NUOVO NUOVISSIMO E QUASI NUOVO
di Giuseppe Capitanio
Ci stiamo avvicinando all'autunno e con esso
alla grande stagione dei Saloni automobilistici, le numerose novità come
sempre saranno presentate con massimo clamore possibile, sia per ragioni
concorrenziali sia per aumentare l'immagine di una industria impegnata,
nonostante la avversa congiuntura economica, a proporre prodotti almeno
pari ai desideri ed alle necessità della clientela.
Ciò influirà, ovviamente, sul mercato
dell'usato, che sembra sempre più collegato a quello del nuovo da
numerosi legami.
A parere degli operatori, la pioggia di
novità provoca una situazione di stasi. Il pubblico ammira e cerca le
novità e quando acquista un veicolo usato, non ritiene di dover pagare
per seconda generazione ciò che è appena diventato di terza. Chi intende
invece cambiare automobile e si appresta ad acquistare un modello appena
uscito o addirittura in procinto di uscire in pratica un “nuovissimo
nuovo”, ritiene che la vettura che egli cede in permuta debba essere
considerata come quasi nuova ed in tal senso valutata.
Se queste considerazioni fossero applicate
alla lettera, il mercato dell'usato sarebbe già esploso, ma invece, il
fatto che esso si basi e si sviluppi in un mercato in gran parte di
sostituzione, dove cioè gran parte del nuovo venduto comporti il ritiro
di un usato, significa che esiste una pur minima contropartita. Un
mercato del nuovo che si mantiene in piedi solo attraverso offerte
speciali e sconti comporta la sopravvalutazione dell'usato e la sua
suddivisione in classi con forti sbalzi di prezzo.
I centri di vendita di usato che sotto
l'egida delle Case produttrici sono divenuti sempre più grandi,
costringendo i piccoli alla chiusura, offrono ampie garanzie per cui
l'attenzione dell'acquirente di usato non è più condizionata dallo stato
dell'autovettura che si intende acquistare, ma si allarga anche ad
esigenze di altro tipo.
I rivenditori più piccoli che sono fuori dal
grande circo delle case produttrici sopravvivono grazie al loro senso
degli affari, la cui attività consiste possibilmente nel comprarle dopo
averle già vendute.
Questo significa che c'è ancora abbastanza
spazio, malgrado le apparenze, premesso comunque che i margini di
guadagno vadano continuamente erodendosi.
Tra le tante innovazioni di cui si parla
anche il settore dell'auto usata avrebbe necessità di essere rivisto a
fondo, considerando principalmente il rapporto tra commercianti e Case
produttrici, tanto più che una cosa sembra essere certa: anche se ci
sarà una piccola ripresa economica, essa dovrà essere considerata come
un picco temporaneo e non come un dato permanente sul quale programmare
il futuro.
Giuseppe Capitanio |