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CITROËN DS
Una Dea
di Roberto Maurelli
Qualche
anno fa ho mi sono trovato per caso a guardare uno dei tanti film
d’autore che passano inosservati nel caotico e frammentato palinsesto
televisivo. Il film era “La dea del ‘67”, una pellicola girata da un
creativo regista giapponese in cui il protagonista (guarda caso
giapponese…) riusciva ad acquistare via Internet una splendida Citroën
Ds del 1967. Ovviamente la narrazione andava ben oltre il semplice culto
per questo splendido esemplare, ma la “dea” compariva spesso nelle scene
più intense del film, caratterizzandosi per la sua eleganza e per il suo
stile quasi fantascientifico. Da allora ho iniziato ad interessarmi a
questa vettura che conoscevo davvero poco, anche a causa della sua
scarsa diffusione in Italia. E così ho appreso che la DS era davvero una
dea, di nome e di fatto. Di nome perché in francese “DS” si pronuncia “Deésse”,
Dea per l’appunto; di fatto perché era una delle auto più rivoluzionarie
mai costruite.
Prodotto della genialità e dell’estro di
André Citroën e Flaminio Bretoni, fu presentata al Salone di Parigi del
1955. Era fatta per stupire: linea morbida ed aerodinamica, carrozzeria
con parti in alluminio e materiali compositi (pesava solo 1300 kg
nonostante i quasi 5 metri di lunghezza!), sospensioni idropneumatiche,
fari che giravano insieme alle ruote, cambio semiautomatico…
Praticamente a quell’epoca doveva sembrare l’oggetto più simile ad una
navicella spaziale che avesse mai fatto la sua comparsa in un salone
dell’auto.
Tuttavia i potenziali acquirenti non si
dimostrarono abbastanza “alieni” da comprendere l’enorme svolta
rappresentata da quella grossa berlinona e finirono anzi per criticarne
il prezzo elevato e alcune piccole pecche di affidabilità dei suoi
complessi dispositivi. Con il passare degli anni, però, i continui
affinamenti tecnici resero la DS una delle vetture più desiderate da chi
era alla ricerca di una vettura moderna, comoda e affascinante. Il
motore, inizialmente, era un quattro cilindri in linea di 2175 cc con
alimentazione a carburatore; fu sostituito nel 1970 da un’unità della
stessa cubatura ma con iniezione elettronica, capace di sviluppare 115
cv e, infine, nel 1973, da un nuovo motore a iniezione di 2347 cc.
Grazie alle sue ottime doti di tenuta ottenne la sua prima vittoria
nelle gare internazionali nel 1959 sul difficilissimo tracciato del
Rally di Montecarlo; il suo palmarés continuò comunque a crescere fino
al 1975, l’anno che precedette il suo pensionamento.
Forse non tutti sanno che il burbero ma
affascinante Charles de Gaulle deve la vita proprio alle eccezionali
qualità della Citroën DS: in occasione dell’attentato di Petit Clamart
del 1962 i proiettili sparati contro il Presidente forarono due
pneumatici, ma le sospensioni idropneumatiche mantennero stabile
l’assetto della vettura, consentendo all’allibito autista di
allontanarsi rapidamente.
Oggi naturalmente questo
tipo di soluzioni sono alla portata di molti costruttori e non
rappresentano più una novità; tuttavia la loro presenza su una vettura
nata negli Anni ’50 e caratterizzata da una linea cosi originale e
pulita non può che rendere la DS uno dei pezzi più pregiati del mercato
delle auto d’epoca. Acquistarla oggi può significare spendere qualcosa
come circa 20.000 euro (praticamente il prezzo che avrebbe avuto oggi
tenendo conto dell’inflazione!), ma qualsiasi prezzo può essere
giustificato se si pensa che ci si sta mettendo in garage una pietra
miliare della storia dell’automobile. Voglio darvi solo un consiglio
ancora.
Non
provate mai ad accostarvi ad una DS cabrio: la sua bellezza potrebbe
facilmente lasciarvi così intontiti da dover ricorrere ai sali. A quel
punto neanche 40.000 euro basterebbero a placare i vostri appetiti e
questo potrebbe essere un problema…
Roberto Maurelli |