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Auto italiana, ma quanto mi costi?
di
Fabio Marucci
(Nov.2007)
Il nostro Paese è
decisamente tra quelli in cui l’acquisto dell’auto risulta più costoso.
Il paragone con gli altri stati comunitari è stato fatto dalla
commissione europea, che ha comparato i prezzi imposti dagli altri
membri dell’ Ue, notando una sproporzione rilevante che spingerebbe un
numero sempre crescente di italiani a rivolgersi all’estero per comprare
l’automobile dei sogni. E’chiaro che possedere la macchina oggi,
significa non soltanto potersi muovere agevolmente e senza dipendere da
terzi nelle faccende private o di lavoro, ma anche appagare il
desiderio di benessere e distrazione di cui l’individuo sente il
bisogno, adagiando magari le proprie aspettative su di un sedile posto
in corrispondenza di quattro ruote stabili, completate da un interno da
favola e da una carrozzeria deliziosa. Impossibile quindi rinunciare
alla macchina, seppure il PRA negli ultimi tempi avrebbe denunciato una
riduzione delle iscrizioni riguardanti le auto di nuova immatricolazione
appena uscite dalla fabbrica.
Acquistare veicoli in Italia sembra che
non convenga granché, lo dimostrano le stime degli ultimi anni che hanno
preso in considerazione i novanta modelli più distribuiti appartenenti
alle ventisei case automobilistiche maggiormente note: una americana,
sei dell’Asia e diciannove europee.
Una differenza di mercato notevole, con le vendite
nostrane i cui prezzi hanno toccato punte pari al 7% in più rispetto al
resto d’Europa, anche se ultimamente la sproporzione sembrerebbe
leggermente contenuta. Nonostante i piccoli segnali confortanti del
2007, tra cui il ridottissimo aumento percentuale dei costi in rapporto
all’inflazione, molto meno fragoroso di quello olandese ad esempio, la
disuguaglianza dei prezzi rimane la prima ragione che porta un numero
considerevole di italiani a rivolgersi all’estero per l’acquisto di un
veicolo.
Sono nati tra l’altro anche nel nostro Paese e da diversi anni,
“imprenditori del motore” che hanno basato la propria azienda
sull’importazione di macchine dall’estero dietro specifica ordinazione.
In sostanza il cliente si rivolge alla concessionaria di fiducia,
sceglie il modello d’auto che preferisce fornendo i dettagli riguardanti
la cilindrata o gli accessori e attende qualche settimana prima che
questa arrivi in Italia.
La differenza di prezzo è notevole, dato che
dei novanta modelli presi in esame, solamente cinque constano di meno in
Italia, come ad esempio alcune serie della Toyota, della Bmw e della
Mazda.
Appare strano, ma anche buona parte dei veicoli “Made in
Italy” hanno una quotazione più vantaggiosa fuori area, fatta eccezione
per la Lancia che almeno con la popolarissima Ypsilon, per il momento
rimane appannaggio del nostro Paese. Volendo acquistare una Peugeot 407,
ci si accorge che a Roma la si pagherebbe circa il 50% in più rispetto
al prezzo stabilito per la stessa auto a Copenaghen, per non parlare poi
della Volkswagen, coi sui diversi modelli che, come nel caso della
Passat potremmo arrivare a pagare in patria anche quattromila euro in
più. Spostandoci dall’Italia, assolutamente sconsigliato l’acquisto di
macchine usate come nuove negli stati dell’Austria e della Germania,
risultati essere quelli meno convenienti per ben quaranta modelli
esistenti sul mercato, talvolta quotati il 40% in più rispetto al resto
d’Europa. Nonostante il caro prezzi e i luoghi comuni, sembra proprio
che a condurre la partita della convenienza in materia di acquisto auto,
sia la Finlandia che spesso abbatte i costi del 25%, seguita dalla
Grecia che nel 2006 tra l’altro ha consegnato alla Seat Leon lo scettro
di “auto dell’anno”. A conti fatti quindi, catapultarsi subito su un
modello d’auto invitante, conviene sempre meno, specie quando un mese o
due d’attesa equivale a dire, ragguardevole risparmio.
(Nov. 2007)
Fabio Marucci |