COMBUSTIBILI ALTERNATIVI:
alcuni esempi.
di Elena Centolani
Perché nel 2010 il nostro pianeta rischia di
squagliarsi in una bolla di sapone per l’inquinamento quando ci sono
materie riutilizzabili che non intaccano l’ambiente?
Questa è la domanda che molti si fanno ma
alla quale difficilmente si riesce a dare una risposta.
Non esistono ancora motori di automobili che
digeriscono qualsiasi cosa venga gettata nei serbatoi, ma qualcosa si
sta muovendo nella direzione di liberarsi, almeno per quanto sia
umanamente possibile, dalla schiavitù del petrolio e dai problemi, sia
economici che ambientali, che derivano da esso.
Ironia della sorte, dopo aver tanto
avvelenato Madre Natura, è proprio da lei che arrivano le soluzioni più
interessanti.
Il bioetanolo è una di queste. E’ un alcool,
esattamente lo stesso presente nella birra, nel vino e nei liquori; il
prefisso “bio” significa che deriva dalla fermentazione delle biomasse,
cioè prodotti agricoli ricchi di zuccheri e carboidrati.
Nella metà degli anni Novanta ci fu un
periodo di crisi, dovuto al basso costo del petrolio e alla variabilità
della produzione e del prezzo della canna da zucchero; ma ad oggi il
bioetanolo sta avendo una seconda vita, grazie all’introduzione nel 2003
da parte Magneti Marelli del sistema di alimentazione “FlexFuel”, che
consente al motore di funzionare indifferentemente con benzina, etanolo,
oppure una qualsiasi loro miscela. Visto che questi due carburanti hanno
proprietà differenti, la centralina elettronica modifica i parametri di
funzionamento del motore come l’istante ottimale di accensione, in
funzione del combustibile utilizzato, garantendo le migliori
prestazioni.
Il bioetanolo può essere utilizzato sia puro
che miscelato, nella proporzione di 85% di alcool e 15% di benzina,
assumendo il nome di E85. la presenza di una piccola quantità di benzina
è indispensabile per consentire l’avviamento a freddo perché sotto i
quindici gradi l’alcool evapora con difficoltà non consentendo l’innesco
della combustione.
A livello meccanico l’etanolo è molto
corrosivo quindi è bene usare gomme speciali e acciaio inox per
l’impianto di alimentazione e differenza della benzina non presenta
proprietà lubrificanti.
La presenza di ossigeno nell’etanolo
permette di ridurre gli inquinanti che si formano a seguito di una
combustione completa, come il particolato dei motori a benzina o il
monossido di carbonio.
Attualmente il costo dell’etanolo è circa il
doppio di quello della benzina, ma grazie alle agevolazioni fiscali e ai
finanziamenti governativi di cui gode per la sua caratteristica di
rinnovabilità, risulta ancora conveniente.
Un’altra fonte energetica rinnovabile è il
biodiesel, utilizzabile nei motori Diesel; deriva dall’olio di semi di
colza, girasole e soia, dopo un processo di raffinazione che elimina la
glicerina, dannosa per i propulsori, e che viene poi recuperata e
riutilizzata.
Le resa è inferiore rispetto a quella del
bioetanolo, perché si utilizzano solo i semi e non l’intera pianta.
Anche se non è in vendita ancora nei distributori, il biodiesel è già
utilizzato in quanto i normali gasoli venduti da alcune compagnie
petrolifere ne contengono il 5%.
I vantaggi per l’ambiente sono che è privo
di zolfo, responsabile delle emissioni di anidride solforosa; senza
zolfo i catalizzatori e il filtro anti-particolato lavorano meglio, non
vengono sporcati e quindi durano di più.
A livello motoristico il biodiesel perde
rispetto al gasolio in termini di potere calorifico, e questo comporta
un lieve aumento dei consumi a parità di potenza richiesta, ma il numero
di cetano più alto velocizza la combustione del carburante iniettato nel
cilindro.
Ha un significativo potere lubrificante che
è un fattore di vitale importanza per i motori diesel moderni.
Un lato negativo è rappresentato dal fatto
che il biodiesel ha un maggior potere solvente rispetto al gasolio,
quindi ha una maggiore capacità di sciogliere i materiali con cui viene
a contatto.
Dell’esistenza di queste, come di altre,
materie alternative si sa già da molto tempo, e ce ne vorrà altrettanto
per vederle nell’uso quotidiano.
Elena Centolani |