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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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  • Manichini particolari: i dummies

  • STRESS AL VOLANTE

 di Simone Pavarin

Fortunatamente oggi le vetture possono essere considerate sicure, nonostante le migliaia di vittime della strada che si registrano ogni anno dovute in gran parte a disattenzioni umane come l’alta velocità.

Un tale livello di sicurezza è stato raggiunto principalmente grazie all’obbligo delle case produttrici di auto, di seguire quei dettami costruttivi che hanno origine nei famosi crash test. Questi ultimi sono delle simulazioni d’incidente stradale con l’ausilio di particolari manichini che simulano la persona umana, i cosiddetti dummies. Manichini però è un termine inadeguato per descrive un dispositivo altamente tecnologico, un vero e proprio robot, che arriva a costare decine, a volte centinaia di migliaia di euro.

L’invenzione dei dummies è da attribuire a Lawrence Patrick, che, all’università di Detroit, verso la metà dello scorso secolo, decise di abbandonare i tradizionali test su animali e cadaveri, ma creare un dispositivo che permettesse delle osservazioni il più possibile vicine alla realtà. Pochi sanno infatti che il primo incidente stradale registrato, che causò un morto, si ebbe alla fine del 1800 in Irlanda.

Ed è all’incirca in quel periodo che  iniziarono le prime simulazioni di incidenti stradali. I primi test utilizzavano persone vive, animali, preferibilmente maiali visto la loro attitudine a rimanere seduti verticalmente come l’uomo  e persino cadaveri. Lawrence Patrick decise di utilizzare manichini per due ordini di motivi: il primo per evidenti motivazioni etiche, il secondo, forse più importante, perché l’osservazione dei dummies garantiva simulazioni più rigorose.  

I dummies oggi hanno raggiunto livelli tecnologici superiori ad ogni più  rosea previsione, basti pensare che i loro corpi sono  disseminati di sensori in grado di elaborare decine di migliaia di dati al secondo. Per quanto riguarda la fisionomia, solo in questi ultimi anni ci si è allontanati parzialmente dalle tradizionali proporzioni utilizzate in origine che si riferivano al tipico marines americano muscoloso. Oggi si stanno sviluppando dummies più vicini al fisico dell’uomo moderno medio.

La continua ricerca della “biofedeltà” ha dato impulso allo sviluppo di intere famiglie di dummies : padre madre e figlioletto. La sicurezza dei bambini in auto, in particolare, è notevolmente migliorata grazie proprio ai test nei quali si è identificato meglio il tipo di seggiolino da utilizzare e la sua posizione più adatta.

Non tutti sono a conoscenza del fatto che il punto migliore dove fissare il seggiolino è nella parte centrale del sedile posteriore.

I risultati con maggior soddisfazione si hanno avuti con le simulazioni d’impatto frontale, infatti l’utilizzo dei dummies, in relazione a questo tipo d’incidenti, ha raggiunto probabilmente la massima evoluzione. Di riflesso le autovetture prodotte sono massimamente sicure per gli scontri frontali, meno per quelli laterali.

Alcuni specialisti ritengono che i dummies abbiano esaurito la loro brillante carriera, ovvero non vi sia più spazio di miglioramento e di utilità. Probabilmente il futuro ci farà assistere allo sviluppo di simulazioni digitali, già oggi in parte utilizzate, con evidenti risparmi di costi e una flessibilità di adattamento alle nuove situazioni pressoché totale.

I dummies sono stati proficuamente utilizzati anche per testare un dispositivo di sicurezza oggi irrinunciabile su ogni vettura che ha permesso di salvare innumerevoli vite sulle strade, stiamo parlando dell’ Air Bag.

La produzione dei dummies attualmente è monopolio statunitense e nord europeo, ma diverse grandi multinazionali dell’auto hanno delle proprie interne sezioni nelle quali sviluppano “manichini” per propri crash test..
Nonostante simulazioni, dispositivi di sicurezza, strategie d’intervento, purtroppo si registrano ancora tanti, troppi incidenti stradali, spesso mortali. Nel 2003 in Europa si sono avuti 120.000 incidenti mortali di cui il 10% nel nostro Paese. Fortunatamente da diversi anni i decessi sulle strade tendono a diminuire complice anche un’educazione stradale più diffusa. Sotto questo aspetto, una ricerca americana ha evidenziato un curioso dato, le persone in sovrappeso hanno il 21 % in più di probabilità di non sopravvivere ad un incidente, rispetto alle persone di massa corporea entro i limiti.

(S.P.)
 


Stress al volante

Siamo ormai in periodo vacanziero e si comincia a parlare di viaggi, code, traffico e puntualmente arrivano da radio e televisione i consigli più o meno scientifici per ridurre le stress  al volante, come se per tutto il resto dell’anno guidassimo la nostra vettura perfettamente rilassati. In realtà non è solo l’estate foriera di problemi nervosi in relazione all’attività di guida. Negli anni diverse indagini hanno dimostrato che solo il fatto di guidare una vettura su strade in presenza di altri veicoli è fonte di stress.

L’ICM Research uno dei più prestigiosi istituti di ricerca britannici, per conto della nota casa produttrice di localizzatori satellitari, la Tom Tom, ha effettuato recentemente un’indagine su quasi 10.000 persone, tra i 18 e i 64 anni  appartenenti a 11 paesi diversi. Il risultato è stato di grande interesse. In particolare si è evidenziato che oltre un certo periodo trascorso in automobile la guida favorisce l’insorgenza di disagi a livello psichico che possono portare a stati di ansia alternati a stati di aggressività, oltre che problematiche fisiche come ad esempio un pericoloso aumento sia della pressione sanguigna che della glicemia. Di questa situazione sembrerebbero soffrirne più gli uomini che le donne. L’elemento che ha destato più interesse è stato rilevare come la musica può ridurre anche significativamente lo stress procurando benefici generali sia alla psiche che all’organismo. Un invito quindi ad ascoltare musica mentre si guida la macchina. Non però qualsiasi tipo di musica, infatti sembrerebbe che lo stress si combatta in modo più efficace con le note del famoso gruppo britannico dei Queen.

L’indagine dell’ ICM Research non è un caso isolato, altre strutture sia pubbliche che private hanno effettuato delle ricerche inerenti  i livelli di stress durante la guida della vettura.

Nel 2009 fece scalpore l’indagine promossa dalla Nissan in Italia, con la quale si volle studiare i fattori di disagio che possono colpire le donne al volante. I risultati furono in parte prevedibili dal sentire, forse maschilista, comune. La prima causa di stress per le donne al volante è risultata essere la ricerca del parcheggio. Per l’altro sesso sembrerebbe essere uno stress indotto insopportabile. Altre motivazioni che favorirebbero lo stress sono: essere intrappolata nel traffico, guidare sotto la pioggia, avere un familiare seduto nel sedile del passeggero. Quest’indagine ha anticipato quella dell’ ICM Research fornendo un dato allora non del tutto prevedibile, anche nel 2009 per le donne la prima strategia per combattere lo stress al volante è stata quella di ascoltare musica.

Altri fattori che possono aumentare il livello di stress evidenziati da varie fonti, tra cui indagini effettuate negli USA ed in Italia in particolare dall’ Automobil Club sono: la presenza di altri automobilisti specialmente se indisciplinati, il caldo, l’umidità, i forti rumori come il clacson della vettura. Una ricerca effettuata all’università La Torbe di Melbourne in Australia a messo in guardia dell’assunzione di alte quantità di caffeina associata a situazioni stressanti. Esperimenti sull’uomo hanno evidenziato come più di 5 o 6 tazze di caffè nel traffico cittadino possano arrivare a provocare stati di allucinazione uditiva, pericolosissimi per chi conduce un autoveicolo.

Alcuni potrebbero ritenere che il fattore stress, non essendo tangibile ma solo rilevabile attraverso i suoi effetti,  sia una questione di poco conto. In realtà persino gli organi giudiziari hanno trattato il problema stress sulle strade. Con la sentenza 6712/2011 della Cassazione è stato condannato un comune a pagare il danno da stress che ha subito una donna che si è vista infliggere ingiustamente una contravvenzione. E’ vero che è stato tenuto conto in modo particolare dello stato di gravidanza della donna, ma è anche vero che questa sentenza ha introdotto il fattore stress anche a livello giuridico.

Lo stress al volante è certamente un nemico insidioso ma non invincibile, infatti è necessario seguire poche basilari regole di buonsenso per riuscire a sconfiggerlo.

Innanzitutto è indispensabile mettersi alla guida riposati, avere dei tempi di marcia adeguati, che significa “non aver fretta di arrivare”, non assumere farmaci eccitanti o che inducano sonnolenza. Se a questo breve elenco aggiungiamo anche di evitare cibi di difficile digestione come quelli ricchi di grassi, saremmo pronti a partire per le nostre tanto attese ferie estive.

 

Simone Pavarin

 


 

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