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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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  • SUPERSIC PER SEMPRE!!!!!!

  • “STAY HUNGRY, STAY FOOLISH”

di Isabella Dallapiccola

SUPERSIC PER SEMPRE!!!!!!
Lontano dalla tragedia del gran premio di Sepang, in Malesia, che in cinque minuti ha spazzato via i sogni di una vita, le ambizioni ed i progetti di una giovane promessa della due ruote (quello che in molti definivano il nuovo Valentino) e che ha portato choc e lacrime, in tutto il mondo, Marco lo vogliamo ricordare a modo nostro, allegro, sorridente, ironico come era.
Chi ha la passione dei motori lo sa: c'è sempre un giro di pista da fare. E quando la pista non c'è, basta inventarsela. Marco Simoncelli Campione del Mondo delle 250, da bambino, scendeva a tutta velocità in bici, rigorosamente senza mani, dalle colline alle spalle di Rimini oppure nelle vie centrali di Riccione dove si divertiva a fare lo slalom a tutta birra fra i bagnanti estivi con la sorellina di due anni: lui sui roller, lei dentro la carrozzina.

E’ anche lì era un fenomeno che lasciava a bocca aperta chi lo incontrava, suscitando subito simpatia. Un po’ più grandicello andava alla Cava, luogo mitico per i motosuonati, dove i piloti professionisti - fra cui anche Valentino Rossi - e semplici appassionati si sfidavano e si sfidano tutto l'anno per allenarsi a guidare in condizioni estreme, per poi finire a cena tutti insieme, con piada, rucola e stracchino e vino generoso.
Quando Simoncelli fa il grande salto e diventa un pilota professionista, finisce sui circuiti di tutto il mondo, dal Mugello fino ad Assen, in Olanda, o a quello mitico di Rio de Janeiro. Da qui la vita del Sic diventa tutta pole position, drittoni in fondo al rettilineo, vittorie e delusioni.
Il primo successo della sua carriera fu in Spagna, e “il salto” lo fece quando entrò nel team Gilera in classe 250. Il sogno si realizzò, nel 2008 in Moto Gp, quando vinse il suo primo titolo mondiale. Ma Marco già a 7 anni correva con le minimoto nella sua città. A 12 anni è stato proclamato campione italiano, così come nel 2000, anno nel quale ha gareggiato per il titolo europeo conquistando la 2ª posizione. A 14 anni ha preso parte al Trofeo Honda NR (salendo in due occasioni sul podio) ed al campionato italiano 125 GP.
Il suo motto era: “Si vive di più andando 5 minuti al massimo su una moto come questa, di quanto non faccia certa gente in una vita intera.”

(I.D.)


“STAY HUNGRY, STAY FOOLISH”
Steve Jobs. Cosa dire di Steve Jobs? Se clicchiamo su Internet questo nome,compare subito la sua lunghissima biografia. E’stato imprenditore informatico e inventore statunitense e conosciuto da tutti per la geniale invenzione di ipod, iphone,ipad.Questa E’ solo una fredda e soprattutto minima presentazione di un uomo, che seguendo i propri desideri e con tanta volontà è riuscito a raggiungere l’eccellenza. La notizia della sua scomparsa è stata annunciata in diversi modi “Apple ha perso un genio creativo e visionario e il mondo ha perso un formidabile essere umano” scritto da siti Internet;persino il “rivale” Bill Gates, fondatore di Microsoft, ha dichiarato
“sono profondamente rattristato,Steve ed io ci siamo incontrati trent’anni fa e siamo stati colleghi, concorrenti e amici per oltre metà delle nostre vite”. Non voglio parlare delle sue straordinarie invenzioni, ma preferisco risaltare la sua personalità e ciò che di prezioso ci ha insegnato. Steve Jobs venne adottato da una famiglia composta da persone laureate, quando egli decise di andare al college, dopo sei mesi non riuscì a vederne l’utilità,non“avevo idea di cosa fare nella vita e nessun indizio su come l’università avrebbe potuto aiutarmi a capirlo”, questo pronunciò durante un discorso per i laureandi dell’ Università di Standford.
Lasciò il college, continuando però a frequentare i corsi che trovava “più interessanti”; ma non avendo più una stanza e soprattutto soldi “riportavo al venditore le bottiglie di Coca Cola vuote per avere i cinque centesimi di deposito, e ci compravo da mangiare”.Come è possibile immaginare Steve Jobs,il genio, il famoso,l’inventore in queste condizioni? Ricorda inoltre che “non è possibile unire i puntini guardando avanti: potete unirli solo guardandovi all’indietro”,per questo bisogna provare almeno a credere nel futuro, a credere nel nostro “intuito”,o semplicemente nella vita. Questo è ciò che ha fatto la differenza nella storia di pochi,come Steve Jobs.
Bisogna amare quello che si fa e soprattutto cercare di trovare qualcosa da amare “qualche volta la vita ci colpisce come un mattone in testa. Non perdete la fede però. Sono convinto che l’ unica cosa che mi ha trattenuto dal mollare tutto sia stato l’amore per quello che ho fatto. Dovete trovare quel che amate”.D’altronde l’unico modo per trovare un buon lavoro,è amare ciò che si fa,senza accontentarsi. Credo che le personalità come Steve Jobs siano molto rare, così “la morte è con tutta probabilità la più grande invenzione della Vita”,per farci capire che tutti possiamo farcela,per farci capire di non lasciare prendere agli altri le nostre decisioni, per farci capire di non avere paura. Persone come Steve Jobs hanno cambiato il corso degli eventi,il corso,in questo caso,dell’evoluzione tecnologica. Non è facile vivere in un modo per cui non si fa nulla per nulla,in un mondo in cui non ci si vuole esporre troppo per paura di sbagliare,di fallire,in un mondo in cui alla fine si cerca sempre di accontentare gli altri e soprattutto se stessi tralasciando ciò che davvero si ama. Devo ammettere che avrei davvero voluto essere presente durante quel discorso di Steve Jobs,per sentirmi dire parole vere e sincere e per sentirmi raccontare la storia di un uomo comune che ha semplicemente amato la propria vita,per capire che non si diventa qualcuno aspettando il successo, ma che bisogna lottare e seguire di fronte ad ogni ostacolo ciò che si ama,per capire di non aver paura e di non mollare, perché in fondo ognuno di noi ha un obiettivo ed è giusto provare a raggiungerlo senza piegarsi al volere di nessuno. La vita di Steve Jobs è un documento di educazione alla vita, è un esempio di come le esperienze, anche le più devastanti, possono cambiare in positivo la nostra esistenza.

Isabella Dallapiccola

 


 


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