COSA NON FARE
PER NON FALLIRE
di
Giovanni Minieri
Son certo di
non sbagliarmi affermando che tutti gli adolescenti degli anni 90 hanno
avuto un cellulare Nokia. Il mio era il modello 3210. Bellissimo. Col
suo profilo simile ad una spider e la sua robustezza uguale a quella di
un tank. Semplice da usare, abbastanza leggero e compatto e,
soprattutto, con una batteria che durava giorni.
Erano gli
anni in cui Nokia era il cellulare, seguivano a molta distanza Motorola
ed Ericsson. Le quote del mercato della telefonia cellulare fino al 2007
del resto parlano chiaro: il 40% è detenuto dalla casa finlandese. Ma
proprio da quell’anno le cose incominceranno a prendere una piega che
nessuno mai avrebbe potuto immaginare. Quello è l’anno del debutto dell’iPhone.
Uno smartphone nuovo, dal design molto elegante e compatto, ma
soprattutto con un sistema operativo, l’iOs, stabile e veloce,
progettato per funzionare sui display touch. Era proprio questo il
tallone di Achille dei cellulari Nokia. Infatti il sistemo operativo
montato era il Symbian, lo stesso che girava sui modelli delle vecchie
serie, quelli cioè con tastiera fisica e senza touchscreen.
Eppure i
nuovi modelli di smartphone, tra l’altro costosi quanto quelli di
Cupertino, come ad esempio l’N8, avevano tutti i numeri per misurarsi ad
armi pari con gli iPhone, le specifiche hardware parlavano di fotocamere
e display di altissima qualità, wifi e gps integrati, ma purtroppo
pagavano lo scotto di un Symbian che non era stato concepito per l’uso
touch.
E così, spesso, a telefono appena acceso, il sistema operativo
andava in blocco con un messaggio noto a tanti utenti: “memoria
insufficiente. Chiudere alcune applicazioni e riprovare.” . A quel punto
lo smartphone pagato centinaia di euro diventava un bel soprammobile.
Ma come può
il management di una azienda di tali dimensioni aver sottovalutato
questo problema?
Com’è possibile che non si sia corso ai ripari dando
incarico ad un team di ingegneri di progettare ex novo un sistema
operativo totalmente votato agli schermi touch?
A dire il
vero un tentativo l’hanno fatto con il sistema operativo MeeGo.
Ma oramai era
troppo tardi. La Apple, insieme alla Samsung, avevano cannibalizzato il
mercato sfornando prodotti all’avanguardia, con negozi virtuali da cui
era possibile scaricare, anche gratis, una miriade di applicazioni. Nel
2011 si tenta di risalire la china stabilendo una partnership con la
Microsoft, sugli smartphone a marchio Nokia viene così adottato il
sistema operativo WindowsPhone. Ma a distanza di quattro anni, il
marchio Nokia è quasi del tutto sparito, restano in commercio solo
quelli di fascia economica, con una penetrazione di mercato al di sotto
del 10%.
Tutto ciò fa
capire che chi opera nel settore dell’ IT non può permettersi il lusso
di dormire sugli allori, cullandosi sui lusinghieri risultati conseguiti
sul mercato di riferimento.
Occorre
invece essere lungimiranti, investendo sempre in nuove tecnologie,
cercando, e questo è un imperativo categorico, di prevedere quali
potrebbero essere le esigenze dei potenziali acquirenti.
Giovanni Minieri
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