Anno XIV num.4 |
Lug./Ago. 2015 |
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RALLY: ENNESIMO SUCCESSO DI LOEB
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FORMULA 1: ALONSO SPERA
ANCORA
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MOTOMONDIALE: TRIS SPAGNOLO
NEL 2010
di
Bernardo De Crescenzo
Il francese Sebastien Loeb ha
conquistato un altro successo nella penultima tappa del campionato
mondiale di rally 2010, svoltasi in Catalogna. Ancora una volta il
transalpino, a bordo di una Citroen C4, ha preceduto i suoi
avversari nonostante il titolo mondiale già in tasca da due gare,
mettendo il suo nome nell'albo d'oro per la quarta volta consecutiva
nel rally spagnolo: nella tappa iberica si sono piazzati sul podio
in seconda e terza posizione il norvegese Petter Solberg e il pilota
di casa Dani Sordo, staccati rispettivamente di trentacinque e
quaranta secondi, mentre l'altro transalpino Ogier ha disputato la
peggior gara della stagione, appena ai margini della zona punti in
decima piazza, ma nonostante questo risultato rimane secondo in
classifica generale anche se adesso viene avvicinato da altri piloti
quali Latvala, sesto in questa tappa ma a pochi punti dal francese.
Sarà dunque decisiva l'ultima prova in Galles a novembre per
decretare il vice-campione del mondo 2010: per Ogier sarebbe un
ottimo piazzamento al suo primo anno nel campionato mondiale( l'anno
scorso vinse il mondiale categoria junior), mentre per il finlandese
un altro piazzamento di rilievo ad un età ancora giovane, 25 anni,
di fatto Latvala detiene anche il primato di più giovane vincitore
di una gara mondiale rally, ottenuto in Svezia nel 2008.
Per quanto riguarda Loeb, il titolo come
accennato prima è arrivato già da alcune gare, al termine di una
stagione ancora una volta dominata dal pilota Citroen che ha
cominciato con un secondo posto in Svezia, per poi ingranare la
marcia aggiudicandosi le successive tre prove in Messico, Giordania
e Turchia, poi altre vittorie in Bulgaria, Germania e Francia dove
si è aggiudicato il titolo matematicamente prima di vincere ancora
in Catalogna: in mezzo alti piazzamenti sul podio in Nuova Zelanda,
Portogallo e Finlandia, mentre l'unica tappa che l'ha visto fuori
dai primi tre è stato il Giappone, dove si è classificato quinto.
Gli avversari hanno avuto poca costanza
e pochi guizzi vincenti per impensierirlo, difatti Ogier che è il
più vicino in classifica è comunque distante parecchio, avendo vinto
solo due gare e con delle gare opache, peggio ancora per gli altri
come Hirvonen che ha vinto la prima gara per poi addormentarsi in
tutte le altre, mentre Latvala e Sordo che l'anno scorso erano più
incisivi hanno peggiorato le loro performance in generale. Ma è
sopratutto Hirvonen che è regredito parecchio in confronto al
passato: infatti nel 2008 e ancor di più nel 2009 ha lottato fino
all'ultima gara per il titolo con Loeb, nel 2009 ha perso
addirittura per un solo punto nel suo anno migliore, in questo
campionato invece si è trovato spesso in difficoltà tradito anche da
una Ford non propriamente eccezionale a differenza della Citroen, in
particolare sulle piste con grosso sterrato o semi-nuove come la
Giordania o il Messico. Ma aldilà di questi dettagli, la forza del
pilota è comunque fondamentale se non la più importante, non solo
nello stile di guida e nella velocità, ma anche nella capacità di
trasmettere fiducia alla squadra e di lavorare su tutte le
componenti di sviluppo al meglio, e in questi anni la metodologia di
lavoro e la tecnica di Loeb hanno senza dubbio fatto la differenza.
Anche il lavoro del secondo, o vice-pilota, è essenziale su alcuni
aspetti, ad esempio nell'intuire con una velocità e una precisione
fenomenale le curve e i tratti che il primo pilota deve affrontare
in base al disegno del percorso.
Tornando esclusivamente a Loeb, il
transalpino ha dunque incrementato i record già suoi nella storia
del rally: sette mondiali vinti, tutti consecutivi dal 2004 a oggi,
con sessantuno vittorie di tappa, circa la metà di tutte le prove
che ha disputato in carriera, con un'aggiunta di oltre novanta podi
e con più di mille punti conquistati, numeri difficilmente
migliorabili in questa disciplina. Infatti prima dell'era-Loeb il
punto di riferimento storico era lo spagnolo Carlos Sainz, che però
è stato superato da tempo sia in titoli che in vittorie e podi dal
francese, che in questi anni ha affrontato avversari di livello,
oltre ad Hirvonen già accennato prima. Per il 2011 alcuni
regolamenti nel campionato mondiale rally cambieranno, come
l'aggiunta di turbo ed ali posteriori su tutte le macchine, ma
l'avversario principale da battere sarà sempre Sèbastien Loeb.
FORMULA 1: ALONSO
SPERA ANCORA
Con la vittoria in Corea del Sud, il
pilota della Ferrari Fernando Alonso è tornato in testa al
mondiale dove mancava addirittura dalla prima gara della
stagione, approfittando anche del contemporaneo ritiro dei due
piloti Red Bull, l'australiano Webber e il tedesco Vettel, che
si trovavano davanti a lui in classifica, sopratutto Webber che
era a +11; ma con la gara sulla nuova pista di Yeongan la
graduatoria generale è stata appunto scombussolata, e dunque lo
spagnolo della casa di Maranello è decisamente rientrato in
lotta per il titolo dopo un periodo difficile e anzi, adesso a
due gare dal termine è il favorito principale per l'iride.
In particolare, la stagione per
l'iberico e per la Ferrari è stata continuamente
all'inseguimento dei due piloti Red Bull e della McLaren di
Hamilton e all'inizio anche di Button, che all'inizio, oltre ad
avere una macchina più performante ed affidabile, hanno anche
approfittato di errori grossolani da parte dei piloti in "
rosso", con Massa fuori dai giochi da subito e mai veramente
competitivo in tutte le gare, ed un Alonso che dopo la vittoria
all'esordio in Bahrein ha trovato anch'egli grosse difficoltà di
adattamento e di sviluppo della macchina in altre situazioni: a
ciò si aggiungono anche diversi suoi errori tra qualifiche e
gara che gli impedivano del tutto di lottare con i migliori,
fino a quando verso la metà della stagione le cose hanno
cominciato a girare in positivo, con il pilota più fiducioso dei
propri mezzi e con un miglior feeling con l'auto e la stessa
Ferrari che è migliorata sotto molti aspetti tecnici, creando
cosi un binomio decisamente più forte e costante; delle ultime
sette gare, da agosto in poi, Alonso ne ha vinte quattro ed è
arrivato sei volte sul podio, riuscendo a recuperare molti punti
agli avversari citati sopra e, come detto prima, a passare in
testa al mondiale.
Ora che mancano due gare al termine
di questo campionato, in Brasile e negli Emirati Arabi, la
situazione vede in lotta ancora quattro piloti, e sarà dunque un
finale di stagione certamente al cardiopalmo per tutti gli
appassionati, anche per dare maggiore vivacità ad uno sport che
negli ultimi anni è stato al centro di varie polemiche esterne
che hanno condizionato un pò l'intero ambiente all'interno. Le
ultime due piste che saranno affrontate sono decisamente diverse
come caratteristiche e statistiche storiche, ad Interlagos in
Brasile si sono decisi parecchi mondiali, di cui gli ultimi
quattro vinti dallo stesso Alonso nel 2006, Raikkonen nel 2007,
Hamilton nel 2008 e Button nel 2009, al termine anche di gare
thriller decise all'ultimo giro o dopo battaglie intestine;
quest'anno comunque il titolo con ogni probabilità non si
deciderà sulla pista brasiliana, ma sul tracciato degli Emirati
Arabi, che dall'anno scorso ospita la Formula 1 e dunque un
circuito nuovo che è un'incognita per tutti i piloti e i vari
team, rendendo il finale ancora più frizzante e curioso. In
Ferrari si predica la massima calma, com'è giusto che sia, e
rimanere unicamente concentrati sull'obiettivo, anzi sugli
obiettivi, visto che anche nel mondiale costruttori la lotta è
ancora aperta con la Red Bull avanti ma non ancora sicura di
vincere, e proprio la Red Bull ultimamente ha fatto intravedere
alcune avvisaglie negative al suo interno, non solo tra i due
piloti che qualche volta sbandano, ma anche nella gestione dei
punti e nel classico gioco di squadra che non li ha favoriti
finora e, al contrario, si è rivelato spesso controproducente,
cosi come la McLaren che non ha saputo gestire in pieno la
rivalità inglese Hamilton-Button, mentre in Ferrari la gestione
è stata più equilibrata volta a favorire l'unico contendente
rimasto per il titolo, cioè Alonso, ricordando l'episodio della
Germania dove il brasiliano per ordini di scuderia si è fatto
sorpassare dallo spagnolo per farlo vincere, a cui è seguito uno
strascico di polemiche anche pesanti nei confronti del Cavallino
e dei suoi piloti, ma in questo sport i mondiali si sono vinti
anche grazie all'aiuto reciproco tra compagni di squadra in
favore di uno, anche se eticamente può sembrare in parte
sbagliato.
Dei team avversari, comunque, il
gioco di squadra è ugualmente necessario in questo finale se si
vuole provare a vincere, difatti la Red Bull si dice pronta a
cercare dei " giochini" per favorire Webber che è più vicino
alla leadership, lo stesso probabilmente farà la McLaren con
Button, ormai fuori dai giochi, che potrebbe aiutare il compagno
Hamilton, ma è chiaro che dipenderà anche dall'evolversi e
dall'andamento delle gare o, ancor prima, dalle posizioni di
partenza in qualifica: quello che avverrà di sicuro sarà una
grande battaglia, a distanza o ravvicinata, per la conquista dei
titoli.
(B.D.C.)
MOTOMONDIALE: TRIS SPAGNOLO NEL 2010
Il motomondiale 2010 è stato
decisamente caratterizzato dal dominio di piloti spagnoli che
hanno conquistato tutti e tre i titoli nelle varie classi del
motociclismo: Motogp, Moto2 e 125, ed è la prima volta che una
nazione ha vinto tutti i mondiali nello stesso anno nell'epoca
delle tre classi, cioè dal 1990; in precedenza l'Italia per due
volte e la Gran Bretagna per una volta erano riusciti in questa
impresa, ma si correva in quattro o cinque classi. A portare i
trionfi iberici in questa stagione sono stati Jorge Lorenzo per
la Motogp, Toni Elias per la classe intermedia Moto2, e il
17enne Marc Marquez nella 125, con un totale di trentasei
vittorie nel corso dell'annata contro le appena sei dell'Italia
che è arrivata seconda tra le nazioni più vincenti: a dare
manforte a questi dati anche la conquista dei tre titoli di
vice-campioni, con Pedrosa, Simon e Terol arrivati appunto
secondi nei loro campionati, anche questo un particolare
primato.
Per quanto riguarda la classe
regina, la Motogp, Lorenzo è il secondo spagnolo di sempre a
vincere il titolo iridato dopo il successo di Alex Criville del
1999, riuscendo ad imporsi in nove gare e ad avere una costanza
formidabile: sedici podi su diciotto gare, mai peggio di quarto,
e il record di punteggio in una stagione tolto a Valentino Rossi
con 383 punti, ma non solo: con i sedici podi l'iberico della
Yamaha ha eguagliato numericamente il record di podi stagionali
che apparteneva sempre a Rossi, anche se il pesarese ci è
riuscito per tre volte( 2003, 2005 e 2008) e sopratutto rimane
con la media podi/ numero di gare superiore, visto che nel 2003
e 2005 i gran premi erano un pò di meno rispetto a quest'anno:
comunque Lorenzo ha disputato naturalmente una stagione
straordinaria, con molta regolarità e senza nessun errore
banale, cosa che invece aveva fino all'anno scorso, e in
particolare sfruttando al meglio anche i demeriti altrui, con i
principali rivali autoeliminatisi per svariati motivi: Rossi per
l'infortunio al Mugello che gli ha impedito di correre al meglio
fisicamente anche una volta rientrato, Pedrosa per la poca
concretezza all'inizio e anche per lui poi un infortunio in
Giappone, Stoner per la troppa foga che spesso lo
contraddistingue e dunque i molti alti e bassi che ha avuto.
Lorenzo invece è sempre stato continuo sopratutto a livello
mentale, con la capacità di autogestire le proprie risorse e di
reagire alle situazioni di difficoltà, e questa è una grande
qualità che gli va certamente riconosciuta anche in prospettiva
futura: e a proposito di futuro, nell'ultima gara di Valencia
diversi big hanno dato l'addio ai propri team con i quali hanno
corso negli ultimi anni: su tutti Rossi che dopo sette stagioni,
con quattro titoli conquistati, lascia la Yamaha per approdare
alla Ducati, un binomio interamente italiano che elettrizzerà
gli appassionati e i vari esperti del settore i quali
curiosamente attendono le proporzioni di questa accoppiata e i
risultati che può raggiungere; dalla Ducati va via invece Casey
Stoner, il quale approda alla Honda Hrc con il compito di far
tornare in alto la casa giapponese che ha avuto diverse
difficoltà in questi anni, anche perchè di Honda ufficiali c'è
ne saranno tre nel 2011, con Stoner che verrà affiancato dai due
piloti che restano, Pedrosa e Dovizioso: inoltre c'è l'ipotesi
di una sorta di quarta moto ufficiale, visto che Simoncelli del
team Gresini potrebbe usufruire di materiale appunto ufficiale,
o perlomeno avere la possibilità di provare le componenti di
pari passo con i piloti " titolari". La prossima stagione vivrà
dunque di diverse novità importanti, anche per l'arrivo di un
altro talento, Ben Spies che si troverà nel team Yamaha
ufficiale, dominatrice degli ultimi mondiali, al fianco del
campione in carica Lorenzo e dunque una responsabilità
importante e non facile da gestire; quest'anno Spies ha ottenuto
dei buoni risultati alla sua prima stagione in Motogp, riuscendo
ad arrivare anche sul podio ad Indianapolis e a chiudere sesto
in classifica, il migliore tra gli esordienti e anche tra i
piloti dei team satelliti, e la prossima stagione sarà anche per
lui fondamentale, dovrà cioè cercare di dimostrare quel talento
che in molti si aspettano e di lottare con i migliori, cosi come
Simoncelli, ottavo quest'anno e pronto a crescere
esponenzialmente l'anno venturo, anche se Spies ha fatto vedere
qualcosa in più sotto il profilo della velocità. Ci si attende
dunque un livello ancora più alto nel prossimo campionato, con
Lorenzo che parte favorito e a dargli la caccia i vari Rossi,
Stoner, Pedrosa e forse qualcun'altro per cercare di togliergli
lo scettro: degli altri piloti non c'è molto da dire, senonchè
ci sono altri cambiamenti di squadra: il veterano Capirossi
lascia la Suzuki con il quale ha avuto non poche difficoltà in
quest'ultimo periodo per la Ducati Pramac, moto che ha già avuto
modo di sviluppare diversi anni fa e con cui andrà alla ricerca
di quel centesimo podio in carriera che il romagnolo tanto
vorrebbe, mentre un altro pilota di casa nostra, Marco Melandri,
lascia dopo otto stagioni di Motogp e tredici di motomondiale
per approdare alla Superbike. Lasciano anche Espargaro e Kallio,
prossimi alla classe intermedia, mentre proprio dalla Moto2
ritorna nella top class il campione dell'anno corrente Toni
Elias, il quale ha trovato l'accordo con il team Honda di
Cecchinello che dà l'addio a De Puniet che sarà al fianco di
Capirossi in Pramac, lascia anche il team Interwetten ma non il
pilota, Hiroshi Aoyama che va al team Gresini: un sacco di
cambiamenti dunque che renderanno molto curiosa la prossima
annata.
Delle classi minori, in Moto2 Simon
e il nostro Iannone( secondo e terzo quest'anno) potrebbero
essere i favoriti nel 2011 per il titolo, ma è una classe molto
equilibrata che in questo 2010 ha visto nove vincitori diversi e
verrà raggiunta dai migliori talenti della 125, Marquez su
tutti, che alzeranno ancora di più il livello. In 125 invece i
migliori di quest'anno saliranno di categoria, ma ci sono altri
giovani talenti sopratutto spagnoli che possono animare molto il
futuro, e tornando al dominio spagnolo detto all'inizio, la
nazione iberica nel corso di quest'anno ha dimostrato di avere
un gruppo di giovani molto forte, al contrario dell'Italia che
dopo anni di leadership in questo senso trova difficoltà a
trovare una nuova generazione di fenomeni o di piloti talentuosi
in grado di lottare per cose importanti, e su questo la
federazione come l'intero settore intorno alle corse deve
lavorare, investire in modo migliore per dare maggiori
opportunità, come si è notato in Spagna che senza questo non
avrebbe certo potuto raggiungere i risultati del 2010.
Bernardo De Crescenzo
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