NOVITA’ IN CASA VOLKSWAGEN: GOLF VI
GTI - CITROEN C4 DAL 2009
di
Loredana Bossi
UNDERSTATEMENT GTI
Non poteva
mancare. Puntuale seguito alla Golf numero 6 arrivano le prime foto
della GTI. In mostra a Parigi segue il percorso di normalizzazione
stilistica del modello base. Si alza ancora l’asticella delle
prestazioni e torna, buona notizia, almeno una parte dell’understatement
originario nel trucco, elemento che aveva decretato buona parte del
successo delle nonnine. In mostra a Parigi ecco i contorni
estetico-tecnici.
BASE
BUONA
Non si cambia. Similmente a quanto fatto per il passaggio
dalla quinta alla sesta generazione Golf anche la GTI prende le mosse
dalla versione appena uscita. Confermati i lineamenti estetici e
meccanici, Volkswagen si è dedicata ad un’opera di affinamento e
miglioramento complessivo della base esistente. Scelta coerente e
razionale ma che lascia spazio aperto alle discussioni: per la prima
volta la Golf non viene ridisegnata dal foglio bianco. In ogni caso,
prime foto dicono quanto ci aspettava.
DOPPIO FILO Prosegue il legame a doppio filo (rosso) col passato, mentre
la gloria della sigla GTI permette a Volkswagen di giocare a
nascondino con il nome. Come accade dalla scorsa generazione, la
scritta Golf non compare, mentre sulla mascherina e sul portellone
si trovano le tre lettere simbolo, sogno di una generazione che ormai
veleggia oltre gli "anta". Quasi un brand a parte, fedele nel tempo
anche al lettering originario (il tipo di carattere) della scritta
identificativa.
MUSO
SEMPLICE Le prime foto ce la presentano immacolata, di biancovestita.
Cromia che serve ad esaltare i giochi di chiaroscuro voluti dai designer
per i nuovi musi Volkswagen. Ci sono i due occhi trasparenti, il logo
VW quasi sospeso nel vuoto della mascherina, la traversa del
paraurti che allarga la presenza scenica e una bocca nera
nella parte inferiore del paraurti. Alcune suggestioni sembrano
arrivare (attenuate) dalla GTI più esagerata di sempre, la W12
presentata ai fanclub del Worthersee nel 2007.
SCIAMI Unici elementi ricercati la grigliatura a nido d’ape e i
fendinebbia spinti agli estremi laterali. Per il resto tutte
superfici piatte e poco elaborate, per togliere le grinze di
vecchiaia e parlare il linguaggio della semplicità. Le superfici
levigate si ripetono sul cofano, solo lievemente lavorato in un
raccordo immaginario tra forma delle lamiere e gruppi ottici, e nella
linea del tetto. Tutto uguale alla berlina meno alcuni dettagli,
a volte innovatori a volte nel segno della continuità.
FIANCO ALTO Stesso discorso per la fiancata, che vive semplicemente del
taglio a salire delle superfici vetrate, con la luce del finestrino
posteriore che chiude con una virgola stondata prima del montante
posteriore. Le minigonne sono integrate e appena accennate con un
incavo nella parte centrale. I cerchi in lega a petalo proseguono lo
stile della precedente generazione, giocano anche loro tra la
semplicità delle razze piatte e satinate con i buchi scuri.
A ME
GLI OCCHI Le pinze rosse sono scenografiche e si inseriscono a pieno
titolo nell’immaginario Fast and Furious, ma anche davvero lontane
dalla sobrietà che aveva decretato il successo delle GTI ante-litteram.
Auto buone per la sgroppata birbante ma da parcheggiare senza
vergogna nel giardino del capo-ufficio. Nessuna sorpresa anche al
posteriore, dove non poteva mancare lo spoilerino sul tetto,
elegante e raccordato, sembra quasi parte integrante dello linee
originarie.
B
SIDE Mentre il doppio tubo di scarico in bella vista, da
sempre segno distintivo delle Golf veloci, si adegua ai tempi
separando i tubi di uscita: uno per lato invece che accoppiati sulla
sinistra. Sbucano dall’oscurità del labbro inferiore del paraurti
e rappresentano un chiaro sintomo di (lieve) crescita prestazionale.
Dalle poche informazioni trapelate la nuova GTI promette bene.
PRESTAZIONI BASE Il due litri tubo TSI
erogherà 210 cavalli, consentendo lo 0-100 in 7,1 secondi
e una punta velocistica di 239 km/h. La coppia subito disponibile
a partire da 1800 giri arriva a quota 280Nm. Numeri cresciuti
lievemente rispetto alla GTI standard della precedente generazione (200
cavalli, coppia invariata e 235 Km/h di velocità massima). Spiraglio
aperto a futuri step evolutivi?
TECNOLOGIE DI SUPPORTO Non mancano
accorgimenti e raffinatezze meccaniche degne del pedigree e del
casato. L’assetto sportivo abbassato di 22mm rispetto alla Golf
standard ad esempio, ma soprattutto il sistema di regolazione
elettronico delle sospensioni DCC (probabile optional) come già
provato e testato sulla Scirocco. Oppure, ancora, il differenziale a
controllo elettronico e la scelta tra cambio DGS o manuale, per
mettere d’accordo vecchie e nuove generazioni di piedoni.
PIATTO RICCO Un piatto ricco per gli
amanti del genere che, anche in tempi di risparmio energetico (i
consumi dichiarati dovrebbero assestarsi attorno ai 7,5 litri per 100 km)
non riescono proprio a rinunciare alla Golf cattiva, talmente
innovativa alla nascita che, a trent’anni di distanza, continua a
sopravvivere a se stessa. Più grande, più potente, magari un filo
appesantita, ma pur sempre GTI. E la fantasia
dei sedili, simile a quella della nonnina, punta dritta al cuore dei
fan.
(L.B.)
CITROEN C4 DAL 2009
Certe volte osare un po’ dà i suoi
frutti. Lo aveva fatto la Citroën nel 2004, quando aveva presentato una
C4 dal look abbastanza fuori dagli schemi, e oggi all’ombra del double
chevron può permettersi il lusso di usare la mano leggera per il lifting
cui tradizionalmente si sottopongono tutte le auto attorno alla metà
della loro vita. Le due varianti di carrozzeria, berlina a cinque porte
e coupé a tre, sono invecchiate bene e hanno ancora un taglio attuale e
moderno.
A livello estetico gli interventi
per il model year 2009 si concentrano soprattutto nella parte bassa del
frontale. Qui c’è un nuovo paraurti con una presa d’aria maggiorata,
neanche la C4 volesse rispondere alle boccacce delle cuginette Peugeot.
Qua e là spuntano listelli cromati mentre più sopra si notano ritocchi
alla calandra, che s’ispira a quella della C5. A completare la scena c’è
poi un cofano inedito leggermente più muscoloso e bombato, con due
nervature laterali in luogo di una centrale.
Metro alla mano, le modifiche
fanno crescere la lunghezza di una quindicina di millimetri, per un
totale di 4.275 per la berlina e 4.288 per la coupé, che ha anche nuovi
trasparenti per le luci di coda. Nel giro perlustrativo, all’esterno
finiscono annotate anche una serie di ruote di nuovo disegno e tinte che
vanno ad arricchire la tavolozza dei colori. Nell’abitacolo gli
interventi sono ancora più misurati. La plancia ha una diversa finitura
superficiale e la strumentazione ha una nuova organizzazione, con tutte
le informazioni raggruppate nel display piazzato alla base del
parabrezza in posizione centrale.
La gamma motori registra invece
debutti importanti. In un momento in cui le unità a benzina sono alla
riscossa nei confronti di quelle turbodiesel, la Citroën introduce nel
listino C4 due millesei realizzati a braccetto dai Gruppi PSA e BMW. Il
primo è noto come 1.6 VTi, sigla che sta per Variable valve lift and
Timing injection ed è quindi dotato di fasatura variabile delle valvole,
con quelle di aspirazione che sono anche ad alzata variabile. Una
tecnologia tanto raffinata porta la potenza a 120 cv e la coppia massima
a 160 Nm, il 90% dei quali è sempre disponibile tra i 2.500 e i 5.750
giri.
Approfittando dell’introduzione
del nuovo model year e di questi due motori, alla Citroën hanno
rivoluzionato il listino, semplificando molto l’offerta. Ora in pratica
gli allestimenti proposti sono solo due, tanto per la berlina quanto per
la coupé: base e VTR. Nel primo caso la dotazione di serie comprende il
classico stuolo di airbag, il cassetto portaoggetti refrigerato, il
clima manuale, il computer di bordo, il controllo elettronico della
stabilità, i fendinebbia e il cruise control con limitatore della
velocità. La lacuna più evidente è l’assenza dello stereo, standard
invece con tanto di comandi al volante e lettore CD e MP3 sugli
esemplari VTR. Per un sovrapprezzo di 1.600 euro, questa versione offre
tra le altre cose anche i sensori pioggia e crepuscolare, i cerchi in
lega da 17" (quelli base sono da 16" in acciaio), il parabrezza atermico
riflettente e un climatizzatore di tipo automatico bizona. Parlando di
prezzi, berlina e coupé costano uguali, a parità di motore e
allestimento. Giusto per fare due esempi, la C4 1.600 VTi VTR viene
19.250 euro, mentre la 1.6 turbodiesel HDi FAP, motorizzazione che va
per la maggiore, viene 19.500 euro se base e 21.100 se VTR.
Loredana Bossi |