di
Simone Pavarin
Fortunatamente oggi le vetture possono essere considerate
sicure, nonostante le migliaia di vittime della strada che si registrano
ogni anno dovute in gran parte a disattenzioni umane come l’alta
velocità.
Un tale livello di sicurezza è stato raggiunto
principalmente grazie all’obbligo delle case produttrici di auto, di
seguire quei dettami costruttivi che hanno origine nei famosi crash
test. Questi ultimi sono delle simulazioni d’incidente stradale con
l’ausilio di particolari manichini che simulano la persona umana, i
cosiddetti dummies. Manichini però è un termine inadeguato per descrive
un dispositivo altamente tecnologico, un vero e proprio robot, che
arriva a costare decine, a volte centinaia di migliaia di euro.
L’invenzione dei dummies è da attribuire a Lawrence
Patrick, che, all’università di Detroit, verso la metà dello scorso
secolo, decise di abbandonare i tradizionali test su animali e cadaveri,
ma creare un dispositivo che permettesse delle osservazioni il più
possibile vicine alla realtà. Pochi sanno infatti che il primo incidente
stradale registrato, che causò un morto, si ebbe alla fine del 1800 in
Irlanda.
Ed è all’incirca in quel periodo che iniziarono le prime
simulazioni di incidenti stradali. I primi test utilizzavano persone
vive, animali, preferibilmente maiali visto la loro attitudine a
rimanere seduti verticalmente come l’uomo e persino cadaveri. Lawrence
Patrick decise di utilizzare manichini per due ordini di motivi: il
primo per evidenti motivazioni etiche, il secondo, forse più importante,
perché l’osservazione dei dummies garantiva simulazioni più rigorose.
I dummies oggi hanno raggiunto livelli tecnologici
superiori ad ogni più rosea previsione, basti pensare che i loro corpi
sono disseminati di sensori in grado di elaborare decine di migliaia di
dati al secondo. Per quanto riguarda la fisionomia, solo in questi
ultimi anni ci si è allontanati parzialmente dalle tradizionali
proporzioni utilizzate in origine che si riferivano al tipico marines
americano muscoloso. Oggi si stanno sviluppando dummies più vicini al
fisico dell’uomo moderno medio.
La continua ricerca della “biofedeltà” ha dato impulso
allo sviluppo di intere famiglie di dummies : padre madre e figlioletto.
La sicurezza dei bambini in auto, in particolare, è notevolmente
migliorata grazie proprio ai test nei quali si è identificato meglio il
tipo di seggiolino da utilizzare e la sua posizione più adatta.
Non tutti sono a conoscenza del fatto che il punto
migliore dove fissare il seggiolino è nella parte centrale del sedile
posteriore.
I risultati con maggior soddisfazione si hanno avuti con
le simulazioni d’impatto frontale, infatti l’utilizzo dei dummies, in
relazione a questo tipo d’incidenti, ha raggiunto probabilmente la
massima evoluzione. Di riflesso le autovetture prodotte sono
massimamente sicure per gli scontri frontali, meno per quelli laterali.
Alcuni specialisti ritengono che i dummies abbiano
esaurito la loro brillante carriera, ovvero non vi sia più spazio di
miglioramento e di utilità. Probabilmente il futuro ci farà assistere
allo sviluppo di simulazioni digitali, già oggi in parte utilizzate, con
evidenti risparmi di costi e una flessibilità di adattamento alle nuove
situazioni pressoché totale.
I dummies sono stati proficuamente utilizzati anche per
testare un dispositivo di sicurezza oggi irrinunciabile su ogni vettura
che ha permesso di salvare innumerevoli vite sulle strade, stiamo
parlando dell’ Air Bag.
La produzione dei dummies
attualmente è monopolio statunitense e nord europeo, ma diverse grandi
multinazionali dell’auto hanno delle proprie interne sezioni nelle quali
sviluppano “manichini” per propri crash test..
Nonostante simulazioni, dispositivi di sicurezza, strategie
d’intervento, purtroppo si registrano ancora tanti, troppi incidenti
stradali, spesso mortali. Nel 2003 in Europa si sono avuti 120.000
incidenti mortali di cui il 10% nel nostro Paese. Fortunatamente da
diversi anni i decessi sulle strade tendono a diminuire complice anche
un’educazione stradale più diffusa. Sotto questo aspetto, una ricerca
americana ha evidenziato un curioso dato, le persone in sovrappeso hanno
il 21 % in più di probabilità di non sopravvivere ad un incidente,
rispetto alle persone di massa corporea entro i limiti.
(S.P.)
Stress al volante
Siamo ormai in periodo vacanziero e si comincia a parlare
di viaggi, code, traffico e puntualmente arrivano da radio e televisione
i consigli più o meno scientifici per ridurre le stress al volante,
come se per tutto il resto dell’anno guidassimo la nostra vettura
perfettamente rilassati. In realtà non è solo l’estate foriera di
problemi nervosi in relazione all’attività di guida. Negli anni diverse
indagini hanno dimostrato che solo il fatto di guidare una vettura su
strade in presenza di altri veicoli è fonte di stress.
L’ICM Research uno dei più prestigiosi istituti di
ricerca britannici, per conto della nota casa produttrice di
localizzatori satellitari, la Tom Tom, ha effettuato recentemente
un’indagine su quasi 10.000 persone, tra i 18 e i 64 anni appartenenti
a 11 paesi diversi. Il risultato è stato di grande interesse. In
particolare si è evidenziato che oltre un certo periodo trascorso in
automobile la guida favorisce l’insorgenza di disagi a livello psichico
che possono portare a stati di ansia alternati a stati di aggressività,
oltre che problematiche fisiche come ad esempio un pericoloso aumento
sia della pressione sanguigna che della glicemia. Di questa situazione
sembrerebbero soffrirne più gli uomini che le donne. L’elemento che ha
destato più interesse è stato rilevare come la musica può ridurre anche
significativamente lo stress procurando benefici generali sia alla
psiche che all’organismo. Un invito quindi ad ascoltare musica mentre si
guida la macchina. Non però qualsiasi tipo di musica, infatti
sembrerebbe che lo stress si combatta in modo più efficace con le note
del famoso gruppo britannico dei Queen.
L’indagine dell’ ICM Research non è un caso isolato,
altre strutture sia pubbliche che private hanno effettuato delle
ricerche inerenti i livelli di stress durante la guida della vettura.
Nel 2009 fece scalpore l’indagine promossa dalla Nissan
in Italia, con la quale si volle studiare i fattori di disagio che
possono colpire le donne al volante. I risultati furono in parte
prevedibili dal sentire, forse maschilista, comune. La prima causa di
stress per le donne al volante è risultata essere la ricerca del
parcheggio. Per l’altro sesso sembrerebbe essere uno stress indotto
insopportabile. Altre motivazioni che favorirebbero lo stress sono:
essere intrappolata nel traffico, guidare sotto la pioggia, avere un
familiare seduto nel sedile del passeggero. Quest’indagine ha anticipato
quella dell’ ICM Research fornendo un dato allora non del tutto
prevedibile, anche nel 2009 per le donne la prima strategia per
combattere lo stress al volante è stata quella di ascoltare musica.
Altri fattori che possono aumentare il livello di stress
evidenziati da varie fonti, tra cui indagini effettuate negli USA ed in
Italia in particolare dall’ Automobil Club sono: la presenza di altri
automobilisti specialmente se indisciplinati, il caldo, l’umidità, i
forti rumori come il clacson della vettura. Una ricerca effettuata
all’università La Torbe di Melbourne in Australia a messo in guardia
dell’assunzione di alte quantità di caffeina associata a situazioni
stressanti. Esperimenti sull’uomo hanno evidenziato come più di 5 o 6
tazze di caffè nel traffico cittadino possano arrivare a provocare stati
di allucinazione uditiva, pericolosissimi per chi conduce un
autoveicolo.
Alcuni potrebbero ritenere che il fattore stress, non
essendo tangibile ma solo rilevabile attraverso i suoi effetti, sia una
questione di poco conto. In realtà persino gli organi giudiziari hanno
trattato il problema stress sulle strade. Con la sentenza 6712/2011
della Cassazione è stato condannato un comune a pagare il danno da
stress che ha subito una donna che si è vista infliggere ingiustamente
una contravvenzione. E’ vero che è stato tenuto conto in modo
particolare dello stato di gravidanza della donna, ma è anche vero che
questa sentenza ha introdotto il fattore stress anche a livello
giuridico.
Lo stress al volante è certamente un nemico insidioso ma
non invincibile, infatti è necessario seguire poche basilari regole di
buonsenso per riuscire a sconfiggerlo.
Innanzitutto è indispensabile mettersi alla guida
riposati, avere dei tempi di marcia adeguati, che significa “non aver
fretta di arrivare”, non assumere farmaci eccitanti o che inducano
sonnolenza. Se a questo breve elenco aggiungiamo anche di evitare cibi
di difficile digestione come quelli ricchi di grassi, saremmo pronti a
partire per le nostre tanto attese ferie estive.
Simone
Pavarin |