di Loredana
Bossi
Spesso il particolato
rappresenta l’inquinante a maggiore impatto ambientale nelle aree
urbane, tanto da indurre le autorità competenti a disporre dei blocchi
del traffico per ridurne il fenomeno.
Le particelle sospese sono sostanze allo stato solido o liquido che, a
causa delle loro piccole dimensioni, restano sospese in atmosfera per
tempi più o meno lunghi; le polveri totali sospese o PTS vengono
anche indicate come PM.
Il particolato nell’aria può essere costituito da diverse sostanze:
sabbia, ceneri, polveri, fuliggine, sostanze silicee di varia natura,
sostanze vegetali, composti metallici, fibre tessili naturali e
artificiali, sali, elementi come il carbonio o il piombo, ecc.
In base alla natura e alle dimensioni delle particelle possiamo
distinguere:
- gli aerosol, costituiti da particelle solide o liquide sospese
in aria e con un diametro inferiore a 1 micron (1 µm);
- le foschie, date da goccioline con diametro inferiore a 2
micron;
- le esalazioni, costituite da particelle solide con diametro
inferiore ad 1 micron e rilasciate solitamente da processi chimici e
metallurgici;
- il fumo, dato da particelle solide di solito con diametro
inferiore ai 2 µm e trasportate da miscele di gas;
- le polveri (vere e proprie), costituite da particelle solide
con diametro fra 0,25 e 500 micron;
- le sabbie, date da particelle solide con diametro superiore ai
500 µm.
Le particelle primarie sono quelle che vengono emesse come tali
dalle sorgenti naturali ed antropiche, mentre le secondarie si
originano da una serie di reazioni chimiche e fisiche in atmosfera. Le
particelle fini sono quelle che hanno un diametro inferiore a 2,5
µm, le altre sono dette grossolane. Da notare che il particolato
grossolano è costituito esclusivamente da particelle primarie.
Le polveri PM10 rappresentano il particolato che ha un diametro
inferiore a 10 micron, mentre le PM2,5, che costituiscono circa
il 60% delle PM10, rappresentano il particolato che ha un diametro
inferiore a 2,5 micron.
Vengono dette polveri inalabili quelle in grado di penetrare nel
tratto superiore dell’apparato respiratorio (dal naso alla laringe).
Le polveri toraciche sono quelle in grado di raggiungere i
polmoni.
Le polveri respirabili possono invece penetrare nel tratto
inferiore dell’apparato respiratorio (dalla trachea fino agli alveoli
polmonari).
Il particolato primario
di origine antropica è invece dovuto: all’utilizzo dei
combustibili fossili (riscaldamento domestico, centrali termoelettriche,
ecc.); alle emissioni degli autoveicoli; all’usura dei pneumatici, dei
freni e del manto stradale; a vari processi industriali (fonderie,
miniere, cementifici, ecc.). Da segnalare anche le grandi quantità di
polveri che si possono originare in seguito a varie attività agricole.
A prescindere dalla tossicità, le particelle che possono
produrre degli effetti indesiderati sull’uomo sono sostanzialmente
quelle di dimensioni più ridotte, infatti nel processo della
respirazione le particelle maggiori di 15 micron vengono generalmente
rimosse dal naso. Il particolato che si deposita nel tratto superiore
dell’apparato respiratorio (cavità nasali, faringe e laringe) può
generare vari effetti irritativi come l’infiammazione e la secchezza del
naso e della gola; tutti questi fenomeni sono molto più gravi se le
particelle hanno assorbito sostanze acide (come il biossido di zolfo,
gli ossidi di azoto, ecc.).
Per la particolare struttura della superficie, le particelle possono
anche adsorbire dall’aria sostanze chimiche cancerogene; trascinandole
nei tratti respiratori e prolungandone i tempi di residenza, ne
accentuano gli effetti. Le particelle più piccole penetrano nel sistema
respiratorio a varie profondità e possono trascorrere lunghi periodi di
tempo prima che vengano rimosse, per questo sono le più pericolose.
Queste polveri aggravano le malattie respiratorie croniche come l’asma,
la bronchite e l’enfisema.
Le persone più vulnerabili sono gli anziani, gli asmatici, i bambini e
chi svolge un’intensa attività fisica all’aperto, sia di tipo lavorativo
che sportivo.
Nei luoghi di lavoro più soggetti all’inquinamento da particolato,
l’inalazione prolungata di queste particelle può provocare reazioni
fibrose croniche e necrosi dei tessuti, che comportano una
broncopolmonite cronica accompagnata spesso da enfisema polmonare.
(L.B.)
L’AMIANTO: EFFETTI SULL’UOMO
Asbesto,
o amianto, è il nome dato ad un gruppo di minerali altamente
fibrosi che si possono trovare naturalmente nell’ambiente: il
Crisotilo (anche detto amianto bianco), appartenente alla serie
mineralogica del serpentino; e gli anfiboli Crocidolite (amianto
blu), Amosite (amianto bruno), Antofillite, Actinolite
e Tremolite.
Questi minerali non hanno alcun odore o sapore chiaramente
individuabili, sono molto resistenti al calore ed alla maggior parte
delle sostanze chimiche e sono facilmente lavorabili. Comodamente
reperibili, venivano ricavati per lo più da miniere a cielo aperto in
seguito alla macinazione della roccia madre e successivo arricchimento.
Per le loro proprietà dovute essenzialmente alla struttura fibrosa, per
la facile reperibilità e per il basso costo, sono stati utilizzati in
un’ampia gamma di prodotti ed in varie attività industriali; l’asbesto
veniva utilizzato puro o più solitamente miscelato ad altri materiali in
percentuali diverse, per sfruttarne meglio le caratteristiche
chimico-fisiche e per produrre una quantità innumerevole di prodotti.
Purtroppo tutti questi beni hanno dimostrato nel tempo una deperibilità
più o meno alta, ed il loro deterioramento provoca il rilascio
nell’ambiente di una quantità di fibre direttamente proporzionale alla
loro friabilità.
L’amianto friabile è in grado di disgregarsi alla semplice pressione
delle dita e si è dimostrato estremamente pericoloso, mentre l’amianto
compattato (miscelato a cemento o a sostanze che ne garantiscano una
notevole durezza) è pericoloso nel caso in cui sia stato deteriorato da
eventi meteorologici o da interventi più o meno accidentali.
Le fibre minerali rilasciate da questi materiali risultano
potenzialmente inalabili e, una volta nei polmoni, possono provocare dei
danni estremamente gravi come l’asbestosi, il mesotelioma ed il tumore
dei polmoni.
Per tutti questi motivi fin dal 1994 l’amianto è stato abbandonato e ne
è vietata per legge l’estrazione, la lavorazione ed il commercio (da
notare che la relazione fra la presenza dell’asbesto e l’insorgenza dei
tumori era già scientificamente dimostrata fin dagli anni ’60).
Quindi a tutt’oggi la pericolosità dell’asbesto è dovuta essenzialmente
alla presenza di quella sterminata serie di prodotti ancora in
circolazione che lo contengono in quantità variabile e che lentamente
vengono smaltiti in aree appositamente predisposte.
La
presenza delle fibre di asbesto nell’ambiente comporta inevitabilmente
dei danni a carico della salute. L’esposizione può avvenire
essenzialmente per ingestione o per inalazione, anche se una quantità
ridottissima di fibre può penetrare nel corpo anche per contatto
cutaneo.
Le fibre ingerite vengono quasi tutte eliminate nel giro di pochi giorni
per escrezione nelle feci, alcune possono però penetrare nelle cellule
dell’apparato gastro-intestinale ed altre possono finire addirittura nel
sangue. Una certa quantità di fibre può rimanere intrappolata nei vari
tessuti con cui vengono a contatto, mentre altre sono escrete con le
urine. Gli effetti sulla salute dovuti all’ingestione di fibre di
asbesto non sono ancora perfettamente chiari, anche se delle ricerche in
merito dimostrano che alcuni gruppi di persone esposte alle fibre per
assunzione di acqua potabile contaminata presentano una media di morti
per tumore all’esofago, allo stomaco e all’intestino maggiori della
media riscontrata nella popolazione.
I
pericoli maggiori sono comunque dovuti alla presenza delle fibre
nell’aria. Una volta inalate, le fibre si possono depositare all’interno
delle vie aeree e sulle cellule polmonari. La maggior parte delle fibre
viene rimossa dai polmoni nel giro di poche ore venendo eliminata con la
tosse e dilavata dal muco prodotto nell’apparato respiratorio che la
trasporta fino in gola e quindi nello stomaco. Invece le fibre che si
sono depositate nelle parti più profonde del polmone vengono rimosse più
lentamente; alcune fibre possono rimanere nei polmoni per diversi anni,
altre per tutta la vita.
La presenza di queste fibre estranee all’interno dei polmoni può
comportare l’insorgenza di malattie come l’asbestosi, il mesotelioma ed
il tumore dei polmoni.
L’asbestosi è una malattia che colpisce prevalentemente le
persone che sono state esposte nei luoghi di lavoro ad alte
concentrazioni di fibre aerodisperse. In genere compare dopo 10-15 anni
dall’inizio del periodo di esposizione e consiste in una lenta crescita
di tessuto fibroso nei polmoni e nella membrana che circonda i polmoni.
Questo tessuto rende difficoltosa la respirazione dato che non si
espande e non si contrae come il normale tessuto polmonare. Anche il
flusso di sangue ai polmoni può diminuire e questo provoca un
ingrossamento del cuore. Il respiro diviene corto ed è spesso
accompagnato da tosse. La malattia è incurabile e, in alcuni casi, può
condurre alla morte.
Il mesotelioma è un tipo di tumore che si sviluppa a carico della
membrana che riveste i polmoni e gli altri organi interni. La sua
casistica è fortemente relazionata alla presenza di asbesto aerodisperso
e la sua comparsa avviene solitamente a 30 anni di distanza dall’inizio
dell’esposizione. Ogni anno ve ne sono circa un migliaio di casi solo in
Italia.
Come il mesotelioma, anche il cancro polmonare compare
solitamente a molti anni di distanza dall’inizio dell’esposizione e può
insorgere anche per esposizione a bassi livelli di asbesto.
Per quanto riguarda la diversa pericolosità dei vari tipi
di amianto sembra che gli anfiboli (tremolite, amosite e specialmente
crocidolite) siano più pericolosi del crisotile. Molte ricerche indicano
che le fibre lunghe (più grandi di 5 micrometri) sono le maggiori
imputate nel causare un danno rispetto a quelle più corte (meno di 2,5
micrometri). In genere, le fibre più piccole sono associate con il
mesotelioma, mentre quelle più grandi sono associate con il cancro ai
polmoni.
Loredana Bossi |
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