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L'AMBIENTE: PASSATO, PRESENTE E FUTURO

di Luigi Follone

 

Collocare la parola ambiente all'interno di una definizione che possa includere tutte le numerose  implicazioni che ne fanno parte, è un azione sicuramente difficile e probabilmente anche errata. Questo perché il termine “ambiente” può essere utilizzato per fare riferimento ad un vasto numero di scenari e di conseguenza fare da titolo ad altrettanti argomenti. Volendo, tuttavia, dare una individuazione almeno figurativa del termine, grazie all'etimologia si può risalire alla parola latina di derivazione “ambiens”, che la definisce come materia che avvolge qualcosa, una  sorta di elemento fluido. Nella concezione antica del termine il “qualcosa”è rappresentato dall'uomo, ossia l'elemento sovrano capace di plasmare e modificare  l'ambiente in funzione delle proprie esigenze.

Questo concetto deriva da un' antica definizione di tipo antropocentrico che individua l'uomo come soggetto attivo a scapito dell'ambiente (oggetto passivo). Seguendo il corso della storia, con l'avvento dell'industrializzazione (I,II rivoluzione industriale), l'idea antropocentrica è andata  modificandosi per lasciare spazio ad una posizione progressivamente più sensibile nei confronti dell'ambiente. E' stato necessario che l'umo si rendesse conto delle conseguenze negative che il suo operare poteva generare nell'ambiente. Non ci volle molto per capire che se da un lato la scoperta di nuovi mezzi e sistemi di produzione riuscivano a garantire un efficienza migliore e conseguentemente un tenore di vita più apprezzabile, dall'altro  lo sfruttamento incontrollato delle risorse naturali ha generato una serie di grandi problematiche  che  sono ricadute negativamente sull'uomo stesso, rendendo discutibile la validità del risultato finale. In sostanza, grazie al progresso dei sistemi di produzione e delle nuove tecnologie l'uomo è riuscito a conquistare numerosi traguardi come per esempio la possibilità di allungare la vita media, una maggiore disponibilità di cibo, trasporti veloci, rapido scambio di informazioni, maggiori comodità e quindi benessere, in poche parole, avere a disposizione  mezzi e conoscenze sicuramente superiori rispetto al periodo precedente l'industrializzazione.

Nonostante ciò, si è resa tristemente evidente non soltanto l'esigenza di rivalutare la posizione dell'uomo nei confronti dell'ambiente, ma, ancor di più, quella di tutelare le delicate sinergie tra loro esistenti. Fu proprio da questa consapevolezza che l'uomo comincia ad indirizzare maggiore interesse verso gli equilibri esistenti tra uomo e natura. Sulla scia di questa “presa di coscienza” è andata delineandosi una nuova materia avente come fine proprio quello di analizzare prevedere tutte le possibili conseguenze dovute  l'impatto delle azioni umane nei confronti della natura. L'ecologia è una delle materie più significative nate proprio dall'esigenza di definire il più chiaramente possibile quello che l'uomo stava inevitabilmente provocando alla sua terra. Il termine fu coniato da Ernst Haeckel nel 1866 e per derivazione dalla lingua greca significa “studio della casa”. Più propriamente, lo scopo dell'ecologia è quello di prendere in esame il rapporto tra le componenti viventi della natura e lo spazio fisico che le circonda, rispettivamente, quelle biotiche e quelle abiotiche.

Materie come l'ecologia hanno dato un contributo enorme sia nel diffondere gli adeguati principi per una corretta pratica dei comportamenti umani verso la natura, sia nel metter in luce tutta quella serie di nefaste problematiche  derivanti dall'inquinamento ambientale in senso lato. Aspetti come l'inquinamento idrico,atmosferico, acustico, ecc,; l'eccessivo sfruttamento delle risorse, lo smaltimento dei rifiuti, il riscaldamento globale e l'innalzamento degli oceani, il disboscamento e così tante altre forme di danno ambientale, sono stati affrontati scientificamente in modo tale da determinare sia le loro cause dirette che loro possibili soluzioni. Però, affinché si possa ottenere dei risultati apprezzabili non è sufficiente scovare le cause e proporre una soluzione, ma, per una concreta inversione di tendenza è necessario che si sappia diffondere in modo adeguato il corretto messaggio di pericolo. E' ovvio che per risollevare una condizione che interessa tutto il mondo non basta “svegliare” solo un certo numero di persone, ma è necessario far parlare tra loro tutte le popolazioni del mondo affinché insieme seguano lo stesso percorso. A tal fine uno dei primi grandi tentativi a livello mondiale è stato  realizzato nel  1992 a Rio de Janeiro: l’Earth Summit. Una conferenza avente come obiettivo quello di sollevare le condizioni dell'ambiente. Purtroppo, considerato troppo spesso benessere e salvaguardia ambientale seguono proporzioni inverse, da questa conferenza non furono ottenuti risultati apprezzabili.

Tuttavia, i tentativi di creare accordi internazionali e leggi che possano garantire una maggiore difesa dell'ambiente sono stati numerosi nel tempo e, anche se attualmente i problemi non si può certo dire siano stati risolti, almeno si può affermare che senza questi “incontri” la situazione sarebbe molto più preoccupante. Esempi di questi tentativi da parte delle nazioni di dare vita a nuovi principi e norme internazionali in campo ambientale sono riconducibili per esempio: alla Dichiarazione di Stoccolma del 1972, dove vengono sanciti una serie di importantissimi principi che prevedono, ad esempio, la condanna di politiche lesive della dignità e la libertà umana come il razzismo o l'apharteid, la responsabilità in atti di deturpazione nei confronti dell'ambiente, l'attenzione nello sfruttamento delle risorse naturali, lo sviluppo sostenibile,ecc.;il “Protocollo di kyoto”sottoscritto nel 2005 da 125 paesi e avente come scopo l'abbassamento dei livelli di anidride carbonica atmosferica; il protocollo di Montreal nel 1989, avente l'obiettivo di ridurre le sostante che minacciano lo strato ozono.

La ricerca di accordi internazionali e la creazione di nuove norme per le tutela dell'ambiente hanno subito senza dubbio una spinta notevole da parte delle associazioni e dei movimenti ambientalisti. Questi, hanno fornito un grande contribuito non soltanto con la diffusione dei concetti e delle nozioni fondamentali riguardanti la salvaguardia ambientale, ma, soprattutto, per merito della pressione e della partecipazione nel mondo politico sono riusciti a stimolare i governi verso la ricerca di soluzioni concrete alla questione ambientale. Per quanto concerne al nostra nazione un salto decisivo nei confronti di una giusta definizione giuridica del concetto di ambiente e delle norme atte alla sua difesa si ha per esempio con il decreto Ronchi del 1997 che segue il decreto Scotti del '92 grazie ai quali si conferiscono poteri ad hoc in materia ambientale. Anche la Corte Costituzionale, con l'intervento n. 210 del 1987, sancisce definitivamente una nozione precisa di ambiente rappresentandolo come bene immateriale di valore primario e assoluto.

L'inquadramento teorico del concetto di ambiente ha avuto l'importante beneficio di trasferire alle forze dell'ordine competenze e poteri specifici nei confronti della persecuzione degli illeciti ambientali fino ad allora non adeguatamente specificati dalla legge. Ne sono conseguite la costituzione dell'APAT con funzione tecnica di controllo (Agenzia Nazionale per la Protezione del ambiente e del Territorio;ARPA e APPA ) e forze di polizia come: il Corpo Forestale, l' Arma dei Carabinieri per la tutela dell'ambiente, Guardia di Finanza e Polizia di Stato per il controllo delle violazioni contro l’ambiente. Oltre alla costituzione di agenzie e corpi di polizia deputati alla tutela ambientale. Un altro importante risultato ottenuto dalla maggiore sensibilizzazione ambientale è stato quello promuovere la creazione di progetti per la conservazione ambientale come riserve naturali, parchi, zone di protezione, ecc.

Questo progressivo accostamento alle tematiche ambientali da parte sia dei popoli che delle nazioni, pur rappresentando un sforzo importante e   fondamentale per pensare di scorgere un barlume possibilità di risoluzione della questione, non è ancora sufficiente a contenere le carenze di un sistema ormai malato. Le abitudini, i costumi e la coscienza della gente sono gli elementi cardini attraverso i quali  devono necessariamente passare i messaggi di ridimensionamento e riconversione delle tendenze   ad oggi adottate.

Le vere fucine di insegnamento sono rappresentate delle scuole, le case, le piazze, ecc, ossia quei posti in cui la gente e soprattutto i giovani si confrontano quotidianamente e da dove possono partire le giuste indicazioni di massa per un apprezzabile cambiamento futuro.

Se l'uomo prenderà coscienza del contesto che sta attraversando e imparerà in modo adeguato e responsabile a rapportarsi con quella preziosa “casa” che lo circonda, l'ambiente, allora le possibilità di sperare in un cambiamento saranno reali, però tutto non potrà che essere vano se  non si riuscirà a far esprimere tutte le varie popolazioni del mondo con lo stesso pensiero nei confronti della questione ambientale.

 

Luigi Follone

 


 

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