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CAVALLI FACILI

L’aumento del rapporto di compressione

 

di Roberto Maurelli

 

Tradizionalmente, quando si vogliono incrementare le prestazioni di un motore attraverso una seria elaborazione meccanica, gli specialisti consigliano, come primo passo, quello di aumentare il rapporto di compressione.

Alcuni, forse, non hanno la minima idea di cosa stiamo parlando; altri, invece, pur essendo a conoscenza delle nozioni fondamentali in materia, potrebbero trovare interessante approfondire ulteriormente il tema.

In primo luogo vale la pena di ricordare che il rapporto di compressione è un parametro motoristico che esprime il rapporto tra il volume massimo (pistone al PMI) e volume minimo (pistone al PMS) del cilindro.

L’aumento del rapporto di compressione determina un miglioramento del rendimento termico del motore, ossia dello sfruttamento dell’energia sviluppata dalla combustione, senza che il regime di rotazione cresca. In sostanza il diagramma delle curve di coppia e potenza viene mantenuto invariato, ma presenta valori significativamente accresciuti; questo, ovviamente, permetterà di incrementare le prestazioni della vettura, senza modificare l’elasticità e la modulabilità del propulsore.   

Al crescere del rapporto di compressione, però, aumentano anche le temperature e la pressione. Pertanto non si può continuare ad aumentare tale valore all’infinito. Un’esagerazione in tal senso determinerebbe inevitabilmente la detonazione che, producendo la foratura del cielo del pistone, comprometterebbe irrimediabilmente gli organi meccanici.

La resistenza alla detonazione di un carburante è indicata dal numero di ottani e, come avrete appreso da un mio precedente articolo, vi è una notevole differenza tra la normale “verde” e le benzine speciali aventi un numero di ottano superiore. È possibile pertanto che un motore abbia una detonazione utilizzando la tradizionale benzina a 95 ottani e che, invece, funzioni benissimo con un pieno di benzine a 98 o 100 ottani. Si tenga presente che esistono degli additivi appositamente studiati per aumentare il potere antidetonante, ma in ogni caso, aumentando il rapporto di compressione oltre il limite consentito dall’architettura del motore, si andrà sempre incontro al fenomeno della detonazione.  

A titolo meramente esemplificativo, nei motori di Formula Uno il rapporto di compressione si aggira intorno al valore di 13.5 : 1.

Nei motori moderni destinati alla grande produzione non ci discosta molto da questi valori ma, differentemente da quanto avviene nelle corse, i costruttori prevedono sempre un certo margine di sicurezza su cui è possibile lavorare per aumentare il rapporto di compressione.

Un primo sistema per raggiungere tale obiettivo è quello di asportare materiale dal piano di appoggio della testa attraverso una fresatrice o spianatrice per testate. Il problema di questa soluzione è che viene alterata la struttura della camera di combustione, annullando le cosiddette “zone di squish”. Per ripristinare la precedente geometria, fondamentale per una combustione omogenea, occorre lavorare la camera di combustione, successivamente alla spianatura, con appositi strumenti.

Un secondo sistema è quello di asportare materiale, senza toccare la testa, direttamente dal blocco cilindri. Il problema di questa lavorazione è la difficoltà di operare con i blocchi a struttura open-deck. Inoltre, anche in questo caso, la necessità di conservare le zone di squish richiede lavorazioni molto precise. 

Un terzo sistema, utilizzato molto frequentemente, è quello di acquistare direttamente dei kit di pistoni, più bombati, specifici per il proprio motore, che possono essere installati al posto degli originali. Attraverso questa semplice operazione viene automaticamente incrementato il rapporto di compressione senza necessità di ulteriori lavorazioni meccaniche. Bisogna però fare attenzione ad acquistare dei pistoni perfettamente compatibili poiché, in caso contrario, sarà comunque necessario un lavoro di rettifica per far funzionare tutto correttamente.

Qualunque sia il sistema adottato, comunque, sarà sempre necessario rimuovere completamente la testata e, in qualche caso, smontare completamente il motore.

Questo, ovviamente, influirà sui costi finali dell’intervento, variabili anche a seconda del metodo prescelto. In ogni caso, chi intende elaborare meccanicamente la propria vettura dovrebbe sempre prendere in considerazione questo tipo di modifica che consente di sfruttare al meglio le potenzialità del proprio motore.

 

Roberto Maurelli


 

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