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Car Sharing
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FURTI D'AUTO E ANTIFURTI
di
Simone Pavarin
Il paradigma, assurdo, del trasporto privato è stato
finora quello che si concretizzava nelle nostre strade con decine e
decine di veicoli in coda, guidati da una singola persona. Il rapporto
tra vettura e occupanti dell’auto spesso era di 1 a 1. Il Car sharing
vuole invece abolire questo rapporto e rilanciare un utilizzo più
proficuo ed efficiente della autovetture, permettendo a più persone
dietro il pagamento di una giusta tariffa, l’utilizzo della stessa
macchina. All’atto pratico questa strategia di trasporto persone
funziona nel modo seguente: un individuo prenota per un certo lasso di
tempo, anche per una sola ora, una vettura e, dopo l’utilizzo, riporta
la vettura nel luogo dal quale è partito o in uno diverso, il tutto
dietro un giusto compenso. La vettura in questione sarà pronta per
essere affidata ad un altro automobilista. Il Car sharing che nel nostro
Paese ha visto la luce da neppure un decennio e che in altri è da tempo
radicato, permette di evitare quegli enormi sprechi tipici dell’utilizzo
tradizionale delle automobili. Ad esempio, anche quando la nostra
vettura è parcheggiata o chiusa in garage rappresenta un costo
importante, assicurazione, bollo, svalutazione della stessa. Costi ormai
a cui non facciamo più neppure attenzione.
Con il Car sharing invece
questi costi definiti fissi vengono suddivisi con le altre persone che
hanno utilizzato e utilizzeranno l’auto in questione. E’ un evidente
vantaggio perché in questo modo i costi sono proporzionati all’effettivo
utilizzo, ovvero, parafrasando una formula oggi molto diffusa, “paghi
solo quello che consumi”. Il Car sharing non è però alla portata di
tutti, gli utilizzatori ideali sono rappresentati da quelle persone che
hanno necessità solo saltuaria di potenziare la propria capacità di
spostamento. Si pensi ad esempio alle famiglie che, avendo già una
vettura, a volte hanno bisogno di un secondo veicolo, oppure di coloro
che amano spesso cambiare auto.
Il Car Sharing coniuga l’interesse individuale con quello
collettivo, infatti, sotto questo ultimo aspetto si deve evidenziare il
minor numero di vetture su strada ed un utilizzo più intensivo che
costringe, in aggiunta, i fornitori di questo servizio ad rinnovare
periodicamente l’intero parco auto con evidenti benefici a livello
economico.
In genere le amministrazioni pubbliche vedono di buon
occhio queste iniziative e tendono a favorirle concedendo permessi
speciali per le zone a traffico limitato, oppure offrendo forti sconti
per il parcheggio.
Attualmente si stanno sperimentando in varie parti del
mondo strategie di Car Sharing che, da un lato, non impongano la
restituzione della vettura al punto di partenza, una rigidità questa che
scoraggia la condivisione e dall’altro che favoriscano l’utilizzo del
veicolo elettrico.
Molto vicino al Car Sharing è il famoso Carpooling. Si
tratta di una speciale forma di condivisione spontanea, che vede persone
magari estranee utilizzare la vettura di uno di loro dividendo i costi.
Il Carpooling non è gratis o totalmente destrutturato come l’autostop,
ma nel contempo non soffre delle rigidità tipiche del Car sharing. Il
classico esempio si ha negli spostamenti lavorativi. Un gruppo di
persone abitando nella stessa zona e recandosi tutte le mattine in un
area di lavoro comune può decidere, invece di utilizzare ognuno la
propria vettura, di usare, magari a turno, la vettura di un componente
del gruppo dividendo i costi, a questo punto estremamente minimi, di
trasporto. Sulla scorta di questa esperienza sono nati siti internet che
mettono in contatto automobilisti disposti a condividere le proprie
auto.
I precursori di questa strategia di trasporto privato
sono ancora gli americani ed i nord europei. Per incentivarla anche nel
nostro Paese si sono susseguite diverse iniziative, la più interessante
forse quella del 2009 della Società Autostrade che ha offerto uno sconto
sul pedaggio a fronte di un utilizzo condiviso dell’auto.
Car Sharing e Carpooling saranno i sistemi di trasporto
del furturo? Difficile rispondere. E’ evidente però che più i trasporti
pubblici funzionano e sono capillari meno possibilità di forme di
trasporto alternative possono nascere. Bene la condivisione di auto che
stimola la collaborazione tra persone anche estranee, meno bene il fatto
che un’alta condivisione potrebbe essere indice di servizi municipali
scarsi.
(S.P.)
Furti d’auto e antifurti
I furti di veicoli rappresentano un problema costante dei nostri tempi,
fatto questo comprensibile visto che le società moderne hanno le loro
fondamenta sulle comunicazioni e sulla mobilità.
Diverse indagini hanno rilevato come , dopo una continua crescita dei
furti di autoveicoli dal 2005, negli ultimo due anni la situazione si è
“fortunatamente” stabilizzata. L’osservatorio della Lojack Italia,
multinazionale che si occupa di rilevamento e recupero veicoli rubati,
ha evidenziato come dal 2010 i furti di autovetture si sia stabilizzato
ad una media 340 eventi giornalieri, ovvero in Italia vengono sottratte
al legittimo proprietario ben 14 auto all’ora. Un valore comunque in
linea con il resto d’Europa. Un’ulteriore indicazione proviene dal
Ministero dell’Interno che individua le tre vetture più soggette a furti
che risultano essere anche le più diffuse, tutte di casa Fiat: la Panda,
la Punto e la Uno.
Le motivazioni per cui si rubano
le vetture sono principalmente due: il business dei pezzi di ricambio e
l’utilizzo del veicolo per commettere altri reati. Secondo le forze
dell’ordine i luoghi preferiti dai malviventi per portare a termine i
furti sembrano essere principalmente i luoghi nei quali il proprietario
del veicolo ritiene di essere più al sicuro come per esempio il
parcheggio sotto casa o addirittura il garage dell’abitazione.
Quest’ultimo modus operandi risulta essere il più pericoloso per il
proprietario che si troverebbe a diretto contatto coi criminali.
Per sensibilizzare i cittadini verso questo problema la Polizia di Stato
ha istituito un sito internet tramite il quale, chiunque, inserendo il
numero di targa nell’apposito spazio può verificare se il veicolo
corrispondente è rubato.
Le campagne di sensibilizzazione però sarebbero inutili per contrastare
questo odioso fenomeno se i cittadini non facessero la loro parte,
utilizzando tutte quelle strategie e strumenti che oggi vengono messi a
disposizione per contrastare il crimine.
La riduzione che si è registrata nei furti d’auto si deve principalmente
all’utilizzo massiccio degli antifurto che, negli ultimi anni, hanno
avuto un’evoluzione tecnologica incredibile.
Gli antifurto per auto li possiamo suddividere in tre grandi gruppi,
meccanici, elettronici e GPS acronimo per Global Positioning System o
sistema di posizionamento globale.
Gli antifurti meccanici, i più antichi, che conservano una certa
efficacia sono anche, in genere, i più economici. Si basano su di un
elementare principio, ovvero, bloccano la pedaliera della vettura
(frizione, freno, acceleratore), il volante o entrambi.
Gli antifurti elettronici, sono i più diffusi e sono quelli che stanno
attraversando un’interessante evoluzione. In origine vi era solamente la
sirena d’allarme, chi tentava di aprire la vettura o la scuoteva
attivava un forte e fastidioso segnale acustico. Questo tipo di
antifurto ha avuto un’enorme diffusione tanto che ancora oggi viene
installato come elemento standard su molte auto. E’ stata proprio la sua
diffusione a ridurne l’ efficacia. Siamo ormai talmente abituati a
sentire sirene d’allarme di autovetture attivate perché nei pressi
transita un grosso mezzo che produce vibrazioni o perché accidentalmente
qualcuno si appoggia alla vettura, che spesso neppure il proprietario ci
fa più caso.
Per ovviare a questo problema
esistono oggi, sul mercato, sistemi d’allarme silenziosi che, in caso di
reale pericolo di furto, non attivano alcuna sirena, ma avvisano ad
esempio tramite SMS il proprietario della vettura. La particolarità è
rappresentata dal fatto che questi sistemi sono bidirezionali, ovvero,
inviano informazioni ma possono anche riceverle, nulla può impedire al
proprietario di un’auto di consultare, tramite il suo telefono
cellulare, il sistema d’antifurto per una diagnostica.
L’ultimo tipo di sistema d’allarme entrato in commercio è quello GPS.
Attraverso il GPS possiamo conoscere in ogni momento la posizione,
nell’intero globo della nostra auto, ed in caso di situazioni sospette
avvisare immediatamente le forze dell’ordine. Il GPS visto in questo
contesto sembra la panacea che possa risolvere il problema dei furti
d’auto, in realtà, anch’esso ha un tallone d’achille. Se per esempio la
macchina venisse ricoverata in un parcheggio sotterraneo il sistema
sarebbe totalmente inutile a causa della schermatura provocata dagli
spessi muri intorno.
Simone Pavarin |