di Stefania Salemme
Claudio Castiglioni, presidente della MV Agusta Motor
S.P.A, ha scelto la notte del 17 agosto 2011 per andarsene, ed
abbandonare definitivamente il mondo degli uomini e quello dei motori.
La passione per le due ruote la eredita fin da
piccolissimo grazie all’azienda del padre Giovanni che si occupa di
miniature e carpenteria metallica e che, nel 1978 decide di fondare la
Cagiva.
Dall’officina Cagiva a Varese nasce quasi subito la moto
di punta denominata Elephant, con la quale avviene il primo trionfo
della Parigi-Dakar.
Ben presto tutte le incombenze della Cagiva vengono
affidate ad un giovane ed espertissimo Claudio che, a cavallo tra gli
anni ’80 e ’90 acquisisce marche di motocicli molto importanti tra cui
vanno ricordati la Ducati, la Morini ed infine la Husqvarna.
Nel 1985 Castiglioni rileva la Ducati e da vita ad un
nuovo concetto di moto definita e nuda nei suoi tratti essenziali: il
Monster. Oltre a questa nasce anche la sportivissima 916, una delle moto
più amate nella classe Superbike.
Il 1993, invece, è stato l’anno in cui Claudio
Castiglioni decide di acquisire la MV Agusta. Grazie a questa geniale
mossa imprenditoriale la MV viene risollevata da un’acuta crisi di
mercato, ne viene ridefinito lo styling caratterizzandola con i due
colori ufficiali: il rosso e l’argento e viene anche decretato il primo
trionfo ufficiale in gara con Giacomo Agostini.
La nuova F4 MV Agusta è di carena robusta, ma agile in
pista e dotata di un motore a 4 cilindri da 750cc. Anche il modello
nacked, ossia scarenato, viene perfezionato e nasce la Brutale.
Durante gli ultimi anni l’uomo dalla tempra d’acciaio e
dall’intelligenza fine, ha dovuto combattere la sua battaglia personale
contro un male oscuro ed infimo.
Solo l’anno scorso ha ottenuto un’importante rivincita:
ha riacquistato il gruppo MV-Cagiva dalla Harley Davidson e ne ha
affidato la conduzione a suo figlio Giovanni.
Non resta che dirgli grazie per tutto quello che ha fatto
per il mondo del motociclismo e per aver fatto sognare, con le sue
creazioni, intere generazioni di amanti delle due ruote!
(S.S.)
GIACOMO AGOSTINI: UNA VITA PER LE DUE
RUOTE
Giacomo Agostino nasce a Brescia nel 1947 e fin da
piccolissimo, dimostra una vera e propria passione per le motociclette
nonostante la diffidenza del padre, poco incline al mondo delle due
ruote.
Agostini, per tutti Ago, non demorde e trascorre le sue
giornate in sella all’aquilotto di famiglia, sfrecciando a grande
velocità lungo le strade sterrate del lago d’Iseo.
A soli diciotto anni, dopo anni di speranze ed
insistenze, riesce ad ottenere dal padre in dono la sua prima moto: si
tratta di una Morini 175 Settebello.
Il 19 luglio 1961 partecipa alla sua prima gara
ufficiale: la Trento-Bondone e si qualifica terzo, suscitando l’enorme
ammirazione degli spettatori.
Solo l’anno successivo, sempre in sella alla sua moto,
riesce ad ottenere il primo posto nell’importante circuito di Modena.
Notato subito per il suo indiscutibile talento, gli viene
offerto un contratto con la casa motociclistica Morini. Nonostante la
solita diffidenza del padre, Agostini firma il suo primo contratto,
entrando ufficialmente a far parte del mondo delle competizioni.
Il giovane pilota partecipa subito sia al Campionato
italiano di velocità juniores, sia al Campionato italiano della montagna
e riesce ad aggiudicarsi entrambi e vincendo anche tutte le gare della
stagione 1963.
Data la sua abilità, viene presto spostato nel campionato
juniores, e pilotando una 250 bialbero, fa il suo debutto ufficiale a
Stoccarda, nel circuito della Germania ovest e si piazza al quarto posto
nelle gare del circuito del circuito di Monza e nel Gran Premio delle
Nazioni.
Il 1965 rappresenta l’anno della svolta ed anche il
passaggio ufficiale alla MV Agusta con le competizioni prima nella
classe 350 e poi nella 500, e riesce ad ottenere un secondo posto in
entrambe le classi.
Purtroppo a causa di un guasto tecnico della sua Honda
350, dopo l’ultima gara in Giappone, Agostini viene costretto a
ritirarsi rinunciando, quindi, al tanto agognato titolo mondiale.
Nel 1966 conquista la sua prima vittoria in classe 500.
L’anno successivo ancora un primo posto nella classe 500 ed un secondo
posto nella 350.
Tra il 1968 ed il 1972 la MV ed il suo pilota formano un
connubio invincibile: Agostini conquista ben dieci titoli mondiali
piloti, e dieci titoli mondiali costruttori, nelle classi 350 e 500.
Gli anni ’70 lo consacrano astro nascente del
motociclismo e da qui iniziano le prime rivalità con la MV.
Il 1972 è l’anno della prima crisi del pilota in seguito
alla morte prematura del suo amico Gilberto Parlotti.
Il 1973 non è stato certo migliore: continue rotture
tecniche impediscono al pilota di concludere le competizioni, tanto che,
in classe 500, riesce a terminare solo quattro gare su undici.
Al termine di una stagione densa di conflitti e di
amarezze, Agostini annuncia il divorzio ufficiale dalla MV ed il
passaggio alla Yamaha. Il suo esordio ufficiale in gara avviene con la
nuovissima Yamaha TZ 750 nella duecento miglia a Daytona dove il pilota
vince con una gara strabiliante.
Nel 1975 Agostini conquista il suo quindicesimo titolo
mondiale e l’anno successivo, tornato alla MV, vince la sua ultima gara
iridata sul circuito di Hockenheim.
Con il Natale 1975 Agostini annuncia ufficialmente il suo
ritiro dal mondo delle competizioni motociclistiche. Gli anni successivi
li dedicherà all’automobilismo e alla direzione sportiva del team
Marlboro-Yamaha, ma rimarrà sempre il più grande pilota motociclistico
italiano di tutti i tempi.
Stefania Salemme |