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L'EDITORIA DIGITALE TRA INNOVAZIONE E TRADIZIONE

di Debora Sala

 

Negli ultimi anni l'editoria tradizionale ha dovuto affrontare alcuni cambiamenti, confrontandosi prima con una crisi interna e poi con l'avvento di un editoria digitale che, nonostante il susseguirsi di progressi ed innovazioni, per certi versi può considerarsi solo agli inizi.

Molteplici sono i modi di accostarsi a questo cambiamento, per alcuni, come per esempio per Riccardo Cavallero, Direttore Generale libri trade del gruppo Mondadori “La rivoluzione digitale nell'industria del libro può essere paragonata alla rivoluzione copernicana per il sapere scientifico”, per molti altri, lettori, editori, ma anche artisti del calibro di Milan Kundera, si tratta di una moda passeggera, che non prenderà mai piede perchè nulla potrà mai superare il fascino e in un certo senso la perfezione della carta.

Il dibattito che può generarsi tra fan e detrattori di una metodologia o dell'altra, rischia spesso di tradursi in qualcosa di sterile, in fin dei conti si potrebbe anche pensare che ciò che cambia è solo l'involucro, il supporto.

Di certo l'editoria digitale rappresenta un'importante fonte di cambiamento e porta con sé molti vantaggi, alcuni svantaggi e degli aspetti ulteriormente migliorabili.

Cominceremo questa piccola analisi considerando i supporti per la lettura. In commercio ci sono diversi dispositivi che rappresentano altrettante esperienze e possibilità: ci si può limitare a leggere un e book sul pc, o sul proprio tablet, ma spesso questi dispositivi affaticano la vista e rendono complicato leggere in determinate condizioni ambientali, per esempio all'aperto nei momenti in cui la luce del sole è maggiore.

Sono stati inventati allora appositi dispositivi, chiamati e-reader, pensati apposta per avvicinare il più possibile l'esperienza di lettura digitale a quella tradizionale, con uno schermo in grado di riprodurre l'effetto dell'inchiostro sulla pagina, tramite una tecnologia definita e-ink.

Nonostante i passi avanti compiuti finora in questo campo, è possibile ipotizzare che in un prossimo futuro i progressi maggiori riguarderanno proprio l'hardware, ovvero i lettori e-reader, che in questo momento presentano ancora alcuni limiti notevoli.

Per esempio, al momento non è presente sul mercato nemmeno un lettore con tecnologia e-ink a colori. Questo si ripercuote negativamente sulle potenzialità ancora in larga misura inespresse, dei testi in formato digitale.

Uno dei vantaggi dell'editoria digitale consiste infatti nel poter ideare e produrre dei libri con diversi contenuti, compresi quelli audio-visivi, quindi fotografie, immagini, musiche. Uno schermo incapace di riprodurre i colori finisce così col rendere un cattivo servizio alla portata innovativa di quelli che vengono definiti i libri 2.0.

Un altro limite dei dispositivi di lettura riguarda la loro struttura. Sono composti da un unico schermo, di dimensioni variabili, ma solitamente ridotte rispetto per esempio un tablet.

Questo comporta dei limiti nella lettura di un testo, non è infatti possibile consultare contemporaneamente due pagine, cosa che sarebbe molto utile, soprattutto in un testo scolastico.

Sia un e-reader composto da due schermi, sia un modello di più grande dimensioni con un programma per dividere lo schermo in due pagine, permetterebbe di ovviare agevolmente al problema.

Dopo aver accennato brevemente ai supporti indispensabili per la fruizione degli e-book, entriamo più nello specifico.

Vorrei sottolineare come la questione del dispositivo utilizzato rimanga comunque di primaria importanza, perchè di fatto un e-book dipende totalmente da esso.

I libri digitali sono composti da file che possono avere un diverso formato, il più diffuso (ovunque tranne su Amazon e quindi su Kindle) è il formato Epub.

L'e-book è quindi una componente attiva che fornisce ad un hardware (l'e-reader) o ad un altro software (nel caso delle applicazioni di lettura presenti su tablet e pc), le istruzioni necessarie al suo corretto funzionamento.

Comprendere questo aspetto porta alla luce un altro problema ritenuto tipico del libro in formato digitale.

È convinzione diffusa che l'avvento dell'editoria digitale abbia reso più semplice pubblicare un proprio libro, senza dover per forza passare da editori e case editrici.

Questo è sicuramente vero, le potenzialità si sono enormemente ampliate e sono sorti siti internet appositi che permettono di prodursi un libro da soli ad un costo decisamente più contenuto rispetto al passato, quando l'auto produzione era comunque possibile, ma a prezzi molto più elevati.

Il timore è quindi quello di aumentare in maniera esponenziale il numero di lavori dallo scarso valore e poco curati.

Questo è un rischio sicuramente presente, tuttavia i lettori potranno sempre contare su alcuni aspetti, alcuni criteri e soprattutto alcune figure professionali in grado di garantire la qualità del prodotto finale.

Le figure coinvolte nel processo editoriale, a mio avviso, non smetteranno di esistere, ma dovranno solamente essere pronte ad accogliere il cambiamento, aggiornarsi e mettersi in gioco.

Non è semplicissimo prodursi un e-book di qualità in autonomia, proprio per le caratteristiche di dinamicità connesse alla natura stessa dell'e-book. Questi è  appunto un testo dinamico, che si deve adattare alle diverse dimensioni dello schermo e deve quindi mantenere una corretta impaginazione su diversi dispositivi e, all'interno dello stesso dispositivo, con i diversi criteri di impaginazione presenti nelle opzioni di lettura.

L'e-book, a differenza di quello che comunemente si sarebbe portati a pensare, non è un prodotto che semplifica e impoverisce il libro, rendendo la sua pubblicazione alla portata di tutti, al contrario è un prodotto che ben si presta ad un discorso di meritocrazia, in grado di coinvolgere tutti i livelli del processo artistico e produttivo. Infatti nel libro digitale la qualità del processo di produzione si riflette completamente nel prodotto finito e traspare in ogni sua parte.

Quindi, è indubbiamente vero che la tecnologia digitale rende più immediato il processo editoriale, ma questo non deve comportare una svalutazione dei suoi diversi aspetti, soprattutto perchè la rete, che è il luogo in cui l'e-book vive, si basa molto sui feedback, sul rapporto diretto tra autori e lettori e non basta riversare dei contenuti per poter emergere. Anzi, è proprio la facilità di approdo che rende più difficile distinguersi dalla massa, risulta quindi evidente come un prodotto per avere possibilità di sopravvivenza debba essere ben curato sotto ogni minimo aspetto: struttura e correttezza del testo da un punto di vista grammaticale e narrativo; qualità del prodotto digitale; valore dei contenuti; capacità di marketing; corretto utilizzo dei metadati e dei cataloghi. Per questi motivi non ritengo gli e-book come la pietra tombale dell'editoria, piuttosto come uno strumento di rinascita, dalle potenzialità quasi infinite.

Un altro problema sollevato in merito all'editoria digitale riguarda il rischio di perdita di molti posti di lavoro. Anche qui secondo me la questione è più riferita al modo in cui si intende affrontare un cambiamento. Fermo restando che non credo probabile (né tantomeno mi auguro) una scomparsa del libro in formato cartaceo nei prossimi anni, ritengo possibile che le due cose coesistano.

Mondadori, per esempio, in contemporanea con l'uscita del suo dispositivo di lettura (Kobo) ha ipotizzato la trasformazione delle sue librerie in un ibrido cartaceo-digitale, in cui riservare spazi per scaricare gli e-book da apposite postazioni affianco ai classici scaffali di libri. Sarebbe possibile pensare anche a delle specie di servizi print-on demand, per trasformare una copia digitale appena acquistata in un libro cartaceo, riducendo drasticamente i tempi d'attesa connessi alle ordinazioni di testi al momento non presenti ed eliminando i costi di magazzino, contribuendo anche a contrastare il problema dei quantitativi di libri che ogni anno finiscono al macero, con i conseguenti impatti ambientali.

Gli e-book, oltre a permettere l'acquisto di libri da qualsiasi parte del mondo a qualsiasi ora del giorno e a costi ridotti, hanno anche il vantaggio di restituire una fetta di mercato a quei generi e a quegli autori di nicchia, che trovano poco spazio sugli scaffali delle librerie tradizionali, ma che hanno comunque una discreta schiera di seguaci.

La questione, sia per i prodotti di nicchia, sia per quelli più commerciali, riguarda la funzione e l'efficacia dei cataloghi e quindi dei filtri applicati per l'indicizzazione.

Le librerie e i cataloghi digitali vengono troppo spesso trattati alla stregua di quelli cartacei, limitandone quindi l'efficacia e l'efficienza.

Quando si catalogano e si posizionano i libri fisici, li si deve per forza far rientrare in uno specifico genere, che spesso però risulta troppo generico. Per esempio sotto all'etichetta “fantasy” nelle libreria spesso si ritrovano libri per ragazzi di contenuto fantastico, libri fantascientifici, cyber punk, su creature demoniache, su mostri, su fate, con storie d'amore, con visioni filosofiche etc. etc.

è evidente come questi libri, che pure possono essere compresi sotto l'etichetta “fantasy” siano ben diversi tra di loro.

In un catalogo digitale è invece possibile, anzi, risulta proprio vantaggioso, trovare più meta-tag per descrivere il prodotto in maniera più specifica, in modo da rendere più semplice soddisfare l'effettiva richiesta del lettore.

Inoltre è più facile rispondere alle esigenze del cliente grazie all'utilizzo di algoritmi che siano in grado di riproporre prodotti simili a quelli acquistati in precedenza.

Questo però non significa che verranno meno le possibilità di scoperta di un nuovo autore, perchè anche in questi casi le possibilità si amplificano con gli e-book.

Innanzitutto, se si pensa ad un prodotto digitale come a un qualcosa dotato di una propria dignità e specificità, si possono curare le copertine, da sempre capaci di attirare l'attenzione degli acquirenti.

Le promozioni sono poi più facilmente gestibili e c'è più possibilità di variare il prezzo di copertina di un libro, assecondando un proprio piano di mercato. È più semplice anche proporre alcuni brani, o direttamente interi capitoli del proprio lavoro, gratuitamente, per far conoscere il proprio stile, per far appassionare ad una storia, convincendo il lettore all'acquisto.

Così come può avvenire in libreria anche in un catalogo digitale, se ben strutturato, può capitare di incappare in un nuovo autore sconosciuto e di appassionarsi al suo lavoro.

A mio avviso, quindi, in riferimento al mercato digitale molti di quelli che vengono interpretati come problemi sono in realtà delle interessanti opportunità, certo, dipenderà tutto da come si affronteranno queste sfide, dalla capacità di mettersi in gioco.

Credo anche che la polemica cartaceo vs digitale sia abbastanza inutile, in quanto il libro digitale dovrebbe essere considerato anche come qualcosa di diverso, non solo come una fedele copia digitale di un qualcosa che funziona sicuramente benissimo anche in “analogico”.

Il libro digitale è qualcosa di diverso, non di più, non di meno, semplicemente diverso e credo che fino a che non si supererà questo dualismo non si riuscirà mai ad approfondire la questione, a sfruttare tutte le opportunità insite in questo principio di rivoluzione (ott. 2012).

 

Debora Sala

 


 

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