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Campionamento Ambientale

di Enrica Pollazzon

 

Il campionamento ambientale consente la raccolta di porzioni rappresentative della matrice che si vuole sottoporre ad analisi. Questa fase è complessa e delicata in quanto condiziona tutte le operazioni successive basti pensare che l’incertezza associata al campionamento va dal 30-50%.

Il campione dovrà essere prelevato in maniera tale che mantenga inalterate le caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche fino al momento dell’analisi e conservato in modo da evitare modificazioni dei suoi componenti e delle caratteristiche da valutare. Le operazioni di campionamento devono rispettare un “Piano di campionamento” che spesso deve rispettare dei criteri attribuiti dalle normative tecniche di riferimento.

Un Piano di campionamento deve quindi prevedere la definizione dell’obbiettivo, la descrizione del sito di campionamento, la strategia del campionamento, l’indicazione delle matrici da campionare, le metodiche di campionamento, la numerosità dei campioni, la durata del campionamento, la frequenza di campionamento, il numero di addetti e delle loro competenze necessarie per la conduzione del campionamento, la pianificazione logistica come mezzi di trasporto, luoghi di accesso,la modalità di trasporto dei campioni, la conservazione dei campioni, il controllo qualità, la pianificazione della sicurezza sul lavoro, la definizione del tipo di documentazione che deve essere utilizzato durante tutto il programma di campionamento.

Una volta prelevato il campione questo deve essere seguito da una documentazione che comprende lo scopo del campionamento, la descrizione del luogo del prelievo con la posizione geografica esatta tramite GPS, l’ora ed il giorno del prelievo, le caratteristiche del campione, la conservazione del campione e la sua identificazione, gli operatori addetti al campionamento e le analisi che devono essere svolte. La quantità da prelevare del campione per le analisi dipende dalla tecnica analitica e dai limiti di sensibilità richiesti. Se questi criteri non vengono rispettati si può arrivare ad inficiare il campionamento e quindi la ripetibilità e la confrontabilità dei risultati.

La strategia di campionamento può essere causale dove i singoli prelevamenti  dovrebbero avere la stessa probabilità di includere tutti i componenti delle soluzioni in esame, si utilizza di solito con soluzioni omogenee o può essere stratificata dove l’area in esame viene suddivisa in sottoaree e da ciascuna delle quali è tratto un campionamento sistematico o causale semplice. Poi abbiamo un campionamento sistematico che è la tecnica più comune e consiste nel prelevamento del campione ad intervalli di tempo o di spazio predeterminati o il campionamento istantaneo dove si preleva un singolo campione in un’unica soluzione in un punto determinato ed in un tempo molto breve.

Il campionamento medio consiste nell’ottenere un campione effettuando prelievi in un dato intervallo di tempo (3,6,12,24 ore) in maniera continua o discontinua. La scelta della durata del campionamento, del numero dei prelievi e della loro frequenza sarà stabilita in funzione della variabilità delle caratteristiche quali-quantitative dell’effluente.

Il campionamento medio può essere medio composito e medio continuo. Il primo viene realizzato mescolando un numero di campionamenti istantanei prelevati ad opportuni intervalli di tempo, in modo proporzionale. Il secondo viene effettuato prelevando in maniera continua e per un intervallo di tempo, una porzione dell’effluente, proporzionale o non alla portata del medesimo.

Esistono diverse apparecchiature che vengono utilizzate per i campionamenti la cosa importante è quella di evitare che ci sia una contaminazione del campione da parte delle apparecchiature perché può provocare una rilevante fonte di incertezza. Bisogna sempre valutare quello che viene chiamato il “cross-contamination” valutando la capacità di assorbire o rilasciare analiti da parte delle diverse componenti del sistema di campionamento come tubi, componenti in plastica o in metallo ecc.

Conservare un campione significa garantire la stabilità e la inalterabilità di tutti i suoi costituenti nell’intervallo di tempo che intercorre tra il prelievo e l’analisi. Un campione ambientale, nel momento stesso che viene separato e confinato in un recipiente non rappresenta più il sistema di origine. Da quel momento il campione inizia a modificarsi fisicamente (evaporazione,sedimentazione, adsorbimento alle pareti del contenitore ecc)chimicamente (reazioni di neutralizzazione, trasformazioni ossidative ecc) e biologicamente ( attacco batterico, fotosintesi ecc.).

I contenitori non devono alterare il valore di quei parametri di cui deve essere fatta la determinazione, non devono cedere o adsorbire sostanze, alterando la composizione del campione, devono essere resistenti ai vari costituenti presenti nel campione inoltre devono garantire la perfetta tenuta, anche per i gas disciolti e per composti volatili.

I materiali più usati per i contenitori sono generalmente il vetro, la plastica e altri materiali. Il vetro ha come caratteristica quella  della resistenza agli agenti fisici e chimici. Nel caso in cui non sia richiesta una particolare impermeabilità ai gas o nel caso in cui non vi siano interferenze dovute agli additivi organici (plastificanti) si può ricorrere all’uso di materiale plastico che presenta il vantaggio di essere leggero, resistente all’urto ed economico. Il volume del campione dipende dalle determinazioni da eseguire e dal metodo di analisi impiegato. In ogni caso occorre prelevare quantità di campione in eccesso e distribuirlo in più contenitori, in modo da premunirsi dalla possibilità di perdita del campione per eventuali incidenti ed avere la possibilità di compiere ulteriori accertamenti, se ritenuti in seguito necessari.

 

Enrica Pollazzon

 


 

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