IL CANTIERE SOSTENIBILE
di Emiliano Cinque
Il cantiere
rappresenta, nell’ambito del processo produttivo di un edificio, la fase
di maggior impatto ambientale. Nel cantiere edile si susseguono attività
di movimentazione, stoccaggio, deposito, raccolta e trasporto di
materiali e rifiuti generati da lavorazioni che investono tutte le
tematiche ambientali, con ricadute su ACQUA, SUOLO, ARIA.
La gestione
sostenibile del cantiere implica l’analisi, già in fase di
progettazione, delle problematiche ambientali che emergeranno in fase
esecutiva al fine di dare indicazioni e linee guida ai responsabili e al
personale che opereranno nella fase di costruzione ed avviamento
dell’opera. Occorre, in tale fase preliminare, creare
presidi-osservatorio nei confronti di quelli che sono gli aspetti
ambientali più significativi: rifiuti solidi e liquidi, terre e rocce da
scavo, acque di scavo, acque di lavaggio, acque di scarico e reflue,
stoccaggio di prodotti pericolosi, emissioni in atmosfera, emissioni
acustiche, emissioni di campi elettromagnetici significativi, fibre
artificiali e vetrose, utilizzo di prodotti chimici, amianto, ecc..
Il controllo
di questi molteplici fattori che spesso vanno a sommarsi ed intrecciarsi
all’interno del cantiere edile deve essere gestito già in fase di
approccio progettuale/amministrativo e documentale mediante la
predisposizione di Piani di Controllo ambientale, specifiche tecniche di
appalto/fornitura, linee guida di gestione, strumenti di auditing da
utilizzare in cantiere per verifica e registrazione dati, importanti sia
per il monitoraggio della qualità del cantiere, sia in sede di
dimostrabilità delle buone prassi ad enti di controllo, sia in tema di
certificazioni (EMAS, LEED,ISO 14001, ecc.).
Questi buoni
propositi normalmente si scontrano con fattori socio culturali ormai
consolidati, in particolare in piccole realtà imprenditoriali e
soprattutto in ambiti privati, laddove quasi mai si hanno a disposizione
risorse organizzative, professionali ed economiche che supportino il
processo di gestione ambientale nelle diverse fasi. Le normali prassi di
fatto portano a gestioni approssimate o a non gestioni degli aspetti
legati alle tematiche ambientali e conseguentemente della salute e
sicurezza nei luoghi di lavoro. Il piccolo imprenditore che
consapevolmente si sbarazza della tanica di olio esausto nello scarico
fognario, che lava “alla buona” la canala della betoniera o che scarica
lungo le rogge gli sfridi provenienti dal rifacimento di un bagno, è
consapevole che quelle azioni sono illegali ma lo fa lo stesso perché
“lo fanno tutti” o perché “tanto sono piccole quantità che non fanno
male a nessuno”, gocce nell’oceano dell’inquinamento globale.
Non vi sono
solo i materiali derivanti da processi di costruzione e demolizione, ma
anche una serie di altri rifiuti che sono prodotti nei dai processi
secondari del cantiere.
Basti
pensare ai rifiuti prodotti a seguito di attività, anche amministrative,
a servizio delle lavorazioni edili (carta, mozziconi di sigaretta,
cartucce e toner per stampanti, le capsule vuote delle cialde della
macchina del caffè, ecc.), e i rifiuti prodotti dalla manutenzione delle
attrezzature e dei mezzi d’opera.
E’
importante pertanto stoccare tutti i rifiuti prodotti in apposite aree
ben definite ed in appositi contenitori; essi saranno chiusi e dotati di
vasca di contenimento se lo stoccaggio riguarda materiali pericolosi; è
importante l’identificazione dei materiali/rifiuti effettivamente
prodotti o da considerarsi come tali; è importante la caratterizzazione
secondo il codice CER (Catalogo Europeo Rifiuti) e la loro tipologia,
l’adozione di principi di produzione selezionata dei rifiuti e di
differenziazione della loro raccolta, nonché di elevata salvaguardia
ambientale nella fase del deposito temporaneo. Recuperare il materiale
possibile e privilegiare la raccolta differenziata rappresentano il
modello corretto di approccio al trattamento dei materiali e rifiuti.
Nella
preparazione dell’area di Stoccaggio rifiuti pertanto sarà opportuno
prevedere una piazzola con soletta in calcestruzzo o il posizionamento
di cassoni di tipologia idonea al materiale da contenere da adibirsi al
deposito temporaneo dei rifiuti e/o sfridi di lavorazione /imballaggio
quali: ferro, cavi, plastica, legno, misto.
Le terre e
rocce da scavo devono essere gestite come da relativo piano , secondo
modalità di comportamento diversificate a seconda dello specifico
cantiere e di n base alle casistiche (terre da riporre in sito, terre da
smaltire come rifiuti, terre da reimpiegare in altro sito come da
progetto di riutilizzo).
Per le acque
di scavo, lavaggio e processo il deposito deve avvenire mediante
apposite cisterne/contenitori, con relativa caratterizzazione. Le acque
di scarico dei servizi igienici devono essere raccolte in appositi
serbatoi da collegare alla rete fognaria previa relativa autorizzazione.
I Prodotti
chimici devono essere stoccati in apposite aree dotate di sistemi anti
spandimento ed è necessario che siano presenti dei kit di emergenza per
eventuali sversamenti.
Le emissioni
acustiche devono essere mitigate e contenute , valutate preliminarmente
e, se necessario, accompagnate da deroghe specifiche secondo regolamenti
e zonizzazioni comunali.
Le emissioni
in atmosfera quali polveri, emissioni gas automezzi e macchinari,
dovranno essere limitate mediante: bagnatura delle superfici ed
attraversamenti, lavaggio delle gomme degli automezzi in uscita dal
cantiere, riduzione dei limiti di velocità, copertura di stoccaggi e
trasporti polverulenti, evitare di tenere accesi inutilmente i mezzi
d’opera, utilizzo di depolverizzatori per i silos cementi, manutenzione
di mezzi ed attrezzature.
Lo
stoccaggio di materiali pericolosi deve avvenire in idonei contenitori
muniti di etichettatura ed indicazioni di pericolo, facendo riferimento
alle specifiche schede di sicurezza.
La presenza
di amianto implica la necessaria attenzione alla normativa di
riferimento e dalle relative prescrizioni autorizzative, nonché nei
piani di lavoro. I prodotti quali fibre per coibentazioni dovranno
essere conservati nelle confezioni originali stagne e conservate in
maniera tale da impedire il dilavamento del materiale.
L’Eco-costruzione
e successivamente l’ eco-gestione del cantiere permette di avere la
minimizzazione degli impatti sul’ambiente naturale (flora e fauna) e su
quello antropizzato (popolazione).
Tale
processo passa da azioni semplici quali l’ottimizzazione del carico dei
mezzi di trasporto, la predisposizione di vasche per il lavaggio delle
betoniere, l’utilizzo di fog-cannon per le bagnature,
barriere-recinzioni antipolvere ed antirumore, l’approvigionamento di
materiali a “km 0”, utilizzo di sostanze prodotti quanto più naturali
possibile.
Un Cantiere
ad impatto zero vuol dire alta efficienza, basse emissioni, altissima
professionalità quindi minori probabilità di infortunio sul lavoro o
incidenti ambientali.
L’edilizia
sostenibile parte dalla fase progettuale e viene esplicitata dal
cantiere e dalla ciclo di vita e di esercizio dell’opera.
Un piano di
efficienza energetica non può prescindere da un piano di efficienza di
ristrutturazione delle normali prassi .
L’esperienza
degli ultimi anni di alcuni cantieri sostenibili (es. Cantiere Citylife
e Porta Nuova Varesine di Milano o Stazione Tiburtina di Roma) ci
auspicano che le coscienze, nel tempo, si sensibilizzino nei confronti
delle problematiche ambientali, diventando fattore di conoscenza
inconsapevole. Un cantiere Green può, se ben gestito, oltre a
riconoscimenti di immagine, avere ritorni economici importanti.
Le
caratteristiche, ad esempio, del cantiere certificato Leed(Leadership in
Energy and Environmental Design)è quello di Prevenzione
dell’inquinamento da attività di cantiere, attuando misure di controllo
dei fenomeni di erosione del suolo, di sedimentazione nelle acque
riceventi e la produzione di polveri nocive per l’ambiente esterno e per
le stesse attività di cantiere.
Il prerequisito Leed non chiede solo che tali misure siano previste in
cantiere, ma obbliga anche a prevedere una programmazione periodica, a
cadenza settimanale di verifica dello stato delle misure implementate e
delle relative attività di manutenzione.
Il LEED, ha
rilevanza mondiale, ma esistono altri protocolli di valutazione
nell’edilizia (ITACA); in Italia sono ormai decine di edifici che hanno
avuto certificazione LEED,(i protocolli dipendono dalla tipologia di
intervento), che tiene conto di edifici da 7 piani in su, quindi per
altre tipologie possono essere adottati altri processi di verifica come
ad esempio il GBC Home (GREEN BUILDING COUNCIL).
La
certificazione LEED viene assegnata al temine di un controllo di qualità
che assegna dei punti Platino, Oro, Argento, Base), i crediti sono
suddivisi sulla base di diverse aree: sostenibilità del sito (es. qual è
il livello di accesso al trasporto pubblico), gestione delle acque
(l’acqua piovana viene riciclata o no?), energia ed atmosfera (es.
quanta CO2 viene emessa per il riscaldamento e il raffrescamento),
materiali e risorse (es. quanto materiale riciclato viene utilizzato
nell’acciaio), qualità ambientale interna (es. quanti composti organico
volatili vengono emessi dai materiali utilizzati negli ambienti
interni), innovazione nella progettazione (es. quanto innovativa è la
forma dell’involucro), la priorità regionale (es. da quanti chilometri
arrivano i materiali).
Le
certificazioni sono un ottimo strumento per la valorizzazione delle
opere edilizie e per garantire la visibilità dei cantieri ed edifici
green tramite specifici portali informatici, riviste di settore, stampa,
facendo nascere nel lettore/acquirente il senso positivo che un’opera
bella e funzionale può essere anche sostenibile.
Bisogna
dunque partire dall’esperienza dei cantieri ecosostenibili e portare
nella piccola scala le verifiche e gli accorgimenti ambientali necessari
a garantire il rispetto delle leggi in vigore e dell’ambiente che
gravita attorno all’attività di costruzione.
Il futuro
passa da un presente spesso incerto ma che chiama tutti al rispetto dei
valori di ecologia e sostenibilità ambientale che garantiranno un futuro
ai nostri figli.
“Conservare nel modo
migliore possibile la
dotazione limitata di risorse
che ci è stata lasciata e rispettare nel
modo migliore il ritmo naturale che
governa il processo del divenire significa
esprimere il nostro amore
supremo per ogni forma di vita che
seguirà. Essere consapevoli di questa duplice responsabilità costituisce
il primo stadio da un sistema di colonizzazione a un sistema
eco-compatibile.” (JEREMY RIFKIN-economista).
Emiliano Cinque |