La figura del Beta Reader nell’editoria amatoriaLE
di
Elide Molinai
Introduzione
La
diffusione sempre più capillare della rete internet è arrivata a
stuzzicare le curiosità più disparate degli utenti, rispondendo al loro
bisogno di novità e di mettere alla prova attitudini che erano state
ritenute prive di nota, spesso nella speranza di fortunate evoluzioni
personali.
Uno dei
campi che ha goduto maggiormente dello sviluppo dei portali internet è
stato quello della produzione letteraria: con il moltiplicarsi dei siti
specializzati in narrativa amatoriale, si è assistito a un proliferare
pressoché incontrollato di racconti di vario genere, lunghezza e stile.
Autori
più o meno capaci hanno cominciato a offrire le proprie opere a un
pubblico vasto e variegato, con risultati diversissimi; ciò è dipeso in
gran parte dal background di ciascuno di essi, dalle inclinazioni
espressive e, in particolar modo, dalla capacità di giudizio e revisione
delle proprie produzioni.
Scovare
errori grammaticali e sintattici,valutare la capacità di suscitare
sensazioni o trasmettere messaggi, individuare problemi legati allo
sviluppo delle trame o alla psicologia dei personaggi, è un lavoro
complesso e delicato, che lo scrittore non è sempre in grado di svolgere
da se, soprattutto se alle prime armi. Proprio per questo motivo è
emersa la necessità fra i nuovi autori di potersi appoggiare a chi
sappia dar loro una mano per migliorare stile e comprensibilità del
testo,e,di conseguenza, aumentare il numero di letture e recensioni
nell’ottica di un futuro passaggio alla carta stampata o all’eBook.
In questi
casi, l’aiuto viene dalla stessa rete, dai medesimi siti che hanno
offerto una vetrina agli esordienti e agli appassionati. Si tratta di un
personaggio che racchiude in sé diversi aspetti utili a fornire
l’assistenza richiesta: il Beta Reader.
Chi è
il Beta Reader
Il Beta
Reader – o più comunemente Beta–è equiparabile all’editor o al
correttore di bozze nell’editoria tradizionale, a seconda delle capacità
o delle competenze messe in campo. La sua figura è nata in concomitanza
con i Beta Books, ovvero testi specialistici i cui capitoli venivano di
volta in volta proposti a un pubblico selezionato di lettori, al fine di
sviscerarne problemi, punti di forza o debolezza, passaggi critici e
potenzialità. Sebbene si tratti di un sistema diffuso principalmente per
la realizzazione di manuali e testi specialistici, la figura del Beta si
è sviluppata ed evoluta in maniera del tutto autonoma, stimolata proprio
dal crescente fiorire della narrativa dilettante.
Nella
maggior parte dei casi si tratta di altri autori, con cui il primo ha
già instaurato un rapporto o avviato una serie di contatti, avendogli
riconosciuto peculiarità tecniche, stilistiche e senso critico tali da
renderlo un solido punto di riferimento. Più raramente si tratta di
frequentatori dei siti o blog di narrativa, che scelgono di mantenere un
profilo da lettore. Alcuni forum mettono a disposizione degli utenti
appositi spazi dove richiedere l’assistenza di un Beta, o dove questi
ultimi possono offrirsi nell’ambito di specifici generi letterari,
fandom, tipologie di testo o per intervenire esclusivamente su alcuni
elementi come l’impaginazione in formato digitale o la revisione delle
traduzioni.
Condicio
sine qua non per vestire i panni del Beta è essere per prima cosa un
buon lettore. Il tipo di approccio al testo deriva innanzitutto dalla
passione per la narrativa, in particolare per quella di un certo
livello, curata, rigorosa, capace di trasmettere emozioni, e solo in
seconda battuta dall’essere scrittore. Possedere un background di
letture il più vasto e articolato possibile in termini di generi e
stili, è fondamentale per sviluppare un proprio senso critico: maggiori
sono le possibilità di raffronto con altri testi, migliori saranno gli
esiti della verifica.
Conoscere
le produzioni di differenti case editrici fornisce spunti utili anche al
fine di valutare la corretta gestione dei testi all’interno delle
pagine, il loro impatto grafico. Il presupposto dell’essere autore
invece non è sempre verificato, nonostante aiuti il revisore nella
comprensione delle problematiche legate alla genesi dei racconti e alla
loro stesura. Avere dimestichezza con l’arte della scrittura è altresì
utile per valutare le tempistiche più appropriate per organizzare in
maniera efficiente lo scambio di pareri con l’autore.
Caratteristica distintiva della serietà di un Beta è l’autorevolezza
nella critica, in altre parole la capacità di mantenersi assolutamente
onesto, distaccato nella redazione di commenti pertinenti e ben
argomentati. Essere in grado di emettere sentenze scomode o addirittura
negative riguardo al brano visionato, evitando di edulcorarle – facendo
perdere loro oggettività e d'equilibrio –, è uno dei punti di forza di
un buon revisore.
Un’altra
abilità di riguardo consiste nel saper scovare con precisione i refusi e
gli strafalcioni che talvolta costellano i racconti. Anche in questo
caso una vasta e approfondita conoscenza della lingua, sotto ogni suo
aspetto (lessicale, semantico, sintattico), risulta indispensabile.In
alternativa, è bene che il revisore sappia come orientarsi nella rete
per reperire tempestivamente risposte e chiarimenti ai possibili dilemmi
linguistici.
Il Beta
deve inoltre essere attento nel rilevare incongruenze, eventuali
debolezze o falle nella trama che possano minare l’unità strutturale del
racconto.
Quest’aspetto è fondamentale in quanto il Beta procede a una lettura
parziale del testo, inviatogli di volta in volta dall’autore. Tale
scelta risultava ottimale nelle intenzioni primigenie della figura del
Beta Reader, perché si aveva a che fare con capitoli gestibili
separatamente, uniti da un tema noto sin dal principio, che era
sviscerato nei suoi diversi aspetti. Tutto questo viene a cadere quando
ci si trova di fronte ad un racconto a più capitoli concatenati tra loro
o a una cosiddetta long-fiction, la cui stesura può procedere per
diversi mesi, senza un punto di arrivo stabilito a priori.
Dev’essere
però chiaro un concetto: il Beta non si sostituisce all’autore, in
nessun caso. Non riscrive le parti del testo che ritiene carenti o
suscettibili di miglioramenti, né altera la trama o interviene sulle
caratteristiche dei personaggi in gioco;il suo “lavoro” è limitato
all’indicazione di dove intervenire e perché, fornendo proposte
alternative, spunti di riflessione, esempi. La versione definitiva dello
scritto è unicamente nelle mani dell’autore.
In
ultimo, i Beta Reader sono una buona alternativa per chi, prima di
inviare la propria opera a esperti del settore, voglia usufruire di un
parere “a buon mercato”: offrendo i loro servizi gratuitamente, è
possibile usufruire di più opinioni – cosa che garantisce una maggior
cura del testo – senza per questo dover sborsare cifre esose.
Problematiche
Va
considerato in primis il carattere del rapporto instaurato dall’autore
con il proprio Beta. Nella maggior parte dei casi si tratta di amici che
pubblicano nel medesimo sito e che per lo più si limitano a commenti
superficiali, oltre a qualche sporadica correzione grammaticale o
lessicale dovuta a colossali sviste o alla presenza di refusi. Questo,
unito al legame di amicizia, porta a risultati che ben poco influiscono
sulla crescita stilistica dell’autore, facendo decadere il principio
fondamentale della spietatezza della critica.
Proprio
per questo motivo si dovrebbe cercare di volta in volta di rivolgersi a
Beta esterni alla propria cerchia di conoscenze.
I Beta
Reader propriamente detti sono amanti della buona lettura e della lingua
italiana, offrono un aiuto basato sul proprio gusto e sensibilità, allo
stesso modo di un revisore professionista; questo però non coincide
necessariamente con un percorso scolastico o esperienze
lavorativo-formative che ne abbiano sviluppato appieno le capacità. Ciò
lascia spazio a dubbi da parte dell’autore circa l’utilità dell’aiuto
ricevuto.
Non tutti
i Beta vantano conoscenze onnicomprensive per ciò che riguarda le
diverse parti delle correzioni. La maggior parte s’intende dell’editing
del testo o di revisionare traduzioni;spesso limitano i propri
interventi dedicandosi a scritti ispirati a determinate saghe letterarie
o televisive – soprattutto nei siti dedicati alle fanfiction –,
tralasciando i lavori originali perché appartenenti a contesti personali
e ignoti, complicati da gestire in quanto privi di riferimenti. Bisogna
poi considerare che è ancor più difficoltoso trovare chi sappia gestire
in maniera efficace l’impaginazione nei formati specifici per le
pubblicazioni digitali, poiché non sempre i file .doc sono accettati dai
form, essendo appesantiti da codici interni piuttosto corposi. Se a
questo si aggiunge la volontà dell’autore di proporsi nel mondo
editoriale, è necessario che la veste grafica accompagni adeguatamente
il testo.
Di
conseguenza, è possibile che l’autore debba rivolgersi a più di un Beta
per ottenere le risposte di cui ha bisogno, cosa che implica un certo
dispendio in termini di tempo.
Trattandosi inoltre di una figura che svolge la sua attività
esclusivamente per passione e non per tornaconti economici, usufruendo
dei ritagli di tempo libero per dedicarsi alla critica delle letture, le
sue tempistiche possono essere soggette a variazioni anche consistenti,
non possiedono la ritmicità stabile e pressante di un editor o di un
correttore di bozze – i quali devono far riferimento alle tabelle di
marcia delle case editrici. È quindi possibile che si verifichino
intoppi nella continuità delle critiche o che queste possano cessare per
sopraggiunti impegni che allontanano il Beta dall’attività, privando
l’autore dell’aiuto richiesto.
Di
contro, anche il Beta deve affrontare problemi derivanti dalla natura
amatoriale del suo ruolo: non è assolutamente detto che l’autore sia
incline a prendere in considerazione le opinioni di cui era in cerca –
per amor proprio o per fondati dubbi sulla correttezza delle proposte -,
bollando le note del correttore come fuori luogo o immotivate, se non
addirittura lesive della propria opera.
Per
quanto ammirevole che sia lo sforzo profuso dal Beta, questo va a
scontrarsi con lacune legate proprio al contesto dilettantistico in cui
egli si muove. È un problema non da poco, che pone l’accento
sull’effettiva bontà dei giudizi emessi.
Il
revisore dovrebbe essere consapevole dei propri limiti e sollevare
continuamente dubbi sul proprio operato oltre che su quello altrui,
poiché è solo agendo sulle mancanze s’instaurerà un circolo virtuoso di
crescita, che vada di pari passo tra autore e Beta.
Opportunità
In
precedenza si è detto che il Beta Reader è una figura non professionale,
spesso autodidatta, lontana dal mondo dell’industria libraria in senso
stretto pur avendo diversi punti di contatto con essa. Questo non
rappresenta un limite invalicabile che relega il Beta al ruolo di
cultore o aiuto improvvisato, né che la sua attività debba
esclusivamente restare ancorata alla forma del “volontariato”.
Al
contrario: sensibilità letteraria e capacità critiche, se coltivate a
dovere e supportate da corsi ad hoc, oltre alla capacità di ricerca e
approfondimento individuale, possono rivelarsi utili per superare il
confine dei siti amatoriali e approdare alla realtà editoriale
propriamente detta, presso case editrici o agenzie letterarie.
Esperienze ben documentate nelle vesti di revisore nei siti di narrativa
e collaborazioni con autori indipendenti, possono fornire
un’interessante base per accedere al ruolo di consulente, correttore di
bozze o editor.Se a queste caratteristiche si associa una certa
dimestichezza con i programmi di grafica o per la formattazione degli
scritti, le possibilità di accesso aumentano.
Diversamente, si può entrare a far parte dei circuiti di lettura
incrociata creati dalle stesse case editrici o dalle associazioni di
settore (es. gruppi di autori, case editrici indipendenti e librai
consociati che cooperano per farsi conoscere al pubblico),o attivarsi
per realizzare un proprio blog o forum dove fornire questo tipo di
prestazioni, anche dietro compenso.
In alcuni
casi, tali scelte si sono tradotte nella nascita di microeditori
specializzati nella realizzazione di eBook.
Conclusioni
L’utilità
di un Beta Reader, pur con tutte le dovute cautele del caso,è
indiscutibile. La loro presenza nei siti e le competenze che mettono
continuamente a disposizione, sono la risposta al crescente interesse
verso una narrativa di qualità, sia esso dettato da autentico desiderio
di migliorarsi, da fini più pragmatici o manie di protagonismo.
Il loro
apporto dà la misura del desiderio del pubblico di attingere a una buona
produzione letteraria, prescindendo dalla sua natura di svago; la
serietà e l’attenzione con cui portano avanti gli incarichi, quanto
l’educazione al buon leggere paghi in termini di qualità e di
soddisfazione personale.
Elide Molinai |