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di
Loredana Bossi
Vale
circa due miliardi di euro il pacchetto di aiuti all'auto e ad altri
settori industriali varato dal Consiglio dei ministri. Il provvedimento
appena varato dal governo, che si aggiunge al
primo pacchetto
anticrisi ormai definitivo, contiene misure per circa 1,8
miliardi di euro.
Il
pacchetto anticrisi-bis prevede, tra l'altro, incentivi per l'auto
(rottamazioni e acquisti di veicoli ecologici) e per gli
elettrodomestici
a basso consumo (insieme ai quali sono agevolati anche i mobili). Niente
tassa invece per i
Suv,
come sembrava in un primo momento. Vediamo in sintesi i singoli
interventi ipotizzati che resteranno in vigore fino al dicembre 2009, un
arco di tempo sufficiente – secondo il governo – per dare una scossa
all'economia stagnante.
Mille euro per l'auto nuova, ma il bollo resta
Nel
pacchetto anti-crisi di è confermato il bonus da 1.500 euro, ma per chi
rottama una vettura da Euro 0 a Euro 2 immatricolata entro il 1999 e ne
acquista una Euro 4 o Euro 5. Il bonus per rottamare le vecchie auto
inquinanti per l'acquisto di nuove vetture varrà soltanto fino a
dicembre 2009. Se la vecchia automobile verrà sostituita con una nuova a
benzina o diesel con cilindrata inferiore a 1.300 cc, il contributo
aumenterà di 500 euro, quindi il bonus arriverà fino a 2 mila euro. E
ancora, se si sceglierà di acquistare auto nuove elettriche, a metano e
idrogeno l’incentivo aumenta ancora di altri 1.500 euro. Non c'è alcuna
esenzione invece dal pagamento del bollo.
Per le
moto ci sarebbe un incentivo di 500 euro l'acquisto di un euro 3 con la
rottamazione di un euro 0 o 1
Salvi i Suv
Come
già ampiamente previsto è scomparsa dal decreto la sovrattassa sui
veicoli inquinanti, in particolare sui Suv. Inizialmente si parlava di
un onere maggiorato tra i 1.000 e i 5.000 euro. Una decisione destinata
a sollevare
polemiche.
Sconti per la cucina ecologica (mobili compresi)
Incentivo fiscale per l'acquisto di frigoriferi, lavatrici, e così via e
arredamento legato a interventi di ristrutturazione edilizia. Prevista
la detrazione Irpef del 20% in 5 anni. Il tetto sui mobili sarebbe
fissato a 10mila euro per acquisti da sostenere entro il 30 settembre
2009.
(L.B.)
AMBIENTE: BUSINESS VERDE CONTRO LA
CRISI
Un new deal ecologico per una nuova economia: "La
rivoluzione ambientale è la risposta alla crisi. Con la ricerca e
l'innovazione si possono produrre un milione di posti di lavoro in
cinque anni". A dirlo il ministro dell'ambiente del governo ombra del
Pd, Ermete Realacci, a margine del primo appuntamento tematico dedicato
alle politiche ambientali in preparazione della conferenza programmatica
del Pd di aprile. Secondo Realacci le direzioni per uscire dalla crisi
sono due: "Da un lato servono risorse per famiglie e imprese, dall'altro
la sfida ambientale capace di dare le risposte e di mettere in moto
l'economia". Realacci pensa "alle energie rinnovabili, all'efficienza,
all'innovazione in tutti i settori, alla qualità del made in Italy e al
nostro patrimonio storico culturale". Dal canto suo, il presidente degli
ecologisti democratici, Fabrizio Vigni, aprendo la conferenza, parla di
"economia verde al centro del futuro dell'Italia per dimostrare cos'è il
riformismo del XXI secolo", in un momento in cui "la crisi finanziaria
si intreccia con quella energetica e climatica". Alcuni esempi per
attivare politiche ambientali e capaci di rimettere in moto l'economia
passano per primo "dall'industria dell'auto" attraverso
l'incoraggiamento "della ricerca e dell' innovazione tecnologica per una
riconversione ecologica dell' industria automobilistica", pensando anche
al trasporto pubblico. Poi, "le infrastrutture partendo da scuole e
ospedali e nuove reti per l'energia elettrica", l'edilizia attraverso
"un piano straordinario per l'efficienza energetica degli edifici
pubblici" e l'obiettivo di ottenere energia dalle fonti rinnovabili.
Business ecologico come motore per l'economia anche sul versanti parchi.
E il primato verde dell'Italia, soprattutto nelle aree protette, può
aiutare offrendo strumenti adatti. Sono questi alcuni dei temi toccati
al VI congresso nazionale della Federparchi (l'associazione che riunisce
le aree protette), oggi a Roma. Il presidente, Matteo Fusilli, ricorda
che l'importanza del patrimonio verde del nostro Paese (oltre 1.100 aree
protette per una superficie di circa 3.500.000 di ettari pari al 12% del
territorio italiano, 1.873 comuni interessati e 630 chilometri di costa)
dovrebbe fare dei parchi "istituzioni non passeggere, capaci di mettere
radici" con due sono obiettivi: "Istituire una università dei parchi per
formare alla gestione e costruire un Centro studi dove raccogliere i
documenti".
Il ministero dell'Ambiente, osserva il segretario
generale, Marco De Giorgi, condivide il documento Federparchi, a partire
dalla "strategia sulla biodiversità", che sarà "un punto fermo del G8
Ambiente a Siracusa", passando attraverso la questione del governo del
territorio, delle risorse, per arrivare al ruolo dei parchi "nelle
comunita' locali". Anche Ermete Realacci, ministro dell'Ambiente del
governo ombra del Pd, vede "nei parchi un modello di qualità e una
risposta alla crisi". E a proposito di crisi e fondi, Antonio d'Ali',
presidente della commissione Ambiente del Senato, fa un richiamo al
Federalismo: "Anche gli enti parco devono avere la ridestinazione delle
risorse". Il presidente del parco del Pollino (il più grande d'Europa),
e membro del consiglio direttivo di Federparchi, Domenico Pappaterra,
sottolinea "l'apertura di un dialogo con il ministro dell'Ambiente".
Intanto la Federparchi è chiamata, dopo l'elezione del consiglio
direttivo, a nominare il prossimo presidente.
Loredana Bossi
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