LE EMERGENZE AMBIENTALI NEL MONDO
di
Carlo Barbetta
La natura è un bene prezioso
,indispensabile, perfetto in ogni sua parte in grado di autogestirsi e
gestire, di mantenere in piedi un ecosistema in tutte le sue complesse
parti,perché la natura è Vita; anche l’uomo è proprietà sua,
tiene il comando; Lei osserva, ci marca stretti e spesso ci
presenta il conto degli scempi compiuti proprio da chi
dovrebbe averne cura maggiore ,il figlio maggiore quello responsabile
“l’essere umano” a dimostrazione che di fronte a così tanta maestosità
bisogna chinare la testa, mettersi in ginocchio ed assecondarla il più
possibile.
Voglio ricordare e dare memoria, del
terremoto avvenuto in Cile , colpito anche dallo tsunami, una
vera e propria catastrofe ; aggiungo anche l’Abruzzo una regione
distrutta ed ancora visibilmente a terra in attesa di rialzarsi;
Haiti un’isola rasa al suolo e già dimenticata, l’uragano
Xynthia che in Francia fece circa 50 morti lasciando oltre un
milione di abitanti senza energia elettrica e qui lascio
all’immaginazione di tutti dello stupore rilevato dai governanti perché
è accaduto proprio in un paese europeo fra i più organizzati e potenti
economicamente, quasi fosse un angolo protetto. Potremmo estendere
l’elenco all’infinito ma vado avanti ,per illustrare la realtà spesso
modificata ad arte e/o addirittura sommersa da chi fabbrica notizie.
L’intero sistema è a rischio e ad oggi
rimane molto difficile ignorare la progressività, la frequenza e
l’entità dei fenomeni e magari attribuire le cause a coincidenze e
fatalità per sentirci meglio con noi stessi ,è pura ipocrisia messa in
evidenza dal vertice sul clima che si è tenuto a Copenaghen dove
i grandi del mondo hanno negato non solo l’evidenza dei cambiamenti
climatici ma addirittura la necessità di eventuali interventi per
rallentarli, organizzare prevenzione e prestare sostegno alle
popolazioni investite da tali catastrofi.
L’economia non riesce ad andare in sinergia
con l’ambiente a fronte di interessi spesso sporchi ed egoisti e questo
è un fatto gravissimo; ben venga il trattato di Kyoto ma
nell’applicazione il timore è che tutto venga sommerso dai media a
servizio dei poteri internazionali pensando sempre e comunque ad una
industrializzazione selvaggia e sconsiderata specialmente nei paesi in
fase di sviluppo.
La causa dell’attuale crisi economica viene
attribuita da parte di qualsiasi membro politico alle cose che
bisognerebbe fare ma non vengono fatte ma se pensiamo che i costi da
sostenere per ogni soccorso internazionale arrivano a cifre tali da
poter fronteggiare progetti globali di prevenzione e non aspettare che
succeda qualcosa per lucrarci in maniera vergognosa.
Il terremoto avvenuto in Cile ha superato ed
il dato non è ancora definitivo circa 30 milioni di dollari; il
rifacimento di Haiti impegnerà per i prossimi 20 anni forse perché
ricopre meno interesse rispetto a quello dell’Aquila e rimanendo in
Italia, Messina ancora meno rispetto l’Aquila ? La risposta è certamente
si………le informazioni ai comuni mortali arrivano mediante i media, la
stampa economica,il mondo di blog e da questi mezzi di informazione si
evince che il tanto discusso tema dell’eco-compatibilità delle attività
commerciali è ormai rilevante ed il bombardamento ogni giorno di
notizie, iniziative sulle problematiche ambientali è cresciuto in questi
ultimi anni in maniera sconsiderata informandoci giornalmente di nuove
scoperte,progetti,programmi interessanti perfino dal mondo politico;
bisogna però distinguere lo sviluppo dal progresso perché anche se
legati tra loro nel senso della crescita, sono divisi concettualmente da
una significativa differenza; ed allora ci chiediamo tutto questo può
fare la differenza per l’ambiente?
Non ci sono dati precisi,coincisi,certi, su
cosa attua il sistema industriale per agevolare una vera conversione a
fronteggiare fenomeni come il cambiamento climatico,la riduzione delle
sostanze tossiche,la conservazione dell’acqua e l’efficienza delle
risorse.
Con gli indicatori, attraverso i dati
trasmessi non sappiamo se ci stiamo muovendo in avanti o indietro; le
aziende che si stanno muovendo per il cambiamento non sono ricambiate da
un’economia che è in costante crescita, così mentre le emissioni di
sostanze gassose ad effetto serra possono essere ridotte, la stessa
crescita economica porta a considerare queste emissioni invariate.
L’economia dell’intero pianeta dipende
totalmente dalla natura per le materie prime, l’energia ,l’acqua ,
l’aria ,fertilità del suolo e l’assorbimento dei rifiuti prodotti; ciò
può significare che un economia che ha raggiunto un certo livello di
crescita e continua a crescere sempre di più oltrepassando il reale
assorbimento della biosfera può, in parole povere distruggerla,
diventando un’ economia non economica ed è questo il motivo per
il quale la stessa economia deve adottare una scala innovativa su cui
dimensionarsi.
Le aziende da una parte ed i consumatori
dall’altra, stanno lentamente acquisendo la consapevolezza nelle loro
pratiche quotidiane, nei modi di produrre e nel fare attenzione agli
acquisti, prodotti a km zero un altro argomento importantissimo per il
risparmio energetico di tutto il mondo.
Tutti siamo corresponsabili dei danni
apportati all’ambiente e spesso ignoriamo le nostre responsabilità per
restare sereni nell’incoscienza del danno provocato ,spesso anche per
mancata e/o sbagliata informazione;
partiamo quindi a formare ed informare i
ragazzi dalle scuole primarie sulle reali problematiche riguardanti la
sopravvivenza di tutto l’ecosistema , educhiamoli e
responsabilizziamoli confidando in loro la vera speranza di salvezza e
addirittura di migliorare le condizioni di vita creando una simbiosi tra
ambiente,economia ,progresso e sviluppo cosa che le nostre generazioni
non sono state capaci fino a questo momento.
(Giu.2010)
Carlo Barbetta |