di Vittoria Caso
LA STRADA
MAESTRA
Il progetto
biennale “La strada maestra”, 2008-2010, giunto a più di metà del
suo percorso, ha ritenuto opportuno fare il punto della situazione, il
15 ottobre 2009, presso l’auditorium del 29° Distretto Scolastico.
A finanziare
il progetto, la FONDAZIONE PER IL SUD, il cui rappresentante Dott.
Pietro Ferrari Bravo, ha avuto parole di elogio per l’Associazione
Agenzia Arcipelago onlus che, attraverso una mega organizzazione, è
riuscita a creare una straordinaria rete, in partenariato con scuole e
associazioni culturali, articolata in attività miranti tutte a prevenire
e contrastare la dispersione scolastica e il disagio.
Il convegno,
organizzato dall’Associazione Arcipelago assieme al 29° Distretto
Scolastico, è stato coordinato dal presidente del distretto prof.
Francesco Palladino, il quale nella sua relazione introduttiva ha
precisato quanto sia sempre stato vivo il dibattito sull’evasione
dall’obbligo e sulla dispersione scolastica nel nostro territorio, che
si è attrezzato adeguatamente per prevenire tali dannosi fenomeni,
riuscendo anche ad arginarli con discreto successo, soprattutto perché
tra Arzano, Casavatore e Casoria c’è ormai da molti anni l’abitudine a
lavorare in rete; anzi, la sinergia d’intenti e la collaborazione fra
EE.LL., associazioni/agenzie educative e scuole ha indotto a progettare
assieme per soddisfare i bisogni del territorio. Chi meglio, del
resto, di Palladino può esprimersi in merito, giacché a suo tempo è
stato esperto di rete? E che la rete era finalizzata per l’appunto a
prevenire e combattere la dispersione?
La parola è
poi passata per i saluti istituzionali ai vertici dei tre comuni del 29°
Distretto. Innanzitutto al Prefetto dott. Fausto Gianni, capo della
commissione che governa Arzano, che si è dichiarato colpito molto
favorevolmente dall’intensità e dall’attenzione con cui si lavora nella
nostra periferia al fine di arginare le situazioni di disagio, a monte
del fenomeno dispersione; Stefano Ferrara, sindaco di Casoria, ha
analizzato con precisione il fenomeno nelle sue molteplici componenti e
variabili, sottolineando la concretezza delle attività poste in essere
per prevenire i problemi e sostenere le famiglie; Pasquale Sollo,
sindaco di Casavatore, ha riportato una serie di esempi molto eloquenti
che hanno testimoniato il ruolo della scuola come strumento di riscatto
sociale. “ Ogni alunno che perdiamo è un futuro delinquente” ha
rilevato il dott. Espedito Piscone, in rappresentanza della Provincia,
evidenziando nella sinergia tra scuola e istituzioni il punto focale per
recuperare gli alunni che si allontanano, rischiando di non costruirsi
un avvenire. Ha garantito che la provincia vuole essere di sostegno ai
giovani, alle famiglie e alle scuole soprattutto nelle nostre periferie,
bisognose di tutto e di più.
Il dott.
Giuseppe Errico, psicologo, direttore del progetto “La strada maestra”
ha spiegato che l’Associazione Arcipelago, di cui è presidente Angela La
Torre, ha costituito un gruppo di lavoro composto di formatori ed
esperti nel campo psicosociale con l’obiettivo di costruire percorsi
progettuali in rete contro il disagio e la dispersione scolastica. A tal
fine ha svolto corsi, ha aperto sportelli per l’orientamento, ha creato
consulenze, attività laboratoriali/ludiche/culturali, i cui fruitori ,
soprattutto i giovani, hanno potuto non solo formarsi , ma anche
orientarsi per programmare il loro futuro. Un supporto forte è stato
dato ai genitori con corsi sulla genitorialità. “La strada maestra,
cioè, come indica la denominazione - ha concluso il dott. Errico-
ha tracciato un sentiero lungo il quale i giovani disorientati possono
finalmente avviarsi con serenità”.
Elemento di spicco del convegno è stato il prof Guido
Pesci, pedagogista clinico, docente di pedagogia sociale presso
l’Università di Siena, il quale ha confermato che la dispersione è un
fenomeno complesso che investe l’intero sistema scolastico e sociale,
pertanto, per prevenire il fenomeno dell’abbandono bisogna definire
strategie organizzative, sociali e didattiche plurime che consentano di
capire a fondo le motivazioni per poi intervenire sulle criticità e
sulle debolezze in maniera incisiva. Il rientro post abbandono è
sicuramente da incoraggiare ma richiede soprattutto accompagnamento e
sostegno sia al minore sia alla scuola, al fine di evitare che
l’insuccesso scolastico si trasformi in depressivo fallimento totale. Il
prof. Pesci si è complimentato con il dott. Errico e con tutti i partner
del progetto per le scelte mirate e concrete e per il coraggio mostrato
nell’intraprendere una “strada maestra” sì, ma lastricata di difficoltà.
Tra gli interventi, assai significativi quelli di Giovanni De Rosa e
Domenico Di Vincenzo, rispettivamente dirigenti dell’ITC Torrente e del
Gandhi, i quali, da profondi conoscitori dei giovani, hanno sottolineato
la necessità del dialogo, quale strumento privilegiato attraverso il
quale i giovani possono vedere più chiaramente in se stessi e scelti gli
obiettivi, perseguirli senza arrendersi alla prima difficoltà. “Uniti
si vince”: ha ribadito il dott Gennaro D’Auria, plaudendo a questo
progetto che coagula tante forze vive intorno ai giovani al fine di
evitarne il depauperamento di energie.
Al convegno erano presenti alunni dell’ITC Torrente e del
Brando, tutti i dirigenti scolastici delle scuole di Arzano, Casavatore,
Casoria, dirigenti e operatori sociali e Asl, tra cui il le dottsse
Arnone, Silvestro, Iovine, docenti in prima linea da sempre per
combattere la dispersione, Gennaro De Mare -già consigliere
provinciale, Ass. Cultura -Casavatore D’Angelo; tra gli Ass. di Casoria:
Pasquale D’Anna- P.I., Ambiente -Pietro Iodice, Raffaella Iodice-
Economia; avv. Cusano vicepresidente camera forense; rappresentanti
forze dell’ordine, tra cui il comandante Stazione Carabinieri Casoria
E. Giordano e tante, tante altre personalità, che per motivi di spazio
ci scusiamo di non nominare, vicine al mondo della scuola e ai giovani .
(V.C.)
GIRULA’! - TEATRO
A NAPOLI
Premi alla creativita’ partenopea
Il premio GIRULA’! - TEATRO A NAPOLI ha
alzato il sipario sulla quindicesima edizione, il 6 ottobre, presso il
teatro Mercadante, sotto l’egida della Presidenza della Giunta Regione
Campania, dell’EPT, dell'Assessorato alla Cultura Comune di Napoli, del
Teatro Stabile di Napoli, dell’Associazione Culturale Antego.
Con le prestigiose sculture create in esclusiva da
Oreste Zevola sono stati premiati gli artisti che maggiormente si sono
messi in luce nella stagione teatrale 2008|09.
Il Premio Girulà-Teatro a Napoli, istituito nel 1994 in
favore di autori, registi, attori e operatori teatrali di origine e
cultura partenopea, si propone di incoraggiare e valorizzare la
tradizione teatrale napoletana e favorire il suo incontro e il suo
rapporto dialettico con altre correnti teatrali e culturali.
Sono premiati, perciò, non solo autori e attori
napoletani, ma anche non napoletani , i quali hanno però contribuito ad
arricchire la nostra tradizione.
La scelta, certamente non facile, è toccata alla prestigiosa giuria
composta da Marina Gemelli -presidente “L’Isola dei Ragazzi Edizioni”,
Antonia Lezza -docente Storia del Teatro presso “Suor Orsola Benincasa”
e Giuseppe Tortora -docente Storia della Filosofia alla “Federico II” di
Napoli, coordinata da Matteo D’Ambrosio ed Eleonora Puntillo.
La serata di gala “Lo Spettacolo degli spettacoli”, è stata condotta
da Mimmo Liguoro assieme a Francesca e Amelia Rondinella.
Tra i premiati: Fulvia Carotenuto, Roberto Azzurro,
rispettivamente migliore attrice e attore protagonisti; Giovanni
Esposito, migliore attore non protagonista; il gruppo di attrici non
protagoniste Attolini, Bauco, Caratozzolo, Carloni, De Matteo, Giorgetti,
Marigliano, Picello, Vicardi.
Il premio Franco Carmelo Greco è stato conferito a :
Elisabetta Ventura, Ivano Schiavi, quali migliori attrice e attore non
protagonisti; Antonio Calenda, migliore regia; Mimmo Borrelli e Davide
Iodice, drammaturgia dello spettacolo; Daniele Spisa, migliore
scenografia; Daniela Ciancio, migliori costumi; Massimo Maraviglia,
autore del testo; Fratelli Mancuso, musiche originali; Nicola Console
e Alice Mangano, premio tecnico; Rosalba di Girolamo è stata invece
considerata l’autrice del migliore progetto di teatro per ragazzi e con
i ragazzi.
“L’anima buona del Sezuan”, messa in scena dal Teatro
Stabile di Genova al Diana, è stato premiato come migliore spettacolo
fra quelli non di cultura napoletana.
Da quest'anno- importante novità - il Premio Girulà ha
aperto le porte anche alla letteratura: un riconoscimento per mettere
in luce ogni anno «un'opera – ha affermato Mimmo Liguoro -che
abbia i caratteri della novità e dell’acutezza nel descrivere in forma
letteraria un aspetto della problematica legata a Napoli e al suo
difficile rapporto con i temi del proprio sviluppo».
Da qui l'idea di costruire un legame tra il premio
teatrale - che resta il fine principale del Girulà - e una ricerca di
novità letteraria che possa costituire un segnale di attenzione e
apprezzamento soprattutto verso il lavoro di scrittori giovani.
Il libro premiato quest’anno è «Napoli per le strade» (Azimut
Libri), 21 racconti, a cura di Massimiliano Palmese; i ricavati delle
vendite andranno al P.O. pediatrico Santobono.
Questo interessante appuntamento annuale col teatro ha
dimostrato ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, che,
nonostante tutti i problemi che attanagliano Napoli e provincia, la
fervida creatività partenopea è sempre vivace e sorprendente.
(V.C.)
DACIA
MARAINI
UN MITO A PALAZZO SERRA DI CASSANO
Nel
tempio della cultura, l’istituto Italiano per gli Studi Filosofici,
Dacia Maraini, il 6 ottobre, ha colloquiato piacevolmente con un
pubblico attento e ammirato.
“Un
pensiero, un’immagine, un’idea si presentano come una cometa
all’orizzonte
e si traducono in poesia”: così Dacia definisce l’ispirazione
poetica, facendo poesia della poesia. “La poesia non è traducibile, è
un assoluto puro” – risponde a chi le chiede se ritenga possibile
tradurre le poesie da una lingua all’altra, riproducendone, un fonema
dopo l’altro, la musicalità.
Intervistatrice garbata e colta, Ester Basile, giornalista e presidente
dell’Associazione Culturale Eleonora Pimmentel Fonseca, ha ripercorso
alcune tappe della vita della scrittrice, traendo spunto dagli scritti
più noti e fornendo l’occasione a Dacia per raccontarsi.
Via
via, sull’onda dei ricordi ecco Dacia, negli anni 70, donna impegnata
nella fondazione del Teatro della Maddalena, in cui da spazio alla
creatività femminile, a dispetto dell’imperante maschilismo che tuttavia
non le risparmia attacchi. Quando, infatti, mette in scena "Dialogo di
una prostituta con un suo cliente", tradotto in inglese e francese e
rappresentato in dodici paesi diversi, è attaccata senza pietà.
Del
1980 è "Storia di Piera" scritto in collaborazione con Piera Degli
Esposti :il libro avrà otto edizioni e Marco Ferreri ne ricaverà un film
con
Marcello Mastroianni,
Hanna Shigulla e Isabelle Huppert. “lsolína”, pubblicato da Mondadori
nel 1985 e, ripubblicato da Rizzoli nel 1992, riceve il premio Fregene.
Negli
anni '90, poi, la scrittrice pubblica diversi romanzi, ma in particolare
la Maraini si sofferma sulla genesi di: "La lunga vita di Marianna Ucrìa"
(1990 -premio Supercampiello e "Miglior libro dell'anno"), "Bagheria"
(1993, Rizzoli), "Voci" (1994), "Buio" (1999), che parla della violenza
sull'infanzia e sull'adolescenza in dodici storie e riceve il "Premio
Strega".
Con
"La nave per Kobe", racconto del viaggio che la famiglia Maraini compie
per raggiungere il Giappone, quando Fosco, etnologo, padre della
scrittrice, riceve una borsa di studio, dopo essersi abbandonato alla
rischiosa tentazione di strappare la tessera fascista, l’emozione dei
ricordi ha il sopravvento e Dacia narra la fame sofferta, da bambina,
nei campi di concentramento giapponesi.
Ed
ancora… le opere più recenti.
Nel
2004, col romanzo "Colomba", la scrittrice accompagna i lettori alla
scoperta di una storia dai contorni fiabeschi, che penetra con
delicatezza le motivazioni e i sentimenti che muovono l'animo umano.
Per
finire: “Il treno dell’ultima notte ”, in cui è chiara l’eco dello
sterminio ebreo. Per
ritrovare le tracce del suo inseparabile amico d'infanzia, Amara
attraversa l'Europa del 1956 su un treno che si ferma a ogni stazione.
Amara visita sgomenta ciò che resta del girone infernale di
Auschwitz-Birkenau, percorre le strade di Vienna alla ricerca di
sopravvissuti, giunge a Budapest durante la rivolta degli ungheresi, e
trema con loro quando i colpi dei carri armati russi sventrano i
palazzi.
Nella sua avventura, e nei destini degli uomini e delle
donne con cui s’intreccia la sua vita, si rivela il senso della
catastrofe e dell'abisso in cui è precipitato il Novecento, e insieme la
speranza di un mondo diverso.
Con questo romanzo, dato in omaggio a tanti presenti che
fanno a gara per un autografo, si conclude l’incontro, non prima che
l’attrice Anna Maria Ackermann abbia letto una poesia di Dacia Maraini.
Vittoria Caso |