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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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NOVITA’ IN CASA VOLKSWAGEN: GOLF VI GTI - CITROEN C4 DAL 2009

 

di Loredana Bossi

 

UNDERSTATEMENT GTI Non poteva mancare. Puntuale seguito alla Golf numero 6 arrivano le prime foto della GTI. In mostra a Parigi segue il percorso di normalizzazione stilistica del modello base. Si alza ancora l’asticella delle prestazioni e torna, buona notizia, almeno una parte dell’understatement originario nel trucco, elemento che aveva decretato buona parte del successo delle nonnine. In mostra a Parigi ecco i contorni estetico-tecnici.

BASE BUONA Non si cambia. Similmente a quanto fatto per il passaggio dalla quinta alla sesta generazione Golf anche la GTI prende le mosse dalla versione appena uscita. Confermati i lineamenti estetici e meccanici, Volkswagen si è dedicata ad un’opera di affinamento e miglioramento complessivo della base esistente. Scelta coerente e razionale ma che lascia spazio aperto alle discussioni: per la prima volta la Golf non viene ridisegnata dal foglio bianco. In ogni caso, prime foto dicono quanto ci aspettava.

DOPPIO FILO Prosegue il legame a doppio filo (rosso) col passato, mentre la gloria della sigla GTI permette a Volkswagen di giocare a nascondino con il nome. Come accade dalla scorsa generazione, la scritta Golf non compare, mentre sulla mascherina e sul portellone si trovano le tre lettere simbolo, sogno di una generazione che ormai veleggia oltre gli "anta". Quasi un brand a parte, fedele nel tempo anche al lettering originario (il tipo di carattere) della scritta identificativa.

MUSO SEMPLICE Le prime foto ce la presentano immacolata, di biancovestita. Cromia che serve ad esaltare i giochi di chiaroscuro voluti dai designer per i nuovi musi Volkswagen. Ci sono i due occhi trasparenti, il logo VW quasi sospeso nel vuoto della mascherina, la traversa del paraurti che allarga la presenza scenica e una bocca nera nella parte inferiore del paraurti. Alcune suggestioni sembrano arrivare (attenuate) dalla GTI più esagerata di sempre, la W12 presentata ai fanclub del Worthersee nel 2007.

SCIAMI Unici elementi ricercati la grigliatura a nido d’ape e i fendinebbia spinti agli estremi laterali. Per il resto tutte superfici piatte e poco elaborate, per togliere le grinze di vecchiaia e parlare il linguaggio della semplicità. Le superfici levigate si ripetono sul cofano, solo lievemente lavorato in un raccordo immaginario tra forma delle lamiere e gruppi ottici, e nella linea del tetto. Tutto uguale alla berlina meno alcuni dettagli, a volte innovatori a volte nel segno della continuità.

FIANCO ALTO Stesso discorso per la fiancata, che vive semplicemente del taglio a salire delle superfici vetrate, con la luce del finestrino posteriore che chiude con una virgola stondata prima del montante posteriore. Le minigonne sono integrate e appena accennate con un incavo nella parte centrale. I cerchi in lega a petalo proseguono lo stile della precedente generazione, giocano anche loro tra la semplicità delle razze piatte e satinate con i buchi scuri.

A ME GLI OCCHI Le pinze rosse sono scenografiche e si inseriscono a pieno titolo nell’immaginario Fast and Furious, ma anche davvero lontane dalla sobrietà che aveva decretato il successo delle GTI ante-litteram. Auto buone per la sgroppata birbante ma da parcheggiare senza vergogna nel giardino del capo-ufficio. Nessuna sorpresa anche al posteriore, dove non poteva mancare lo spoilerino sul tetto, elegante e raccordato, sembra quasi parte integrante dello linee originarie.

B SIDE Mentre il doppio tubo di scarico in bella vista, da sempre segno distintivo delle Golf veloci, si adegua ai tempi separando i tubi di uscita: uno per lato invece che accoppiati sulla sinistra. Sbucano dall’oscurità del labbro inferiore del paraurti e rappresentano un chiaro sintomo di (lieve) crescita prestazionale. Dalle poche informazioni trapelate la nuova GTI promette bene.

PRESTAZIONI BASE Il due litri tubo TSI erogherà 210 cavalli, consentendo lo 0-100 in 7,1 secondi e una punta velocistica di 239 km/h. La coppia subito disponibile a partire da 1800 giri arriva a quota 280Nm. Numeri cresciuti lievemente rispetto alla GTI standard della precedente generazione (200 cavalli, coppia invariata e 235 Km/h di velocità massima). Spiraglio aperto a futuri step evolutivi?

TECNOLOGIE DI SUPPORTO Non mancano accorgimenti e raffinatezze meccaniche degne del pedigree e del casato. L’assetto sportivo abbassato di 22mm rispetto alla Golf standard ad esempio, ma soprattutto il sistema di regolazione elettronico delle sospensioni DCC (probabile optional) come già provato e testato sulla Scirocco. Oppure, ancora, il differenziale a controllo elettronico e la scelta tra cambio DGS o manuale, per mettere d’accordo vecchie e nuove generazioni di piedoni.

PIATTO RICCO Un piatto ricco per gli amanti del genere che, anche in tempi di risparmio energetico (i consumi dichiarati dovrebbero assestarsi attorno ai 7,5 litri per 100 km) non riescono proprio a rinunciare alla Golf cattiva, talmente innovativa alla nascita che, a trent’anni di distanza, continua a sopravvivere a se stessa. Più grande, più potente, magari un filo appesantita, ma pur sempre GTI. E la fantasia dei sedili, simile a quella della nonnina, punta dritta al cuore dei fan.

(L.B.)


CITROEN C4 DAL 2009

Certe volte osare un po’ dà i suoi frutti. Lo aveva fatto la Citroën nel 2004, quando aveva presentato una C4 dal look abbastanza fuori dagli schemi, e oggi all’ombra del double chevron può permettersi il lusso di usare la mano leggera per il lifting cui tradizionalmente si sottopongono tutte le auto attorno alla metà della loro vita. Le due varianti di carrozzeria, berlina a cinque porte e coupé a tre, sono invecchiate bene e hanno ancora un taglio attuale e moderno.

A livello estetico gli interventi per il model year 2009 si concentrano soprattutto nella parte bassa del frontale. Qui c’è un nuovo paraurti con una presa d’aria maggiorata, neanche la C4 volesse rispondere alle boccacce delle cuginette Peugeot. Qua e là spuntano listelli cromati mentre più sopra si notano ritocchi alla calandra, che s’ispira a quella della C5. A completare la scena c’è poi un cofano inedito leggermente più muscoloso e bombato, con due nervature laterali in luogo di una centrale.

Metro alla mano, le modifiche fanno crescere la lunghezza di una quindicina di millimetri, per un totale di 4.275 per la berlina e 4.288 per la coupé, che ha anche nuovi trasparenti per le luci di coda. Nel giro perlustrativo, all’esterno finiscono annotate anche una serie di ruote di nuovo disegno e tinte che vanno ad arricchire la tavolozza dei colori. Nell’abitacolo gli interventi sono ancora più misurati. La plancia ha una diversa finitura superficiale e la strumentazione ha una nuova organizzazione, con tutte le informazioni raggruppate nel display piazzato alla base del parabrezza in posizione centrale.

La gamma motori registra invece debutti importanti. In un momento in cui le unità a benzina sono alla riscossa nei confronti di quelle turbodiesel, la Citroën introduce nel listino C4 due millesei realizzati a braccetto dai Gruppi PSA e BMW. Il primo è noto come 1.6 VTi, sigla che sta per Variable valve lift and Timing injection ed è quindi dotato di fasatura variabile delle valvole, con quelle di aspirazione che sono anche ad alzata variabile. Una tecnologia tanto raffinata porta la potenza a 120 cv e la coppia massima a 160 Nm, il 90% dei quali è sempre disponibile tra i 2.500 e i 5.750 giri.

Approfittando dell’introduzione del nuovo model year e di questi due motori, alla Citroën hanno rivoluzionato il listino, semplificando molto l’offerta. Ora in pratica gli allestimenti proposti sono solo due, tanto per la berlina quanto per la coupé: base e VTR. Nel primo caso la dotazione di serie comprende il classico stuolo di airbag, il cassetto portaoggetti refrigerato, il clima manuale, il computer di bordo, il controllo elettronico della stabilità, i fendinebbia e il cruise control con limitatore della velocità. La lacuna più evidente è l’assenza dello stereo, standard invece con tanto di comandi al volante e lettore CD e MP3 sugli esemplari VTR. Per un sovrapprezzo di 1.600 euro, questa versione offre tra le altre cose anche i sensori pioggia e crepuscolare, i cerchi in lega da 17" (quelli base sono da 16" in acciaio), il parabrezza atermico riflettente e un climatizzatore di tipo automatico bizona. Parlando di prezzi, berlina e coupé costano uguali, a parità di motore e allestimento. Giusto per fare due esempi, la C4 1.600 VTi VTR viene 19.250 euro, mentre la 1.6 turbodiesel HDi FAP, motorizzazione che va per la maggiore, viene 19.500 euro se base e 21.100 se VTR.

 

Loredana Bossi

 


 


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