Forza quattro
Il successo della prima Audi a trazione
integrale
di Roberto Maurelli
C'è un pizzico di italianità, almeno nel
nome, in uno dei più grandi capolavori dell'Audi. La chiamarono,
infatti, Quattro proprio dal numero italiano che indica la meccanica a
quattro ruote motrici. In verità, la denominazione più in voga tra gli
appassionati d’oltralpe è quella di "Urquattro", dove il prefisso
tedesco "Ur" sta a significare "primo". Questo modello, nei piani della
Casa dei quattro anelli, doveva essere appunto solo il primo esemplare
di una lunga serie di vetture equipaggiate con il sistema di trazione
integrale che permetteva di ridurre i consumi delle gomme, di migliorare
la trazione, di accrescere la maneggevolezza e la stabilità del mezzo.
In effetti, la produzione made in Ingolstadt ha riproposto più volte nel
corso degli anni la sigla "Quattro", che è diventata per la Casa un vero
e proprio marchio di fabbrica.
Tuttavia la capostipite di questa fortunata
generazione rimane, e rimarrà per sempre, uno degli esempi più
incredibili della enorme abilità e passione dell'industria
automobilistica tedesca.
Fu prodotta, tra il 1980 e il 1991, in ben
11452 esemplari. La sua caratteristica principale, come avrete capito,
era la trazione integrale permanente con tre differenziali. In Europa
nessun altro costruttore aveva mai adottato questa tecnologia. Il
motore, in origine, era un 5 cilindri da 2144 cc turbocompresso con
turbine KKK-k26 e intercooler, dotato di iniezione meccanica Bosh
K-Jetronic, capace di erogare 200 cavalli. Nel 1988 fece però la sua
comparsa un modello dalla cilindrata maggiorata a 2226 cc, punterie
idrauliche al posto di quelle meccaniche, rapporto di compressione più
alto, sensore del battito in testa, dispositivo cut-off,
turbocompressore raffreddato a liquido. Queste piccole modifiche non
incrementarono la potenza massima sviluppata, ma migliorarono lievemente
la coppia motrice che si attestava ora a 285 Nm, raggiunti a 3000 giri
invece che a 3500.
La sospensione posteriore era a ruote
indipendenti, e non semplicemente interconnesse, così da supportare
adeguatamente la struttura 4x4. Il cambio manuale aveva cinque marce e
il sistema frenante quattro dischi.
Esteticamente la carrozzeria da coupé,
sebbene derivata dalla 80 GT, con cui condivideva anche alcuni lamierati,
si presentava molto sportiva, con parafanghi larghi, paraurti
maggiorati, alettone posteriore, sedili sportivi e cerchi in lega
leggera. La linea Fastback, caratterizzata da una coda spiovente e
rastremata, era studiata per superare il classico schema di coupé a tre
volumi garantendo, allo stesso tempo, una buona capacità del bagagliaio.
A riscuotere meno successo furono, invece,
gli interni che riproponevano lo stesso design della 80; probabilmente,
furono proprio le critiche dei potenziali clienti che spinsero la Casa
madre a rendere più lussuoso l'abitacolo ed anche introdurre un più
moderno cruscotto digitale parlante con computer di bordo incorporato.
Il successo che ottennero le Audi Quattro si
deve anche al totale dominio nei rally nel corso dei campionati mondiali
del 1982 e del 1984. Per la Germania si trattava di un trionfo senza
precedenti: mai in precedenza una Casa automobilistica tedesca era
riuscita a vincere il Campionato Mondiale Costruttori di rally! Ecco
perché, al fine di cavalcare l'inevitabile entusiasmo sportivo, nel 1984
fu presentata la Urquattro Sport, una vettura da corsa adattata all'uso
stradale. Probabilmente questo modello rappresenta l'incarnazione
sportiva più pura realizzata dall'Audi.
Il motore era un 2133 cc con distribuzione
bialbero a quattro valvole per cilindro che sviluppava 306 cavalli; la
carrozzeria era in materiale plastico composito e il telaio era stato
accorciato di ben 34 centimetri. Ancora oggi Walter Rohrl, mitico pilota
della Casa, ricorda quanto fosse reattivo ed indomabile quel mezzo così
leggero e dal passo ridotto. Forse proprio il carattere così scorbutico,
riscontrato da piloti e acquirenti, fu la principale causa delle poche
vittorie internazionali di questo esemplare.
Nel 1989 venne presentata l'ultima
evoluzione della Quattro, dotata di un propulsore da 2226 cc con
distribuzione bialbero a 20 valvole, iniezione elettronica e
catalizzatore. Così equipaggiata, arrivava derogare la ragguardevole
potenza massima di 220 cavalli a 5900 giri/min.
Chi fosse interessato
alle quotazioni dell'usato, deve tenere in dovuto conto le significative
fluttuazioni dei prezzi dovute essenzialmente alle notevoli differenze
fra i modelli equipaggiati per uso stradale e quelli destinati alle
corse. Detto ciò, ci si deve preparare ad un esborso che può partire da
un minimo di 6000 € fino ad un massimo di 40000 €; prezzi ancora più
elevati si raggiungono solo, in genere, per i modelli appartenuti o
guidati da personaggi di spicco.
Roberto
Maurelli |
|