parametri come la salute, la
disponibilità di cibo, la qualità delle acque, un rifugio per tutti.
Appare così evidente che lo sviluppo sostenibile non è solo difesa
dell’ambiente, ma un nuovo concetto di crescita economica, che ha come
fine quello di garantire un’opportunità per tutti. È un processo
attraverso il quale le politiche dei vari settori economico,
commerciale, energetico, agricolo, industriale, confluiscono in modo di
creare uno sviluppo sostenibile, per l’economia, la società, l’ambiente.
Molti
governi hanno preso atto dello stato attuale delle cose, rendendosi
conto della gravità dei problemi ambientali in relazione allo sviluppo,
ed hanno lanciato un appello al mondo per un impegno comune.
E’
stato sottoscritta la dichiarazione e appello alla nazione di Bonn,
emanata nella conferenza mondiale UNESCO sull’educazione allo sviluppo
sostenibile svoltasi nel 2009, di cui ricordiamo alcuni punti salienti:
“La crisi globale economica e finanziaria evidenzia i rischi associati a
modelli di sviluppo economico insostenibili e a pratiche basati su
obiettivi di breve periodo. Gli impatti ecologici dei modelli di
produzione e di consumo non sostenibili stanno compromettendo le scelte
delle generazioni presenti e future e la sostenibilità della vita sulla
Terra, come il cambiamento climatico sta dimostrando.
Abbiamo a disposizione le conoscenze, la tecnologia e le capacità per
cambiare la situazione. Abbiamo bisogno di mobilitare il nostro
potenziale per fruire di tutte le opportunità al fine di migliorare
l’azione e il cambiamento.
Attraverso l’educazione e l’apprendimento durante tutto l’arco della
vita possiamo ottenere stili di vita basati sulla giustizia sociale ed
economica, sulla sicurezza alimentare, sull’integrità, sui modelli di
vita sostenibili, sul rispetto per ogni forma di vita e su valori solidi
che alimentano coesione sociale, democrazia e azione collettiva.
L’educazione allo sviluppo sostenibile è necessaria per assicurare vita,
aspirazioni e futuro ai giovani”.
Senza
fare falsi moralismi, sappiamo che
proteggere l’ambiente e frenare il consumo intensivo, pur
sembrando oggi un obiettivo piuttosto pretenzioso, è un dovere di tutti,
e bisogna profondere il massimo impegno per cercare di riuscirci.
L’unico responsabile di ciò che il nostro ambiente
subisce è l’uomo.
Dobbiamo essere consapevoli delle responsabilità che
abbiamo, vale a dire che tutti i danni all’ambiente si ripercuotono, sia
pure in maniera diversa, sull’uomo.
L’ambiente è quello che noi chiamiamo Madre Natura: ciò che ci dà
nutrimento, ciò che ci protegge, ciò che ci offre la vita.
Se
andiamo contro la madre dell’uomo significa che vogliamo
autodistruggerci.
(Ago.2010)
Riccardo Tullio |