“ELETTROSMOG”: NEMICO INVISIBILE!
di
Moreno Damino
PREMESSA
Il tema relativo all’inquinamento terrestre da
elettrosmog (naturale ed artificiale) ha da molto interessato scienziati
e tecnici di svariati settori. Il sottoscritto nella seguente
trattazione si limita a menzionare gli argomenti relativi ai possibili
effetti (in parte ampiamente dimostrati da autorevoli studi scientifici)
che l’inquinamento elettromagnetico può avere sul corpo umano. La
passione per tali argomentazioni deriva dagli studi effettuati dal
sottoscritto nel corso degli anni (Perito Elettronico,Geometra libero
professionista,dai diversi esami scientifici dati alla facoltà di
ingegneria Civile e Ambientale, nonché dalla 25ennale attività
professionale nel pubblico e nel privato e dalla 20ennale attività di
Consulente Tecnico del Tribunale di Napoli per la categoria
Industriale), ma ulteriormente stimolata dal Master in corso relativo
alla Gestione e Sicurezza Ambientale indetto dalla Associazione
Culturale CONFGIOVANI.
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L’esposizione umana ai campi elettromagnetici(elettrosmog) ed i relativi
danni a carico dei vari organi ed apparati non e’ sicuramente una
problematica recentissima che suscita notevole interesse con
l’introduzione massiccia dei sistemi di telecomunicazione (cellulari),
dei sistemi di trasmissione dati informatici (wi-fi,wirless,monitor etc…)
e di distribuzione dell’energia elettrica (elettrodotti). In realtà
anche in assenza dei sistemi appena citati siamo costantemente immersi
in campi elettromagnetici per tutti i fenomeni naturali (campo magnetico
terrestre,
Il preoccupante aumento
di radiazioni, campi e onde elettromagnetiche nel nostro ambiente
favorisce lo stress elettromagnetico, un’alterazione energetica che a
sua volta è all’origine di diverse patologie: disturbi della
comunicazione cellulare, insonnia, nervosismo, aggressività, ma anche
maggiore vulnerabilità alle infezioni, disfunzioni neurovegetative,
indebolimento del sistema immunitario ecc.
A
livello normativo in Italia tuttavia si ritiene che questi effetti, che,
nel lungo termine e per dosi di specifico valore possono, come già
detto, indurre gli effetti di cui sopra, non siano stati ancora provati
in modo definitivo attraverso studi ed analisi epidemiologiche.
Però
studi ed esperimenti che dimostrano la loro esistenza e pericolosità
sono disponibili, fin da tempi lontani, presso Enti qualificati ed
indipendenti, quali ad esempio: l’ Università di Warwick – Dipartimento
di Fisica a Coventry in Inghilterra, l’Istituto Internazionale di
Biofisica a Neuss-Holzheim in Germania , l’americana EPA, l’ Istituto
Superiore di Sanità in Italia , il CNR italiano, l’Istituto Oncologico
Ramazzini di Bologna … .
Per
citare solo un limitato elenco di articoli che trattano questa
materia:
Grandolfo M. – “ Rischio sanitario della radiazione a
radiofrequenza “ , Istituto superiore della Sanità , Roma – 1990;
Szmigielski S- “ Immunological and cancer – related
aspects of exposure to low level microwave and radiofrequency fields “
Modern Elecricity , Marcell-Dekker Editors – 1988;
Milham S – “ Increased mortality in amateur radio
operators due to Lymphaticv and Haemayopoietic malignancies “ – AM
Journal of Epidemiology, 127,50 – 1988;
Blackweel RP, Sauders RD – “ The effects of low-level
radiofrequncy and
microwave radiations on brain tissue and animal
behaviour “ – International
Radiation Biology, 50,761 – 1986;
Williams WM, Del Cerro M, Michaelson SM – “ Effects of
2450 MHz microwave energy on the blood brain barrier to Hypodrophilic
Molecules “ , Brain Research Review 7,171 – 1984;
Resnekov L – “ Radio frequency radiation and the
cardiovascular system “ – Circulation 63,264A – 1981;
Adey W.R. – “ Tissue interaction with non ionizing
electromagnetic fields “ – Phisology Review 61,435-513 – 1981;
NASA – “ Effects of low power microwavs on the local
cerebral blood flow of consciuos rats “ ID 19810004209 N ( 91NI2720 ) ,
Nasa Technical Report No. AD-A0900426 . 01/06/1980;
Qui
di seguito, le considerazioni riguarderanno esclusivamente i CAMPI
ELETTRICI A CORRENTE ALTERNATA A BASSA FREQUENZA (frequenza di
rete-50Hz per l’Italia)
Campi elettrici
alternati naturali e artificiali, basse frequenze (50HZ o frequenza di
rete)
Quando cariche
elettriche,ferme o in movimento, sono sottoposte ad una forza che
inverte ciclicamente la sua direzione (tensione alternata,) si genera un
campo elettrico alternato. L' intensità di tale campo aumenta
all'aumentare della forza che agisce sulle cariche, quindi all'aumentare
della tensione. In natura, i campi elettrici alternati restano, nella
maggior parte dei casi, ad intensità’ molto basse tali da non
rappresentare un disturbo per l'uomo,
contrariamente a quelli artificiali che sono diffusissimi e spesso di
intensità molto elevata.
I campi elettrici
alternati naturali sono caratterizzati, in genere, da un miscuglio di
frequenze con uno spettro più o meno esteso di intensità molto debole.
Si originano dalla riduzione dei campi elettrostatici dell'atmosfera ad
opera di fulmini. Questi campi ad
impulso si uniscono ad
un campo elettrico alternato che avvolge la terra con una frequenza che
va da 7,5 fino a 10 Hz ed un'intensità di campo di 3 mV/m.
Diversamente da quelli
naturali, i campi elettrici alternati artificiali vengono generati con
una specifica frequenza (es. 50Hz) e possono, al più, contenere delle
armoniche (oscillazioni la cui frequenza e’ un multiplo intero della
frequenza di origine). Qualsiasi dispositivo (conduttore), che possa
trasportare o utilizzare correnti elettriche alternate, se collegato
alla rete elettrica, anche senza essere utilizzato, provoca, nelle
immediate vicinanze, un campo elettrico alternato. L'intensità aumenta
proporzionalmente alla tensione di rete e decresce rapidamente con la
distanza dalla fonte. Mentre le frequenze più utilizzate sono i 50 Hz
(es. in Italia) e i 60 Hz (es. in America), le tensioni variano in base
al tipo di utilizzo della corrente elettrica. Basse, medie, alte e
altissime tensioni (da 150KV a 380KV -4 00KV).
Più sono lunghe le
distanze e più si utilizzano alte tensioni (per un principio di fisica,
la dispersione di corrente elettrica e’ inversamente proporzionale alla
tensione). A mano a mano che le linee di distribuzione arrivano a
destinazione, le tensioni vengono ridotte, con appositi trasformatori
(cabine Enel o Altre fonti di approvvigionamento autonomo –SIPPIC per
l’isola di Capri), fino a scendere, all'interno di abitazioni ed edifici
in aree urbane, a valori di 220-230V.
In prossimità di
elettrodotti e altre linee ad alta tensione il campo elettrico può
essere molto alto ma in genere i cavi passano a notevole altezza e, a
terra, l'intensità e’ molto ridotta. Negli edifici, la tensione di rete
e’ relativamente bassa.
La tabella dei
valori sotto riportata da’ un'idea dei valori espressi in V/m misurati
da una distanza fissa di 50 cm.:
✔
da un cavo elettrico in tensione, ossia collegato alla rete, valori da
50 a 150 V/m (dipende dalla lunghezza del cavo).
✔
da lampade a basso consumo e da lampade a fluorescenza tubolari, valori
da 100 a 150V/m.
✔
da radioregistratori e da impianti Hi-Fi, valori da 150 a 200V/m.
In casi particolari,
come termocoperte nelle quali si è a stretto contatto, i valori in
prossimità del corpo, possono raggiungere i 7.000V/m.
Al di fuori degli
edifici e delle reti di distribuzione della corrente elettrica, possiamo
trovare alti valori di campi elettrici in prossimità di linee
ferroviarie elettrificate. Laddove l'alimentazione funziona con tensioni
alternate, queste possono causare intensità di campo elettrico pari a
ca. 700/ 800 V/m, a 1,5 m di altezza sopra i binari.
Nelle ferrovie italiane
si utilizzano correnti continue e quindi non si producono campi
elettrici alternati.
A
differenza del campo elettrico, però, il campo magnetico non è
schermabile dalla maggior parte dei materiali di uso comune, per cui
risulta praticamente invariato all´esterno e all´interno degli edifici.
Ad es. se si misurano livelli di campo magnetico di 15-20 µT sotto una
linea a 380 kV, all´interno di edifici vicini i valori di campo rilevati
risultano di entità paragonabile.
Qual è la unità di
misura e la relativa soglia di attenzione? Quali i possibili rimedi?
I campi elettrici
alternati vengono ben schermati da pareti, opere murarie, materiali di
un certo spessore, rilievi di terreno, alberi e piantagioni. Pertanto,
all'interno dei nostri edifici, il problema non è tanto dato dai campi
elettrici provenienti dall'esterno (che comunque generalmente sono molto
bassi) ma da quelli che si sviluppano all'interno. Infatti, di tutto il
caos elettromagnetico esistente in ambienti chiusi, i campi elettrici
alternati a bassa frequenza rappresentano quello più diffuso, arrivando
in alcuni casi, ad intensità non trascurabili per il corpo umano.-
A questo tipo di
perturbazione elettrica non sono imputati gravi effetti sulla nostra
salute, ma potrebbe essere solo un fatto di carenza di studi rispetto
alle altre forme di inquinamento elettromagnetico. Per precauzione
considerando che parte del tempo si trascorre anche al di fuori
dell'edificio, (giardino, orto, ecc.),sarebbe sensato rispettare le
dovute distanze anche da grosse linee di distribuzione di corrente.
Unità di misura e
soglie di attenzione
L'unita’ di misura
utilizzata e il
V/m
ed esprime l'intensità di campo
elettrico; Come soglia
di attenzione si ritengono accettabili valori
inferiori a
25 V/m;
a scopo preventivo si consiglia di non superare i
6 V/m
per l'intensità di
campo elettrico e i
100 mV
per la tensione
indotta corporea.
Questi i possibili
Rimedi
Il problema maggiore da
considerare, quindi, sono i campi elettrici alternati che si generano
all'interno degli edifici ad opera degli impianti elettrici e delle
apparecchiature ad essi collegate. Lo strano comportamento che assumono
spesso rende difficile intervenire sempre con successo. I campi
elettrici alternati vengono infatti riflessi da materiali come il legno
e trasportati da materiali metallici (conduttori), ed è quindi facile
trovarli anche dove meno si pensa. Per poterli annullare o comunque
ridurre efficacemente, non basta individuarne semplicemente le cause più
evidenti, ma considerare altri aspetti di diverso genere.
In via generale, per
evitare o comunque ridurre notevolmente il disturbo generato da campi
elettrici alternati a bassa frequenza,
BISOGNEREBBE
NECESSARIAMENTE
Rispettare, fin
quanto possibile, le indicazioni qui di seguito riportate:
✔
Scollegare dalla rete elettrica qualsiasi dispositivo o apparecchio che
non viene utilizzato (es. lampade, alimentatori, radioregistratori,
televisori, elettrodomestici, ecc.), comprese prolunghe e fili elettrici
superflui;
✔
Mantenere, in zone dove l'esposizione è prolungata, distanze non
inferiori a 50/70 cm da prese, interruttori, piccole lampade e brevi
cavi. Distanze di almeno 1 m da lunghi cavi, prolunghe e apparecchi
strumentazioni collegate alla rete elettrica.
✔
Osservare, per chi trascorre tanto tempo all'aperto se, nelle vicinanze
delle zone frequentate, sono presenti linee ad alta tensione. In tal
caso sarebbe saggio valutare il tipo di linea e la distanza da
rispettare. In genere sono sufficienti 400 m da linee con 380KV, 250 m
da linee con 220KV, da 15 a 20 m da linee con 15KV di tensione.
Campi
elettromagnetici artificiali
Diversamente da quelli
naturali, (quelli che si formano attraverso cariche elettriche mosse
nella ionosfera, influenzate dal sole e dalla luna, e da scariche di
fulmini, fenomeni che formano un campo magnetico alternato molto
omogeneo ad intensità molto
bassa, circa 0,003
nanotesla (nT), i campi magnetici alternati artificiali, in
prossimità delle più comuni fonti che li generano, assumono intensità
tali da poter essere considerati dannosi per il nostro organismo.
Qualsiasi dispositivo, che trasporti o che utilizzi correnti
elettriche alternate, provoca, intorno a se, oltre a un campo elettrico
alternato anche un campo magnetico alternato. L'intensità aumenta
proporzionalmente alla quantità di corrente utilizzata e alla
densità dei conduttori che la trasportano e decresce rapidamente con la
distanza dalla fonte. I campi magnetici alternati più diffusi sono
quelli emanati da linee e dispositivi per la distribuzione di corrente
e da tutti gli apparecchi collegati in funzione; la frequenza e’ di 50
Hz (es. in Italia) e di 60 Hz (es. in America). Una lampadina da 100
watt provoca un campo magnetico alternato maggiore di una lampadina da
75 watt, ma un carica batterie per cellulare (quelli pesanti), che ha
un assorbimento di soli 2 watt, avendo una bobina con tanti avvolgimenti
di filo conduttore, determina un campo magnetico enormemente più alto.
Qualsiasi apparecchio in funzione (televisore, computer, termocoperta,
trapano, ecc.) o qualsiasi dispositivo che trasporti corrente elettrica
(elettrodotti, cavi elettrici, ecc.), produce questo tipo di
campi.
Il fattore importante da
considerare, per il rischio che si corre, non e’ tanto la potenza della
fonte che li emette ma la distanza da essa. A terra, sotto un grande
elettrodotto, si possono avere campi magnetici alternati inferiori a
quelli che si hanno a pochi centimetri da una radiosveglia. All'esterno
dei nostri edifici si sviluppano campi magnetici alternati in tutta una
serie di dispositivi per il trasporto e per la trasformazione di
corrente, ovviamente, se utilizzati. La rete
elettrica pubblica e le relative cabine di trasformazione o di
smistamento, sono le fonti più comuni per le quali e consigliato
prendere le dovute precauzioni.
All'interno degli
edifici, i campi magnetici alternati si sviluppano nelle vicinanze della
parte dell'impianto elettrico utilizzata (comprese prolunghe e cavi
visibili) e degli apparecchi in funzione, compreso quelli in stand-by.
Come già accennato, un particolare importante da considerare è che
l'intensità del campo magnetico
alternato, attorno ad un
singolo conduttore (es. cavo elettrico), e estremamente più bassa
rispetto a quella di apparecchi che contengono un trasformatore o un
motore a corrente alternata con tanti avvolgimenti (bobine). Quindi il
disturbo causato da un asciugacapelli, un trapano, una lavatrice, una
caldaia a gas, un
carica cellulare, un
radioregistratore, è significativamente più alto di quello determinato
da cavi elettrici, lampadine ad incandescenza o lampade a led (questi
ultimi assorbendo una quantità di corrente molto bassa non costituiscono
alcun pericolo rispetto a quanto elencato).
Per avere un'idea, qui
di seguito si riporta una tabella che dimostra come varia l’intensità di
campo al variare della distanza dagli elettrodomestici di uso comune:
ELETTRODOMESTICI
CAMPO MAGNETICO (μT)
3 cm 30
cm 100 cm
Lavatrice 0.8-50 0.15-3
0.01-0.15
Lampada da tavolo
40-400 0.5-2 0.02-0.25
Asciugacapelli
6-2000 <0.01-1 <0.01-0.3
Ferro da stiro
8-30 0.12-0.3 0.01-0.03
Forno elettrico
1-50 0.15-0.5 0.04-0.09
Frigorifero 0.5-1.7 0.01-0.25
<0.01
Rasoio elettrico
15-1500 0.08-7 <0.01-0.3
Televisore
25-50 0.04-2 <0.01-0.15
Da evidenziare che,
misurando il campo magnetico a 30 cm da un asciugacapelli, con potenza
di 1.600 watt, si registrano fino a 1 μT mentre, alla stessa distanza
dal relativo cavo elettrico, i valori sono del tutto trascurabili (0,02
μT). Quindi, gli avvolgimenti (“gomitoli di fili conduttori”) presenti
nei motori, trasformatori, o altri dispositivi creano un disturbo molto
più elevato(campo magnetico rotante).
Soglia di
attenzione e possibili rimedi
Diversamente dai campi
elettrici alternati, i campi magnetici alternati non conoscono ostacoli
e solo con speciali leghe metalliche (Mu-Metal) è possibile raggiungere
un buon grado di schermatura; sono però interventi molto costosi.
Detto questo bisogna
considerare anche la possibilità che, all'interno dei nostri edifici,
arrivino campi magnetici alternati che si generano all'esterno. Le
principali fonti esterne sono tutti i dispositivi destinati al trasporto
e alla trasformazione della corrente elettrica, compresi tutti i cavi
elettrici attaccati alle mura esterne dell'edificio. All'interno, le
fonti di tali campi, sono tutto ciò che determina un flusso di corrente,
con particolare attenzione a quegli apparecchi e dispositivi che
contengono trasformatori o motori.
Entrando un po’ nella
storia dell'uso della corrente elettrica alternata, possiamo dire che
l'uomo, fin dall'inizio, si è esposto ai campi elettrici e magnetici
prodotti.
Considerato che l'uso
più diffuso di tale energia era soltanto a scopo di illuminazione, il
disturbo elettromagnetico più frequente era causato dalle linee di
trasporto della corrente elettrica. Dopo
aver correlato il fatto che l'incidenza di malattie sulla popolazione,
che viveva nelle vicinanze di grandi elettrodotti, era
significativamente superiore a quella delle persone residenti in zone
più lontane, si sono iniziati tutta una serie di studi. Le ricerche
hanno dimostrato la potenziale aggressione da parte di questi campi che,
diversamente da quelli elettrici, possono penetrare nelle abitazioni.
POSSIBILI
RIMEDI
La difficoltà più
grande, per far fronte a questo problema, e’ quella di valutare quali
dispositivi, esterni ed interni agli edifici, sono utilizzati (sono
percorsi da corrente) e quali tra questi creano maggior disturbo.
Spegnendo una lampadina siamo sicuri che sul filo non scorra più
corrente ma, identificare tutti i vari flussi di corrente, che si
verificano nell'impianto elettrico, a causa dei tanti apparecchi il cui
funzionamento non dipende da noi, è praticamente molto difficile.
Frigoriferi, caldaie a gas, boiler elettrici, lampade di emergenza,
apparecchi in stand-by, trasformatori per campanelli, amplificatori
d'antenna e tanti altri, creano flussi di corrente incontrollabili. Sono
incontrollabili anche le varie linee elettriche che attraversano i
nostri locali per alimentare impianti dei nostri vicini e tutte quelle
linee esterne che alimentano la rete pubblica.
Tra gli apparecchi o
dispositivi che creano maggior disturbo vi sono le grandi linee di
distribuzione di corrente, i trasformatori (che abbassano la tensione
alternata o la trasformano in corrente continua) e i motori a corrente
alternata.
Per le linee di
distribuzione di corrente non e’ difficile individuarne grossolanamente
la potenza e di conseguenza il disturbo; questa e’ proporzionale alla
grandezza dei tralicci ed ai cavi elettrici utilizzati (sono i
cavi a creare il problema). La stessa cosa si può dire per i
trasformatori (si va dalla grande cabina dell'Enel ai piccoli
alimentatori di cellulari), e per i motori a corrente alternata (si va
dal grande motore di una gru alle piccole dimensioni di un mixer da
cucina). Quindi, più è grande un dispositivo che utilizza corrente e più
e’ alta l'intensità del campo magnetico alternato. Ma a questo punto,
conoscendo quali sono i dispositivi che emettono maggiori intensità,
come fare per riconoscerli?
Per individuare le
più diffuse fonti esterne ed interne occorrerebbe:
1)- fare un giro
dell'edificio e osservare accuratamente se ci sono grandi o anche
piccole linee elettriche, cavi e cabine Enel, molto vicini o addirittura
attaccati ai muri esterni;
2)- individuare
eventuali cavi che trasportano, attraverso muri e pavimenti, grandi
flussi di corrente (es. a grandi elettrodomestici o ad edifici
confinanti); se si hanno delle mappe dell'impianto elettrico o la
testimonianza di qualche persona che ha assistito alla posa dei cavi, il
tutto diventa relativamente semplice;
3)- individuare quali
apparecchi, di uso comune, sono alimentati da un trasformatore. La
maggior parte degli audiovisivi (televisori, radioregistratori, impianti
Hi-fi, videoregistratori, computer), li utilizza e possono averlo
esterno o interno; per accertarlo basta appoggiare l'orecchio su una
parete dell'apparecchio o sullo stesso trasformatore e verificarne
il ronzio. Alcuni trasformatori (in alimentatori per campanelli,
amplificatori di antenna, ecc.) sono in scatole di derivazione incassate
all'interno di muri e pareti e quindi rintracciabili, anche questi,
tramite mappe o da chi ha costruito l'impianto;
4)- individuare quali
apparecchi contengono motori elettrici a corrente alternata. Quasi tutti
gli elettrodomestici (dal frullatore alla lavatrice), gli utensili e le
macchine da lavoro (dal trapano al tornio) sono di questo tipo, eccetto
alcuni che vanno a batteria (trapano portatile, rasoio elettrico, ecc.)
o che hanno generalmente un trasformatore esterno. Individuare quegli
apparecchi che utilizzano grandi resistenze elettriche (boiler,
termocoperte, radiatori, ecc.), quelli che,
in genere, riportano sull'etichetta potenze assorbite superiori ai 400
Watt (W).
Per poter
annullare o comunque ridurre efficacemente i campi magnetici alternati a
bassa frequenza, vista la loro penetrabilità in qualsiasi materiale,
sarebbe necessario, per chi ne avesse la possibilità, progettare o
modificare l'impianto elettrico opportunamente.
In via generale, per
evitare o comunque ridurre notevolmente i campi magnetici alternati a
bassa frequenza,
BISOGNEREBBE INOLTRE
RISPETTARE NORME E COMPORTAMENTI QUI DI SEGUITO RIPORTATI
a)-Scollegare dalla rete
elettrica qualsiasi dispositivo o apparecchio che non viene utilizzato
(es. alimentatori, radioregistratori, televisori, elettrodomestici,
ecc.), in quanto quasi sempre contengono trasformatori;
b)-Mantenere, in zone
dove l'esposizione e’ prolungata, distanze non inferiori a 50/70 cm dai
normali cavi elettrici utilizzati o potenzialmente utilizzati e da
lampadine ad incandescenza o alogene (220V);
c) Mantenere, in zone
dove l'esposizione è prolungata distanze non inferiori a 1 m (in zone di
riposo distanze di almeno 2 m) da:
* apparecchi collegati
alla rete e alimentati da trasformatori, che in
genere sono sempre
attivi;
* apparecchi in funzione
che utilizzano motori, grandi resistenze
elettriche, o reattori
(lampade a basso consumo o fluorescenti
tubolari). Per i monitor
dei computer a raggi catodici (oramai in disuso) e LCD e simili sono
raccomandati minimo 70 cm.
* cavi che trasportano
grandi flussi di corrente, passanti all'interno o all'esterno di muri o
pareti oppure punti di partenza di linee elettriche (es. quadri
elettrici).
d) Osservare, nelle
vicinanze dell'edificio, la presenza di linee ad alta tensione. In tal
caso sarebbe saggio valutare il tipo di linea e la distanza da
rispettare. In genere si considerano sufficienti 100ml da linee con
distribuzione tra i 10KV (10.000 Volt) e i 380KV (380.000 Volt) ma
poiché il disturbo dipende dal flusso di corrente circolante nei cavi ,
che può essere molto diverso da linea a linea e anche nella stessa
linea, questa distanza di sicurezza può aumentare anche oltre ai 100 m.
Cavi esterni semplici
(visivamente sono più cavi avvolti che sembrano un unico cavo) su
piccoli tralicci o a ridosso di cornicioni, determinano in genere
un'aggressione solo di qualche metro. Per cabine di smistamento e di
trasformazione dell'Enel (o altro Ente privato), le distanze si possono
ridurre di molto (dai 5 ai
15 m) ma non e’
possibile generalizzare troppo vista la grande variabilità di tali
dispositivi.
e) Utilizzare, per
coloro che lavorano a stretto contatto con apparecchi e utensili
elettrici (trapani, seghe, asciugacapelli, ecc.), tali strumenti in modo
discontinuo e possibilmente starne alla dovuta distanza.
f)
Mantenere, per coloro
che lavorano in prossimità di grosse macchine o strumentazioni
elettriche, il massimo della distanza possibile da motori a corrente
alternata o da trasformatori.
Come già detto,
questo tipo di campi penetra ovunque,
tra l’altro rimane difficile individuarne le fonti se non con l’uso di
sofisticata apparecchiatura di rilevamento. Dal momento che sono
tutt’ora in corso studi scientifici sui possibili effetti sul corpo
umano e’ DOVEROSO TENERE LA DISTANZA DI
SICUREZZA!
Pertanto, nel caso che:
* si sia molto vicini a
linee e a dispositivi di distribuzione di corrente;
* non si conoscano
eventuali fonti provenienti da edifici confinanti;
* non ci si ricordi la
posizione dei cavi e dei dispositivi pericolosi incassati all'interno di
muri;
* si svolgano attività
continuative in prossimità di apparecchiature
elettriche;
IN TAL CASO E’
PREFERIBILE FAR VALUTARE IL RISCHIO DA TECNICI SPECIALIZZATI NEL
SETTORE.
Il D.Lgs 81/08 pone di fatto al 30 aprile
2012 l’entrata in vigore delle norme specifiche sulla protezione dei
lavoratori dalle esposizioni ai campi elettromagnetici. Il 30 aprile
2012 è il nuovo termine, introdotto dalla Direttiva 2008/46, pubblicata
il 26 aprile 2008, per il recepimento della direttiva 2004/40 a livello
nazionale ed Europeo. Ci si riferisce in particolare alla definizione
dei valori limite di esposizione e dei valori di azione. Bisogna
tuttavia considerare che
sono immediatamente
vigenti le disposizioni generali sulla protezione dagli agenti fisici,
contenute nel Capo I del Titolo VIII del nuovo testo unico. In
particolare l’articolo 180 definisce quali sono gli agenti fisici di
interesse della norma, e
l’articolo 181-
anche tramite il richiamo al più generale articolo 28 sulla valutazione
dei rischi -
richiede esplicitamente
al datore di lavoro la valutazione dei rischi relativi a tutti gli
agenti fisici e
l’adozione delle opportune misure di prevenzione e protezione,
indipendentemente dall’entrata in vigore dei successivi capi specifici,
e con particolare riferimento alle norme tecniche ed alle buone prassi.
Il vincolo più
stringente ad oggi in vigore riguarda pertanto l’obbligatorietà della
valutazione del rischio elettromagnetico
(la
mancata valutazione
del rischio da campi elettromagnetici è
sanzionata
già dal luglio 2009).
La valutazione del rischio elettromagnetico
si occupa innanzitutto di
definire se i lavoratori
dell’azienda/unità operativa indagata possano
essere o meno esposti a
un rischio di tipo professionale.
Quale sia la natura di tale rischio, questo è valutato ed,
eventualmente, quantificato mediante opportuni calcoli o misurazioni.
Inoltre la valutazione dovrà tenere conto delle esigenze dei lavoratori
appartenenti a gruppi particolarmente sensibili
al rischio, incluse le donne in stato di
gravidanza ed i minori.
Le norme
tecniche di
riferimento sono oggi:
-
A queste norme tecniche si aggiunga
anche il documento emesso dal
Coordinamento
Tecnico
per la sicurezza nei luoghi di lavoro delle
Regioni e delle
Province autonome
in collaborazione con
ISPESL
dal titolo
“Decreto Legislativo 81/2008, Titolo VIII, Capo I, II, III e IV
sulla prevenzione e protezione dai rischi dovuti all’esposizione ad
agenti fisici nei
luoghi di lavoro.
Indicazioni operative”,
riferimento imprescindibile per una puntuale applicazione sia delle
indicazioni di legge, sia delle stesse norme tecniche di cui sopra.
Nella speranza di aver
fornito qualche consiglio alle persone comuni (in particolare a chi non
ha alcuna cognizione relativa a tali problematiche) sul come difendersi
(per quanto possibile) da questo nemico invisibile i cui effetti nocivi
a breve e lungo termine sul corpo umano, costituiscono ancora oggetto di
studio da parte di autorevoli scienziati di tutto il mondo.
Moreno
Damino |