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ECOLOGIA , NORD E SUD…
di Maria Concetta
Accardi
Quello dell’ecologia è un tema sicuramente molto
delicato; oggi il problema dell’inquinamento e del degrado ambientale è
all’ordine del giorno. In questi ultimi secoli nei paesi ricchi e
sviluppati, il progresso ha influito pesantemente sull'ambiente,
procurando conseguenze anche drammatiche per la stessa sopravvivenza
dell'uomo; si è, infatti, passati ad un mondo costituito più di cemento
che di "verde" e soprattutto a stili di vita caratterizzati da esigenze,
sia individuali sia comuni, sempre più elevate. Gli autentici
sconvolgimenti che abbiamo prodotto e produciamo continuamente non
possono che ritorcersi sulle nostre stesse capacità di sopravvivenza in
quanto conducono ad una complessiva diminuzione della possibilità del
pianeta di far fronte ai nostri bisogni.
La reciproca interazione uomo-ambiente sta andando, con
ogni probabilità, oltre le capacità di risposta della biosfera. Gli
stessi processi ecologici fondamentali che consentono la vita sulla
Terra potrebbero essere intaccati irreversibilmente. Per quanto
delicata, forse non si fa tutto il possibile per evitare il peggio che
può derivare da questa problematica mondiale. È pur vero che i governi
hanno cominciato occuparsi del problema inquinamento, nel 1972 i
rappresentanti di 113 Paesi si sono riuniti a Stoccolma per la prima
conferenza delle nazioni unite sull'ambiente per esaminare le
conseguenze che sarebbero derivate da un incontrollato inquinamento
ambientale.
Questa conferenza è stata importante perché ha messo a
confronto la situazione degli Stati più industrializzati con quella
degli Stati poveri. Si è arrivati alla conclusione che una crescita
economica tanto rapida, basata sullo sfruttamento delle risorse naturali
non rinnovabili, per esempio minerali e petrolio, può portare in tempi
brevi al loro rapido esaurimento e che lo sfruttamento delle risorse
apparentemente rinnovabili e a questo proposito E. Tizzi dice: “Per la
prima volta […] si affacciano alcune crisi che potrebbero coinvolgere
tutto il pianeta. […] logica conseguenza di un uso dissennato […] delle
risorse terrestri […], come il suolo coltivato, se non si tiene conto
delle capacità e dei tempi di rigenerazione, può condurre a una
diminuzione della fertilità del terreno favorendo un aumento dei
deserti.
Successivamente nel 1987 fu affermato che lo sviluppo
tecnologico e economico è concepibile con la salvaguardia dell'ambiente
e fu introdotto il concetto di sviluppo sostenibile, incentrato sulla
possibilità di produrre un miglioramento che possa soddisfare i bisogni
delle attuali generazioni senza togliere a quelle future i mezzi per
soddisfare i loro. Nel nostro Paese, per esempio, si è mosso un primo
passo verso il problema inquinamento con la raccolta differenziata, sono
state istituite alcune domeniche senza automobili, che consentono di
ridurre il tasso di P.M.10, ossia di polveri sottili, nell’aria (che
sappiamo non dover superare i 110 mg/m3, durante le quali il cittadino
può circolare a piedi o in bicicletta o ancora supportato dai mezzi
pubblici, che tuttavia, a mio giudizio, non vengono ancora incentivati a
sufficienza. Purtroppo il fatto che non tutte le città aderiscano a
questa iniziativa, vanifica l'utilità della stessa, perché non esistono
barriere fisiche all'inquinamento tra località adiacenti e inoltre la
scarsa frequenza annulla il risultato.
D'altra parte non è illogico asserire che la gente non
voglia trascorrere tutte le domeniche privati di un mezzo di primaria
utilità per gli spostamenti, quale l’automobile.
In ultima analisi questo è un problema
molto grave che coinvolge tutto il mondo e non è facilmente risolvibile,
è comunque positivo che ci si sia accorti che le risorse non sono
inesauribili e quindi bisogna trovare una soluzione a livello mondiale.
Fa riflettere come nella società odierna i rifiuti e le problematiche
derivanti dalla mancanza di un loro corretto smaltimento rappresentano
un serio pericolo per il futuro dell’ecosistema e della salute umana.
Fino ad oggi il nostro paese non è riuscito ad organizzarne in modo
concreto e razionale lo smaltimento, motivazione questa che, con
l’emergenza rifiuti, obbliga le amministrazioni locali a dover adottare
soluzioni provvisorie e non sempre adeguate.
Negli ultimi anni,
nonostante si siano avvertiti dei lievi progressi a livello nazionale,
l’Italia rimane uno dei pochi Paesi industrializzati in cui la gestione
dei rifiuti dipende troppo dallo smaltimento in discarica.
Una differenza sostanziale si evidenzia allorquando si
pone a confronto il Nord ed il Centro Sud. Infatti, vediamo che al Nord
già da tempo viene utilizzata la raccolta differenziata dei rifiuti,
mentre al Centro ed al Sud, non sussistendo alcun sistema controllato
sulla raccolta, tutti i rifiuti prodotti vengono conferimenti in
discariche, tra l’altro provvisorie ed insufficienti. Infatti, per far
fronte all’emergenza rifiuti, alcune regioni del centro-sud Italia, si
sono viste costrette ad inviare gran parte dei rifiuti nei
termodistruttori della Germania, sostenendo esorbitanti spese.
La crucialità del problema rifiuti è
anche culturale poiché manca la corretta informazione sui pro e i contro
delle soluzioni tecniche e gestionali finora proposte - quali, la
realizzazione di termodistruttori, il riciclaggio e il recupero
energetico - causa questa che finora ha provocato reazioni di disappunto
da parte di diversi cittadini e organizzazioni ambientalistiche. La
scarsa informazione e le poche competenze, unite a sicuri e perversi
interessi economici e politici che hanno fatto si che la gestione dello
smaltimento rifiuti finisse nelle mani delle organizzazioni criminali
“ecomafia”, non fanno altro che accrescere l’emergenza, mentre, la
capacità residua delle discariche del nostro Paese rappresenta un
campanello d’allarme che non si deve ignorare ma che, sulla base delle
esigenze attuali e future, necessitano di immediate soluzioni operative
e tecnologiche. La situazione campana è un esempio evidente che dimostra
la gravità e la vastità di un problema che non può più essere trascurato
ma che necessita di un immediato provvedimento risolutivo, altrimenti
l’emergenza non può che continuare ad aggravarsi provocando danni
sociali ed ambientali che ricadranno inesorabilmente anche sulle
generazioni future.
Il più grave dei
pericoli derivanti dalla presenza di discariche abusive è in effetti
quello dell'inquinamento del suolo, delle falde acquifere e delle acque
superficiali. La maggior parte dei cittadini sono ormai abituati a
convivere con il problema creato dai rifiuti solidi urbani.
Quasi quotidianamente nei centri abitati ci si trova a
dover assistere a focolai di rifiuti che sprigionano nell’aria che
respiriamo enormi quantità di esalazioni tossiche. Dietro a tutto ciò,
come se non bastasse, bisogna aggiungere anche il problema generato dai
rifiuti speciali e tossici prodotti dalle fabbriche, dalle industrie
dagli enti ospedalieri etc.., i quali, contenendo sostanze altamente
inquinanti, per il loro smaltimento devono subire processi molto più
complessi e costosi. In questo contesto si inserisce perfettamente la
criminalità organizzata che, offrendo un servizio illegale ma
efficiente, garantisce continuità e permette alle aziende di disfarsi
dei rifiuti prodotti a bassi costi. L’utilizzo di detti rifiuti e le
strade che percorrono per essere “smaltiti” sono svariati: a volte
finiscono in centri di stoccaggio con documenti falsi, facendoli passare
come residui riutilizzabili; altre volte utilizzati come compattamento
per le strutture fondiarie o nascoste sotto le fondamenta di altre
strutture edilizie, la maggior parte delle quali abusive.
Con questo sistema il materiale si solidifica unitamente
al cemento o al di sotto dell’asfalto, diventando quindi difficile se
non impossibile, da parte delle autorità preposte al controllo, di
verificare che in loco vi è presenza di una discarica. In questo
drammatico quadro, si assiste giorno dopo giorno ad un aumento di
mortalità causate da diverse forme di cancro. Non si può restare inermi
davanti a tale grave fenomeno e non si può sicuramente accettare che,
dopo l’emergenza rifiuti, arrivi anche l’emergenza sanitaria. Forse è
giunto il momento che tutti i cittadini si indignano davanti alle
autorità e amministrazioni locali affinché adottino, con responsabilità
e giusta determinazione, soluzioni che risolvano in modo definitivo il
problema rifiuti.
Maria Concetta Accardi |
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