Bonifica e smantellamento dell'amianto
di
Alvaro Diamanti R.
Introduzione
Nel
tempo, l'amianto si è rilevato nocivo per la salute dell'uomo ed i danni
che esso provoca sono ben noti. Le patologie provocate dall'esposizione
dell'amianto possono essere gravi ed irreversibili. L'amianto è
cancerogeno e non esiste un valore al di sotto al quale si sia certi di
non contrarre patologie neoplastiche.
L'amianto
L'amianto è una sostanza che appartiene alla categoria delle fibre. Esse
sono dei corpi allungati in cui prevale la lunghezza rispetto al
diametro ed alla larghezza. Abbiamo due tipi distinti di fibre, quelle
naturali, cioè che si trovano in natura (amianto, zeoliti, sepioliti)
e quelle artificiali (lana di scoria, lana di roccia, fibre di
ceramica), che sono fibre minerali, prodotte dall'uomo attraverso
delle procedure tecnologiche, e che oggi l'hanno quasi totalmente
sostituito.
L'amianto e anche conosciuto come asbesto; l'inalazione delle sue fibre
causa l'asbestosi, una malattia che provoca fibrosi del polmone,
rendendolo meno estensibile ed elastico soprattutto durante
l'inspirazione, ma anche nell'espirazione. L'amianto non provoca solo
asbestosi, ma anche altre malattie, alcune molto gravi. La sua
manipolazione provoca la liberazione delle fibre, che possono
disperdersi nell'ambiente e una volta venute a contatto con l'uomo
penetrare e progredire lungo le vie aeree. L'amianto, perciò, date le
dimensioni delle sue fibre, è una sostanza di facile inalabilità.
L'amianto ha eccellenti proprietà chimico-fisiche; è, infatti,
resistente, indistruttibile, flessibile, filabile, ottimo isolante, non
infiammabile e con un costo di produzione relativamente basso. Questo
ha portato al suo utilizzo in molti ambienti, sia di lavoro, sia di
vita, sia allo stato puro che impastato ad altri materiali.
Legislazione
Sull'amianto esiste una ricca legislazione da molti anni. Dal 1992 è in
vigore una legge che vieta su tutto il territorio nazionale
l'estrazione, l'importazione, l'esportazione la commercializzazione e la
produzione di amianto o di prodotti che lo contengono.
Quando è entrato in vigore la legge n. 257/92, la materia era
regolamentata dal DPR n. 915/82 e della deliberazione del
comitato interministeriale del 27 luglio del 1984. Questa legge
decreta che i rifiuti di amianto erano classificati in base al contenuto
di amianto in “polveri e fibre libere”,
la
concentrazione limite che rendeva il rifiuto tossico e nocivo era di 100
mg/kg (0,01%).
con
legge del 27 marzo 1997, n 257, sono state decretate a livello
nazionale le norme per la dismissione progressiva, la cessazione
dell'impiego di amianto.
Con
D.P.R. 8.08.1994 "Atto di indirizzo e coordinamento alle regioni ed
alle province autonome di Trento e di Bolzano per l'adozione di piani di
protezione, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica
dell'ambiente, ai fini della difesa dai pericoli derivanti
dall'amianto", sono state emanate disposizioni per le Regioni. In
seguito sono stati emanati numerose altre normative nel settore.
Si
evidenziano, D.M. 14 maggio 1996 recante: "Normative e
metodologie tecniche per gli interventi di bonifica, ivi compresi quelli
per rendere innocuo l'amianto, previsti dall'art. 5, comma 1, lett. f.
l'art 6 del DPR 8.8.1994,
ha introdotto la possibilità di smaltire in discariche per rifiuti
inerti, anche i rifiuti di amianto non tossici e nocivi, costituiti da
materiali in matrice cementizia o resinoide, provenienti da attività di
demolizione.
L.R. 4.08.2009, n. 11 - Art. 2, comma 3
- "Norme per la protezione dell'ambiente, decontaminazione, smaltimento
e bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall'amianto".
Nomina del "Comitato regionale tecnico-scientifico interdisciplinare".
L'esposizione a questa sostanza è oggi limitata ai soli lavoratori
impiegati nelle attività di rimozione della stessa dai luoghi ancora
contaminati, e nella bonifica.
Alcune normative variano da regione a regione.
Uso dell'amianto
La
produzione massiccia dell'amianto è avvenuto nell'edilizia, sopratutto
nel periodo 1965-1983 come cemento-amianto (eternit). Dal 1994 non
vengono più prodotti e commercializzati materiali con amianto.
L'uso
dell'amianto comprendeva:
-Controsoffitti,
coibentazioni del sottotetto
-Le
coperture in cemento-amianto
-serbatoi
dell'acqua
-pannelli,
divisori , tamponature
-canne
fumarie, camini e tubazioni di scarico
-pavimentazioni
in vinil-amianto
-caldaie
e stufe
-tube
per il riscaldamento
-coperture
in eternit
-parti
di macchine
Tecniche di intervento
La
presenza di amianto in edifici o strutture abitabili non significa
necessariamente che esista un rischio per la salute de chi l'occupa.
Se
non si applicano correttamente le misure giuste per la procedura di
lavoro è possibile che ci sia un rilascio di fibre respirabili da chi vi
abita o vi lavora. Pertanto ogni attività svolta dagli enti che si
occupano dell'intervento devono essere tali da non provocare
contaminazioni ambientali.
Le
tecniche di intervento vanno effettuate in base alla valutazione del
rischio di dispersione di fibre di amianto e dipendono da
l'accessibilità della struttura, condizioni di conservazione è
l'esigenza dell'intervento.
Le
tecniche di intervento adottate vanno dal restauro a provvedimenti di
bonifica e smantellamento.
La rimozione
è un'operazione molto
costosa ma presenta il vantaggio di eliminare definitivamente il
materiale, il problema maggiore consiste nel fatto che presenta un alto
rischio di contaminazione se non vengono rispettate a pieno le norme
tecniche.
Un
intervento di rimozione seguito in maniera sbagliata può provocare una
contaminazione ambientale con relativo aumento di malattie da amianto.
L'incapsulamento,
questa procedura consiste nel trattamento dell'amianto con prodotti
penetranti o ricoprenti che, hanno la funzione di inglobare le fibre
di amianto, ripristinare l'aderenza al supporto è di protezione per la
superficie del materiale. Rispetto alla rimozione presenta costi
relativamente più contenuti, non ci sono rischi di produzione di rifiuti
tossici, non presenta un rischio per gli addetti ai lavori è risulta
indicata per il trattamento dei materiali poco friabili, di tipo
cementizio(coperture in amianto-cemento integre).
La
nota negativa di questo procedimento risiede nel fatto che serve un
maggior controllo per verificare la durabilità dell'intervento.
Il confinamento,
consiste nel costruire una protezione contro il rilascio delle fibre
che non produce rifiuti, ma non risolve in maniera assoluta il problema.
Presenta il vantaggio di realizzare una barriera resistente agli urti
che deve però essere mantenuta in buone condizioni.
I rifiuti,
le operazioni di raccolta, trasporto, stoccaggio e smaltimento dei
rifiuti contenenti amianto , sono sottoposti alle normative del decreto
legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 che sono specifiche
all'amianto.
Durante il deposito temporaneo e lo stoccaggio, i rifiuti contenenti
amianto devono essere opportunamente raccolti e depositati separatamente
da altri rifiuti di diversa natura e nel momento in cui ci siano
tipologie diverse di amianto, anche queste dovranno essere separate.
Tutti
i materiali contaminanti con amianto devono essere raccolti in modo
appropriato in sacchi omologati con la scritta “attenzione contiene
amianto” ed eliminati secondo previsto dalla legge.
Discariche,
Le discariche che accettano rifiuti contenenti amianto (discariche
per rifiuti non pericolosi e discariche per rifiuti pericolosi)
devono essere coltivate ricorrendo a metodologie che permettono la
realizzazione di settori o trincee. Le coltivazioni devono essere
spaziate in modo da consentire il passaggio degli automezzi senza
causare frantumazione dei rifiuti contenenti amianto abbancati.
Il
terreno e gli eventuali materiali impiegati per copertura giornaliera
devono avere consistenza plastica, in modo da adattarsi alla forma e ai
volumi dei materiali da ricoprire e da costruire un'adeguata protezione
contro la dispersione di fibre. Inoltre la messa in opera della
copertura giornaliera deve consentire una livellazione dello strato
giornaliero.
Piano di lavoro
prima di intraprendere qualsiasi tipo di lavoro di rimozione,
demolizione, bonifica o smantellamento su qualsiasi tipo di struttura,
il responsabile legale deve provvedere a notificare i lavori, ai sensi
dell'art 11 del d.lgs 494/1996.
Tale
piano di lavoro serve per prevedere le misure necessarie per garantire
la sicurezza, la salute dei lavoratori e la protezione dell'ambiente
esterno.
Progetto KRY.AS,
è un processo industriale di conversione termica(ricristallizzazione)
dell'amianto in materia prima pulita. L'impianto soddisfa le restrizioni
imposte dal decreto n. 113 del 11 maggio 2005, il quale pone dei
limiti ai valori medi giornalieri di emissione.
L'amianto trattato a T° maggiori a 900°C, si trasforma in fase
cristalline
innocue con completa distruzione della fase fibrosa, il materiale
ricristallizzato può essere riciclato come materia prima per altri
processi industriali.
Rischi per la salute
Di
tutte le fibre tecnicamente importanti, l'amianto è considerato il
responsabile primario delle malattie professionali, date le
caratteristiche del amianto è molto pericoloso se inalato , infatti può
entrare in profondità negli alveoli polmonari.
I
rischi per la salute dovute all'uso di amianto si verificano nel momento
in cui si crea un rilascio delle fibre microscopiche nell'ambiente e
possono portare alla comparsa di patologie molto pericolose.
Le
patologie più importanti legate all'amianto sono:
Asbetosi,
è una fibrosi paranchimale del polmone, molto simile alla silicosi che
colpisce lavoratori fortemente esposti a fibre di amianto.
Malattia pleurica,
comporta la presenza di anomalie pleuriche benigne consistenti in
ispessimenti e placche ialine o calcificate. È la forma più comune di
danno polmonare legato all'asbesto.
Tumore polmonare,
i casi di tumore polmonare legato all'esposizione dell'amianto si
manifesta generalmente dopo un intervallo di 15-20 anni dall'inizio
della all'esposizione.
In
Italia, muoiono ogni anno circa 3000 persone (più di tre volte di tutti
i morti per infortuni sul lavoro e il picco della mortalità si avrà tra
il 2020 e il 2024). Sono interessati circa 600.000 esposti e sono ancora
sul nostro territorio decine di milioni di tonnellate di cemento amianto
che ai ritmi attuali di smaltimento richiederanno 80 anni per la
bonifica.
Conclusioni
Sappiamo che l'amianto è un materiale molto pericoloso è la quantità
presente nel territorio è troppo alta, ce bisogno di una maggiore
sensibilizzazione da parte dei enti locali, comunali e regionali con
fine di abbassare la percentuale di rischio di perdita nell'ambiente è
per questo ci vuole l'aiuto da parte di questi enti verso coloro che non
si possono permettere di fare lavori di bonifica e smantellamento.
“Dobbiamo giungere al rischio zero perché l’unica fibra d’amianto
innocua è quella che noi non respiriamo”
(Prof. L. Mutti, AUSL 11 Vercelli).
Alvaro Diamanti
R. |