CELLULARE SEQUESTRATO SE LO USI ALLA GUIDA
di
Giovanni Minieri
Qualche settimana fa, scorrendo il mio profilo facebook,
visualizzo un video condiviso da un mio amico in cui un gruppo di
ragazzi si riprende con l’ormai noto bastone per i selfie mentre stanno
viaggiando in auto e si stanno esibendo nella interpretazione canore di
uno dei tanti tormentoni dell’estate. Tutt’un tratto la ragazza che è
alla guida cambia espressione, spalanca occhi e bocca e il terrore si
dipinge sul suo volto. Un attimo dopo e tutto un roteare ed un urlare,
l’auto si sta cappottando.
La ripresa termina con l’immagine fissa di quello che
dovrebbe essere il velluto di un sedile. Non so come siano usciti i
giovani interpreti canori, ma se il fato è stato benevolo, lasciandoli
tutti e quattro in vita, scommetto che per il resto dei loro giorni,
anche se vorranno cantare in auto, non si azzarderanno più a riprendersi
con lo smartphone. Ma quanti sono gli incidenti causati dall’uso
improprio del cellulare alla guida?
L’Associazione Sostenitori Amici Polizia, ASAPS, tramite
il suo presidente Giordano Biserni, fa sapere che è impossibile saperlo.
Biserni spiega che:” in particolare in un Paese che dal 2009 non riesce
più a monitorare neppure gli incidenti causati da alcol e droga alla
guida. Altri paesi hanno ben quantificato la condizione di crescente
rischio – oltre 3.000 morti l’anno negli USA. Dopo un periodo estivo col
ritorno del segno più nella mortalità stradale, possiamo constatare che
negli incidenti del fine settimana la percentuale delle fuori uscite per
sbandamento sfiora il 40%, forse in questo segmento ci sono anche le
distrazioni da uso del cellulare.”
Per l’uso del cellulare alla guida, il codice della
strada prevede, all’art. 173, una multa di 161 euro e la decurtazione di
5 punti dalla patente, e se il conducente è recidivo, cioè incorre nella
stessa violazione nel corso del biennio successivo alla prima
contestazione, è prevista la sospensione della patente da 1 a 3 mesi.
Eppure tali pene non sembrano sortire effetto, gli italiani che
continuano a messaggiare o chattare mentre guidano sono ancora tanti,
troppi. Ricordiamoci che scrivere un messaggio significa distogliere lo
sguardo dalla strada per 10 secondi circa. Pochi? Non credo, in 10
secondi a 50 Km/h si percorrono la bellezza di 140 metri, pensate in
città a quanti attraversamenti pedonali incrociate in quei 140 metri.
Le proposte per arginare questo fenomeno?
L’ASAPS ha una
sua idea:” È ora di arrivare ad una decisa svolta per interrompere
questo dilagante e rischioso utilizzo abusivo del cellulare, inserendo
nelle modifiche al C.d.S. che sono in discussione in Parlamento,
l’ipotesi della sospensione immediata della patente e il sequestro e
fermo del cellulare per un mese per chi lo usa alla guida.”
Probabilmente il solo rischio di vedersi sequestrare il proprio
cellulare, potrebbe essere un ottimo deterrente vista la dipendenza
oramai totale dal quel diabolico oggetto tecnologico.
Giovanni Minieri
LA BICI DAL TRUCCO ELETTRIZZANTE
E’ noto il poco traffico che interessa una delle opere
autostradali più imponenti e costose degli ultimi tempi, la BRE.BE.MI.,
talmente poco che un arzillo ciclista, un po’ in là con gli anni,
qualche giorno fa ha avuto la splendida idea di approfittare delle poche
auto in circolazione in autostrada per percorrere qualche chilometro
della corsia di emergenza in sella alla sua rapante bici.
L’automobilista che ha assistito alla scena l’ha prontamente immortalata
con uno scatto fotografico subito condiviso sui social e diventato
virale in pochissimi giorni. Probabilmente l’automobilista sarà rimasto
stupito nel constatare che l’attempato ciclista pedalava realmente con
flemmatica cadenza, che la sua cioè non era una bici a pedalata
assistita, quelle cioè dotate di un motore elettrico alimentato da una
batteria ricaricabile e che aiuta il ciclista quando pedala. Oramai ce
ne sono davvero tante, la loro diffusione è dovuta soprattutto al prezzo
di acquisto sceso notevolmente negli ultimi anni. E non sarebbe stato
strano neppure scoprire che il “giovane” ciclista viaggiava su una bici
elettrica truccata.
Ebbene sì, dopo gli scooter modificati, dalla Cina
arrivano le bici elettriche modificate. Il trucco consiste nel montare
un potenziometro sul manubrio, una manopola del tutto uguale a quella
degli scooter, agendo sulla quale si “apre” la corrente elettrica e via
in sella, senza neanche pedalare. Ma una modifica del genere rende fuori
legge la bici. Il codice della strada è chiaro nel definire il
velocipede:” Sono considerati velocipedi le biciclette a pedalata
assistita, dotate di un motore ausiliario elettrico avente potenza
nominale continua massima di 0,25 kw la cui alimentazione è
progressivamente ridotta ed infine interrotta quando il veicolo
raggiunge i 25 km/h o prima se il ciclista smette di pedalare.”
Ciò significa che se il ciclista non pedala, il motore elettrico smette
di funzionare.
Nella realtà dei fatti però questo non accade.
Ad esempio
a Chiavari i vigili urbani hanno fermato alcuni ciclisti che in sella
alle proprie bici si spostavano tra le strade del paese senza imprimere
il benché minimo sforzo sui pedali. Il trucchetto della manopola sembra
essere poca cosa, sfuggono le implicazioni a cui una modifica del genere
conduce.
Un bici così modificata diventa a tutti gli effetti un
ciclomotore, con tutti gli annessi e connessi del caso. Bisogna infatti
montare una targa, provvedere ad assicurarlo ed il conducente è
obbligato ad indossare il casco. Fino ad oggi i vigili di Chiavari non
hanno calcato la mano, tenendo bonariamente conto dell’età media
piuttosto alta dei fuorilegge, quasi tutti “diversamente giovani”. Si
sono infatti limitati a fermarli e invitarli a proseguire a piedi
conducendo la bici truccata in una officina per ripristinarne le
caratteristiche originali.
Giovanni Minieri
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